Aiuto Biblico

Pronti a portare altri

Giovanni 1:35-49

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 6 marzo 2022, – cmd dp –
parole chiave: discepoli, evangelizzare, testimoniare, Gesù Cristo, Natanaele, Filippo, Simon Pietro

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Quando c’è una situazione di grande bisogno, per esempio, delle persone nel deserto che sono senza acqua, e uno trova una grande fonte di acqua, l’amore per il prossimo per forza lo spingerebbe a condividere questa buona notizia con gli altri.

Allora, qual è il pericolo più grande che esiste? Il pericolo più grande che esiste è il giudizio finale. Essere condannati in quel giudizio vuol dire essere condannati per tutta l’eternità. Abbiamo bisogno di un Salvatore, e ne esiste solo uno, il Cristo. I Giudei sapevano che Dio avrebbe mandato il Cristo. Lo aspettavano da secoli.

Stiamo studiando l’Evangelo di Giovanni l’Apostolo. Egli scrisse questo Evangelo per farci capire che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, l’unico che può salvarci.

Nell’ultimo sermone, abbiamo visto la testimonianza di Giovanni Battista ai rappresentati dei capi religiosi. Giovanni Battista fu mandato da Dio per preparare le persone a ricevere Cristo. Lui ha dichiarato che il Cristo era in mezzo a loro, che era l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Ha dichiarato che il Cristo è il Figlio di Dio, sottolineando la divinità di Cristo.

Adesso, dopo questo breve riassunto, riprendiamo il testo al versetto 35, in cui troviamo Giovanni con alcuni dei suoi discepoli. Li dichiara di nuovo che Gesù è l'Agnello di Dio. Nel brano di oggi, vediamo Gesù che sceglie i primi dei suoi discepoli. Essere salvato vuol dire diventare un discepolo di Gesù Cristo. La salvezza non è solo una condizione che uno ha mentre continua a vivere come prima. Piuttosto, la salvezza vuol dire passare dalla morte alla vita, per vivere seguendo Gesù, il Cristo. E vedremo il cuore di questi primi discepoli di Gesù per portare altre persone a Lui.

Leggiamo attentamente questo brano che ci aiuta a capire in parte cosa vuol dire seguire Gesù Cristo. Iniziamo leggendo Giovanni 1:35 e 36.

35 Il giorno seguente, Giovanni era nuovamente là con due dei suoi discepoli. 36 E, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l’Agnello di Dio". 37 E i due discepoli, avendolo sentito parlare, seguirono Gesù. (Giovanni 1:35,36)

Notate che Giovanni Battista aveva discepoli. Abbiamo già visto nell'ultimo sermone che tutti riconoscevano che Giovanni Battista era stato mandato da Dio. Non fu mandato da qualche istituzione religiosa. La proclamazione e l'autorità che aveva Giovanni venivano direttamente da Dio. Questo era molto visibile alle persone. Perciò, alcuni uomini, che volevano più di Dio, si erano messi a seguire Giovanni come discepoli. Volevano più di Dio, e perciò, anziché legarsi alle autorità religiose, che in realtà non stavano seguendo Dio, riconoscendo Dio in Giovanni, erano diventati i suoi discepoli.

Vediamo questo in tutta la Bibbia. Nel Nuovo Testamento, l'apostolo Paolo ci esorta ad imitarlo, come lui imitava Cristo. Inoltre, insegnava a notare ed imitare coloro che camminano bene. In un certo senso, di diventare i loro discepoli. Quando vedo una persona che ha più di Cristo rispetto a me, posso osservare la sua vita e imparare da lui. Posso seguire il suo esempio.

Questi uomini avevano visto l'opera di Dio in Giovanni Battista, e perciò, erano diventati i suoi discepoli. Erano là con Giovanni, il giorno dopo che Giovanni aveva annunciato pubblicamente che Gesù è l'Agnello di Dio, il Figlio di Dio. Molto probabilmente, questi uomini avevano sentito quella dichiarazione il giorno prima. Ora, Giovanni stava là con due dei suoi discepoli. È chiaro che ne aveva anche altri. Erano uomini che volevano più di Dio.

Giovanni stava là con due dei suoi discepoli, che, da questo brano e dagli altri Evangeli, possiamo capire che erano Andrea e Giovanni, l'autore di questo Evangelo.

Giovanni Battista, fissando lo sguardo su Gesù, che passava, dichiara a questi discepoli: “ecco l'Agnello di Dio”. Il giorno precedente, aveva aggiunto che l'Agnello di Dio toglie il peccato del mondo. Possiamo capire che questi due discepoli conoscevano le scritture, le profezie. Erano in attesa del Messia, del Cristo. Solo per ricordarvi, Messia è un termine ebraico, mentre Cristo è un termine greco con lo stesso significato.

Perciò, questi due discepoli, sentendo Giovanni dichiarare che quel Gesù che passava è l'Agnello di Dio, e cioè il Cristo promesso da Dio, seguirono Gesù. Avere Cristo non è qualcosa di intellettuale. È una vita in cui si crede in Cristo per poi seguire Cristo.

È molto utile ed anche importante capire il discorso che Gesù fa con questi due uomini che lo seguivano, avendo sentito la testimonianza di Giovanni Battista riguardo a Lui. Seguite attentamente mentre leggo i versetti 38 e 39.

Gesù parla con loro

38 Ma Gesù, voltatosi e vedendo che lo seguivano, disse loro: "Che cercate?". Essi gli dissero: "Rabbi (che, tradotto, vuol dire “maestro”), dove abiti?". 39 Egli disse loro: "Venite e vedete". Essi dunque andarono e videro dove egli abitava, e stettero con lui quel giorno. Era circa l’ora decima.

Gesù, vedendo che questi due discepoli lo seguivano, si gira e chiede loro: “che cercate?”.

È importante notare che lui non dice: chi cercate? Piuttosto, gli chiede: che cercate. Cioè, era chiaro che cercavano Gesù. Ma lui voleva sapere perché lo cercavano. Se ricordate, quando il giovane ricco venne a Gesù, prostrandosi davanti a lui e chiamandolo: “buon maestro”, Gesù chiese a lui: perché mi chiami buono, nessuno è buono, se non solo Dio. In altre parole, stava dando al giovane ricco la possibilità di riconoscere che Gesù è buono, perché Gesù è Dio.

Tante persone cercano Gesù per motivi sbagliati. Quando Gesù aveva moltiplicato i pani e i pesci, tanti lo cercavano perché volevano farlo diventare re. A loro giudizio, uno capace a fare miracoli così poteva rendere la vita più comoda. Ma Gesù non era venuto per rendere la vita più comoda. Gesù è venuto per salvare peccatori. E anche oggi, è importantissimo ricordare che Gesù non è venuto per rendere la nostra vita più facile né per togliere i nostri problemi. Gesù è venuto per provvedere la salvezza.

Perciò, Gesù chiede a questi due discepoli che lo avevano seguito che cosa cercavano.

Loro rispondono: Rabbi, dove abiti?

La loro risposta era in realtà una richiesta di avere del tempo da trascorrere tranquillamente con lui. Ricordate che Giovanni e questi discepoli si trovavano in un luogo pubblico, dove c'erano tante persone. Chiedendo a Gesù dove abitava, gli stavano chiedendo di poter andare con lui in un posto tranquillo. Volevano passare del tempo con lui, volevano conoscerlo. Quindi, la domanda: “dove abiti?”, Non era una richiesta di informazioni, era una richiesta per avere tempo da passare con Gesù.

E la risposta di Gesù era un invito a passare del tempo con lui. Il versetto continua:

egli disse loro: venite e vedete. Essi dunque andarono e videro dove egli abitava, e stettero con lui quel giorno. Era circa l'ora decima.

Da questa dichiarazione, comprendiamo chiaramente che loro volevano passare il tempo con Gesù. E così, passavano il tempo con lui. Erano le 10 del mattino. L'autore che scrive questo, Giovanni l'apostolo, era uno dei due discepoli. Questa è la prima volta che ha conosciuto Gesù. Perciò, anche anni dopo, si ricordava molto bene quell'avvenimento che ha completamente trasformato la sua vita, e la sua eternità.

Voglio fermarmi a questo punto, e considerare qualcosa di molto importante. Notate che questi due uomini non chiedevano benedizioni. Chiedevano di poter conoscere Gesù. E Gesù ha risposto a questa loro richiesta. Anche oggi, quando qualcuno vuole conoscere veramente Dio, quando cerca Dio per conoscere Dio, per essere in rapporto con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, Dio risponde sempre di sì. Quando uno cerca Dio con tutto il suo cuore, Dio si fa trovare da quella persona. Purtroppo, tante persone oggi non vogliono cercare Dio, vogliono solo le benedizioni da Dio. In questo caso Dio non risponde. Ma quando cerchiamo Dio stesso, nella persona di Gesù Cristo, avremo un pieno invito ad entrare nella sua presenza e passare tempo con lui.

Quindi, quando cerchiamo Gesù, la domanda che Gesù ci rivolge è: che cerchi? Stiamo cercando aiuto per i nostri problemi, stiamo cercando benedizioni per i nostri progetti, oppure, stiamo cercando Cristo stesso? È importante esaminare bene i nostri cuori, per capire quello che stiamo cercando da Dio. Gesù vuole coloro che vogliono lui.

Andrea cerca Simone

Ho detto prima che comprendiamo, da questo capitolo e poi dagli altri Evangeli, che questi due discepoli di Giovanni Battista che seguivano Gesù erano Andrea e Giovanni, l'autore di questo Evangelo. Seguite mentre leggo i versetti 40-42. In questo brano, vediamo in Andrea un esempio molto importante per noi. Leggo questi versetti.

40 Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito questo da Giovanni e avevano seguito Gesù. 41 Costui trovò per primo suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia che, tradotto, vuol dire "Il Cristo"”; 42 e lo condusse da Gesù. Gesù allora, fissandolo, disse: "Tu sei Simone, figlio di Giona; tu sarai chiamato Cefa, che vuol dire "sasso"”. (Giovanni 1:40-42).

La cosa che qua mi colpisce è che Andrea, avendo sentito la testimonianza di Giovanni Battista su Gesù, e poi avendo passato un giorno con Gesù, avendo capito che Gesù veniva da Dio, va subito a cercare suo fratello Simone.

C'è una cosa da notare nel versetto 41. In realtà, anche l'altro discepolo, che sappiamo essere Giovanni l'apostolo, andò a cercare suo fratello, Giacomo. Ma Andrea è andato per primo. Sappiamo dagli altri Evangeli che anche il fratello di Giovanni diventò apostolo. La grammatica di questo versetto ci fa capire che Andrea è andato prima dell'altro discepolo. Leggo di nuovo il versetto 42.

Costui trovò nel primo suo fratello Simone e gli disse: abbiamo trovato il Messia che, tradotto, pur dire il Cristo. E lo condusse da Gesù.

Notate che Andrea fu il discepolo che ne portò altri a Gesù. Cristo dichiara che noi che siamo salvati siamo la luce del mondo. Quanto è importante che noi portiamo altri a Cristo. Non serve grande capacità. Dobbiamo semplicemente avere il coraggio di annunciare il Cristo. Sarà Dio a toccare i cuori. Portare altri a Cristo è una grande opera, che spesso viene fatta a tu per tu.

Notate quello che Andrea dichiara a suo fratello: abbiamo trovato il Messia. Vedo diverse verità qua. Prima, dicendo “abbiamo trovato”, già Andrea si identifica con altri. In questo caso, erano lui e Giovanni. Essere un discepolo di Gesù significa fare parte del corpo di Cristo, per essere membra gli uni degli altri. Già a questo punto Andrea si vedeva così. Appartenere, in senso vero, ad una chiesa locale, è fondamentale.

Inoltre, quando dichiara: abbiamo trovato il Messia, da quello che vediamo nei quattro Evangeli, comprendiamo che Andrea non capiva pienamente il significato di quella dichiarazione.

Cioè, vediamo negli Evangeli che i discepoli non capivano tanti aspetti del ruolo del Cristo. Erano estremamente colpiti dai suoi miracoli, a volte erano scioccati. Infatti, quando Pietro ha capito che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, in Matteo 16, è chiaro che era la prima volta che gli apostoli avevano veramente compreso l'identità di Gesù come Cristo. Perciò, quello che qua Andrea dichiara a Pietro è una comprensione molto limitata. Però, lui credeva di cuore che Gesù è il Cristo. Solo che a questo punto non capiva bene ancora cos'è il Cristo.

In questo, Andrea è un ottimo esempio per noi. Ancora non capiva tanto, ma era pronto a raccontare e dichiarare ad altri quel poco che capiva. Perciò, è andato in cerca di suo fratello. Non voleva tenere la buona notizia per se stesso. Voleva che altri conoscessero Gesù, il Cristo. Che buon esempio per noi. Anche noi dobbiamo avere lo stesso zelo di andare in cerca a chi possiamo condurre a Gesù. Sarà Dio a toccare il cuore.

Gesù cambia il nome di Simone

Voglio notare quello che Gesù dichiara a Simon Pietro. In realtà, a questo punto, era conosciuto solo come Simone. Infatti, è proprio in questo brano che Gesù gli dà il nome Pietro. Leggo il versetto 42.

2 e lo condusse da Gesù. Gesù allora, fissandolo, disse: "Tu sei Simone, figlio di Giona; tu sarai chiamato Cefa, che vuol dire "sasso"”. (Giovanni 1:42).

Ci sono qua tante importanti verità da notare. Prima di tutto, il fatto che Gesù dichiara che Simone avrà un nuovo nome, che sarebbe Cefa, in siriaco, e Petros in greco, che noi traduciamo come Pietro, è un segno di autorità divina di Cristo. Nella Bibbia, vediamo in varie occasioni che Dio cambiava il nome di qualcuno. Per esempio, cambiò il nome di Abramo in Abrahamo. Cambiò il nome di Giacobbe in Israele. Cambiare il nome di qualcuno è un atto di autorità.

Il nome “Cefa”, che noi diciamo “Pietro” vuol dire sasso, una persona affidabile, che non vacilla, e non è impulsiva, che resiste nelle prove.

Pensate al carattere di Simone, che conosciamo soprattutto come Pietro. Prima della risurrezione, Pietro era molto impulsivo. Dichiarava cose che poi non manteneva. Era Pietro a vantarsi che, nonostante tutti gli altri avrebbero abbandonato Gesù, lui non lo avrebbe mai fatto, e poi, è stato lui a negare di conoscere Gesù.

Ma Gesù qui, dandogli il nome Cefa, che vuol dire sasso, sta dichiarando che cambierà il suo carattere. Dio ha cambiato il carattere di Pietro. Di natura Pietro era impulsivo e vacillava. Dopo la risurrezione, con opere di Dio, Pietro è diventato un vero sasso. È diventato un punto forte di riferimento per gli altri. È diventato un sasso.

È importante per noi riconoscere che quando Dio salva una persona, Dio non lascia quella persona come era. Dio la cambia. Dio la trasforma. A volte, è un'opera molto veloce, altre volte l'opera è più lenta. Ma quando Dio salva, Dio cambia anche la persona.

E perciò, non dovremmo scusare i nostri peccati. Non dovremmo giustificarci dicendo che siamo così. Piuttosto, dobbiamo afferrare pienamente le opere di Dio in noi, per diventare quello che non eravamo per natura.

Grazie a Dio per la sua opera in noi. Quello che per noi sarebbe impossibile da soli, è possibile in Cristo.

Gesù chiama Filippo

Andando avanti in questo brano, nel versetto 43 inizia quello che è successo con Filippo. Da quello che abbiamo appena letto, e quello che comprendiamo con altri brani, è probabile che a questo punto, Gesù aveva come discepoli Andrea, Simone, Giovanni, e Giacomo. Seguiamo quello che succede il giorno seguente. Leggo il versetto 43.

43 Il giorno seguente, Gesù desiderava partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: "Seguimi". (Giovanni 1:43)

Notate che è stato Gesù a trovare Filippo. Gesù trovò Filippo, e gli ordinò di seguirlo. Credere in Gesù non è una semplice posizione intellettuale. Piuttosto, credere in Gesù è aggrapparsi a Gesù, che vuol dire seguirlo nella vita. Per seguire Gesù, Filippo doveva lasciare il suo paese e seguire Gesù ovunque lo portava.

È lo stesso oggi. Credere in Gesù Cristo è seguire Gesù, una vita in cui anziché seguire me stesso, anziché seguire altri, seguo Gesù Cristo, ovunque mi porti. Questo vuol dire seguire Gesù nelle nostre scelte, nelle nostre preferenze, nelle nostre decisioni. Il motivo per cui facciamo questo è perché riconosciamo che solo in Gesù c'è la vita.

Gesù trova Filippo e gli comanda di seguirlo. In qualche modo, Filippo aveva sentito di Gesù. Forse anche lui era un discepolo di Giovanni. Visto che era della stessa città di Andrea e di Pietro, forse aveva sentito da loro. In ogni modo, Filippo scelse di seguire Gesù. Ma non solo segue Gesù. Leggo i versetti 44,45. Questo è un esempio da seguire per noi.

44 Or Filippo era di Betsaida, la stessa città di Andrea e di Pietro. 45 Filippo trovò Natanaele e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosé nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, il figlio di Giuseppe". (Giovanni 1:44-45)

Come aveva fatto Andrea, e probabilmente Giovanni, la prima cosa che Filippo fa è andare e trovare qualcun altro per portarlo a seguire Gesù. Filippo trovò Natanaele. Notate quello che dice a Natanaele.

"Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosé nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, il figlio di Giuseppe".

Egli dichiara a Natanaele di aver trovato colui che era annunciato nella legge e nei profeti, ovvero, in quello che noi chiamiamo l'Antico Testamento, che era tutta la Bibbia in quel tempo. Gli dice che avevano trovato colui che era l'adempimento delle profezie. Questo è un altro modo di dire che avevano trovato il Messia, il Cristo. Dichiara che questo è Gesù da Nazaret, il figlio di Giuseppe. Ricordate che l'autore Giovanni ci ha già fatto capire che il Cristo è il Figlio di Dio, che è eterno. In Matteo e Luca impariamo che non era fisicamente il figlio di Giuseppe, in quanto è nato da Maria quando lei era ancora vergine. Ma Giuseppe era legalmente suo padre.

Di nuovo, possiamo notare qui che Filippo non sapeva molto di Gesù. Ma quello che sapeva, era pronto ad annunciarlo ad altri. Anche qui abbiamo un forte esempio di come noi dobbiamo vivere. Non sappiamo tutto. Non possiamo rispondere ad ogni domanda. Però, possiamo dichiarare quello che sappiamo. Ed è quello che fa Filippo. Allora, la reazione di Natanaele non è stata subito positiva. Leggo attentamente il versetto 46.

46 E Natanaele gli disse: "Può venire qualcosa di buono da Nazaret?". Filippo gli disse: "Vieni e vedi".

Natanaele non crede subito a Filippo. In quel tempo, Nazaret aveva una reputazione negativa. Inoltre, c'era un detto che diceva che nessun profeta sarebbe venuto dalla Galilea. Era un detto molto diffuso fra i Giudei, ma era falso. Anche oggi, il fatto che tanti credenti credano a qualcosa o hanno una certa posizione, non vuol dire che questo rispecchia veramente quello che insegna la Bibbia. E perciò, Natanaele aveva i suoi dubbi che il Messia sarebbe potuto venire da Nazaret.

Quello che è molto utile è notare come Filippo risponde quando Natanaele parla così. Egli non inizia un dibattito. Non parla punto per punto contro quello che dice Natanaele. Piuttosto, semplicemente lo invita a venire a vedere per conto suo.

Voglio applicare questo a noi oggi. Certamente, Gesù non è presente fisicamente in modo da poter portare a Lui le persone, ma troviamo Gesù presentato al mondo nella Bibbia. Se noi invitiamo qualcuno a leggere la Bibbia per conoscere Dio, e leggere la Bibbia è il modo per conoscere Dio, e la persona obietta che non crede alla Bibbia, non dobbiamo dibattere punto per punto. Piuttosto, dovremmo fare semplicemente come faceva Filippo. Dobbiamo invitarli a venire e vedere. Possiamo loro dire di andare almeno a leggere quello che Dio ci dichiara nella Bibbia. Sarà lo Spirito Santo a toccare i loro cuori. Infatti, anni fa, cercavo di dibattere quando uno diceva che non credeva nella Bibbia. Adesso, non dibatto più. Piuttosto, cerco di proclamare le verità di Dio. Cerco di far vedere a loro le verità. Mi fido che sarà Dio a toccare il cuore quando vuole. So che Dio usa la parola per toccare il cuore. Quindi, la nostra responsabilità è di proclamare la parola. Filippo ha annunciato a Natanaele che avevano trovato il Cristo. Natanaele aveva delle obiezioni. Filippo semplicemente lo ha invitato a venire a vedere da se stesso. Che ottimo esempio.

Gesù parla con Natanaele

Così Natanaele è andato a vedere Gesù per conto suo. Voglio leggere quello che succede quando arriva a Gesù con Filippo. Leggo i versetti 47-50.

47 Gesù vide venirgli incontro Natanaele e disse di lui: "Ecco un vero Israelita, in cui non c’è inganno". 48 Natanaele gli disse: "Da che cosa mi conosci?". Gesù gli rispose, dicendo: "Ti ho visto quando eri sotto il fico, prima che Filippo ti chiamasse". 49 Natanaele, rispondendogli, disse: "Maestro, tu sei il Figlio di Dio; tu sei il re d’Israele". 50 Gesù rispose e gli disse: "Poiché ho detto di averti visto sotto il fico, tu credi; vedrai cose maggiori di queste". (Giovanni 1:47-49)

Quando Gesù dichiara che Natanaele è un vero israelita, in cui non c'è inganno, non stava dicendo che è perfetto, ma che era un uomo sincero, che cercava veramente di seguire Dio. Ricordate che i farisei erano ipocriti. Non erano sinceri. Invece Natanaele era sincero nella sua ricerca di Dio. Natanaele voleva conoscere veramente Dio, e aspettava il Messia.

Visto che Natanaele non aveva mai conosciuto Gesù, fu colpito che Gesù sapeva questo di lui. Chiede a Gesù in che modo Gesù sapeva questo di lui. Gesù risponde dicendo: ti ho visto quando eri sotto il fico, prima che Filippo ti chiamasse.

I Giudei avevano la pratica di usare il fico, che dava una buona ombra, come posto per stare all'ombra per pregare e meditare. Certamente, uno potrebbe sedersi all'ombra solo per rinfrescarsi. Il fatto che Gesù capiva che Natanaele era un israelita sincero e vero mostrava che poteva capire il suo cuore. Natanaele fu veramente colpito da questo. Risponde a Gesù dichiarando: maestro, tu sei il Figlio di Dio; tu sei il re d'Israele.

Questa dichiarazione è grandissima. Natanaele aveva sentito la testimonianza di Filippo. Forse aveva anche sentito la testimonianza di Giovanni Battista. Adesso, vedendo che Gesù aveva riconosciuto il suo cuore senza conoscerlo, per lui diventava chiaro che Gesù è veramente il Cristo, il Figlio di Dio. Essendo Figlio di Dio e Cristo, è anche il re di Israele.

Il fatto è che il concetto che Natanaele, ed anche gli altri, avevano per quanto riguarda il Cristo, era un concetto molto incompleto e parziale. Gesù voleva fargli capire che quello che aveva visto, pur essendo convincente per Natanaele, era nulla in confronto a quello che avrebbe visto in seguito. E perciò nel versetto 50, Gesù dichiara:

poiché ho detto di averti visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose maggiori di queste. (Giovanni 1:50)

In altre parole, Gesù lo sta avvertendo che vedrà molte più evidenze chiare che Gesù è il Figlio di Dio, il Cristo.

Leggo il versetto 50 di nuovo, insieme al versetto 51.

50 Gesù rispose e gli disse: "Poiché ho detto di averti visto sotto il fico, tu credi; vedrai cose maggiori di queste". 51 Poi gli disse: "In verità, in verità io vi dico che da ora in poi vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo". (Giovanni 1:50-51)

A questo punto, questi discepoli non avevano visto alcun miracolo da parte di Gesù. Principalmente avevano la testimonianza di Giovanni Battista. Ma Gesù sapeva che lo avrebbero visto compiere tante opere miracolose, che solo Dio può compiere. Il senso di vedere il cielo aperto è quello di vedere l'opera di Dio che arriva potentemente sulla terra. E Natanaele e gli altri discepoli, e quelli che ancora Gesù doveva chiamare, avrebbero visto grandi e potenti opere di Dio in Gesù Cristo. Avrebbero visto, con grande potenza, gli angeli di Dio servire Cristo. Effettivamente, quello che Gesù sta dichiarando a Natanaele è che le cose che aveva visto, che per Natanaele erano già tanto, erano poco in confronto con quello che avrebbe visto.

Notate che Gesù si chiama qui: il Figlio dell'uomo. Tenete conto che Giovanni Battista lo aveva chiamato il Figlio di Dio. Natanaele lo aveva appena chiamato il Figlio di Dio. E Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i Giudei, era chiaro che il Cristo è il Figlio di Dio. Quello che era più difficile capire per loro era che Gesù è anche il Figlio dell'uomo. Dio si è incarnato, ed è diventato anche pienamente uomo. Il fatto che Cristo è diventato uomo vuol dire che può identificarsi con noi, poteva morire al nostro posto, può comprenderci in ogni nostra debolezza. Infatti, questo è il titolo che Gesù usava per se stesso più di qualsiasi altro. Prego affinché noi possiamo comprendere il privilegio che abbiamo che il nostro Signore è anche umano, pur rimanendo divino.

Conclusione

Prego che possiamo ricordare e vivere le lezioni di questo brano. Ricordiamo che quando Dio salva una persona, cambia il carattere di quella persona. La persona egoista diventa una persona che ama. La persona pigra diventa una persona che si attiva per fare il bene degli altri. La persona timorosa diventa, sempre con l’opera di Dio, una persona che trova coraggio in Cristo. Oh che possiamo presentarci a Dio, per essere trasformati da Lui!

Ricordiamo che credere in Gesù Cristo vuol dire seguirLo. La fede non è una semplice affermazione intellettuale. È seguire Gesù Cristo giorno per giorno.

E poi, ricordiamo, e seguiamo, l’esempio che abbiamo visto oggi, con Andrea e con Filippo. Quando hanno iniziato a seguire Gesù, sono andati subito a trovare altri per condurli a Cristo. Oh che possiamo noi fare così, portare gli altri a Cristo! Ci sarà chi avrà obbiezioni. Invitiamo loro solo a venire a vedere, vedere le verità di Dio. Sarà Dio a cambiare il cuore.

Grazie a Dio. Dio è venuto in cerca di noi. Adesso, dedichiamoci, finché c’è tempo, a condurre altri a Cristo.