Aiuto Biblico

Gesù si manifesta pubblicamente

Giovanni 2:12-25

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 27 marzo 2022, – cmd ag –
Descrizione: Giovanni 2:12-25 Gesù si manifesta pubblicamente come il Cristo per la prima volta
parole chiave: Gesù Cristo, Gerusalemme, tempio, pasqua, segni, fede

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Gesù mostra la sua divinità pubblicamente

La cosa più importante nella vita, in assoluto, è avere la salvezza.

Se hai tutto, se hai successo in tutto quello che fai, se nella vita ottieni tutto quello che vuoi, ma non hai la salvezza eterna, avrai un rimpianto eterno e la tua vita è del tutto inutile. Perderai tutto, e ti troverai in tormento, senza speranza. Invece, se hai la salvezza eterna, allora,ciò che succede in questa breve vita sulla terra è di poca importanza a confronto con l’eternità con Dio in una gioia ineffabile.

Come si ottiene la salvezza? La salvezza dipende dall’avere Gesù Cristo come il tuo Signore e Salvatore. Per avere Gesù Cristo come Signore e Salvatore, devi conoscerLo, devi capire chi è, e che solo Egli ti può far ottenere il perdono di cui hai bisogno.

Dio ci ha dato la Bibbia per conoscere Gesù Cristo. In modo particolare, Dio ci ha dato i quattro Evangeli per conoscere Gesù. Stiamo studiando l’Evangelo di Giovanni, proprio per conoscere di più Gesù Cristo, per avere più fede in Lui.

Nell'ultimo sermone, Gesù aveva appena chiamato i suoi primi discepoli. Era andato con loro alle nozze a Cana, e là aveva compiuto un grande miracolo, in modo nascosto dal pubblico, ma visibile ai discepoli. Così, per la prima di tante volte, mostrò loro la sua divinità. Così, essi avevano ancora più fede in lui. Ricordate che la profondità della fede è legata a quanto bene uno conoscere Gesù Cristo. Quindi, il nostro studio non è solo per avere più conoscenza, ma è per avere più fede in Dio per mezzo di Gesù Cristo.

Quindi oggi, considereremo l’avvenimento in Giovanni 2 che succede dopo che Gesù lascia Cana di Galilea. Trovate con me Giovanni 2. Iniziamo leggendo il versetto 12.

12 Dopo questo, egli discese a Capernaum con sua madre, i suoi fratelli e i suoi discepoli; ed essi rimasero lì pochi giorni. (Giovanni 2:12)

Sembra che Gesù abbia scelto Capernaum un po' come la sua base. Dopo le nozze a Cana, andò lì con sua madre, i suoi fratelli e sui discepoli. Però, ci rimase solo pochi giorni.

È importante notare che qua, come negli altri evangeli, vengono menzionati i fratelli di Gesù. Gesù aveva fratelli, che in realtà erano fratellastri, in quanto Gesù non aveva padre biologico, mentre i suoi fratelli erano figli sia di Giuseppe che di Maria. Biologicamente Gesù era figlio solo di Maria.

È molto chiaro che Gesù aveva questi fratelli. Per esempio, in Matteo 1:24,25, l'angelo stava spiegando a Giuseppe che Maria, che allora era la sua fidanzata, ancora vergine, era incinta per lo Spirito Santo. L'angelo avevo ordinato a Giuseppe di andare avanti nel prenderla come moglie. Però, Giuseppe non la conobbe fino a dopo la nascita di Gesù. Nella Bibbia, quando si parla di un uomo che conosce una donna, vuol dire avere rapporti sessuali. Perciò, Giuseppe non ha avuto rapporti matrimoniali con Maria fino a dopo la nascita di Gesù. Da allora, furono una coppia normale, ed ebbero dei figli. Notate le parole che riguardano Giuseppe , e la sua ubbidienza, in Matteo 1:24,25.

“24 E Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; 25 ma egli non la conobbe, finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito, al quale pose nome Gesù.” (Matteo 1:24-25 LND)

In Matteo 13, troviamo un elenco dei nomi dei fratelli di Gesù. Leggo quel brano, in cui le persone stavano parlando di Gesù.

“Non è costui il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Iose, Simone e Giuda?” (Matteo 13:55 LND)

In Marco 6:3, vengono anche menzionate le sue sorelle:

“Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Iose, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui fra noi?". Ed erano scandalizzati a causa di lui.” (Marco 6:3 LND)

Gesù è cresciuto come figlio maggiore in una famiglia di cinque figli maschi e alcuni sorelle. Quindi, anche per quanto riguarda la vita familiare, Gesù la conosceva bene. Conosceva i vari rapporti in una famiglia, sicuramente conosceva le varie tensioni che ci possono essere. In ogni cosa, Gesù può comprenderci. Quindi, quando consideriamo la vita di Gesù, ricordiamo che era cresciuto in una famiglia numerosa. Ma da questo punto in avanti, da quello che comprendiamo, non visse più con la famiglia. Ormai, si era manifestato come il Cristo, ed Egli viveva con i suoi discepoli.

Notate che questo versetto dichiara che egli rimase pochi giorni a Capernaum. Tutto quello che Gesù faceva, lo faceva in base al programma che il Padre aveva stabilito per lui. Egli non sprecava mai il tempo. Si metteva sempre da fare per compiere la volontà del Padre. E la volontà principale che Egli aveva da compiere in questo periodo era di manifestarsi al mondo come il Cristo. Perciò, essendo stato dichiarato Cristo da Giovanni battista, e dopo le nozze a Cana per rafforzare la fede dei discepoli, adesso Gesù era pronto per manifestarsi in modo molto grande a tutta la nazione d'Israele. Andiamo avanti nel nostro brano, leggendo il versetto 13.

Or la Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesù salì a Gerusalemme. (Giovanni 2:13)

Per capire gli avvenimenti di questo brano, è importante capire l'importanza di Gerusalemme, e l'importanza della festa della Pasqua dei Giudei.

Per quanto riguarda Gerusalemme, è fondamentale capire che Dio aveva comandato ai Giudei che tutta l'adorazione e i sacrifici, che erano il centro del loro rapporto con Dio, dovevano essere fatti solamente a Gerusalemme. Perciò, quel giudeo che voleva offrire un sacrificio a Dio, doveva andare a Gerusalemme. Gerusalemme era il cuore della loro fede. Quindi, il fatto che Gesù scelse a questo punto di andare a Gerusalemme vuol dire che stava andando proprio al centro della religione dei Giudei.

Inoltre, Gesù ci andò nel periodo della Pasqua. La Pasqua era stata stabilita da Dio al tempo di Mosè, quando Dio ha liberato i Giudei dalla schiavitù in Egitto, come festa obbligatoria e centrale per i Giudei. La Pasqua era la più grande festa religiosa per i Giudei. Era la più importante di tutte. E perciò, a Pasqua, Gerusalemme sarebbe stata piena di pellegrini Giudei, che venivano per offrire sacrifici a Dio, e per celebrare la Pasqua.

Se ricordate, la Pasqua è una traslitterazione da una parola ebraica che vuol dire “passare oltre”. Fa riferimento a quando l'angelo di Dio entrò in ogni casa in Egitto, uccidendone ogni primogenito. Però, quando trovava del sangue di agnello sugli stipite di una casa, passava oltre quella casa. Quindi, Dio aveva comandato a Mosè di ordinare a tutti i Giudei di spargere del sangue di agnello sullo stipite, e poi di mangiare quell'agnello. Perciò, la festa della Pasqua era un insegnamento rivolto ai Giudei che dichiarava che essi meritavano di morire a causa dei loro peccati, ma che Dio avrebbe provveduto l'agnello di Dio per togliere i loro peccati. Tenendo questo in mente, allora ha senso ricordare che Giovanni battista, indicando Gesù poco prima del brano di oggi, aveva gridato: “Ecco l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo.”.

Ricordiamo che Giovanni battista era molto conosciuto. Perciò, la sua dichiarazione che Gesù era l'agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo, era una dichiarazione per Israele che Gesù è l'agnello della Pasqua.

Perciò, durante tutto l'anno, ma in modo speciale proprio nella festa della Pasqua, i Giudei stavano pensando al loro bisogno del vero agnello che sarebbe venuto da Dio, il Cristo, che poteva togliere il loro peccato. Questo è il contesto del brano di oggi.

Perciò, riassumendo, pochi giorni dopo il miracolo a Cana, in cui Gesù aveva trasformato l'acqua in vino, manifestandosi così ai suoi discepoli, andò con loro a Gerusalemme, per la festa della Pasqua.

Gli eventi che stiamo per leggere succedono al tempio di Gerusalemme. Ricordate che il tempio era il centro del giudaismo. Dio aveva stabilito l’offerta di sacrifici, ma questi si potevano offrire solamente al tempio. Quindi, per i Giudei, andare a sacrificare a Dio voleva dire andare al tempio. Non esisteva altro posto. Quindi, il tempio era estremamente importante, era il luogo in cui i Giudei incontravano Dio. Il tempio era la casa di Dio. Il disegno del tempio era stato progettato da Dio, perché Dio aveva fatto vedere a Mosè un modello di come doveva costruire il tempio. Quindi, il tempio era estremamente importante.

È utile capire che c’era il tempio vero e proprio, l’edificio che conteneva il luogo santo e luogo santissimo. Ma poi, i Giudei chiamavano tempio anche tutto il resto del complesso grande, che comprendeva i vari cortili, e altri edifici. Solo i sacerdoti potevano entrare nel tempio stesso, ma tutti i Giudei potevano entrare negli altri edifici e nei cortili. C'era anche un cortile per i gentili che volevano adorare Dio. Gli avvenimenti di oggi si svolgono nei vari edifici e cortili che circondavano il tempio stesso.

Tenendo quello in mente, ricordando che abbiamo appena detto che Gesù salì a Gerusalemme vicino alla Pasqua, andiamo avanti leggendo i versetti 14-16.

14 E trovò nel tempio venditori di buoi, di pecore, di colombi, e i cambiamonete seduti; 15 fatta quindi una frusta di cordicelle, li scacciò tutti fuori del tempio insieme con le pecore e i buoi, e sparpagliò il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò le tavole, 16 e ai venditori di colombi disse: "Portate via da qui queste cose; non fate della casa del Padre mio una casa di mercato". (Giovanni 2:14-16)

Per capire questo brano, dobbiamo capire che a Pasqua, i Giudei dovevano andare al tempio a Gerusalemme, e dovevano offrire un sacrificio: se se lo potevano permettere, un bue o una pecora, in realtà un agnello, e se invece erano poveri, un colombo. Molto spesso, compravano questi animali direttamente al tempio, anziché cercare di portarne uno dai loro villaggi sparsi per la Giudea. Inoltre, ogni giudeo doveva pagare quella che veniva chiamata “la tassa del tempio”, che era una moneta ebraica. Ormai in quell'epoca, i Giudei non usavano più la loro moneta, ma essendo sotto il giogo di Roma, usavano i soldi romani. Perciò, nessuno aveva la moneta che serviva. E per questo, dovevano cambiare i soldi romani per quella moneta ebraica. E’ per questo che c'erano i cambiamonete.

Il problema era che ormai sia la vendita degli animali sia il cambio dei soldi, erano diventati un business. Vendevano gli animali a prezzi aumentati. Facevano un cambio alto, guadagnando più del giusto. Sappiamo che i sacerdoti erano tutti in collaborazione con questi uomini, prendendo una bella percentuale in cambio dell'autorizzazione di svolgere questa attività là nel tempio. Perciò, era un business effettivamente disonesto, frodando i tantissimi pellegrini che venivano per adorare Dio. In un certo senso, era un monopolio, ed era fatto per approfittare della necessità di queste persone. Quindi, effettivamente questi uomini erano dei ladri, e stavano contaminando il tempio di Dio, che doveva essere un luogo sacro.

Allora, cerchiamo di immaginare la scena. Gesù, che da un lato umano era un semplice uomo, entra in questo grande edificio, pienissimo di venditori di buoi e di pecore e di colombe e di cambiamonete seduti ai loro tavoli, dove c'erano anche le guardie del tempio, che dovevano proteggere contro qualsiasi agitazione che poteva innescarsi nel tempio. Quindi, c’erano tantissimi uomini, e Gesù, da solo, facendosi una frusta di cordicelle, scaccia tutti quanti fuori, insieme a tutti gli animali. Rovescia tutte i tavoli dei cambiamonete, e sparpaglia i loro soldi per terra.

È incredibile che nessun uomo abbia cercato di fermarlo. Erano in tanti. Gesù era solo. Che cosa vediamo qui?

Qua, vediamo la potenza di Dio e l'autorità di Dio che operava in Gesù come Cristo. Se Gesù fosse stato un semplice uomo, non avrebbe potuto fare questo scompiglio contro tutti questi uomini, comprese le guardie. Ma Gesù non era un semplice uomo. Gesù è il Cristo, Dio incarnato. E perciò, era venuto con la potenza di Dio e l'autorità di Dio, e non potevano resisterGli.

In Atti 6, troviamo Stefano che discuteva con certi Giudei. Notate che essendo Stefano riempito di Spirito Santo, non riuscivano a resistergli. Leggo quel brano.

“8 Or Stefano, ripieno di fede e di potenza, faceva grandi prodigi e segni fra il popolo. 9 E alcuni della sinagoga, detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli di Cilicia e d’Asia si alzarono per disputare con Stefano; 10 ma non potevano resistere alla sapienza e allo spirito col quale egli parlava.” (Atti 6:8-10 LND)

Gesù è il Cristo, Dio incarnato. Perciò, Egli aveva l'autorità e la potenza di schiacciare tutte queste persone. Nessuno osava fermarlo.

Notate anche che Gesù parlò loro con una grande autorità, ordinando ai venditori di colombi di uscire, e di non fare più queste cose. Anche qua, è incredibile vedere l'autorità che Gesù aveva su tutti questi uomini. Questa è la potenza di Dio.

Dio mio Padre

È molto importante notare che Egli dice nel versetto 16: “non fate della casa del Padre mio una casa di mercato.”

Gesù chiamava Dio suo Padre, in modo personale. Infatti, per ben 27 volte qui nell’Evangelo di Giovanni troviamo Gesù chiamare Dio suo Padre. Non dice mai Padre nostro, perché Gesù è il Figlio di Dio in modo che nessun altro è figlio di Dio.

Nessun profeta chiamava Dio suo Padre. I Giudei lo dicevano in senso generico, ma non in senso personale così. Infatti, più in avanti in Giovanni il fatto che Gesù chiama Dio “Padre mio” sarà motivo per i Giudei di accusarlo di bestemmia. Per esempio, vi leggo Giovanni 5:18.

“Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma addirittura chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.” (Giovanni 5:18 LND)

Quindi, è molto importante riconoscere che la dichiarazione che Gesù fa quando dice “la casa del Padre mio” è una dichiarazione molto forte per i Giudei. Dicendo così, Gesù giustamente si fa uguale a Dio.

Quindi, questo atto di scacciare tutti questi uomini dal tempio, e di rovesciare i tavoli, e di ordinare loro di non fare più compravendite, e poi, di dichiarare Dio suo Padre in senso personale, tutto questo mostrava l'autorità divina di Gesù.

Ricordate che ci troviamo proprio all'inizio del ministero di Gesù. Questo atto era estremamente pubblico. Visto che era vicino alla Pasqua, il tempio era pieno di persone. Quindi, tantissime persone videro questa scena, videro Gesù scacciare questi uomini, rovesciare i tavoli, e ordinare loro di non fare quelle compravendite. Sentirono Gesù chiamare Dio suo Padre, in senso personale. Quindi, questo atto sarebbe stato ben presto divulgato in tutta la Giudea. Non era mai successo nulla del genere. E quindi, facendo questo, Gesù si stava rivelando come Figlio di Dio. Inoltre, facendo questo Gesù stava mostrando la falsità della classe religiosa, che si presentava come uomini di Dio, ma in realtà non seguivano Dio.

Con questo atto, già all'inizio del suo ministero, Gesù diventò nemico degli uomini religiosi che avevano il potere in Israele, perché mise in evidenza che quelli non erano veri uomini di Dio. Già dall'inizio, Gesù si dimostrò come veramente da Dio, e questi uomini come falsi. Questa manifestazione fu una grande notizia, e sicuramente questa notizia si sparse in tutta la Giudea.

Quindi, con questo atto Dio stava rendendo chiaro ai Giudei che il Cristo era arrivato.

I discepoli capirono dopo la risurrezione

Ricordate che i suoi discepoli Lo avevano conosciuto solo da pochi giorni. Non capivano tante cose ancora. Non capivano il senso di quello che Gesù stava dicendo. Ma dopo, dopo la Sua risurrezione, ricordarono queste parole, e allora capirono che questo avvenimento era un adempimento della profezia nel Salmo 69:9, che dice proprio così. Leggo il versetto 17.

17 Così i suoi discepoli si ricordarono che stava scritto: "Lo zelo della tua casa mi ha divorato".

Ricordate che in quel tempo, le Scritture erano scritte a mano, e perciò erano molto costose. Perciò, una persona normale non poteva permettersi una copia delle Scritture. Eppure, i discepoli di Gesù conoscevano le Scritture, come tanti altri buoni Giudei. Quindi, possiamo capire che avevano un grande impegno di conoscere le Scritture. Noi, che abbiamo tutti quanti una copia personale della Bibbia, spesso non conosciamo le Scritture quanto loro. Quanto è importante che ci impegniamo a nascondere nei nostri cuori la parola di Dio!

Quando i discepoli hanno capito che quella profezia era stata adempiuta in Gesù Cristo, come tantissime altre profezie, questo riconoscimento ha fortificato la loro fede.

Interrogato dalle autorità

Questo grande atto da parte di Gesù metteva in chiara evidenza che i capi religiosi non stavano veramente seguendo Dio. E perciò, per cercare di mantenere il loro potere sul popolo, erano costretti a cercare in qualche modo di screditare Gesù. Seguite mentre leggo i versetti 18-21. Questa è la prima volta che i Giudei, ovvero i capi religiosi, si confrontano con Gesù. Succederà tante altre volte. Notate che Gesù ha sempre la risposta giusta. Leggo questi versetti.

18 Allora i Giudei risposero e gli dissero: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?". 19 Gesù rispose e disse loro: "Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo ricostruirò". 20 Allora i Giudei dissero: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni, e tu lo ricostruiresti in tre giorni?". 21 Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

I Giudei, ovvero le autorità religiose, avevano avuto timore di fermare Gesù mentre stava scacciando tutti gli uomini. Ma ora che era tutto finito, e che Gesù aveva ordinato loro di non fare queste cose nella casa di suo Padre, i Giudei, cercando di mostrare la loro autorità, chiesero a Gesù con quale autorità aveva fatto questo. Lo chiedono domandandoGli quale segno poteva mostrare loro. La risposta di Gesù fu una forma di profezia, che loro non capirono. Tenete in mente che la parola “segno” in questo contesto vuol dire “miracolo”.

Chiedendo a Gesù quale segno avrebbe mostrato loro, stavano riconoscendo che l'azione di Gesù era un'azione che implicava l'autorità di Dio. E perciò, volevano sapere quale miracolo avrebbe fatto per mostrare che aveva realmente quell'autorità. Ricordatevi che l'unico miracolo che Gesù aveva fatto fino a quel punto era quello che aveva compiuto a Cana, che non era pubblico. Perciò, tranne i discepoli tra quei pochi servi alle nozze, nessuno sapeva che Gesù poteva fare miracoli. Infatti, questi uomini religiosi credevano di aver messo Gesù in una trappola, dicendo che doveva mostrare un segno per mostrare che aveva l'autorità da Dio per fare quello che aveva fatto.

Ma non avevano ragione. Certamente Mosè e poi Elia avevano compiuto miracoli. Ma tanti altri profeti avevano operato con la potenza di Dio senza compiere miracoli. Quindi, la scusa di pretendere dei miracoli come base per poter credere non era valida. Inoltre, come scusa per non credere, i Giudei volevano sempre i segni, e questi era effettivamente solo pretesti per rifiutare Gesù Cristo. Notate la dichiarazione dell'apostolo Paolo in 1Corinzi 1:22.

“poiché i Giudei chiedono un segno e i Greci cercano sapienza,” (1Corinzi 1:22 LND)

Il Giudei non accettavano il fatto che Gesù è veramente da Dio, e poi dopo la risurrezione, non accettavano nemmeno la predicazione dell'evangelo, anche se era chiaramente da Dio. E per questo motivo chiedevano un segno, chiedevano un miracolo, presumendo che così avrebbero potuto screditare la predicazione. Nel caso di oggi, volevano screditare Gesù.

Solo un parentesi qua. Anche oggi, tante persone rifiutano di credere alla Parola di Dio, dicendo che hanno bisogno di un segno, di un qualcosa che provi che la Parola di Dio è veramente da Dio. Ma, ci sono già le prove, la risurrezione è la prova più grande. Non manca l’evidenza, manca un cuore aperto.

Tornando al nostro brano, i Giudei chiedono un segno da parte di Gesù, come prova che Egli aveva l’autorità di fare quello che aveva fatto.

Gesù ha risposto parlando loro di un segno, un grandissimo potentissimo segno, che avrebbe fatto. Gesù dichiara:

distruggete questo tempio e in tre giorni io lo ricostruirò

In quel tempo, il Tempio, tutto quel grande complesso di edifici, era immenso e grandioso. Erano stati impiegati 46 anni per costruirlo. E perciò, i Giudei, pensando al tempio fatto di pietre, consideravano la dichiarazione di Gesù assurda. Ma Gesù non parlava del tempio fatto di pietre.

Quel tempio era solo un simbolo, che rappresentava il luogo dove dimorava Dio. Invece, Gesù, essendo il Cristo, il Figlio di Dio, era pienamente divino. La piena divinità dimorava in Gesù Cristo. Perciò, Gesù parlava del suo corpo.

Era impossibile che questi Giudei potessero capire questa dichiarazione in questo momento. Però, dopo la risurrezione, avrebbero potuto ricordare queste cose, e riconoscere che era una profezia della divinità di Gesù Cristo. Infatti, la risurrezione dimostra chiaramente la divinità di Gesù Cristo. Quindi Gesù risponde alla loro richiesta di un segno, parlando del segno più grande.

E anche oggi, la risurrezione è una chiara prova della divinità di Gesù, e che il suo sacrificio ha pagato, veramente, per il peccato di tutti coloro che vengono salvati.

Quando Gesù rispose così ai Giudei, i suoi discepoli erano là, e sentirono Gesù dichiarare quelle cose. In quel momento, non capirono di che cosa Gesù stesse parlando. Però dopo la risurrezione di Gesù nel terzo giorno, i discepoli ricordarono quello che Gesù aveva detto, e così credettero in senso ancora più profondo alle Scritture e alle parole di Gesù Cristo.

Leggiamo di questo nel versetto 22.

22 Quando poi egli fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva loro detto questo, e credettero alla Scrittura e alle parole che Gesù aveva detto. (Giovanni 2:22)

Ricordate che i discepoli avevano già creduto in Gesù con la testimonianza di Giovanni battista. Poi, dopo il miracolo di Cana, la Bibbia dice che credettero in lui. In realtà, vuol dire che avevano una fede ancora più profonda. In questo versetto, si parla di dopo la risurrezione, e parla di una fede ancora più grande. La vera fede non è qualcosa di statico. È qualcosa che cresce. È vivente.

La fede che non salva

Esiste anche una fede solo intellettuale, che non salva. I discepoli credevano veramente in Gesù come il Cristo, anche se ancora non capivano molto di cosa volesse dire. Altri potevano credere che Gesù era da Dio, senza vedere il loro peccato e il loro bisogno della salvezza. Quel tipo di fede non salva, è solo una fede solo intellettuale. Leggiamo di persone che avevano una fede solo intellettuale nei versetti 23-25. Li leggo.

23 Ora, mentre egli si trovava in Gerusalemme alla festa della Pasqua, molti credettero nel suo nome vedendo i segni che faceva, 24 ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva tutti, 25 e perché non aveva bisogno che alcuno gli testimoniasse dell’uomo, perché egli conosceva ciò che vi era nell’uomo. (Giovanni 2:23-25)

Evidentemente, anche se Giovanni non lo racconta in questo evangelo, Gesù aveva iniziato a fare i suoi segni, i suoi miracoli, pubblicamente durante questa festa a Gerusalemme. I miracoli di Gesù mostravano chiaramente che Gesù era da Dio. E perciò, questo brano dichiara che molti credettero nel suo nome, vedendo i segni che faceva.

Però, e questo è importante capire, il brano dichiara che Gesù non si fidava di loro, e che conosceva tutti. In altre parole, Gesù conosceva il cuore di queste persone, e capiva che la fede che avevano non era una fede in Lui come il Cristo che salva dal peccato. E per questo, non si fidava di loro.

Gesù non cercava la fama, Gesù cercava peccatori che volevano la salvezza. Tante persone credevano in Gesù come uomo di Dio, ma non credevano in Lui come Colui che poteva salvarli dalla condanna, perché non riconoscevano la gravità dei loro peccati.

Gesù non aveva bisogno che qualcuno gli testimoniasse dell'uomo, perché Gesù già sapeva quello che era nel cuore di ogni uomo.

Gesù Cristo sa quello che è nel mio cuore, e quello che è nel tuo cuore. Nulla è nascosto a Dio.

Nulla è cambiato oggi. Anche oggi, tante persone credono in Gesù in senso intellettuale, ma non vedendo in Lui il Salvatore di cui hanno bisogno. Cioè, tante persone credono intellettualmente in Cristo, credono che è da Dio, ma non riconoscono il loro bisogno di un Salvatore.

Conclusione

Allora, ad ognuno chiedo: come vedi Gesù? Lo riconosci come l'unico modo che può darti accesso a Dio? Riconosci che solo il Cristo può salvarti dai tuoi peccati? Riconosci il tuo bisogno costante della giustizia di Cristo, perché non hai alcuna giustizia tua?

Ricordiamo anche che avere vera fede in Gesù Cristo vuol dire fra l'altro avere Gesù nella tua vita come il tuo Signore. Nel brano di oggi, abbiamo visto qualcosa dell'autorità di Gesù Cristo. E chiunque ha vera fede in Gesù accetta la Sua autorità nella propria vita. Chi non accetta l'autorità di Cristo, non accetta Cristo. Non si può avere Gesù come Salvatore, senza anche sottometterti a Lui come il proprio Signore.

Ricordiamo che Gesù adempie a tutte le profezie che parlano del Cristo. La fede di chi crede in Gesù è una fede ben fondata. Quanto è utile ed importante conoscere sempre più quello che la Bibbia dice di Gesù, per poter avere una fede sempre più profonda! La fede è quella che ci sostiene in mezzo alle tempeste della vita. Grazie a Dio che Egli ci rivela tutto ciò che serve sapere di Gesù Cristo nella Bibbia, per poter avere una fede ben fondata.

Non servono più segni per credere a quello che Dio ci dichiara di Cristo. Abbiamo già la chiara evidenza nella Bibbia. Crediamo, con tutto il nostro cuore, nel Signore Gesù Cristo! Confidiamo in Lui! Seguiamo Cristo, in tutto! Egli è la nostra giustizia, Egli è la nostra viva speranza. Grazie a Dio per il nostro grande Signore e Salvatore, Gesù Cristo.