Aiuto Biblico

Gesù ci insegna come evangelizzare

Giovanni 4:1-26

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 24 luglio 2022, – cmd dp –

parole chiavi: acqua viva, donna samaritana, Samaria, samaritani, acqua vivente, vera adorazione, salvezza

Audio:

Nel mondo, c’è una frenetica ricerca di qualcosa che possa riempire il cuore. Si cerca negli acquisti, nel vedersi bene, nell’approvazione degli uomini, nei piaceri, e in tanti altri campi. In realtà, ogni essere umano ha sete, grande sete, nell’anima sua. Dio ci ha creato con un’anima che desidera essere riempita. È per questo che tutte le persone intorno a noi cercano, cercano, cercano sempre qualcosa che possa riempire l’anima.

Ma, visto che siamo stati creati nell’immagine di Dio, nulla delle cose sulla terra può mai riempirci. Ma c’è qualcosa, non di questa terra, che può riempirci e soddisfarci per sempre.

Oggi, vogliamo andare avanti nello studio dell'Evangelo di Giovanni, con il capitolo 4. In questo brano, vediamo come Gesù offre l’acqua viva, l’unica cosa che può veramente soddisfare le nostre anime. Però, vedremo anche che Gesù ci mostrerà che, mentre Egli offre quest’acqua a tutti, c’è però un ostacolo che dobbiamo affrontare prima di avere quest’acqua. Questo ostacolo è il nostro peccato.

Quindi, trovate Giovanni 4, e consideriamo insieme questo brano.

I discepoli di Gesù battezzano (da Giudea a Galilea)

Se ricordate, nell’ultimo brano, abbiamo letto di Giovanni Battista e i suoi discepoli, che battezzavano al fiume Giordano, e, anche Gesù ed i suoi discepoli. Il nostro brano continua da quel punto. La notizia che Gesù e i suoi discepoli stavano battezzando tante persone arrivò ai farisei, e cioè ai capi religiosi. Leggiamo Giovanni 4:1-3.

1 Quando dunque il Signore seppe che i farisei avevano udito che Gesù stava facendo più discepoli e battezzando più di Giovanni 2 (sebbene non fosse Gesù stesso che battezzava ma i suoi discepoli), 3 lasciò la Giudea e se ne andò di nuovo in Galilea.

Ges ù Cristo è venuto in terra per morire sulla croce. Però, il Padre aveva stabilito un giorno preciso in cui Gesù doveva morire. Non doveva assolutamente morire prima di quel giorno. Perciò, quando Gesù ha saputo che le autorità religiose, i farisei, avevano sentito del suo ministero, che non era tanto lontano da Gerusalemme, per evitare un arresto prematuro, Gesù lasciò la Giudea e se ne andò di nuovo in Galilea, dove era più sicuro. Gesù era pronto a soffrire e a morire, ma al momento giusto.

Gesù va in Samaria

La via diretta per andare dalla Giudea alla Galilea era attraverso la Samaria. Se immaginate una cartina: a Nord c'era la Galilea, andando verso sud si trovava la Samaria, e poi la Giudea. Quindi, per viaggiare dalla Giudea alla Galilea, Gesù doveva passare la Samaria. Seguite mentre leggo i versetti 4-6.

4 Or egli doveva passare per la Samaria. 5 Arrivò dunque in una città della Samaria, detta Sichar, vicino al podere che Giacobbe aveva dato a Giuseppe, suo figlio. 6 Or qui c’era il pozzo di Giacobbe. E Gesù, affaticato dal cammino, sedeva così presso il pozzo; era circa l’ora sesta. (Giovanni 4:4-6)

Il brano dice che Gesù doveva passare per la Samaria. In realtà, non era necessario geograficamente. Tanti Giudei, per evitare la Samaria, attraversavano il giordano e andavano a nord dall’altro lato, perché i Giudei odiavano i samaritani. Quindi, geograficamente non era necessario passare la Samaria. Però, Gesù doveva passare per la Samaria, perché Gesù aveva un appuntamento, un appuntamento che avrebbe portato alla salvezza parecchie persone. E infatti, anche nella nostra vita Dio stabilisce appuntamenti per noi. Il problema è che spesso, non riconosciamo che gli avvenimenti della vita e spesso le interruzioni sono guidati da Dio per farci trovare al punto giusto e al momento giusto. Ma Gesù era sempre focalizzato sul Padre, e quindi, aveva il cuore sempre giusto.

Comunque, Gesù, con i suoi discepoli, arrivò a questo pozzo che era molto famoso, perché era stato scavato da Giacobbe tanti secoli prima. Notate che Gesù era affaticato. Pur essendo Dio, Gesù era pienamente uomo. Conosceva la fatica, conosceva la stanchezza, conosceva la fame, conosceva tutto quello che noi dobbiamo subire in questo cammino sulla terra. E perciò, adesso Gesù è veramente il nostro sommo sacerdote che può comprenderci in ogni prova e tentazioni.

Un piccolo commento: l'ora sesta era il nostro mezzogiorno, sei ore dall'alba. Quindi, era la parte più calda della giornata. I discepoli lasciano Gesù al pozzo. Gesù è solo al pozzo, come vedremo nei versetti che seguono. Leggiamo i versetti 7-9.

La donna samaritana e Gesù

7 Una donna di Samaria venne per attingere l’acqua. E Gesù le disse: "Dammi da bere", 8 perché i suoi discepoli erano andati in città a comperare del cibo. 9 Ma la donna samaritana gli disse: "Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". (Infatti i Giudei non hanno rapporti con i Samaritani). (Giovanni 4:7-9)

Iniziamo con l'ultima frase di queste versetti: infatti i Giudei non hanno rapporti con i Samaritani.

Per capire questo, vi do un breve resoconto storico di chi erano i samaritani. A causa dei peccati di Salomone, dopo la sua morte, la nazione di Israele, composta dalle 12 tribù, fu divisa. Israele, al nord, comprendeva 10 tribù. Giuda, al sud, comprendeva due tribù.

Circa l'anno 721 a.C., Dio mandò l'Assiria per portare via molti degli Israeliti al nord. Altri popoli furono portati là per ripopolare la terra. Questi popoli si mischiarono con il residuo dei Giudei che erano là. Crearono una religione che era una parte di quello che Dio aveva insegnato tramite Mosè, e una parte presa da queste altre nazioni. Perciò, non era la vera e pura religione che Dio aveva stabilito.

Per questo, i Giudei, che mantenevano la religione come insegnata da Dio, disprezzavano, e perfino odiavano, i samaritani. Li consideravano impuri, i Giudei si consideravano superiori ai samaritani. Perciò, i Giudei evitavano ogni contatto possibile con i samaritani.

Perciò, Gesù si trovava da solo accanto a questo pozzo, affaticato ed assetato. Arriva questa donna samaritana, che aveva un secchio, e Gesù le chiede dell'acqua. La donna fu molto sorpresa che Gesù, chiaramente un giudeo, le chiede da bere. Normalmente, un uomo giudeo non si sarebbe abbassato, secondo il suo metro, ad accettare acqua da una donna samaritana. E perciò questa donna non capisce come mai questo uomo giudeo le chiede dell'acqua.

Gesù inizia a rivelarsi a lei

Gesù usa questa situazione per parlare al cuore di questa donna, mostrando a lei il dono di Dio, e chi è Gesù. Seguiamo attentamente quello che Egli le disse nel versetto 10.

10 Gesù rispose e le disse: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva". (Giovanni 4:10)

Questa dichiarazione è estremamente importante. Gesù parla con questa donna di due cose. Prima di tutto, menziona il dono di Dio, che è qualcosa di estremamente grande, poi Gesù parla di se stesso. Si presenta come colui che può dare questo grande dono di Dio.

Dicendo: se tu conoscessi il dono di Dio, sta dichiarando che lei non conosceva finora il dono di Dio. Poi, dicendo: “se tu conoscessi chi è colui che ti dice dammi da bere”, mette in evidenza che Gesù non era un semplice uomo. Era molto, molto di più. Gesù sta aiutando questa donna a capire chi Egli è.

Poi Gesù rende chiaro che se lei chiedesse, Egli potrebbe darle il dono di Dio, che è l'acqua viva. A questo punto, non è chiaro alla donna quello che Gesù sta dicendo. Ma lei capisce che è qualcosa di straordinario.

Prima di andare avanti, fermiamoci a riconoscere che noi stiamo vedendo Gesù evangelizzare questa donna. Quindi, è importante notare quali sono le verità che Gesù le presenta.

Notate che Gesù le dichiara due cose. Le spiegherà più in avanti. Ma per ora, menziona il dono di Dio, che è acqua viva, e parla di se stesso, come Colui che è capace di dare questa acqua viva.

Quando evangelizziamo, è importante presentare il dono di Dio, che non è sempre quello che la persona sta pensando, e poi, è fondamentale che presentiamo e mettiamo proprio al centro Gesù Cristo. Gesù Cristo è l'evangelo. Gesù Cristo non è solo una parte dell'evangelo, Gesù Cristo è il centro dell'evangelo.

Questa donna non capisce il senso di quello che Gesù dichiara. E perciò, gli domanda dell'acqua di cui parla, e gli chiede se Egli è davvero così grande da poter dare quell'acqua viva. Seguite mentre leggo i versetti 11-12.

11 La donna gli disse: "Signore, tu non hai neppure un secchio per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? 12 Sei tu forse più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso, i suoi figli e il suo bestiame?". (Giovanni 4:11,12)

Come facciamo noi, la donna pensa in termini terreni. Gesù ha parlato di acqua. Certamente, ha detto acqua viva. E non è facile capire cosa si intende. Comunque, la donna sa che l'unica acqua intorno a loro era nel pozzo, e che il pozzo era profondo, e Gesù non aveva un secchio. Perciò, voleva sapere da dove poteva prendere quest'acqua. Logicamente non riusciva a capire. Quando cerchiamo di far entrare Dio e la salvezza nella nostra logica umana, non ha senso.

Poi, la donna vuole capire chi è Gesù. Aveva capito correttamente che Gesù si presentava come colui che poteva dare questo grande dono di Dio. Quindi, Gesù si è presentato a lei come uno capace a dare un immenso dono che veniva da Dio. E per questo, la donna chiede a Gesù:

sei tu forse più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso, i suoi figli e il suo bestiame?

Per i Giudei, ed in modo particolare per i samaritani, Giacobbe era estremamente importante. Se ricordate, Dio aveva dato a Giacobbe un nuovo nome, Israele. I 12 figli di Israele erano i capi delle 12 tribù. Insieme ad Abrahamo ed Isacco, Giacobbe era uno dei tre padri di Israele. Quindi, Giacobbe era estremamente importante. Perciò, quando lei chiede a Gesù se era più grande di Giacobbe, stava cercando di capire chi è questo uomo che offriva questo dono di Dio, quest'acqua viva.

Per poter essere salvata, una persona deve capire chi è Gesù Cristo. Andiamo avanti, per capire la risposta di Gesù alle domande della donna. Gesù sta aiutandola a capire chi è. Leggo i versetti 13,14.

13 Gesù rispose e le disse: "Chiunque beve di quest’acqua, avrà ancora sete, 14 ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che zampilla in vita eterna". (Giovanni 4:13,14)

In questa risposta che Gesù le dà, Gesù mostra alla donna qualcosa della sua grandezza. La salvezza arriva quando riconosciamo chi è Gesù, riconosciamo il nostro bisogno di Lui, e crediamo in Lui. Perciò, in questa risposta, Gesù aiuta la donna a capire qualcosa della sua gloria, affinché lei possa capire di più chi è. Gesù si mostra glorioso, descrivendo la differenza tra l'acqua del mondo e l'acqua che egli dà.

Notiamo questa grande differenza.

L'acqua del mondo non soddisfa la sete. Cioè, potrebbe sembrare sul momento che soddisfi la sete, ma poi, la persona avrà ancora sete. Quindi, uno deve bere continuamente, per tutta la vita, e continua ad avere sete di nuovo. Questa è l'acqua che il mondo offre.

Al contrario, l'acqua che Gesù dà è tale che chi la beve non avrà mai più sete, né in questa vita né in eterno. L'acqua che Gesù dà è così grande e così meravigliosa che soddisfa per tutta la vita, e anche per tutta l'eternità. Fermiamoci a considerare questo. L'acqua del mondo rappresenta tutto quello con cui l'uomo cerca di soddisfare la sua anima. Possono essere gli hobby, le cose materiali, il piacere, il potere, l'approvazione degli altri, e tante altre cose. Tutto quello che il mondo offre è insufficiente per soddisfare a fondo le nostre anime, il nostro cuore. Per quanto possiamo ottenere, avremo sempre sete di nuovo.

Invece, l'acqua che Gesù ci offre, che altrove comprendiamo essere lo Spirito Santo che uno riceve quando viene salvato, soddisfa profondamente in un modo che dura per tutta la vita e anche per tutta l'eternità.

E non solo questo, ma l'acqua che Gesù dà è data senza limiti. Gesù la descrive come acqua che zampilla in vita eterna. Usando sempre il simbolo dell'acqua, vuol dire che è un flusso che esce del continuo, e produce la vita eterna. Non c'è nulla nella vita e in tutto il mondo che è minimamente paragonabile a questa acqua.

Quindi, con questa risposta, Gesù si sta mostrando divino, perché nessun uomo potrebbe dare l'acqua viva che dona la vita eterna. Gesù si presenta a lei come infinitamente più grande di Giacobbe, o di qualunque altro uomo mai vissuto. Gesù vuol dare quello che nessun uomo può dare.

E il dono che Gesù offre è la vita eterna. Vale più di qualunque cosa nel mondo. Soddisfa il cuore fino in fondo.

La donna vuole quest’acqua

La donna comincia a capire che questo è qualcosa di straordinario. Riconosce che è un grande dono. Ma ancora non capisce tutto. Pensa ancora in termini umani. Seguite mentre leggo il versetto 15.

La donna gli disse: "Signore, dammi quest’acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più qui ad attingere". (Giovanni 4:15)

Questa donna non capisce veramente che cos'è questo dono, ma capisci che è qualcosa di grande e meraviglioso. E perciò, vuole quello che Gesù le sta offrendo. Lei immagina che sia un tipo di acqua speciale, che le eviterebbe di continuare ad andare sempre al pozzo per prendere acqua. Quindi, lei non capisce a fondo quello che Gesù sta dicendo. Ma capisce che è qualcosa che vale molto più di quello che ha mai avuto. E vuole questo dono.

Quando parliamo con le persone della salvezza, possono capire che è qualcosa di grande e meraviglioso, anche se all'inizio non capiscono a fondo che cos'è. E possono volere quello che Dio offre.

Fermiamoci un attimo a pensare prima di andare avanti. Cos'è che questa donna non capiva?

Quando Gesù predicava l'evangelo ai Giudei, ricordate i due imperativi che Egli usava?--- Egli diceva: “ravvedetevi e credete”. I Giudei conoscevano bene la legge di Dio. Un giudeo con cuore aperto capiva il suo peccato. Infatti, lo scopo dei sacrifici era per ottenere il perdono per i peccati. Invece questa donna non capiva il suo peccato, e perciò non capiva che il dono di Dio consisteva soprattutto nel perdono dei peccati. Lei pensava ad altri benefici, senza capire l'importanza del perdono.

Gesù la aiuta a vedere il suo peccato

Quante persone oggi vogliono aiuto da Dio. Vogliono guarigione, vogliono aiuto per problemi economici, vogliono aiuto in altre situazioni. Ma non capiscano il loro bisogno del perdono. Allora, andiamo avanti nei versetti 16-18, per capire come Gesù aiuta questa donna a capire che ha bisogno del perdono. La donna ha appena chiesto di darle quest'acqua. Che cosa le risponde Gesù? Leggo.

16 Gesù le disse: "Va’ a chiamare tuo marito e torna qui". 17 La donna rispose e gli disse: "Io non ho marito". Gesù le disse: "Hai detto bene: "Non ho marito", 18 perché tu hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto la verità". (Giovanni 4:16-18)

Gesù, nella sua onniscienza, conosceva i peccati di questa donna. Sapeva che era una donna molto immorale, che viveva il matrimonio con grande superficialità. Evidentemente, correva dietro agli uomini, dopo averne avuto uno, lo mollava per un altro. Aveva già avuto cinque mariti, e ora conviveva con uno che non era nemmeno suo marito.

Perciò, per mettere in evidenza il suo peccato, quando lei chiede a Gesù di darle quell'acqua, Gesù le dice di andare e chiamare suo marito e di portarlo là. Gesù sapeva del suo peccato.

Come risponde lei? Come facciamo noi troppo spesso, anche lei non voleva ammettere il suo peccato. Perciò, risponde semplicemente che non ha marito, cercando di nascondere il suo peccato.

Gesù, pur non avendo mai visto quella donna, le parla del suo peccato, e cioè che aveva avuto cinque mariti e adesso conviveva.

Chiaramente, era molto evidente a questa donna che Gesù aveva un potere divino perché sapeva di lei senza averla mai conosciuta. Un uomo normale non poteva sapere quelle cose. Quindi lei capisce che Gesù era da Dio in modo speciale.

È importante anche per noi capire che quando evangelizziamo, è fondamentale aiutare le persone a vedere i propri peccati. Gesù è il Salvatore di peccatori. È solo se una persona vede il suo peccato che può essere perdonata.

Quindi, un aspetto fondamentale dell'evangelizzazione è quello di parlare in modo chiaro e diretto del peccato. Gesù fa così con questa donna. Mette in evidenza il suo peccato.

La vera adorazione

Il fatto che Gesù sapeva del suo peccato rendeva chiaro a lei che Gesù era diverso dagli altri uomini. Se ricordate, non c'erano stati profeti in Israele da 400 anni. I profeti avevano parlato direttamente da parte di Dio. Questa donna capiva che Gesù parlava proprio da parte di Dio. Non capiva che Egli è Dio, ma capiva che quello che diceva non veniva da un uomo, ma da Dio.

Perciò, nonostante fosse una donna molto carnale, dentro di sé aveva il desiderio di capire le cose spirituali. Perciò, pone a Gesù una domanda profonda che aveva nel cuore. Lei era samaritana, e i samaritani adoravano su quel Monte. Invece i Giudei adoravano Dio a Gerusalemme. Lei voleva capire qual era il posto giusto agli occhi di Dio. La risposta di Gesù alla sua domanda ci rivela che cos'è la vera adorazione. Seguite mentre leggo dal 19 a 24.

19 La donna gli disse: "Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, e voi dite che è a Gerusalemme il luogo dove si deve adorare". 21 Gesù le disse: "Donna, credimi: l’ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. 24 Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità". (Giovanni 4:19-24)

Mi colpisce che questa donna così carnale aveva nel suo cuore una domanda spirituale profonda. Quanto è importante non avere pregiudizi su chi ascolterà e chi no. Non sappiamo mai quando Dio è all'opera nel cuore di una persona. Vediamo che Dio era all'opera in questa donna.

In base a quello che lei aveva sentito, presumeva che l'adorazione per Dio era legata ad un posto. Questo era il pensiero di quasi tutti. Gesù risponde chiarendo che non era il luogo ad essere importante.

Poi, dichiara un’altra verità con la frase:

Voi adorate quel che non conoscete., Noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. (Giovanni 4:22).

Gesù sta dichiarando che i samaritani avevano una dottrina sbagliata. Perciò loro adoravano in modo sbagliato, non conoscendo la verità. I Giudei sinceri e fedeli adoravano giustamente, perché Dio aveva rivelato la verità tramite le scritture che avevano i Giudei. E poi, Gesù dichiara una verità molto importante: la salvezza viene dai Giudei.

In che senso la salvezza viene dai Giudei? Viene dai Giudei perché il Cristo viene dai Giudei. Tutta la storia d'Israele e tutta la legge che Dio ha dato tramite Mosé e poi tramite le varie profezie nei secoli, indicavano che la salvezza sarebbe arrivata tramite il Messia, il Cristo che doveva arrivare. E perciò, la salvezza veniva dai Giudei, in quanto il Cristo sarebbe nato come un giudeo.

Poi, in uno degli insegnamenti più importanti della Bibbia, nei versetti 23 e 24, Gesù spiega quello che è la vera adorazione che Dio accetta. La vera adorazione, quella che Dio richiede e accetta, è in spirito e verità. Dio accetta solo questi adoratori.

Prima di spiegare questo, notate che Gesù dichiara: l'ora viene, anzi è già venuta. La vera adorazione è tramite Gesù Cristo. E a quel punto, Gesù era già venuto. Era già sulla terra, manifestandosi come il Cristo. E perciò, chi credeva in lui come Cristo, poteva già adorare in modo accettevole a Dio.

Poi, l’adorazione deve essere in spirito e verità. Adorare in spirito vuol dire adorare dal cuore, non con riti esterni o sacramenti. Piuttosto, la vera adorazione viene dal cuore, viene fatta con fede. Non è solo un'azione esterna. Deve assolutamente venire dal cuore.

Inoltre, la vera adorazione che Dio accetta deve essere in verità, deve essere fondata nella verità che Dio rivela. Dio non accetta un'adorazione secondo il pensiero di chi adora. Chi adora in base a quello che pensa, anziché informarsi su quello che Dio dichiara, inganna se stesso. Dio non accetta una adorazione "secondo me". La vera adorazione è sempre secondo Dio.

Dio non è una statua. Dio è Dio, il Creatore di tutto. Dio è Spirito, e accetta solo coloro che lo adorano in spirito e verità. Non sono le azioni esterne che portano a Dio, è un cuore puro e sincero e umile in modo da fare tutto in base a quello che Dio dichiara, e perciò in base alla verità.

E NOI? A questo punto, sarebbe importante per ognuno di noi fermarsi e valutare com’è la nostra adorazione a Dio. È una formalità? Oppure, viene veramente dal nostro cuore. È secondo quello che pensiamo noi, secondo le nostre tradizioni religiose, oppure, è veramente secondo quello che Dio dichiara nella Parola di Dio?

Gesù è il Cristo

A questo punto, vediamo che Dio apre gli occhi di questa donna. Adesso, questa donna, che facilmente noi vedremmo come una grande peccatrice, e perciò non interessata alle cose di Dio, rivela che nel suo cuore, voleva Dio. Lei capisce che Gesù è da Dio. Perciò, Gli fa una domanda che aveva nel cuore. Lei sapeva che Dio aveva promesso il Messia, il Cristo. Ora, ascoltando Gesù, capisce che Dio stava portando grandi cambiamenti. Perciò, il suo cuore arde, e vuole capire se finalmente era arrivato il tempo del Cristo. Seguite mentre leggo i versetti 25 e 26.

25 La donna gli disse: "Io so che il Messia, che è chiamato Cristo, deve venire; quando sarà venuto lui, ci annunzierà ogni cosa". 26 Gesù le disse: "Io sono, colui che ti parla". (Giovanni 4:25,26)

Alla domanda della donna su Cristo, Gesù risponde in modo molto diretto. Egli dichiara,

26 Gesù le disse: "Io sono, colui che ti parla". (Giovanni 4:25,26)

Prima di tutto è incredibile! Gesù non si rivelava così palesemente ai Giudei, tranne all'uomo nato cieco in Giovanni 9. Ma a questa donna samaritana, vedendo la sua fede, Gesù si rivela come il Cristo. Quando noi ci umiliamo davanti a Dio, Egli si rivelerà anche a noi.

Ben sette volte nell'Evangelo di Giovanni troviamo Gesù che dichiara di sé: “Io sono”. In Esodo, questa è la risposta che l’Eterno diede a Mosè quando gli chiese il suo nome. “Io sono”. Io esisto, da sempre, per sempre, in me stesso.

Gesù così dichiara la sua divinità, e in modo diretto e chiaro dichiara di essere il Cristo.

Così, a questa donna samaritana, grande peccatrice, Gesù si rivela chiaramente, cosa che non faceva con i Giudei.

Quanto le vie di Dio non sono le nostre vie. Quanto Dio è pronto a rivelarsi a chi è umile di cuore e Lo cerca. Quanto è Dio che va in cerca delle pecore perdute.

Applichiamo questo

Allora, dobbiamo fermarci per valutare quello che qua abbiamo visto.

Prima di tutto: è importante che Dio ha il controllo sugli avvenimenti della nostra vita. Spesso, Dio ci dà degli appuntamenti, che possono apparire come delle interruzioni. O che possiamo avere l’opera di Dio come priorità nella nostra vita.

Gesù affaticato: uomo come noi, ci comprende.

Come Gesù evangelizzava: parla del dono di Dio, porta la persona a vedere Lui, Gesù, come Colui che dà la vita, Colui in cui c’è il dono di Dio. Poi, mette enfasi sul peccato. Non c’è vera salvezza finché una persona non vede la gravità del proprio peccato.

Infine: l’acqua del mondo in confronto all’acqua che Gesù dà.

Quale acqua stai cercando tu, veramente?