Aiuto Biblico

Gesù guarisce un uomo infermo

Giovanni 5:1-18

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 21 agosto 2022, – cmd dp –
Descrizione: Gesù guarisce un infermo, mostrandosi Dio. Guarisce anche oggi spiritualmente.
parole chiavi: fede, miracoli, Gesù Cristo, risposte alla preghiera

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Come sappiamo la salvezza, e avere la salvezza è il bisogno più grande di ogni persona, si ottiene solo ed esclusivamente per la fede in Gesù Cristo. Però, per poter credere in Gesù Cristo, bisogna conoscerlo. Chi è questo Gesù Cristo in cui bisogna credere? Gesù non è solamente chi immaginiamo che sia. Se 10 persone hanno 10 idee su com’è Gesù, non vuol dire che Gesù rispecchia le loro idee. Gesù è chi è! E per conoscere il vero Gesù, il Figlio di Dio, dobbiamo ascoltare quello che Dio ci dichiara nella parola di Dio. Solo così possiamo conoscere il vero Gesù, per poter avere fede in lui.

E perciò, oggi voglio andare avanti nel nostro studio dell'Evangelo di Giovanni. Questo Evangelo è stato scritto specificamente per farci conoscere Gesù Cristo. Ormai, siamo arrivati al capitolo 5, in cui Gesù stesso ci dichiara chi è. Questo capitolo è molto importante per capire correttamente chi e Gesù Cristo, per poter avere vera fede in lui.

In Giovanni 4, Gesù era in Galilea. Gesù tendeva a rimanere in Galilea, andando a Gerusalemme per brevi periodi, in quanto era il centro dei capi dei Giudei. Qua, nel capitolo 5, troviamo una di quelle occasioni. Racconta di Gesù che va a Gerusalemme durante la festa dei Giudei, un periodo in cui tante persone da tutto Israele si recano a Gerusalemme. Gesù voleva manifestarsi a più persone possibili, in modo che potessero credere in lui per la salvezza. Quindi, Giovanni inizia il suo racconto di quello che è successo dandoci un po' di contesto storico per aiutarci a capire il miracolo che Gesù compie. Seguite mentre leggo Giovanni 5:1-4.

1 Dopo queste cose, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 2 Or a Gerusalemme, vicino alla porta delle pecore, c’è una piscina detta in ebraico Betesda, che ha cinque portici. 3 Sotto questi giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici, i quali aspettavano l’agitarsi dell’acqua. 4 Perché un angelo, in certi momenti, scendeva nella piscina e agitava l’acqua; e il primo che vi entrava, dopo che l’acqua era agitata, era guarito da qualsiasi malattia fosse affetto.

Questo brano è un ottimo esempio di un brano in cui non serve fare tante speculazioni per capire esattamente di cosa parla.. Giovanni non ci racconta questo per farci valutare se gli angeli sono coinvolti nelle guarigioni, o se c'erano veramente guarigioni miracolose in quella piscina. Giovanni ci riporta questo brano semplicemente per farci capire qual era la condizione di tutte quelle persone che stavano giorno per giorno vicino alla piscina, sperando nella guarigione. Dal brano, è chiaro che queste persone erano grandemente bisognose, con diversi problemi fisici, e che per loro non c'era alcun aiuto umano. Perciò, nella speranza di una guarigione miracolosa, restavano vicino a questa piscina, dove si credeva che a volte veniva un angelo per agitare le acque. Si credeva che il primo ad entrare nelle acque in quel momento sarebbe guarito.

Se era veramente così o no, non lo sappiamo, e in realtà questo non cambia nulla. A volte i Giudei credevano cose che in realtà non erano come loro credevano. Quando Gesù camminava sull'acqua, i discepoli credevano che fosse una fantasma, anche se non esistono i fantasmi. Quando in Giovanni 9 c'è l'uomo nato cieco, i discepoli credevano che fosse cieco a causa del suo peccato o di quello dei suoi genitori. Ma non era così. Il fatto è che i Giudei, compreso i discepoli, avevano molte credenze che non erano secondo verità. Qui, forse Dio sceglieva ogni tanto di guarire qualcuno tramite un miracolo. Oppure, questo era forse solo quello che le persone credevano. In realtà, non importa. Non cambia nulla riguardo al miracolo che Gesù compie. Non serve speculare su questo punto. Ci farebbe perdere di vista la vera parte importante di questo brano.

Quello che importa è che comprendiamo che vicino a questa piscina c'erano tantissime persone, forse centinaia, che speravano in un miracolo per poter essere guarite. Umanamente erano senza speranza.

Quindi, teniamo in mente che c'erano tutte queste persone bisognose. Sapevano che non si potevano aiutare da loro stessi. E onestamente, ognuno di noi sa che ci sono situazioni in cui ci troviamo grandemente bisognosi, e non possiamo risolvere i nostri problemi da soli. Quindi, per quelle persone erano problemi fisici. Per noi, possono essere problemi di tanti tipi. Ma il fatto è che anche noi a volte ci troviamo in situazioni troppo difficili da risolvere.

Questa è la scena in cui si svolgono gli avvenimenti di oggi. Andiamo avanti, leggendo i versetti 5,6.

5 C’era là un uomo infermo da trentotto anni. 6 Gesù, vedendolo disteso e sapendo che si trovava in quello stato da molto tempo, gli disse: "Vuoi essere guarito?". (Giovanni 5:5,6)

Qua, Giovanni ci presenta l'uomo che Gesù guarirà miracolosamente. Quest'uomo era infermo da 38 anni. La parola tradotta infermo vuol dire che non aveva forza. Non aveva la forza per muoversi da solo, non aveva la forza per curarsi, per alzarsi, per fare qualsiasi cosa. In quell'epoca, essere infermo significava avere una vita pesante e difficile. Era così da ben 38 anni, che sono tantissimi. Visto che in Giovanni 9 Giovanni dice che quell’uomo era nato cieco, probabilmente questo uomo non era nato così. Era in questa miserabile condizione da tanti, tanti anni. Quest'uomo non aveva alcun potere per cambiare o migliorare le sue condizioni. Anche noi ci troviamo in situazioni che sono troppo grandi per noi. Questa è la vita. Siamo limitati, e a volte quei limiti ci fanno soffrire molto.

Notate che Gesù sapeva della sua situazione e che era lì da molto tempo. Gesù era pienamente uomo, ma aveva una conoscenza divina.

Gesù sapeva da quanto quest'uomo era in quelle condizioni. Gesù sapeva della situazione della donna samaritana. Gesù sa tutto di tutti. E Gesù sa tutto di noi. Non ci troveremo mai in una situazione o una difficoltà di cui Gesù non sappia tutto. Gesù è pienamente a conoscenza di tutte le nostre situazioni. Grazie a Dio!

Che cosa dice Gesù a quest'uomo? Gli fa una domanda sorprendente. Gli chiede se vuole essere guarito.

Il fatto che quest'uomo si trovava lì, vicino a quella piscina, dove si credeva che c'era la possibilità di una guarigione miracolosa, rende ovvio che voleva la guarigione. Era là proprio per quello. Eppure, Gesù gli chiede se vuole essere guarito.

Facendo questa domanda, Gesù sta attirando l'attenzione di quell'uomo su di Sè. Parlando della guarigione, Gesù stava suscitando la fede in quell'uomo. Gesù agisce quando abbiamo fede. E perciò, stava piantando un piccolo seme di fede nel cuore di quell'uomo.

La risposta, che leggeremo adesso nel versetto 7, ci fa capire che quest'uomo aveva ben poca fede. Piuttosto, guardava solo gli ostacoli. Onestamente, molto spesso noi facciamo allo stesso modo. Troppo spesso, scegliamo di guardare gli ostacoli, anziché avere fede. Comunque, seguite mentre leggo la risposta dell’uomo a Gesù nel versetto 7.

7 L’infermo gli rispose: "Signore, io non ho nessuno che mi metta nella piscina quando l’acqua è agitata; e, mentre io vado, un altro vi scende prima di me". (Giovanni 5:7)

Gesù ha chiesto all'uomo se voleva essere guarito. In realtà, l'uomo non ha risposto alla domanda. Piuttosto, ha parlato degli ostacoli che secondo lui, rendevano impossibile la sua guarigione. Quest'uomo era così scoraggiato che era come se non avesse sentito quello che Gesù gli aveva detto. Lui vede solo la parte negativa, lui vede solo i problemi. Per lui, l'unica possibile guarigione era legata al fatto di riuscire ad essere il primo a scendere nelle acque. Ma visto che per lui era impossibile essere il primo a scendere nelle acque, per lui non c'era speranza. Per lui, il miracolo ci sarebbe stato se qualcuno lo avesse potuto aiutare a scendere per primo nell’acqua. Ma, non aveva nessuno.

Non gli veniva in mente l'idea che Gesù da solo avrebbe potuto guarirlo.

C'è un punto importante qua. Quest'uomo aveva pochissima fede. Ma Dio non è limitato dalla debolezza della nostra fede. Dio non è limitato dalle nostre cadute. Il brano che stiamo studiando ci aiuta a capire che anche quando abbiamo poca fede, Dio è ben capace di operare con potenza. Infatti, andiamo avanti a leggere i versetti 8 e 9, in cui vediamo un miracolo, che come gli altri miracoli di Gesù, viene fatto con semplicità e con potenza. Seguite mentre leggo i versetti 8 e 9.

8 Gesù gli disse: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina". 9 E l’uomo fu guarito all’istante, prese il suo lettuccio e si mise a camminare. Or quel giorno era sabato. (Giovanni 5:8,9)

Si potrebbe dire che la fede di quell'uomo era così piccola da essere invisibile agli occhi umani. Eppure, Gesù opera potentemente in lui. Con la sola parola, guarisce quell'uomo che era infermo da 38 anni. Lo guarisce totalmente. Ricordate che era infermo, che vuol dire estremamente debole, non poteva alzarsi, non poteva muoversi da solo. Però è bastata la parola di Gesù per guarirlo all'istante. Si è subito alzato, ha preso il suo lettuccio e se lo è portato con sè. Questa è la potenza di Gesù Cristo.

Gesù non guariva tutti

Come abbiamo visto in tanti miracoli di Gesù, bastava solo una Sua parola perché si realizzassero. Questo ci mostra qualcosa della potenza di Dio.

C'è una nota molto importante da tenere in mente in questo avvenimento. C'erano là tante persone bisognose. Gesù aveva il potere di guarire tutti solo con la parola. Ma non l’ha fatto. Gesù non è venuto per togliere i problemi delle persone. Gesù è venuto sulla terra per compiere la salvezza con la sua morte sulla croce. I miracoli che Gesù faceva servivano per mostrare che Lui è il Cristo. Lo scopo principale dei miracoli non era quello di fare del bene. Per questo non guariva tutti anche se aveva il potere di farlo.

Tornando all’avvenimento, Giovanni ci fa notare che quel giorno era un sabato. Sapendo come Gesù agiva, si capisce che Gesù aveva scelto specificamente di guarire pubblicamente di sabato.

Ricordate che quando Dio ha dato i dieci comandamenti ai Giudei, tramite Mosè, c’era il comandamento di non lavorare il sabato. Ma i Giudei avevano tramandato questo comandamento secondo la loro tradizione che andava molto oltre al comandamento di Dio. Per loro, le loro tradizioni valevano più dei comandamenti di Dio. Gesù seguiva i comandamenti di Dio, ma Gesù non seguiva le loro tradizioni.

Visto che le folle capivano che Gesù era da Dio, questo creava un grande conflitto fra questi giudei e Gesù, come vediamo nei prossimi versetti. Quando leggiamo dei Giudei, si tratta dei capi dei Giudei.

I Giudei accusano l’uomo

Perciò, tornando a questo avvenimento, quest'uomo che è stato guarito miracolosamente, sta tornando a casa sua portando il suo lettuccio, come Gesù gli aveva ordinato. Per i Giudei, secondo la loro tradizione, egli stava lavorando, e non era permesso. Vediamo quello che succede. Leggiamo i versetti 10 e 11.

10 I Giudei perciò dissero a colui che era stato guarito: " È sabato; non ti è lecito portare il tuo lettuccio". 11 Egli rispose loro: "Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina"". (Giovanni 5:10,11)

Il metro che questi capi religiosi usavano non era quello dei comandamenti di Dio, piuttosto si riferivano alla loro tradizione. Perciò, in base alla loro tradizione accusano quest'uomo. Dicono che portare il lettuccio non era lecito, cioè, era peccato.

L'uomo spiega semplicemente che era stato guarito, e che colui che lo aveva guarito gli aveva comandato di portare il suo lettuccio. È probabile che aveva anche spiegato loro della sua guarigione, e che era avvenuto un grande miracolo. In ogni caso, per quest'uomo che Gesù aveva guarito, era ovvio che se quell'uomo, che era Gesù anche se in quel momento non conosceva la sua identità, se quell'uomo aveva il potere di guarirlo miracolosamente, era mandato da Dio. E perciò, era giusto ubbidire a quello che diceva, in questo caso di portare il suo lettuccio e camminare. Quindi, nella sua semplice e giusta logica, per lui era giusto ubbidire a colui che lo aveva guarito miracolosamente.

Ai Giudei, non importava nulla di questo grande miracolo. Cioè, avrebbero dovuto fermarsi e restare meravigliati del fatto che Dio aveva compiuto questo grande miracolo. Ma a loro non interessava nulla. Piuttosto, volevano sapere chi era colui che osava andare contro le loro tradizioni, che in realtà, andava contro la loro autorità. Seguiamo questo discorso nei versetti 12 e 13.

12 Essi allora gli domandarono: "Chi è quell’uomo che ti ha detto: "Prendi il tuo lettuccio e cammina"?". 13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi egli fosse, perché Gesù si era allontanato a motivo della folla che era in quel luogo. (Giovanni 5:12,13)

A questi Giudei non importava nulla della gloria di Dio. Non gli importava questo miracolo. A loro importava solamente il loro potere. Erano ben pronti ad utilizzare il nome di Dio per aumentare il loro potere, ma non cercavano veramente la gloria di Dio.

Tristemente, questo non è soltanto un problema di quell'epoca. Anche oggi, tanti uomini e anche tante donne utilizzano il nome di Dio per avere seguaci, per avere potere, per innalzarsi, e a volte per arricchirsi. Tutti questi uomini sono dei falsi. Uomini falsi, che pur presentandosi come uomini della luce, odiano la luce quando arriva.

Ma non solo: a volte anche NOI possiamo ritenerci religiosi per poter ricevere benedizioni terrene da Dio, e non perché vogliamo la gloria di Dio. O che possiamo riconoscere questo peccato, e vivere per la gloria di Dio.

Tornando all'uomo che Gesù aveva guarito, egli non conosceva l'identità di Gesù. Cioè, Gesù non si era presentato a quest'uomo quando lo ha guarito. Perciò, l'uomo non sapeva chi fosse. Sapeva che aveva compiuto un grande miracolo, ma non conosceva la sua identità. Egli rispose così agli uomini religiosi.

Capiamo che ad un certo punto, egli li ha lasciati. Probabilmente aveva portato il suo lettuccio a casa, e poi, quel giorno, o forse il giorno dopo, è andato al tempio. Essendo stato infermo per 38 anni, non gli era stato possibile andare al tempio per tutti questi anni. Ma ora, guarito miracolosamente da Dio, si reca al tempio, probabilmente per offrire ringraziamenti e lodi al Dio che lo aveva guarito tramite l'uomo di cui ancora non conosceva l'identità.

Possiamo presumere che quest'uomo era andato al tempio proprio per ringraziare Dio. È importante riconoscere Dio in ogni benedizione. Quanto è importante vivere ringraziando Dio per tutto quello che ci dà.

Là, mentre egli era nel tempio, Gesù lo trova. Ascoltiamo quello che Gesù gli dice. È una verità importante per tutti. Leggo il versetto 14.

14 Più tardi Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: "Ecco, tu sei stato guarito; non peccare più affinché non ti avvenga di peggio". (Giovanni 5:14)

Gesù prende l'iniziativa di cercare quell'uomo. Gesù è il buon pastore, che va in cerca delle pecore perdute.

Il fatto che Gesù sia andato in cerca di quell'uomo ci mostra una verità importante. La salvezza si ottiene per mezzo della fede in Gesù Cristo. Visto che quest’uomo non conosceva chi era Gesù, non poteva credere in lui per la salvezza. E perciò, Gesù è andato in cerca di lui in modo che potesse conoscere Gesù per poter credere in Lui per la salvezza.

Il fatto che Gesù gli dice che era stato guarito, e perciò non doveva più peccare, sembra che, nel caso di quest'uomo, la sua infermità era dovuta al suo peccato. La Bibbia parla molto della disciplina di Dio. Perciò, è molto probabile che quest'uomo da giovane aveva vissuto una vita di grandi peccati. La sua infermità era la disciplina di Dio. E perciò, Gesù lo avverte che ora che era stato guarito, non doveva tornare ad una vita di peccato.

Gesù lo avverte che tornare ad una vita di peccato porterebbe conseguenze peggiori rispetto a quella che era stata la sua infermità. Queste rappresentano la condanna eterna. Per quanto un'infermità avuta per 38 anni è molto pesante, la condanna eterna è infinitamente peggiore. Il peccato porta conseguenze, spesso conseguenze terrene, ma se non c'è il vero ravvedimento, il peccato porta conseguenze eterne. Le conseguenze eterne sono infinitamente peggiori di qualunque conseguenza terrena.

Quindi, Gesù sta esortando quest'uomo a ravvedersi veramente e abbandonare la vita di peccato. Questo si può fare solo aggrappandosi a Dio.

C'è una lezione molto importante per noi qua. Per quanto i problemi della vita possono essere gravi, per quanto possono essere pesanti, esiste qualcosa di infinitamente peggiore. È infinitamente peggio trovarsi davanti a Dio al giudizio finale senza il perdono. Nessun problema terreno è minimamente paragonabile all'essere giudicati davanti a Dio senza il perdono.

Quindi, il nostro più grande bisogno, e il più grande bisogno di ogni essere umano, non è risolvere i problemi terreni. Piuttosto, è quello di ricevere il perdono per non cadere sotto la condanna di Dio per l'eternità. Questo era vero per quell'uomo, e questo è vero anche per noi. Quanto è importante avere una prospettiva eterna. I nostri problemi in questa vita possono sembrare grandi. Ma non sono nulla in confronto all'eternità senza Dio. E quindi, se abbiamo il perdono in Cristo, il resto non importa più di tanto. O che possiamo capire l'immensità del perdono in Gesù Cristo.

Dopo che Gesù si presenta a quest'uomo, l’uomo va dai Giudei per dire chi era Gesù. Non dobbiamo vedere questo come se fosse contro Gesù. Possiamo presumere che quest'uomo vedeva come un suo dovere quello di rispondere alla domanda delle autorità religiose. Perciò, avendo capito che era Gesù, va da loro per riferire ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Leggo il versetto 15.

15 Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era Gesù colui che lo aveva guarito. (Giovanni 5:15)

Quest'uomo è andato da quei capi religiosi per dire che era Gesù che lo aveva guarito. Potrebbe anche essere che per lui questo era un modo per dare gloria a Gesù, visto che Gesù aveva fatto una grande opera, che viene da Dio.

Probabilmente i capi religiosi avevano già intuito che era stato Gesù. Nessun uomo normale poteva compiere miracoli così. Gesù aveva già compiuto tanti miracoli a Gerusalemme durante la Pasqua, quando aveva purificato il tempio. E perciò, è probabile che già avessero una certa idea che era stato Lui. Ma così, ebbero la conferma. Adesso sapevano con certezza che era Gesù che aveva compiuto quel miracolo. Visto che aveva compiuto quel miracolo di sabato, e poi aveva ordinato all’uomo di portare via il suo lettuccio, stava andando contro le loro tradizioni. E perciò, Gesù stava mettendo in luce che le loro tradizioni non erano da Dio. Leggiamo della loro reazione nel versetto 16.

16 E per questo i Giudei perseguitavano Gesù e cercavano di ucciderlo, perché faceva queste cose di sabato. (Giovanni 5:16)

In realtà, questo è incredibile. Questi capi religiosi, che dicevano di operare per la gloria di Dio, che conoscevano bene le scritture che dichiaravano che il Cristo avrebbe compiuto grandi miracoli, questi uomini religiosi che avevano tanta autorità sul popolo, non avevano gioia per il fatto che Gesù aveva compito questo grande miracolo, mostrando la gloria di Dio. Piuttosto, questi uomini religiosi odiavano Gesù. Per il fatto che Lui aveva guarito di sabato, che dimostrava la loro falsità, odiavano Gesù. Lo perseguitavano, e cercavano un modo per ucciderlo.

Abbiamo letto in Giovanni 3 che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce. Quando qualcuno non vuole abbandonare il suo peccato, allora, odia la luce, perché la luce mette in evidenza il suo peccato. Quello era vero allora, ed è vero anche oggi. Tante persone vogliono la religione. Possono parlare di Cristo. Ma non vogliono Cristo nella loro vita, perché avere Gesù Cristo vicino a te mette in evidenza i tuoi peccati.

Gesù, Figlio di Dio e uno col Padre

Questi Giudei, che avevano molto potere, volevano uccidere Gesù. Ma Gesù non aveva timore di loro. Egli era venuto a morire sulla croce, ma sapeva che non era ancora il suo momento. E perciò, anziché tirarsi indietro, non solo Gesù andava contro le loro tradizioni religiose, ma Gesù inizia un discorso mostrando la sua divinità. Iniziamo questo discorso oggi, e Dio volendo, lo porteremo avanti nel prossimo sermoni. Ma per ora, seguite mentre leggo i versetti 17 e 18.

17 Ma Gesù rispose loro: "Il Padre mio opera fino ad ora, e anch’io opero". 18 Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma addirittura chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. (Giovanni 5:17,18)

Se non è chiaro per noi quello che Gesù intendeva qui, era assolutamente chiaro per il Giudei che erano presenti. Dichiarando che Egli operava, come anche il Padre operava, stava dichiarandosi Dio. Stava dichiarando di essere il Figlio di Dio, che lo rendeva divino. I Giudei capivano questo benissimo, e per questo, volevano ucciderlo ancora di più, perché si faceva uguale a Dio.

Dobbiamo capire che Gesù aveva compiuto miracoli che l'uomo non può compiere. Già con i miracoli Gesù aveva mostrato la sua divinità. Inoltre, Gesù aveva purificato il tempio, dimostrando una autorità divina. Se ricordate, quando aveva purificato il tempio, anche là aveva parlato di Dio come suo Padre, nello stesso modo.

Gesù Cristo è Dio incarnato. Gesù Cristo è divino. Perciò, l'unico modo di ricevere Gesù Cristo è come il proprio Signore. O ti inginocchi davanti a Gesù Cristo, oppure lo odierai. Questi Giudei non volevano assolutamente inginocchiarsi davanti a Gesù, il Cristo. Perciò, lo odiavano, e volevano ucciderlo. Gesù era una minaccia al loro potere sulle persone. Metteva in evidenza il loro peccato. E perciò, volevano ucciderlo.

Come ho detto, tante persone sono ben contente di seguire la religione, di considerarsi cristiani. Sono ben contente di parlare di Gesù, ma senza mai lasciare che sia il loro vero Signore, a cui sottomettersi.

Queste sono verità importanti. Allora, a ciascuno dico: che rapporto hai TU con Gesù Cristo? Egli è il tuo Signore, che vuol dire che TU sei sottomesso a Lui, in ogni campo della tua vita? Tu vivi per essere visto bene dagli altri, oppure, vivi solo per dare tutta la gloria a Dio?

Ricordiamo che Dio disciplina i Suoi veri figli. La disciplina può essere dura, anzi, nella Bibbia, è quasi sempre molto dura. Ma la disciplina non è punizione. Piuttosto è uno strumento per farci abbandonare il nostro peccato e tornare a Dio.

Questo avvenimento ci ricorda che Gesù non era venuto per guarire tutti e per risolvere i problemi terreni. Certamente Gesù aveva il potere di guarire tutte le persone presenti vicino alla piscina quel giorno. Bastava una sua parola. Ma scelse di guarire solo quest'uomo. Gesù è venuto per provvedere il perdono, non per togliere i problemi terreni. Non dobbiamo essere delusi se Dio sceglie di lasciare i problemi nelle nostre vite. Dio sa quello che fa. Piuttosto, abbondiamo nel ringraziamenti per il perdono dei nostri peccati.

Infatti, ricordate che quell'uomo era infermo, senza la forza di aiutare se stesso. Anche noi eravamo infermi, senza forza. Chiudo leggendo della nostra condizione, e dell’opera di Dio, in Romani 5.

5 Or la speranza non confonde, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. 6 Perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi. 7 Difficilmente infatti qualcuno muore per un giusto; forse qualcuno ardirebbe morire per un uomo dabbene. 8 Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. (Romani 5:5-8)

Eravamo anche noi infermi, senza forza. Dio ci ha amato, mandando Gesù Cristo a morire per noi, per liberarci dal nostro peccato. Grazie a Dio. Gesù Cristo sta ancora guarendo, ma adesso, con la guarigione che dura per tutta l’eternità. Grazie a Dio.