Aiuto Biblico

Le Scritture ci mostrano Cristo

Giovanni 5:39-47

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 18 settembre 2022, – cmd dp –
Descrizione: lo scopo di studiare le Scritture è quello di conoscere Gesù Cristo.

Audio:

Ieri, ho sentito da un amico strettissimo, che ha meno di 50 anni, che i dottori hanno scoperto che sua moglie ha un cancro al seno. Tutto intorno a noi, ci ricorda che la vita qua passerà. Quello che importa è essere perdonati e riconciliati con Dio, per avere la vita eterna. Come possiamo avere la vita eterna? Possiamo averla solo in Gesù Cristo.

Perciò, andiamo avanti nel nostro studio dell'Evangelo di Giovanni, per conoscere Gesù, il Cristo. Siamo arrivati all’ultima parte del capitolo 5. In questo capitolo, abbiamo visto che Gesù dimostra in tanti modi che Egli è Dio incarnato, il Figlio di Dio, il Cristo, il giudice del mondo, colui che può dare la vera vita. Ha parlato del fatto che il Padre, aveva testimoniato chiaramente che Gesù è il Figlio di Dio. Quindi, dimostrava così che questi uomini religiosi con cui parlava non avevano alcuna scusa per non credere in Lui. E nemmeno noi.

Invece, questi uomini continuavano a rifiutare Gesù, nonostante si vantavano di essere molto religiosi. Volevano vedersi come esperti della Parola di Dio, delle Scritture. Si innalzavano al di sopra degli altri uomini, credendo di meritare la salvezza. Proseguendo nel nostro brano, arriviamo al versetto 39, in cui Gesù rende chiaro che loro non avevano Dio. Seguite mentre leggo Giovanni 5:39, e consideriamo la sua importanza anche per noi oggi. Una parte essenziale nell'evangelizzare è quella di rendere chiaro che la persona è nel peccato e senza Dio.

In questo versetto, Gesù ci dichiara che il vero scopo di studiare le Scritture è quello di credere in Gesù Cristo e andare a Lui per la salvezza. Leggo questi versetti.

39 Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. 40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita. (Giovanni 5:39,40)

Questi Giudei si vantavano di essere esperti delle Scritture. Credevano che la loro conoscenza gli avrebbe dato la vita eterna. Ma si sbagliavano. Le Scritture testimoniano di Gesù Cristo. Le Scritture, a quel tempo, erano quello che noi chiamiamo l'Antico Testamento. Perciò, Gesù sta dichiarando che l'Antico Testamento testimoniava di Lui.

Gesù dichiara che questi uomini investigavano le Scritture. Investigare vuol dire cercare diligentemente, cercare attentamente, studiare profondamente. Questi uomini si impegnavano a leggere e a studiare le Scritture. Ma non capivano veramente il messaggio delle Scritture. Loro credevano che per mezzo della loro conoscenza avrebbero avuto la vita eterna. Cioè, credevano che con un grande impegno, quindi, per merito loro, potevano ottenere la vita eterna. Se ricordate il giovane ricco, che era un capo dei Giudei, ha chiesto a Gesù che cosa dovevafare Lui per ottenere la vita eterna.

Perciò, questi uomini credevano che potevano guadagnare la salvezza, la vita eterna, per merito, con le buone opere, con il loro impegno. Si impegnavano ad investigare le Scritture per essere in grado di meritare la salvezza.

Ma qua, Gesù dichiara che sbagliavano. La vita eterna non arriva per merito degli uomini. Piuttosto, è Gesù Cristo che dà la vita. Gesù aveva parlato nei versetti precedenti che Egli, essendo Dio, aveva il potere di dare la vita. Questa è la vita eterna. La vita eterna viene da Gesù Cristo, non da un nostro impegno. Certamente, l'uomo è passivo, ma la vita eterna arriva come dono di Dio.

Quindi, questi uomini investigavano le Scritture per ottenere la vita eterna per merito loro. Ma ciò è impossibile. Solo Gesù Cristo può dare la vita eterna.

Perciò, nella seconda parte di questo versetto, parlando delle Scritture, Gesù dichiara:

...ed esse sono quelle che testimoniano di me. (Giovanni 5:39)

Quanto è importante per noi capire che le Scritture, in questo caso l'Antico Testamento, testimoniavano di Gesù Cristo, ovvero, mostravano chi sarebbe stato il Cristo, e che la salvezza era in Lui.

Ci sono tantissimi brani che ci aiutano a capire questo. Per esempio, in Luca 24, dopo la crocifissione e la risurrezione di Gesù Cristo, due discepoli stanno camminando da Gerusalemme ad un paese vicino. Gesù Cristo risorto comincia a camminare con loro. I due discepoli non riconoscono Gesù. Gesù gli chiede perché sono così tristi. Gesù spiega loro che le Scritture avevano testimoniato che Egli doveva soffrire e risuscitare. Vi leggo Luca 24:24-27. All'inizio, questi uomini stanno spiegando quello che era successo a Gesù, come era morto e poi come delle donne avevano detto di aver sentito dagli angeli che era risorto.

24 E alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato le cose come avevano detto le donne, ma Lui non l’hanno visto". 25 Allora Egli disse loro: "O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! 26 Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?". 27 E, cominciando da Mosé e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano. (Luca 24:24-27)

La frase “da Mosé e da tutti i profeti”, indica tutto l'Antico Testamento. Tutto l'Antico Testamento parlava di Lui. Gesù gli spiegava le cose che in tutte le Scritture riguardavano Lui, che parlavano di Lui. Le Scritture, l'Antico Testamento, ci portano a Gesù Cristo.

Dopo quell'incontro con quei due discepoli, Gesù apparve ai discepoli a Gerusalemme. Anche a loro, ha spiegato come le Scritture parlavano di Lui. Leggo di quell'incontro in Luca 24:44-48.

“44 Poi disse loro: "Queste sono le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano adempiere tutte le cose scritte a mio riguardo nella legge di Mosé, nei profeti e nei salmi". 45 Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture, 46 e disse loro: "Così sta scritto, e così era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti il terzo giorno 47 e che nel suo nome si predicasse il ravvedimento e il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. 48 Or voi siete testimoni di queste cose.” (Luca 24:44-48 LND)

Anche a questi discepoli, Gesù spiega che le Scritture parlano di Lui, e che il perdono e la salvezza sono in Lui. Le Scritture ci portano a Gesù Cristo.

Quando l'apostolo Paolo parlava con il re Agrippa, dichiarava di aver annunciato Gesù Cristo proclamando quello che le Scritture già dicevano. Leggo questo in Atti 26:22,23.

“22 Ma, per l’aiuto ottenuto da Dio fino a questo giorno ho continuato a testimoniare a piccoli e grandi, non dicendo nient’altro se non ciò che i profeti e Mosé dissero che doveva avvenire, 23 cioè: che il Cristo avrebbe sofferto e che, essendo il primo a risuscitare dai morti, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai gentili".” (Atti 26:22-23 LND)

In Atti 8, Dio manda Filippo nel deserto per incontrare un importante eunuco seduto sul suo carro mentre leggeva il profeta Isaia. Notiamo che Filippo ha iniziato da quel brano per annunciare Gesù a quell'uomo. Le Scritture, l'Antico Testamento, ci portano a Gesù Cristo. Leggo dal Atti 8:28.

“28 Or Egli se ne stava ritornando e, seduto sul suo carro, leggeva il profeta Isaia. 29 E lo Spirito disse a Filippo: "Accostati e raggiungi quel carro!". 30 Filippo gli corse vicino e, sentendo che leggeva il profeta Isaia, gli disse: "Comprendi ciò che leggi?". 31 Quegli disse: "E come potrei, se nessuno mi fa da guida?". Poi pregò Filippo di salire e di sedersi accanto a Lui. 32 Or il passo della Scrittura che Egli leggeva era questo: "Egli è stato condotto al macello come una pecora; e come un agnello è muto davanti a chi lo tosa, così Egli non ha aperto la sua bocca. 33 Nella sua umiliazione gli fu negata ogni giustizia; ma chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la sua vita è stata tolta dalla terra". 34 E l’eunuco, rivolto a Filippo, disse: "Ti prego, di chi dice questo il profeta? Lo dice di se stesso o di un altro?". 35 Allora Filippo prese la parola e, cominciando da questa Scrittura, gli annunziò Gesù.” (Atti 8:28-35 LND)

Le Scritture, l’Antico Testamento, parlano di Gesù Cristo. Ci sono tanti altri brani che ci mostrano la stessa cosa.

Quindi, non solo il Nuovo Testamento parla di Gesù Cristo, ma TUTTA la Bibbia, tutte le Scritture, anche l’Antico Testamento, parlano di Gesù Cristo, e ci portano ad avere fede in Lui.

Quindi, il vero scopo di studiare le Scritture non dovrebbe essere solo quello di avere più conoscenza o per trovare il modo in cui vivere per ottenere la vita eterna, perché è impossibile ottenere la vita eterna con i nostri sforzi. Piuttosto, lo scopo di studiare le Scritture è di vedere e conoscere Gesù Cristo. Solo così possiamo avere fede in Lui, per avere la vita in Lui.

Questi uomini, questi Giudei, erano estremamente religiosi, erano esperti nelle Scritture, e investigavano le Scritture. Però, la loro motivazione era sbagliata. Non volevano il Cristo che le Scritture annunciano. Rileggo il brano.

39 Voi investigate le Scritture, perché pensate di aver per mezzo di esse vita eterna; ed esse sono quelle che testimoniano di me. 40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita. (Giovanni 5:39,40)

Per avere la vita, la vita eterna, bisogna umiliarsi e riconoscere la propria condizione spirituale e andare a Gesù Cristo.

Ma questi uomini non volevano andare a Gesù per avere la vita.

Se ci pensiamo, in realtà nulla è cambiato. Anche oggi, ci sono tantissime persone che possono essere molto religiose. Possono anche studiare la Bibbia, possono perfino insegnare e predicare, ma non vanno a Gesù per avere la vera vita. Non vanno a Gesù per avere la salvezza.

Che cosa vuol dire andare a Gesù per avere la vita? È estremamente importante capire questo, perché solo se andiamo a Gesù possiamo avere la vita eterna.

Allora, prima di tutto, andare a Gesù vuol dire andare a Gesù come il Cristo. In questo capitolo, Gesù si rivela essere Dio incarnato. Sta spiegando che Egli è colui che dà la vita. Sta spiegando che bisogna onorare Lui con lo stesso onore che si dà al Padre. Andare a Gesù per avere la vita vuol dire andare a Gesù riconoscendo di non avere la vita. Vuol dire riconoscere di essere separati da Dio a causa dei nostri peccati, capire che le nostre buone opere e l'ubbidienza alla legge non potrebbero mai togliere la nostra condanna, vedere che il perdono e la salvezza sono solamente e totalmente in Gesù Cristo. Vedere e credere di cuore a tutto questo dà il senso per cui andare a Gesù Cristo per avere la vita.

Andare a Gesù per avere la vita non significa andare a Gesù per avere aiuto per i nostri problemi. Piuttosto è andare a Gesù per essere perdonati e riconciliati con Dio, per essere giustificati in modo da non essere più condannati. Andare a Gesù è andare a Gesù per accoglierLo come il proprio Signore e Salvatore!

Questi uomini religiosi non volevano umiliarsi per andare a Gesù così. Investigavano le Scritture con grande cura, ma rifiutavano il Signore di cui le Scritture parlano. E anche oggi, possiamo essere molto religiosi, e perfino grandi studiosi della Bibbia, senza andare veramente a Gesù. Andare a Gesù richiede un cuore umile, e richiede fede. È impossibile andare a Gesù senza l'umiltà e la fede. Chiunque può essere religioso. Solo chi è umile può andare a Gesù per avere la vita.

Gesù non prende gloria dagli uomini

Andando avanti in questo brano, Gesù continua a mostrare a questi uomini che erano nel peccato, senza la salvezza, nonostante fossero uomini molto religiosi.

Questo è il cuore di Gesù. Finché qualcuno non sa di essere peccatore, non può andare a Gesù per la salvezza. Così, anche in questo brano, vedo il cuore di Gesù, che spinge questi uomini a riconoscere il loro peccato, in modo che possano cercare la salvezza in Lui.

Leggo il versetto 41, dove inizia un discorso in cui Gesù gli mostra il loro peccato.

41 Io non prendo gloria dagli uomini. (Giovanni 5:41)

Quando Gesù dichiara che non prende gloria dagli uomini, sta parlando del modo in cui loro prendevano gloria. L'uomo non ha nessuna gloria in se stesso. Perciò, gli uomini cercano di prendere gloria gli uni dagli altri. Questo tipo di gloria è una gloria falsa, che non vale nulla. Invece, Gesù è pieno di vera gloria, Egli era pieno di gloria essendo Figlio di Dio prima dalla fondazione del mondo. E perciò, non ha alcun bisogno di prendere gloria dagli uomini. La gloria di Gesù è assoluta, e perciò, non possiamo aggiungere gloria alla sua gloria.

Più avanti, vedremo che questi uomini cercavano gloria gli uni dagli altri. Se siamo onesti, ognuno di noi può riconoscere come spesso cerchiamo gloria per noi stessi. Questo è un grave peccato, perché non abbiamo nulla in noi stessi che non abbiamo ricevuto da Dio, come leggiamo in 1Corinzi 4:7.

“Che cosa infatti ti rende diverso? Che cosa hai tu che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1Corinzi 4:7 LND)

Non abbiamo nulla in noi stessi per cui meritare la gloria. Tutto viene da Dio, quindi, è un grave peccato cercare gloria gli uni dagli latri.

Quindi, mentre gli uomini cercano gloria gli uni dagli altri, e Gesù parlerà di questo ancor di più nei prossimi versetti, Gesù non cercava gloria dagli uomini, perché Egli era già pieno di gloria. Dichiarando questo, stava mostrando quanto Egli è diverso da noi. Egli è Dio.

Erano senza la salvezza

Nei versetti 42 e 43, Gesù mette in evidenza che non erano salvati. Egli dichiara di conoscerli, e che non avevano l'amore di Dio in loro, ovvero, che non erano salvati. Gesù sta mostrando la loro colpa e la loro condizione spirituale. Leggo i versetti 42 e 43.

42 Ma io vi conosco, che non avete l’amore di Dio in voi. 43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel suo proprio nome, voi lo ricevereste. (Giovanni 5:42,43)

Dicendo che non avevano l'amore di Dio in loro è come dire che non avevano Dio, perché l'amore di Dio è la base della vera salvezza. Chi non ha l'amore di Dio non ha Dio, non è riconciliato con Dio, ed è ancora senza la vera vita.

Con questo, Gesù si sta rivelando a questi uomini religiosi i quali, nonostante fossero molto religiosi, non avevano Dio. Gesù dichiara in modo molto chiaro che erano perduti, senza la vera vita. Questo discorso serve per aiutare qualcuno ad arrivare alla salvezza.

Poi, nel versetto 43 Gesù dichiara che Egli era venuto nel nome del Padre suo, cioè, che Egli è da Dio Padre. Era mandato da Dio, aveva fatto la volontà di Dio. Aveva mostrato di essere pienamente da Dio. Nonostante questo, loro non lo avevano ricevuto, rifiutavano di accoglierLo nella loro vita come il loro Signore e Salvatore. Questo perché non avevano l'amore di Dio in loro. Ricordate che Gesù aveva dichiarato prima che era necessario onorare il Figlio come si onora il Padre, altrimenti non si onora neppure il Padre. Questi uomini dicevano di onorare il Padre, ma rifiutando di ricevere il Figlio, Gesù Cristo, in realtà, rifiutavano anche il Padre.

In altre parole, questi uomini religiosi rifiutavano Colui che veniva dal Padre. Ma visto che non avevano Dio, erano pronti a ricevere chi veniva nel proprio nome. Gesù Cristo veniva nel nome del Padre. In altre parole veniva veramente da Dio e questi uomini lo rifiutavano. Non lo ricevevano. Ma ricevevano chi veniva nel proprio nome, cioè chi veniva con la gloria degli uomini anziché con la gloria di Dio.

Visto che questi uomini cercavano gloria per loro stessi, erano pronti a prendere e a dare gloria gli uni agli altri, e anche da una persona falsa. Gesù dichiara che chi cerca gloria dagli uomini non può avere vera fede in Dio. Ascoltiamo le parole di Gesù per loro ed anche per noi nel versetto 44.

44 Come potete voi credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da un solo Dio? (Giovanni 5:44)

In questo versetto, Gesù ci dichiara una verità estremamente importante. Chi cerca gloria per se stesso non può avere vera fede in Gesù che salva. È importante capire questo. Per poter credere in Gesù per la salvezza, come abbiamo detto prima, bisogna vedersi come peccatori, sotto condanna. Deve sapere di non avere alcuna gloria in se stesso. Deve sapere di essere separato da Dio, e deve desiderare di essere riconciliato con Dio per mezzo di Gesù Cristo. E così, cerca la gloria che viene solo da Dio, la gloria che non viene da se stessi, che non viene data dagli uomini, ma che viene dall'essere uniti a Gesù Cristo nella sua morte e risurrezione.

Invece, quando gli uomini prendono gloria gli uni dagli altri, vuol dire che vogliono la gloria umana. Ma la gloria umana è una gloria falsa, e ci ostacola dal cercare la vera gloria. Perciò, uno deve decidere. O desidera la vera salvezza e desidera vivere nella gloria di Dio, oppure, preferisce ricevere gloria umana dagli altri, e perciò, rifiuta la salvezza.

Notiamo che Gesù dice: “come potete credere”, in altre parole, sta dicendo che non possono credere se cercano o ricevono gloria gli uni dagli altri.

Vediamo un esempio in Giovanni 12. Certi capi religiosi avevano capito che Gesù è la vita, ma non volevano perdere la gloria che ricevevano dagli uomini. Perciò, non ricevevano Gesù come il loro Signore e Salvatore, per non perdere la gloria degli uomini. Leggo questo brano molto triste.

“42 Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in Lui; ma a motivo dei farisei non lo confessavano, per non essere espulsi dalla sinagoga, 43 perché amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio.” (Giovanni 12:42-43 LND).

Carissimi, questa verità è molto triste, perché è l'ostacolo che impedisce a tante persone di ricevere il vero perdono e la vita eterna. Si arriva a vedere e capire la verità dell'Evangelo, ma non si vuole perdere la gloria che si riceve dagli uomini. Quella non è una vera gloria, ma la carne cerca soddisfazione in quella falsa gloria.

E perciò, voglio chiedere a ciascuno di noi di valutare la propria vita. Anche se siamo salvati, è facile cadere nel peccato di desiderare la gloria dagli uomini. Questa è la nostra carne, il nostro orgoglio, che ancora cerca di allontanarci da Dio.

Quanto è importante non cercare gloria per noi stessi. Inoltre, capendo quanto questo è un grave peccato, dobbiamo anche stare attenti a non dare gloria agli altri. Cioè, possiamo apprezzare gli altri. Per esempio, se Dio ha dato a qualcuno una certa capacità, e quella persona la usa per il bene nostro o degli altri, non è sbagliato ringraziare Dio ed anche ringraziare quella persona per quello che ha fatto. Ma è importante farlo in modo che sia Dio a ricevere la gloria.

Ti faccio un semplice esempio su questo. Supponiamo che qualcuno è molto bravo in un certo campo e mi aiuta in qualcosa che io non sono capace a fare. Ecco un esempio di come potrei ringraziarlo, dando però la gloria a Dio. Potrei dire:

“Grazie tanto per l'aiuto che mi hai dato. Avevo un grande bisogno, e ho chiesto aiuto a Dio, e Dio ti ha mandato. Ringrazio Dio che ti ha dato le capacità che hai usato per aiutarmi. Vengono da Lui, ed Egli ha operato tramite te per provvedere questo aiuto per me. Quindi, ti ringrazio profondamente, ma molto di più ringrazio Dio che ti ha dato questa capacità e ti ha messo nel cuore di aiutarmi in questo. Quanto grande e amorevole è il nostro Dio che ci cura perfettamente. Grazie per essere stato una parte dell'opera di Dio per curarmi.

Con quest'esempio, ringrazio la persona, ma allo stesso tempo, do la gloria a Dio, non alla persona. Quanto è importante che non cerchiamo gloria gli uni dagli altri, e che non diamo gli uni agli altri la gloria che appartiene solo a Dio.

Un'altra considerazione. Come dobbiamo fare se qualcuno dà gloria a noi? Certamente, nella nostra carne questo può darci soddisfazione. Ma non dobbiamo ricevere gloria, perché tutta la gloria va a Dio. Quindi, quando qualcuno dà gloria a noi, dobbiamo passare quella gloria a Dio. Supponiamo che Dio si serva di te per fare qualcosa per qualcuno che non è in grado di farla. Quella persona comincia a ringraziarti, dandoti gloria. Parla di quanto sei stato bravo, parla di quanto sei in gamba, dando tanta gloria a te, senza parlare di Dio. Come potresti rispondere? Vi faccio un esempio.

La persona dice: “sei bravissimo! Grazie tanto tanto, sei veramente bravo. Complimenti!”

Ecco come potresti rispondere: grazie a Dio che ho potuto aiutarti. È Dio che mi ha dato la capacità di saper fare questa cosa Quindi, tante grazie per il tuo ringraziamento, che in realtà, va tutto a Dio. Dio dà a tutti noi capacità e doni spirituali, che possiamo usare. Ma tutto viene da Dio. A Dio la gloria, anche per quello che ho potuto fare per te oggi.

Quando parliamo così, evitiamo il peccato di prendere gloria per noi stessi, e aiutiamo gli altri a vedere che la gloria va a Dio. O che possiamo capire quanto è importante non cercare o prendere gloria per noi stessi, ma cercare la gloria che viene solo da Dio.

Nel nostro mondo, è normale cercare gloria per se stessi. Si cerca gloria nel modo di vestirsi, nel modo di agire e di parlare, si cerca gloria in mille modi, cercando di attirare l'attenzione, cercando di essere visti bravi. Tutto questo è cercare gloria per sé, e tutto questo ci allontana da Dio. O che possiamo riconoscere questo grave peccato.

Chi non crede in Cristo è colpevole

Adesso, leggiamo i versetti 45 a 47. Qua, Gesù mostra ancora che questi uomini erano colpevoli davanti a Dio, e quello che credevano sarebbe stata la loro salvezza in realtà era quello che li avrebbe condannati. Seguite mentre leggo questi versetti.

45 Non pensate che io vi accusi presso il Padre; c’è chi vi accusa, Mosé, nel quale avete riposto la vostra speranza; 46 infatti, se voi credeste a Mosé, credereste anche a me, perché Egli ha scritto di me. 47 Ma se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole?". (Giovanni 5:45-47)

Come abbiamo visto, questi uomini erano dediti ad investigare le Scritture, in cui la legge di Mosè era una parte importante. Si consideravano giusti davanti a Dio, perché secondo il loro metro, seguivano la legge di Mosè, anche se in realtà, era impossibile seguirla perfettamente. Quindi, si vantavano perché avevano la legge di Mosè e la seguivano.

In questo brano, Gesù dichiara che Egli non li accusava davanti al Padre, piuttosto era la legge di Mosè in cui credevano che li accusava. Credevano di meritare la salvezza per la loro ubbidienza, ma la loro ubbidienza non era perfetta, perciò la legge di Mosè li condannava.

In realtà, pur vantandosi di credere alla legge di Mosè, non credevano a quello che Mosè aveva scritto. Mosè aveva scritto di Gesù Cristo. Mosè aveva scritto di Cristo in vari passi. Per esempio, in Genesi 3:15 troviamo la prima profezia di Cristo, quando Dio parlava al serpente. Ve la leggo.

14 Allora l’Eterno DIO disse al serpente: "Poiché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le fiere dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. 15 E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno". (Genesi 3:14,15)

Questa è la prima profezia di Gesù Cristo nella Bibbia, scritta da Mosè. Poi, troviamo Deuteronomio 18:15.

“L’Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a Lui darete ascolto,” (Deuteronomio 18:15 LND)

Anche questo brano parla di Gesù. Inoltre, tutta la legge di Mosè, che Mosè ha scritto guidato da Dio, descrive tantissimi tipi di Cristo. Quindi, Mosè aveva scritto molto di Gesù Cristo.

Ma, questi uomini religiosi, pur vantandosi di seguire attentamente la legge di Mosè, in realtà non credevano a tutto quello che Mosè aveva scritto. Perciò, se non credevano a quello che Mosè aveva scritto di Cristo, come potevano credere a quello che diceva Gesù?

C’è una lezione importante per noi qua. Non possiamo scegliere a quale parte della Bibbia vogliamo credere. Non possiamo accettare le parti che ci piacciono, e scartare le parti che non ci piacciono. Non possiamo usare la Bibbia per credere che siamo bravi e che Dio ci salverà per merito nostro. La Bibbia ci insegna la santità di Dio e del nostro bisogno del Salvatore, il Cristo.

Applichiamo questo

Mettendo tutto questo insieme, quanto è importante che investighiamo le Scritture, ogni giorno, non per essere grandi studiosi, ma per conoscere di più il nostro Signore, Gesù Cristo.

Andiamo a Gesù Cristo, giorno per giorno, con tutto il nostro cuore, per avere la vita. Confidiamo totalmente in Lui.

Riconosciamo la gravità del peccato di cercare gloria per noi stessi, e di dare e ricevere gloria gli uni con gli altri. Piuttosto, cerchiamo la gloria che viene solo da Dio. Viviamo per la gloria di Dio.