Aiuto Biblico

Perché cerchi Gesù? Perché preghi?

Giovanni 6:22-34

Sermone di Marco de Felice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 16 ottobre 2022, – cmd dp –
Descrizione: Qual è il cuore sbagliato, e qual è il cuore giusto, per cercare Gesù Cristo?
parole chiave: cuore, cercare Cristo, cercare Dio, salvezza, buone opere, preghiera.

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Perché preghiamo? Che cosa vogliamo da Dio? Quasi tutti pregano, chi solo in momenti di grande bisogno, chi tutti i giorni. Noi preghiamo. La domanda: per che cosa preghiamo? Qual è il desiderio dei nostri cuori? Qual è lo scopo per cui vogliamo Cristo nelle nostre vite? Cosa cerchiamo da Dio?

In realtà, tendiamo a pregare soprattutto per quello che ci è più prezioso. Cioè: forse elenchiamo certe cose che non sono veramente nel nostro cuore. Ma principalmente, le nostre preghiere più sentite sono preghiere per quello che abbiamo nel cuore. Allora, cosa vogliamo da Dio?

Nella Bibbia, vediamo più volte che l'uomo ha la tendenza a chiedere per motivi sbagliati. Conosciamo bene l'avvertimento che troviamo in Giacomo 4:1-3.

1 Da dove vengono le guerre e le contese fra voi? Non provengono forse dalle passioni che guerreggiano nelle vostre membra? 2 Voi desiderate e non avete, voi uccidete e portate invidia, e non riuscite ad ottenere; voi litigate e combattete, e non avete, perché non domandate. 3 Voi domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri. (Giacomo 4:1-3).

Cosa vogliamo noi da Dio? Perché cerchiamo Cristo? Andiamo avanti nel nostro studio dell'Evangelo di Giovanni, per vedere un esempio di un motivo sbagliato per cercare Cristo, e poi, per vedere il motivo giusto per cercare Cristo. Trovate con me Giovanni 6:22.

Come contesto, il giorno precedente agli avvenimenti che vedremo oggi, Gesù aveva moltiplicato i pani e i pesci, con quel miracolo incredibile che mostrava a tutti il suo potere divino. Appena dopo quel miracolo, le persone volevano prendere Gesù e farlo diventare loro re, in quanto vedevano il suo potere, volevano un re che avrebbe provveduto per i loro bisogni materiali. In altre parole, non stavano cercando un Salvatore per essere liberati dalla condanna per i loro peccati. Stavano cercando chi poteva rendere la loro vita più facile. Gesù si è allontanato da loro, mandandoli via. Quella sera, Gesù aveva mandato i suoi discepoli avanti ad attraversare il mare. C'era un forte vento contro di loro, e si affaticavano facendo pochissimi progressi. Nonostante la grande distanza, Gesù era pienamente cosciente della loro situazione. Verso mattina, Gesù andò da loro camminando sull'acqua. Perciò, anche in questo mostrava la sua divinità ai suoi discepoli. Poi immediatamente arrivarono all'altra riva.

Il nostro brano di oggi inizia da quel momento . La folla sta cercando Gesù, e capisce che non era più sul quel lato del lago dove lo avevano visto prima. E perciò, attraversano il lago in cerca di Gesù. Notiamo il cuore di queste persone quando vanno in cerca di Gesù, e quello che Gesù dichiara a loro. Il messaggio di Gesù è valido oggi come era valido allora. È esattamente quello che serve agli uomini oggi, compreso a noi. Perciò, ascoltiamo attentamente per capire quello che Dio ha per noi in questo brano. Seguite mentre leggo Giovanni 6:22-24.

22 Il giorno seguente, la folla che era rimasta sull’altra riva del mare, si rese conto che là non c’era che una piccola barca, quella in cui erano saliti i discepoli di Gesù, e che egli non vi era salito con loro, ma che i suoi discepoli erano partiti soli; 23 or altre barche erano venute da Tiberiade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie. 24 La folla, come vide che Gesù non era più là e neppure i suoi discepoli, salì anch’essa su quelle barche e venne a Capernaum, in cerca di Gesù. (Giovanni 6:22-24)

La prima cosa che notiamo è che queste persone cercano Gesù con grande impegno. Si impegnano moltissimo a cercare Gesù. Quando si rendono conto che non c'era più Gesù da quel lato del mare di Galilea, e che la piccola barca usata dai suoi discepoli non c'era più, si mettono su altre barche per attraversare il lago e cercare Gesù a Capernaum. Erano disposti ad impegnarsi molto per trovare Gesù. A prima vista, questa potrebbe sembrare una buona cosa. La Bibbia parla ripetutamente dell'importanza di cercare Dio in Gesù. Ma la domanda è: per quale motivo stavano cercando Gesù? Cioè non è importante solo il fatto di cercare Dio. È importante cercare Dio per il motivo per cui Dio ci comanda di cercarLo.

Infatti, vedremo dal contesto che non cercavano Dio con il cuore giusto. Non cercavano il perdono. Cercavano piuttosto un aiuto pratico. Non cercavano di essere riconciliati con Dio. Cercavano una vita terrena più facile. Tanti cercano questo da Dio. Tanti si impegnano molto a cercare Dio. Però, il motivo per cui cercano Dio non è quello che Dio ci chiama ad avere come motivo. Andando avanti, leggo il versetto 25.

25 E avendolo trovato di là dal mare, gli dissero: "Maestro, quando sei venuto qui?". (Giovanni 6:25)

Qui, queste persone fanno una domanda a Gesù che è quasi un rimprovero. È come se dicessero: maestro, ti stavamo cercando. Come mai non ci hai detto dove andavi? Per loro, era un problema il fatto che Gesù era andato via quando avrebbero voluto farlo re. Quindi qui, in un certo senso, riprendono Gesù e vogliono capire quando era andato là. Effettivamente, volevano che Gesù si giustificasse con loro.

Se consideriamo, questo è un grave peccato. È un grave peccato pretendere che Gesù si giustifichi con noi. È facile cadere in questo peccato, quando secondo noi, qualcosa che Dio fa non ci va bene. Chi siamo noi perchè Gesù, cioè Dio, deve giustificarsi con noi? Gesù Cristo è il Signore. Siamo noi che dobbiamo giustificarci con Lui, non Lui con noi.

Vediamo che il cuore di queste persone nel cercare Gesù non era un cuore giusto. Non erano umili. Non avevano timore di Dio. Non stavano cercando Gesù con il cuore giusto. Come Lo cerchiamo noi?

Ad ognuno chiedo: per quale motivo preghi? Per quale motivo cerchi Dio? Cosa vuoi da Dio?

Gesù capiva che il loro cuore non andava bene, e li riprende per la domanda che gli hanno rivolto. Leggo il versetto 26.

26 Gesù rispose loro e disse: "In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. (Giovanni 6:26)

Questo è un rimprovero, in realtà, un forte rimprovero. Gesù rimprovera queste persone perché lo cercavano per il motivo sbagliato. Consideriamo quello che dichiara Gesù qui.

Quando dice che non lo cercavano perché avevano visto segni, di cosa si tratta?

Ricordate che l'Antico Testamento, che era la Bibbia intera per i Giudei, spiegava che il Cristo sarebbe venuto facendo certi segni, ovvero miracoli, per mostrare che era il Cristo. Gesù aveva fatto quei segni ripetutamente. La Bibbia insegnava anche che il Cristo sarebbe venuto per provvedere il perdono e la salvezza alle persone. Perciò, quando Gesù dichiara che non lo avevano cercato perché avevano visto segni, sta dicendo che non lo stavano cercando perché avevano capito che Egli è il Cristo, in cui c'è il perdono. Gesù li rimprovera perché non lo cercavano per essere perdonati dai loro peccati, e riconciliati con Dio.

Piuttosto, loro cercavano Gesù perché avevano mangiato del pane ed erano stati saziati. Anziché vedere il miracolo, il segno dei pani e dei pesci, e da quello riconoscere che Gesù è il Cristo, avevano visto quel miracolo come motivo per cercare Gesù di più per ottenere benefici terreni da Lui. Non cercavano il Salvatore e Signore, cercavano un aiuto terreno, una vita più facile.

Quindi, Gesù sta rimproverando loro duramente. Cercare Dio per la motivazione sbagliata è un grave peccato. È disprezzare l'opera della salvezza. È disprezzare la santità di Dio e il nostro bisogno del perdono. Quindi, cercare Dio principalmente per un aiuto terreno è un peccato contro Dio.

Anche noi pecchiamo contro Dio quando cerchiamo Dio per un motivo sbagliato. Anche noi offendiamo Dio quando vediamo l'aiuto terreno più importante della riconciliazione con Dio.

Certamente, come credenti possiamo chiedere aiuto per i nostri bisogni terreni. Nella preghiera il Padre Nostro, Gesù ci insegna a chiedere a Dio il nostro pane quotidiano. Dio ci ha creato con un corpo terreno. Egli sa che abbiamo bisogno di cibo e un tetto sopra la testa. Quindi, non è sbagliato chiedere quello. Però, è sbagliato quando queste cose sono il nostro desiderio principale.

Il motivo per cui queste persone cercavano Gesù era per avere aiuto materiale. E Gesù rimprovera loro per questo. Questo rimprovero vale anche per noi quando quello è il nostro cuore.

Adoperatevi per il vero cibo

Però, vediamo la bontà del cuore di Gesù perché non solo rimprovera queste persone per la loro motivazione sbagliata, ma insegna loro qual è la giusta via. Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. E anche qui, vediamo Gesù che aiuta queste persone a capire quello che serviva per la loro salvezza. Leggo il versetto 27.

27 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, che il Figlio dell’uomo vi darà, perché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo". (Giovanni 6:27).

Qui, vediamo il cuore di Gesù, che ama salvare peccatori. Queste persone lo cercavano per motivi sbagliati, per l'aiuto terreno. Qua, Gesù li esorta a cercarlo per la salvezza. Consideriamo questa esortazione, che vale anche per noi oggi, vale per tutti gli uomini in tutto il mondo in ogni tempo.

La prima parola qua è un imperativo, adoperatevi. Adoperarsi vuol dire darsi da fare. Vuol dire impegnarsi. Vuol dire impegnarsi per ottenere un traguardo. Ognuno di noi, ogni essere umano, si adopera per qualcosa. La domanda è: per che cosa ci adoperiamo? In questo versetto Gesù ci spiega quello che non dovrebbe essere il nostro traguardo, e poi, spiega quale è l'unico vero e buono traguardo.

Per prima cosa, Gesù ci comanda a non adoperarci per il cibo che perisce. Ricordate che stavano cercando Gesù perché avevano mangiato cibo gratuito. Perciò, Gesù usa il cibo in senso simbolico per rappresentare tutte le cose terrene. Certamente è necessario avere il cibo. Certamente ci serve un posto per dormire. Ci servono vestiti. Ma non devono essere queste le cose che danno senso alla nostra vita. Non devono essere queste le cose che cerchiamo con tutto il nostro cuore. Piuttosto, dobbiamo cercare quello che è eterno.

Quindi, quando Gesù comanda a loro, e tramite la Scrittura anche a noi, a non adoperarci per il cibo che perisce, sta dicendo di non vivere per le cose terrene, le cose che finiranno. Quali sono alcune di queste cose?

Certamente, questo vuol dire non vivere per le cose materiali. Non dobbiamo vivere per le cose necessarie, ed ancor meno dobbiamo vivere per quello che non è necessario. Non dobbiamo vivere per i beni materiali, per le cose che si possono accumulare e godere.

Però, non sono solo le cose materiali che periscono. Un'altra cosa che perisce e che quindi non deve essere lo scopo della nostra vita, non deve essere quello che cerchiamo, è l'approvazione degli uomini. Agli occhi del mondo l'approvazione degli uomini ha grande valore, ma in realtà non ha alcun valore. Infatti, altrove in Giovanni impariamo che se cerchiamo l'approvazione degli uomini, che in realtà è cercare gloria dagli uomini, non possiamo cercare la gloria di Dio. Quindi, in realtà è un grave peccato cercare l'approvazione degli uomini. Non ha alcun vero valore, e poi, perisce. Anche se tu riesci ad avere l'approvazione degli uomini, prima o poi perderai quell'approvazione.

Un'altra cosa che perisce sono le belle esperienze. Tante persone vivono di esperienze. C'è chi vive per viaggiare. C'è chi vive per le emozioni che vengono guardando tanti film. C'è chi vive per godere lo sport. C'è chi vive per godere del tempo con gli amici. Ci sono tantissime esperienze che possono essere il motivo per cui uno si adopera. Ma sono tutte cose che periscono, e perciò, questo comandamento di non adoperarci per il cibo che perisce comprende anche il non adoperarci per belle esperienze terrene.

Quindi, in questo versetto Gesù ci comanda a non adoperarci, ovvero a non impegnarci, a non affaticarci, per quello che perisce.

Nel mondo intorno a noi, si vive solo per cose che periscono. Gesù ci comanda a non vivere così.

Adoperatevi per il cibo che dura in vita eterna

Ma l'insegnamento di Gesù non finisce solo qui. Ci insegna anche qual è l'unica cosa che veramente vale per cui dobbiamo adoperarci. Leggo ancora la prima parte del versetto. Di nuovo, vedo il cuore di Dio. Queste persone avevano un cuore carnale, eppure Gesù li spinge verso la salvezza. Seguite mentre leggo.

Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna... (Giovanni 6:27)

Abbiamo visto quello che Gesù intende con cibo che perisce, quello che non dobbiamo cercare. Allora, che cos'è il cibo che dura in vita eterna, quello per cui dobbiamo adoperarci?

Quello che dura in vita eterna è il perdono dei nostri peccati e la salvezza. È il fatto di essere riconciliati con Dio. Tutto quello che l'uomo può ottenere sulla terra finirà. Il perdono e la salvezza eterna sono le uniche cose che dureranno per tutta l'eternità.

È importante riconoscere che in questo versetto, Gesù fa un confronto fra adoperarsi per il cibo che perisce e adoperarsi per il cibo che dura in vita eterna. O possiamo adoperarci per l'uno, oppure possiamo adoperarci per l'altro. Non possiamo adoperarci di cuore in entrambe le direzioni. Vivere per l'uno ostacola il vivere per l'altro. Quindi, Gesù ci sta esortando a scegliere di non adoperarci per quello che perisce, ma piuttosto per quello che dura in vita eterna. Prego che possiamo comprendere l'immensa importanza di questo.

Il Figlio dell’uomo

Notate che il cibo che dura in vita eterna viene dato dal Figlio dell’uomo. Leggo ancora la prima parte del versetto 37.

Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, che il Figlio dell'uomo vi darà... (Giovanni 6:27)

Dobbiamo adoperarci per quello che dura in vita eterna, la salvezza eterna e per un rapporto sempre più stretto con Dio. Questo cibo, questa vita eterna, viene data dal Figlio dell'uomo.

Ricordate che Gesù usava il titolo Figlio dell'uomo per descrivere se stesso. Si identificava anche come Figlio di Dio. La Bibbia Lo presenta anche come il Cristo. Gesù sta dichiarando a queste persone che Egli è Colui da cui possono ricevere il vero cibo, il cibo che dura in vita eterna. Non esiste altra fonte per ricevere la vita eterna, se non solamente da Gesù Cristo.

Notiamo che da una parte, Gesù dichiara che noi dobbiamo adoperarci per questo cibo che dura in vita eterna, ma poi, dichiara che è il Figlio dell’uomo che ci dà questa vita. Cioè, dobbiamo adoperarci per questo. La vita eterna, il perdono, la riconciliazione con Dio, arrivano a chi cerca Dio con tutto il cuore. Però, allo stesso tempo, è un dono, che nessun uomo potrebbe mai meritare. È impossibile guadagnare la vita eterna. È un dono, un dono che Dio ci dà gratuitamente in Gesù Cristo, per chi lo cerca con tutto il cuore. Quindi, Gesù sta esortando loro, e sta esortando noi, a cercare la vita eterna in Lui.

A questo punto, Gesù spiega che Egli è il Cristo, dichiarando che su di Lui il Padre ha posto il Suo sigillo. Leggo tutto il versetto 37.

Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, che il Figlio dell'uomo vi darà, perché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo. (Giovanni 6:27)

Quando Gesù dichiara che il Padre ha posto il suo sigillo su di Lui, si sta presentando a loro come il Cristo, colui che Dio ha promesso al mondo già al tempo del giardino di Eden. Gesù è l'Unto di Dio, il sigillo di Dio è su di Lui. Gesù è il Cristo, il Salvatore del mondo. Gesù li esorta a cercare la vera salvezza in Lui, e poi, si presenta come il Cristo.

Gesù li esorta, ed esorta noi, ad adoperarci per il vero cibo, la vita eterna, che viene solo da Lui, come il Cristo. Prego che possiamo vedere veramente che la salvezza in Gesù Cristo è il vero traguardo della vita, l'unico traguardo che non perisce. Adoperiamoci per questo.

La loro domanda

A questo punto, Gesù aveva rimproverato queste persone perché Lo cercavano per motivi sbagliati, e aveva spiegato quello per cui dovevano adoperarsi. Le persone rispondono, chiedendo chiarimenti da Gesù. Leggo il versetto 28.

28 Gli chiesero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?". (Giovanni 6:28)

Non è chiaro se erano sinceri o no. Più avanti, vediamo che tanti non accettavano quello che Gesù aveva loro dichiarato. Quindi, non sappiamo se erano veramente desiderosi di sapere, o non sapevano che altro dire. Comunque chiedono quello che avrebbero dovuto fare. La cosa da notare è che credevano che il vero cibo che dura in eterno fosse qualcosa che si poteva guadagnare con le buone opere, con l'impegno umano. Chiedono a Gesù che cosa dovevano fare loro per compiere le opere di Dio, per avere quel cibo vero.

In altre parole, credevano di poter meritare la salvezza. Non capivano il loro bisogno di Cristo. Si ritenevano capaci di arrivare alla salvezza. In realtà, tutte le religioni del mondo insegnano che la salvezza si ottiene con il proprio impegno. Le religioni danno una serie di comandamenti su come una persona deve vivere. Insegnano che la salvezza arriva a chi vive secondo i comandamenti, o quantomeno a chi fa più bene che male. In altre parole, la salvezza è sempre qualcosa che bisogna meritare. Invece nella Bibbia Dio ci insegna che nessun uomo riesce a meritare la salvezza. Infatti, nell'Antico Testamento, Dio ha stabilito sacrifici proprio per insegnare all'uomo la gravità della sua colpa, e che l'uomo non poteva arrivare alla salvezza per mezzo delle sue opere. E per questo, i sacrifici mostravano il bisogno del Cristo come Salvatore, il vero Agnello di Dio che toglie il peccato.

Ma queste persone, pur essendo Giudei ed avendo già le Scritture, credevano che fosse possibile ottenere la vita eterna facendo delle opere buone. Se ricordate, il giovane ricco chiese a Gesù che cosa doveva fare per ereditare la vita eterna. Quindi, tanti dei Giudei credevano a questo insegnamento sbagliato.

Come ottenere la salvezza eterna

Notiamo la risposta che Gesù dà a loro, perché con la sua risposta, Gesù ci spiega come ottenere la salvezza eterna. Seguite mentre leggo il versetto 29.

29 Gesù rispose e disse loro: "Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato". (Giovanni 6:29)

Queste persone vogliono capire quello che loro devono fare per ottenere la salvezza. Gesù risponde e spiega che l'opera che Dio richiede non è quello che una persona fa, ma è credere in Gesù Cristo.

Quello che ci porta al perdono, all'essere riconciliati con Dio, ad avere la vita eterna, non è compiere tante buone opere. Non potremmo mai compiere abbastanza opere buone per meritare la salvezza. Piuttosto, il modo per ottenere la salvezza è di porre tutta la nostra fede in Gesù Cristo, e in quello che Egli ha fatto per meritare la salvezza per noi.

Il messaggio di tutta la Bibbia è che la salvezza è per fede nel sacrificio che Gesù Cristo ha compiuto sulla croce.

Quindi, credere in Colui che Dio ha mandato vuol dire credere di essere peccatori, colpevoli davanti a Dio a causa dei nostri peccati, e credere che il perdono è totalmente fondato sull'opera di Gesù Cristo.

Colui che Dio ha mandato

Loro volevano sapere quali opere dovevano fare. Gesù spiega che l'unica opera che vale è la fede in Lui.

Notate che Gesù si identifica come colui che Dio ha mandato. In questo, Gesù sta mettendo in evidenza la sua divinità. Non era un semplice uomo che era nato come tutti gli altri uomini. Gesù è stato mandato da Dio nel mondo. In quanto Figlio di Dio, esisteva da tutta l'eternità. Ad un certo punto è stato mandato a nascere come uomo per essere il Cristo. Quindi, la salvezza arriva quando una persona riconosce il suo bisogno di salvezza, riconosce che non può meritare la salvezza per merito proprio, e poi, crede in Gesù Cristo.

Questa è la vera fede. Questo è quello che serve. Il più grande peccatore sarà salvato se riconosce il proprio peccato, si ravvede, e pone veramente la sua fede in Gesù Cristo.

Ancora sfidano Gesù

A questo punto, queste persone mostrano il peccato del loro cuore. Anziché accogliere il messaggio di Gesù e riconoscere il loro bisogno di salvezza, sfidano Gesù. In un certo senso, disprezzano Gesù. Cercano di manipolare Gesù per indurLo a fare quello che vogliono loro.

Seguiamo questo avvenimento leggendo i versetti 30 e 31. Notiamo il loro grave peccato.

30 Allora essi gli dissero: "Quale segno fai tu dunque, affinché lo vediamo e ti crediamo? Che opera compi? 31 I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: "Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo"". (Giovanni 6:30,31)

Dicendo: quale segno fai tu dunque, affinché lo vediamo e ci crediamo? Che opera compi? Queste persone stanno dicendo che non credono a Gesù, e che per guadagnare la loro fiducia, Egli doveva fare altri miracoli. Poi, implicano quali miracoli vogliono: vogliono che Egli faccia altro pane per loro, vogliono che Egli provveda materialmente per loro, come aveva fatto il giorno precedente.

È molto chiaro che questa non era una richiesta fatta con un cuore puro. Loro avevano sentito dei tanti miracoli di Gesù. Il giorno precedente, avevano partecipato personalmente al grande miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Era già estremamente chiaro a loro che Gesù era da Dio, che aveva poteri divini, e quindi che la Sua parola era assolutamente affidabile. Non mancavano assolutamente le prove.

Eppure, loro implicavano che non avevano visto abbastanza per poter credere a quello che Gesù diceva. Stavano disprezzando quello che Gesù aveva già fatto. E questo, non perché mancavano le prove, ma perché volevano manipolare Gesù in modo che Egli facesse altri miracoli per loro. Stavano cercando di manipolare Gesù.

Queste persone avevano cuori malvagi. Il giorno prima volevano farlo diventare il loro re, un re comodo per loro. Ora, stavano cercando di spingerLo a fare ancora altri miracoli, non che servivano, ma per rendere la loro vita più comoda.

È chiaro quali miracoli, ovvero segni, volevano, quando loro dicevano: i nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo.

In altre parole, stanno dicendo che Mosé aveva dato ai loro antenati la manna, il pane dal cielo. Adesso, chiedono a Gesù: cosa ci darai tu, affinché possiamo credere in te. In altre parole, stavano manipolando Gesù per forzarlo a fare i miracoli che volevano loro.

Questo è malvagio. Dio non esiste per fare quello che vogliamo noi. Non dobbiamo mai cercare di manipolare Dio per fare quello che vogliamo noi. Piuttosto, dobbiamo noi umiliarci per accettare quella che è la volontà di Dio.

Quello che mi colpisce è che, nonostante questo loro grave peccato, Gesù continua a parlare con loro in modo da portarli alla salvezza. Notiamo come risponde a questa loro richiesta per più miracoli. Lui corregge il loro modo sbagliato di pensare. Leggo i versetti 32 e 33.

32 Allora Gesù disse loro: "In verità, in verità vi dico che non Mosé vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. 33 Perché il pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà vita al mondo". (Giovanni 6:32,33)

Qua, Gesù inizia dicendo: in verità in verità. Questo è un modo per mettere enfasi su quello che sta per dichiarare. Tutto quello che Gesù dichiara è assolutamente vero. Però quando inizia così, sta mettendo un'enfasi speciale su quello che poi dichiara.

Gesù ricorda a queste persone che non era Mosé che aveva dato il pane che veniva dal cielo. Era Dio. Mosé era semplicemente uno strumento, ma la potenza veniva tutta da Dio. Tramite Mosé Dio aveva dato un pane materiale, che provvedeva per i loro corpi terreni. Ma adesso, il Padre dà il vero pane che viene dal cielo. Questo pane non è un pane terreno, è il vero pane, quello di cui la manna era un tipo, un simbolo. E poi, Gesù dichiara in modo chiaro quello che è il vero pane. Il pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà vita al mondo.

Gesù è Colui che discende dal cielo. In Giovanni 3:13, Gesù aveva dichiarato a Nicodemo che era disceso dal cielo. Leggo quel versetto.

13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo. (Giovanni 3:13)

Gesù è quello che è disceso dal cielo, in più, Gesù è Colui che dà vita al mondo. Abbiamo visto in Giovanni 5 che Gesù dichiara in modo molto chiaro che Egli ha il potere di dare la vita. Questo è un potere che solo Dio ha, e Gesù Cristo ha questo potere perché è Dio.

Perciò, il vero pane è Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il Figlio dell'uomo, il Cristo, il Salvatore.

Prima Gesù aveva comandato loro di adoperarsi per il vero cibo che dura in vita eterna. Adesso, Egli dichiara di essere il vero pane che Dio dà al mondo, il pane che dà vita al mondo. In Gesù è la salvezza, in Gesù Cristo c'è la vita eterna. Non si arriva alla vita eterna per le opere. Si arriva solamente e totalmente per mezzo della fede in Gesù Cristo.

Non sappiamo dei loro cuori, ma a questo punto, le persone chiedono a Gesù di dare sempre a loro quel pane. Leggo il versetto 34.

34 Essi allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". (Giovanni 6: 34)

Conclusione

Dobbiamo andare avanti in questo brano per capire se erano sinceri o no. Ma per adesso, voglio lasciare questo brano e considerare quello che abbiamo visto finora.

Abbiamo visto che le persone cercavano Gesù per motivi terreni, per ricevere aiuto pratico. Certamente, possiamo anche chiedere a Dio per il nostro pane quotidiano, quello che serve per vivere.

Però, non dobbiamo adoperarci per quello. Non dobbiamo vivere per cose che sono terrene. Piuttosto, dobbiamo adoperarci per quello che è eterno. Dobbiamo adoperarci per quello che dura in vita eterna.
Dobbiamo porre tutta la nostra fede in Gesù Cristo, e cercare Lui.

Certamente dobbiamo compiere buone opere, ma dobbiamo sempre ricordare che la nostra salvezza è solo per mezzo della fede in Gesù Cristo, e il suo sacrificio sulla croce. La vita eterna viene da LUI, non dalle nostre buone opere.

Ascoltiamo Gesù Cristo. Crediamo in Lui. Adoperiamoci per quello che dura in vita eterna.