Aiuto Biblico

Il cieco vede e crede: come crescere nella fede

Giovanni 9

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 2 aprile 2023, – cmd dmp –

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Quanta conoscenza deve avere un credente prima di avere il coraggio di testimoniare di Gesù Cristo?

Oggi, continuando nel nostro studio dell’Evangelo di Giovanni, vedremo che un cieco arriva a vedere quel che gli altri non vedono, e che coloro che vedono in realtà non vedono. Siamo arrivati a Giovanni 9. Gesù dà la vista ad un uomo cieco, e quest'uomo comincia ad avere grande fede, e grande coraggio, pur sapendo poco di Gesù, nonostante l'opposizione forte dei Giudei, ovvero dei capi religiosi.

La prima verità che vediamo in questo brano è che Dio controlla tutto, anche il male, anche quando non comprendiamo minimamente quello che sta facendo. Qui, scopriamo che quest'uomo era nato cieco, anni prima, affinché quel giorno fossero manifestate le opere di Dio in Gesù Cristo. Quindi, leggiamo Giovanni 9:1,2, per capire come spesso abbiamo concetti sbagliati. Seguite mentre leggo.

1 E mentre passava, vide un uomo che era cieco fin dalla nascita. 2 E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: "Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?". (Giovanni 9:1,2 LND)

Questo succede quando Gesù lascia il tempio, dopo i suoi discorsi con i Giudei descritti nel capitolo 8. Notate come i suoi discepoli erano influenzati dagli errori della religione. In base a quello che avevano sentito, loro credevano che nascere con qualche malattia o problema era il risultato dei peccati dei genitori oppure della persona che nasce. La Bibbia non insegna questo. Poi, un bimbo nel grembo non potrebbe mai peccare in modo da nascere con qualche problema fisico. Se nascere con qualche malattia dovesse essere il risultato del peccato dei genitori, nessun bambino nascerebbe sano, perché tutti i genitori hanno peccato agli occhi di un Dio santo.

Il punto da notare qui è che i discepoli si basavano su quello che era comunemente creduto, anziché su quello che insegna la Parola di Dio.

Quanto è importante per noi riconoscere se quello in cui crediamo viene veramente da Dio o no.

Gesù corregge la loro dottrina sbagliata, e va oltre, e spiega proprio perché quest'uomo era nato così. Leggo il versetto 3.

3 Gesù rispose: "Né lui né i suoi genitori hanno peccato, ma ciò è accaduto, affinché siano manifestate in lui le opere di Dio. (Giovanni 9:3 LND)

Gesù dichiara che il fatto che quell'uomo era nato cieco non era dovuto al peccato. Piuttosto, era da Dio, come strumento affinché in quel giorno le opere di Dio tramite Gesù fossero manifestate. Cioè, la gravissima condizione di quell'uomo, cioè essere cieco, è stata uno strumento nelle mani di Dio per glorificare Gesù come il Cristo. Certamente, era assolutamente impossibile per quell'uomo ed i suoi genitori capirlo prima di quel giorno. Molto di quello che Dio fa non si può capire finché Dio non opera. La vita cristiana è una vita di fede. Prego che possiamo avere fede che Dio è in controllo, anche quando non comprendiamo minimamente quello che Dio sta facendo in noi.

Gesù continua, preparando i suoi discepoli a capire quello che stava per fare, aumentando così la loro fede. Abbiamo questo brano nella Bibbia per aumentare anche la nostra fede. Seguite mentre leggo i versetti 4 e 5.

4 Bisogna che io compia le opere di colui che mi ha mandato, mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare. 5 Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo". (Giovanni 9:4,5 LND)

Gesù era sulla terra in missione. E' venuto per essere la luce del mondo, e per salvare le persone dalle tenebre. Gesù aveva opere da compiere, le opere di Dio per cui era stato mandato. Prima di tutto, doveva mostrarsi come il Cristo, il Figlio di Dio. Poi, doveva compiere la salvezza con il suo sacrificio sulla croce.

Notate che Gesù dichiara che mentre era nel mondo, era la luce del mondo. Oggi, Dio opera tramite noi che siamo salvati in modo da essere proprio noi la luce del mondo, in quanto facciamo risplendere Gesù Cristo.

Avendo spiegato ai discepoli che quello che stava per fare faceva parte della sua missione, Gesù compie il miracolo che servirà come testimonianza. Gesù dà la vista a quest'uomo cieco. Leggo i versetti 6,7.

6 Dopo aver detto queste cose, sputò in terra, con la saliva fece del fango e spalmò il fango sugli occhi del cieco. 7 Poi gli disse: "Va’, lavati nella piscina di Siloe" (che significa: "Mandato"); egli dunque vi andò, si lavò e ritornò che ci vedeva. (Giovanni 9:6,7 LND)

Un piccolo ma importante commento. Negli Evangeli, vediamo che Gesù guarisce in tanti modi diversi. A volte, guarisce solamente con la parola, e immediatamente, senza toccare la persona. Altre volte, guarisce a distanza, senza neanche vedere la persona. A volte, la guarigione avviene quando qualcuno tocca Gesù con fede. A volte, la guarigione arriva quando Gesù tocca la persona. A volte avviene immediatamente, a volte dopo qualche passo di ubbidienza. È importante notare questo per capire che Dio non opera sempre nello stesso modo. Dio può operare come vuole, quando vuole. Non dobbiamo presumere che Dio opererà in noi come ha operato in qualcun altro. Dio è pienamente sovrano e può fare quello che vuole secondo la sua perfetta volontà.

Comunque, in questo caso, Gesù comanda all'uomo di fare un passo di fede, di andare alla piscina di Siloe, e di lavarsi là. Essendo cieco, questo era per lui un grande impegno. Ma l'uomo non ha esitato, andò, si lavò, e ritornò che ci vedeva. Per mezzo della sua fede, visibile nella sua ubbidienza, fu guarito da Gesù. La potenza di Gesù ha dato la vista a questo uomo nato cieco.

Questo era un grande miracolo, che mostra la potenza divina di Gesù.

La Reazione delle persone

In quell'epoca, senza la tecnologia di oggi, tutti stavano molto di più in mezzo alle altre persone. Essendo questo uomo cieco dalla nascita, era molto conosciuto nel suo quartiere. Quindi, dopo la sua guarigione, torna nel suo quartiere. Leggo i versetti 8 e 9, che descrivono la reazione delle persone che lo avevano conosciuto prima.

8 Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima cieco, dissero: "Non è questi colui che stava seduto a mendicare?". 9 Alcuni dicevano: "È lui". Altri: "Gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono proprio io". (Giovanni 9:8,9 LND)

Vedere l'uomo che tutti avevano conosciuto da anni come l'uomo cieco, e che ora vedeva, era un evidente miracolo. Chiedevano se fosse veramente lui. Alcuni rispondevano che era proprio lui. Altri negavano che fosse lui, non perché non era facile riconoscerlo, ma perché non volevano ammettere che c'era stato un miracolo. A questo punto, l'uomo, a cui Gesù aveva dato la vista, dichiara alle persone: sono proprio io!

Iniziamo a vedere qui che quest'uomo aveva grande coraggio. Nonostante nella folla non tutti erano d'accordo, l'uomo non esitava a prendere la parola e dichiarare di essere proprio lui. Tenete conto che a questo punto, Gesù non era presente con loro. Ma l'uomo sta dichiarando che veramente c'era stato un miracolo, perché mentre prima era cieco, ora vede. Le persone non capiscono, e vogliono capire meglio. Leggo i versetti 10 e 11.

10 Gli dissero dunque: "Come ti sono stati aperti gli occhi?". 11 Egli rispose e disse: "Un uomo, chiamato Gesù, ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va’ alla piscina di Siloe e lavati". Ed io vi sono andato, mi sono lavato e ho recuperato la vista". (Giovanni 9:10,11 LND)

Notate il modo in cui quest'uomo descrive Gesù. Vedremo che man mano che andiamo avanti, descriverà Gesù in modo sempre più chiaro. Qua, descrive Gesù come: un uomo chiamato Gesù. Non attribuisce a Gesù alcun titolo, dice solo “un uomo”. Spiega in senso pratico quello che Gesù aveva fatto e comandato, ed il risultato di questo miracolo era stato quello di ricuperare la vista.

A questo punto, l'uomo sapeva ben poco di Gesù. Sapeva che adesso vedeva, ma non aveva riflettuto abbastanza per capirne di più. Quanto è importante per noi riflettere su quello che Dio fa.

La folla vuole vedere Gesù per capire chi è questo uomo che può compiere un miracolo così grande. Leggo il versetto 12.

E quelli gli dissero: "Dov’è costui?". Egli rispose: "Non lo so". (Giovanni 9:12 LND)

La folla vuole conoscere quest'uomo che aveva guarito il cieco. Ma il cieco non sa dove sia.

L'uomo nato cieco condotto dai farisei

Notiamo che le persone portano quest'uomo dai farisei. I farisei avevano grande potere sul popolo, e le persone avevano timore di loro. E perciò, onde evitare qualunque problema con i farisei, queste persone portano l'uomo che aveva ricevuto questo miracolo dai farisei. Leggo il versetto 13.

Allora essi condussero dai farisei colui che prima era stato cieco. (Giovanni 9:13 LND)

Vogliono evitare problemi con le autorità religiose. Nel versetto 14, Giovanni ci dà un altro dettaglio importante. Lo leggo.

14 Ora era sabato quando Gesù fece del fango e gli aperse gli occhi. (Giovanni 9:14 LND)

Giovanni ci fa notare che era sabato quando Gesù aveva aperto gli occhi di quell'uomo. Dio aveva comandato all'uomo di riposare il sabato. I Giudei avevano inventato le loro tradizioni che andavano molto oltre quello che Dio aveva comandato. Condannavano chiunque non seguisse la loro tradizione su come osservare il sabato.

Gesù sceglieva spesso di guarire proprio di sabato, perché in questo modo, metteva in evidenza l'ipocrisia e la falsità di questi Giudei. Cioè, era molto chiaro che i miracoli di Gesù erano da Dio. Nessun uomo poteva fare quello che Dio faceva tramite Gesù. E perciò, il fatto che Gesù sceglieva di compiere miracoli proprio di sabato, mostrava che le regole di questi capi dei Giudei non erano da Dio. Teniamo questo in mente mentre andiamo avanti in questo brano.

Tornando all'uomo cieco, si trova davanti ai farisei, che vogliono capire quello che è successo. Leggo i versetti 15 e 16.

15 Anche i farisei dunque gli domandarono di nuovo come avesse recuperato la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo". 16 Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest’uomo non è da Dio, perché non osserva il sabato". Altri dicevano: "Come può un uomo peccatore compiere tali segni?". E c’era divisione tra di loro. (Giovanni 9:15,16 LND)

I farisei chiedono all'uomo di spiegare come aveva recuperato la vista. Evidentemente, le persone che hanno portato l'uomo dai farisei avevano detto loro che quell'uomo era nato cieco ed ora vedeva. Quindi, si tratta di un grande e chiaro miracolo. Per i farisei, che volevano mantenere il loro potere sul popolo, era preoccupante che qualcuno, che non era sotto la loro autorità, faceva miracoli. Quindi, interrogarono l’uomo.

Visto che l’uomo spiega ai farisei che Gesù gli aveva comandato di lavarsi, e per i Giudei lavarsi era considerato come lavorare nel giorno di sabato, secondo loro, Gesù aveva violato il sabato, e quindi, era un peccatore.

Cioè, anziché glorificare Dio per un grande miracolo, dichiaravano che l'uomo che aveva compiuto il miracolo, che noi sappiamo essere stato Gesù, non era da Dio, ovvero, era un peccatore. Il miracolo era una chiara prova che Gesù era da Dio, ma visto che andava contro la loro tradizione religiosa, dicevano che Gesù era un peccatore.

Quanto è pericoloso e grave quando usiamo il nostro metro per condannare qualcuno. Questo è molto grave, perché ci stiamo mettendo al posto di Dio. Solo Dio può stabilire i suoi comandamenti. Quanto è grave se noi stabiliamo un metro nostro su che cos'è peccato.

Notate che a questo punto, c'era una divisione tra i farisei. Alcuni riconoscevano che un miracolo come questo era da Dio. Ma vedremo che alla fine prevarranno coloro che volevano condannare Gesù.

Seconda dichiarazione: è un profeta

Il fatto che qualcuno aveva compiuto un grande miracolo turbava i farisei. Colui che aveva compiuto quel miracolo non era sottomesso a loro. E perciò, era una minaccia alla loro autorità sulle persone. Erano turbati, e così, vogliono che il cieco parli male di colui che aveva aperto i suoi occhi. Ma quest'uomo non aveva timore di loro. Sapeva che aveva ricevuto un miracolo. Risponde, dichiarando che quell'uomo, Gesù, è un profeta. Leggo il versetto 17.

17 Chiesero dunque di nuovo al cieco: "E tu, che dici di lui per il fatto che ti ha aperto gli occhi?". Ed egli disse: "E’ un profeta!". (Giovanni 9:17 LND)

Ricordate quando la prima volta quest'uomo aveva descritto Gesù, aveva detto che era un uomo chiamato Gesù. Questa volta, avendo sentito i farisei dichiarare che era un peccatore, afferma con grande coraggio che è un profeta. Ricordate che per i Giudei, dire che qualcuno è un profeta era un immenso onore, significava che quella persona era molto più vicina a Dio di tutti gli altri. Nessuno dei farisei era minimamente un profeta. Quindi, quest'uomo sta dichiarando che l'uomo che lo aveva guarito era molto più vicino a Dio di quei farisei. Che grande coraggio in quest'uomo, un coraggio dovuto alla sua fede. Lui era convinto che colui che lo aveva guarito era da Dio.

I farisei sono ancora più turbati. Il fatto che quest'uomo che aveva ricevuto un grande miracolo affermava che Gesù è un profeta, creava un grande rischio per questi Giudei. Se quest'uomo fosse andato in giro testimoniando del miracolo che aveva ricevuto, e che Gesù è un profeta, tanti avrebbero creduto. I Giudei non possono permetterlo. Perciò, fanno quello che facciamo anche noi quando pecchiamo: vogliono negare quello che è ovvio. Leggo i versetti 18-23.

18 Ma i Giudei non credettero di lui che egli fosse stato cieco e avesse riacquistato la vista, finché ebbero chiamato i genitori di colui che aveva riacquistato la vista. 19 E chiesero loro: "E’ questo il vostro figlio che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?". 20 I suoi genitori, rispondendo loro, dissero: "Noi sappiamo che costui è nostro figlio e che è nato cieco, 21 ma come ora ci veda, non lo sappiamo, ne sappiamo chi gli abbia aperto gli occhi; domandatelo a lui; egli è adulto, parlerà lui stesso di sé". 22 Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che se uno avesse riconosciuto Gesù come il Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. 23 Perciò i suoi genitori dissero: "È adulto, chiedetelo a lui". (Giovanni 9:18-23 LND)

I Giudei vogliono negare che c’era stato questo grande miracolo. Non c'era la possibilità di negarlo, ma quando si vuole andare contro la verità, si arriva a commettere tanti peccati. Perciò, chiamano i genitori di quest'uomo, e mettono pressione su di loro, implicando che in realtà il figlio non era nato cieco, cercano di far loro negare la verità.

I genitori non possono negare che egli è il loro figlio, né che era nato cieco. Lo dichiarano ufficialmente. Però, hanno timore di spiegare come erano stati aperti i suoi occhi. Perciò, rifiutano di spiegarlo scaricando la responsabilità al figlio.

L'autore Giovanni spiega che questo avveniva perché i genitori avevano paura dei Giudei. I Giudei avevano già stabilito che avrebbero scomunicato chiunque avrebbe riconosciuto Gesù come il Cristo.

È importante per noi capire che in quell'epoca, in Israele, appartenere a quella religione era una condizione importantissima della vita. Era l'unica religione, quindi essere espulso avrebbe fatto sì che una persona sarebbe stata allontanata da quasi tutti.

È anche importante notare che avevano stabilito questa regola perché era molto ovvio che Gesù è il Cristo. I miracoli di Gesù ed il suo insegnamento rendevano chiaro che Egli è il Cristo. Al battesimo di Gesù la voce di Dio aveva parlato dal cielo dichiarando che Gesù è suo Figlio. Questi Giudei avevano grande timore che il popolo riconoscesse questa grande verità, perché avrebbero perso tutto il loro potere sul popolo. Perciò, cercavano di ostacolare il diffondersi della notizia che Gesù è il Cristo.

Fratelli e sorelle, non possiamo ostacolare l'opera di Dio. Nessun uomo può ostacolare quello che Dio fa. Quando noi pecchiamo, spesso vogliamo bloccare l'opera di Dio. Non ci riusciremo mai, ed in questo caso, ci metteremo a combattere contro Dio stesso.

Mi colpisce la fede che quest'uomo aveva nel fatto che era stato Dio ad operare, tanto da mostrare coraggio davanti a questi Giudei. Invece i suoi genitori non avevano quella fede, e perciò non avevano quel coraggio. Prego che possiamo noi avere vera fede in Dio, per avere il coraggio di parlare delle verità anche quando c’è il rischio che ci costerà caro.

Questi Giudei erano ormai quasi disperati. Avevano un gran paura che la notizia di questo miracolo, che provava che Gesù è il Cristo, si sarebbe sparsa. Perciò, per la terza volta chiamarono l'uomo che aveva ricevuto questo miracolo, cercando di forzarlo a condannare Gesù. Ma quest'uomo non ha timore degli uomini. Ha solo timore di Dio. Leggo i versetti 24-25.

24 Essi dunque chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: "Da’ gloria a Dio; noi sappiamo che quest’uomo è peccatore". 25 Egli allora rispose e disse: "Se sia peccatore, non lo so; ma una cosa so, che prima ero cieco e ora ci vedo". (Giovanni 9:24,25 LND)

Ricordate che questi Giudei avevano grande autorità nella società. Abbiamo già visto che le persone ne avevano grande timore. E così, comandano a quest'uomo di condannare Gesù, che è il significato di quello che dicono. Mettono una grande pressione su quest'uomo per poter condannare Gesù. Ma quest'uomo rifiuta il loro ordine. Rifiuta di condannare Gesù. Piuttosto, dichiara ancora di più la grandezza del miracolo che Gesù aveva compiuto, affermando pubblicamente che prima era cieco, ed ora, grazie a quello che aveva fatto Gesù, ci vedeva. Loro volevano che condannasse Gesù, invece egli rende più evidente il miracolo che Gesù aveva compiuto.

Prego che la nostra fede in Gesù Cristo possa essere tale da far avere anche a noi questo livello di coraggio.

I Giudei non vogliono accettare questa chiara testimonianza del miracolo. Cercano di spingere l'uomo a dire qualcosa che possano manipolare. Ma l'uomo non ha timore di loro. Sa che Gesù gli aveva dato la vista. Seguite mentre leggo i versetti 26-27.

26 E gli chiesero di nuovo: "Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?". 27 Egli rispose loro: "Io ve l’ho già detto e voi non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?". (Giovanni 9:26,27 LND)

Quest'uomo aveva capito che Gesù è da Dio. Ormai era evidente che questi Giudei volevano in qualche modo screditare Gesù. Ma quest'uomo non aveva timore. Perfino chiede se volevano diventare discepoli di Gesù. Cioè, stava mostrando loro che il miracolo che Gesù aveva compiuto era così grande che sarebbe stato logico per loro diventare suoi discepoli, visto che si presentavano come uomini di Dio.

La loro reazione è un brutto peccato che a volte è anche il nostro peccato. Quello che quest'uomo dichiara era palesemente giusto. Era chiaro che Gesù aveva compiuto un grande miracolo, un miracolo che nessun uomo poteva fare. Era chiaro che Gesù era da Dio. Questi Giudei sapevano che la notizia di questo grande miracolo avrebbe portato tanti altri a credere in Gesù. Però non potevano negare quello che quest'uomo dichiara. Quest'uomo dichiarava solo la verità, e non c'era modo di negare la verità.

E allora, che cosa fanno? Che cosa fanno non potendo negare la chiara verità che quest'uomo affermava? Fanno quello che a volte facciamo anche noi. Disprezzano duramente quest'uomo. Leggo i versetti 28-29.

28 Essi perciò l’ingiuriarono e dissero: "Tu sei suo discepolo; ma noi siamo discepoli di Mosè. 29 Noi sappiamo che Dio ha parlato a Mosè; ma quanto a costui non sappiamo da dove venga". (Giovanni 9:28,29 LND)

Quando camminiamo nel peccato, e la nostra posizione non è giusta, e non riusciamo a contraddire quello che dice qualcuno, spesso, cadiamo in questo brutto peccato di disprezzare l'altra persona. Prego che possiamo vedere quanto è brutto questo peccato.

In realtà, quello che loro dicono per disprezzare quell'uomo, dichiarando che quell'uomo è un discepolo di Gesù, in realtà per lui, è un onore. Grazie a Dio, quello che loro intendono come una forma di disprezzo, stava diventando una meravigliosa verità. Quell'uomo stava diventando un vero discepolo di Gesù. Che benedizione se le persone ci accusano di essere fanatici perché viviamo veramente per Gesù Cristo. Prego che vivremo per Cristo così.

Questi uomini religiosi si vantano di essere discepoli di Mosé. Ma in realtà non stavano seguendo Mosé. Quando dicono che non sanno da dove viene Gesù, è un modo per dire che Gesù non viene da Dio. Stavano dichiarando che Gesù era falso. Questo nonostante Gesù avesse fatto questo chiaro miracolo che dimostra che è da Dio. Quando siamo nel peccato, non vogliamo ammettere quello che è chiaro.

Andando avanti, vediamo il grande coraggio di quest'uomo, fondato su quella che stava diventando una grande fede in Gesù. Quello che mi colpisce è che quest'uomo non sapeva quasi niente di dottrina. Ma era stato convinto dalla persona di Gesù Cristo. Seguite mentre leggo i versetti 30-33.

30 Quell’uomo rispose e disse loro: "Ebbene, è molto strano che voi non sappiate da dove venga; eppure egli mi ha aperto gli occhi. 31 Or noi sappiamo che Dio non esaudisce i peccatori, ma se uno è pio verso Dio e fa la sua volontà, egli lo esaudisce. 32 Dal principio del mondo non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi ad un cieco nato. 33 Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto fare nulla". (Giovanni 9:30-33 LND)

Che fede forte! Che coraggio. Che esempio per noi!

Quest'uomo semplice, perché essendo cieco è chiaro che non aveva studiato, quest'uomo semplice dichiara con fermezza che il miracolo che Gesù aveva compiuto dimostra che è da Dio. Dichiara con grande franchezza che è ovvio che Gesù non è un peccatore. Rende chiaro che loro stavano rifiutando la chiara evidenza del miracolo. È per questo dice che è strano che non sanno da dove viene Gesù, perché il miracolo dimostra che Gesù viene da Dio. Perciò, in modo estremamente chiaro quest'uomo semplice dice a questi grandi uomini religiosi che Gesù è chiaramente da Dio. Rende evidente il loro peccato.

Ricordate che quest'uomo aveva iniziato dichiarando che Gesù è un uomo, poi aveva detto che è un profeta, e ora, afferma che è da Dio. Man mano che va avanti, comprende sempre di più chi è Gesù.

Ed è così per noi. Quando uno crede in Gesù, spesso ha ancora poca conoscenza di Gesù. Ma man mano che va avanti conosce Gesù sempre di più.

La risposta dei Giudei

L'uomo a cui Gesù aveva dato la vista aveva perfettamente ragione, e non era possibile contraddirlo. Tutto quello che aveva detto era chiaramente vero. Perciò, non riuscendo a contraddire quest'uomo, lo disprezzano per screditare quello che dice. Leggo il versetto 34.

34 Essi risposero e gli dissero: "Tu sei nato completamente nei peccati e vuoi insegnare a noi?". E lo cacciarono fuori. (Giovanni 9:34 LND)

Visto che quell'uomo aveva insegnato loro la verità, ma non volevano accettare la verità, lo disprezzarono per screditare quello che diceva. Anche noi, quando siamo nel peccato, e non possiamo contraddire qualcuno, disprezziamo l'altra persona. Che brutto peccato!

Quando dice che lo cacciarono fuori, significa che lo hanno scomunicato, al punto che non poteva più partecipare a nessuna attività organizzata dalla loro religione. Egli sapeva che questi Giudei avevano quel potere, eppure non aveva avuto timore. Quest'uomo è un esempio di fede e di coraggio.

Quest'uomo aveva capito che Gesù è da Dio. Ancora non capiva molto di più. Perciò, Gesù lo trova e si rivela a lui. Quando Dio inizia una buona opera, la porta a compimento. I versetti 35-38 sono estremamente incoraggianti. Ci rivelano il cuore di Gesù Cristo. Seguite mentre leggo questi versetti.

35 Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori e, trovatolo, gli disse: "Credi tu nel Figlio di Dio?". 36 Egli rispose e disse: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". 37 E Gesù gli disse: "Tu l’hai visto, ed è proprio colui che ti sta parlando". 38 Allora egli disse: "Io credo, Signore"; e l’adorò. (Giovanni 9:35-38 LND)

Gesù aveva iniziato un'opera in quest'uomo, facendo in modo che l'uomo avesse fede in Lui. Adesso, porta avanti la sua opera, rivelando all'uomo la sua identità. È importante per noi capire che quasi mai Gesù rivelava quello che ha rivelato in questa occasione, e cioè che è il Figlio di Dio.

Vediamo che quest'uomo aveva grande fede in Gesù. Gesù gli chiede se crede nel Figlio di Dio. La sua risposta dimostra che avendo piena fede in Gesù, era pronto a credere qualunque cosa che Gesù avrebbe detto.

E perciò, Gesù afferma in modo chiaro che Egli è il Figlio di Dio.

Dio rivela le verità a noi in base a quello che noi accettiamo di cuore. E qui, vediamo che Gesù, vedendo la grande fede di quest'uomo, gli rivela la sua vera identità.

Come risponde quest'uomo? Egli risponde con fede, adorando Gesù Cristo. Ricordate che i Giudei sapevano che era assolutamente vietato adorare chiunque tranne Dio. Perciò, il fatto che Gesù accoglie la sua adorazione dimostra che Gesù è Dio incarnato.

Gesù parla con tutti

A questo punto Gesù si rivolge alla folla e parla con queste persone, mostrando, a coloro che si vantavano di essere uomini di Dio, il loro peccato. Leggo il versetto 29.

Poi Gesù disse: "Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi". (Giovanni 9:39 LND)

Gesù dichiara che è venuto nel mondo per fare un giudizio. Affermando che è venuto nel mondo, sta dicendo che è venuto dal cielo, mostrando così la sua divinità. E poi, è venuto per fare un giudizio, presentandosi come il giudice del mondo. Anche qua, sta parlando della sua divinità.

Il giudizio di Gesù è di operare affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi. Di che cosa si tratta? La risposta è nei versetti 40 e 41. Ascoltate mentre li leggo.

40 E alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste cose e gli dissero: "Siamo ciechi anche noi?". 41 Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo”, perciò il vostro peccato rimane”. (Giovanni 9:40,41 LND)

I Giudei capivano quello che Gesù stava dicendo. E Gli chiedono se fossero ciechi. La risposta di Gesù rivela il metro di Dio nel giudicare gli uomini.

Effettivamente, Gesù dichiara che chi è cieco non ha il peccato. In altre parole, chi riconosce di essere nelle tenebre, ovvero nel peccato, e quindi cieco, può essere perdonato per poi vedere veramente. Quindi chi sa di essere un peccatore, si ravvede e crede in Gesù, viene perdonato e non ha più peccati. Arriva a vedere.

Ma chi rifiuta di vedere il proprio peccato, e vuole vedersi giusto per merito proprio, quindi chi crede di vedere, rimane nelle tenebre. È cieco. Quella persona rimane nel peccato.

In altre parole, Gesù sta dichiarando che chi si riconosce come peccatore bisognoso di Gesù Cristo, viene perdonato e non è più sotto condanna. Invece chi crede di essere giusto per merito proprio, rimane nel peccato e non accetta le verità di Dio.

Conclusione

Quante lezioni importanti ci sono in questo brano! Ricordiamo che Dio è in controllo di tutto, anche di quello che sembra essere un male. Dio aveva fatto nascere quest'uomo cieco, per salvarlo e per glorificare Gesù. Dio è in controllo della tua e della mia vita.

In questo brano, abbiamo visto che anche con poca conoscenza, quest'uomo aveva grande fede. Essendo cieco fino a quel giorno, non aveva mai letto la Bibbia. Eppure, aveva grande fede. O che possiamo noi fidarci di Dio come faceva lui.

Abbiamo visto che quest'uomo è un esempio di cosa vuol dire non temere gli uomini. Prego che anche noi possiamo seguire il suo esempio, e non vergognarci mai di Cristo.

Abbiamo visto che appena aveva capito chi è Gesù, fu subito pronto ad adorarlo. O che possiamo avere quel cuore!

Abbiamo anche visto dei peccati da evitare. Abbiamo visto che i suoi genitori avevano timore degli uomini. Questo è un grave peccato. Abbiamo visto che quando era chiaro che l’uomo aveva ragione, anziché accettare la verità, i Giudei lo attaccavano. Questo è un brutto peccato. Prego che lo riconosceremo, e se lo faremo, che lo confesseremo pienamente.

Infine, vediamo che Gesù si è rivelato a quest'uomo. Gesù si è rivelato anche a noi. O che possiamo trovare grande gioia che Dio ci ha aperto gli occhi per vedere Gesù come il Cristo, il nostro Salvatore. Eravamo ciechi, per grazia, ora vediamo. Proclamiamo la luce ad altri.