Aiuto Biblico

Chi è l'uomo in Romani 7:14-25?

Romani 7:14-25

Sermone di Marco de Felice, www.Aiutobiblico.org per mercoledì 27 agosto 2014, – cmd dmp –
Descrizione: La vita cristiana è un duro combattimento contro la carne. È importante capire se è un combattimento che possiamo vincere, o se siamo destinati a fallire. Capire correttamente Romani 7:14-25 è fondamentale per capire come combattere la propria carne. Questo studio può aiutarti!
parole chiave: Romani 7; il combattimento contro la carne, responsabilità per il peccato....

Romani 7:14-25

Ora, siamo pronti ad iniziare a capire il nostro brano, Romani 7:14-25. Prima di iniziare, è importante capire che in greco, si può usare il tempo presente per quello che in realtà era il passato. Quindi, il fatto che Paolo parla al presente in sé non vuol dire che sta parlando del presente. Infatti, leggendo quello che scrive diventa chiaro che la condizione che egli descrive non è quella di un credente.

Presente Storico

In Greco, è normale usare quello che è chiamato il “presente storico” per descrivere un evento passato in modo drammatico. Cioè, quando si racconta di un avvenimento passato, per rendere più forte la descrizione, si può usare il presente, anche applicato in parti di un brano scritto al passato.

Visto lo scopo del presente storico, lo si trova principalmente nei quattro Evangeli, nei passi di narrativa più drammatica. In realtà, viene usato molto spesso, soprattutto in Matteo, Marco e Giovanni. Lo si trova in Matteo 93 volte, in Marco 151 volte, in Luca 9 o 11 volte, e in Giovanni, 162 volte. Il presente storico viene usato negli Evangeli più di 400 volte. Però, quasi sempre, in Italiano viene tradotto con il passato. Quindi, di solito, il lettore non sa che è presente storico.

Viene usato sia con il passato che con l'imperfetto, perché i brani in cui viene trovato sono brani che si riferiscono al passato. Viene usato per rendere più drammatico quello che viene raccontato.

Esempio di Presente Storico, da Giovanni 20:1-8 (la storia della risurrezione di Gesù). Il contesto di questo brano è tutto passato. Basta leggere Giovanni 19, e vediamo che Giovanni sta scrivendo al passato. E anche il resto di Giovanni 20 è scritto al passato, come anche Giovanni 21.

Però, in certi versetti, per rendere più drammatico quello che scrive, Giovanni usa il presente storico.

Leggiamo questi versetti in Giovanni 20, notando quando Giovanni usa il presente storico. Notate che in Italiano, viene tradotto con il passato. Questa è stata una scelta dei traduttori. Lo fanno quasi sempre, però, nei pochi casi che lo traducono con il presente, il lettore, non conoscendo la grammatica greca, presume che si tratti di un presente normale.

Esempio di Giovanni 10:1-8

Vedere fondo studio

Romani 7:14-23

Torniamo ora a Romani 7.

Abbiamo già visto che nel capitolo 6, ed anche nei primi versetti del capitolo 7, Paolo sta parlando al passato. Questa è una chiara indicazione che il presente usato nei versetti 7:14-23 è un presente storico.

Inoltre, abbiamo visto che molto di quello che Paolo dichiara in Romani 6 e 7:1-13 è il contrario di quello che dichiara in Romani 7:14-23.

Leggiamo questo passo, e poi notiamo alcuni punti chiave.

“14 Infatti noi sappiamo che la legge è spirituale, ma io sono carnale, venduto come schiavo al peccato. 15 Giacché non capisco quel che faccio, perché non faccio quello che vorrei, ma faccio quello che odio. 16 Ora, se faccio ciò che non voglio, io riconosco che la legge è buona. 17 Quindi non sono più io ad agire, ma è il peccato che abita in me. 18 Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo. 19 Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 20 Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. 21 Io scopro dunque questa legge: che volendo fare il bene, in me è presente il male. 22 Infatti io mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo interiore, 23 ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24 O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25 Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.” (Romani 7:14-25 LND)

Prima di tutto, nel v.14, notate che Paolo dichiara che egli è carnale, venduto come schiavo al peccato. egli sta descrivendo una condizione in cui egli è carnale e schiavo del peccato. Nella versione più recente della Nuovo Diodati, è tradotto “venduto al peccato". Il verbo greco qui tradotto come venduto è un verbo che vuol dire venduto come schiavo. Non è il verbo che si traduce normalmente come vendere. Perciò, è corretto scrivere “venduto come schiavo al peccato”. Quindi in questo versetto Paolo descrive una condizione in cui è schiavo del peccato.

Però, abbiamo letto in Romani 6:17 che ERAVAMO schiavi del peccato. Era una condizione passata, prima della salvezza. Poi, il 6:18 dichiara chiaramente che siamo stati liberati dal peccato, e siamo stati fatti schiavi della giustizia. Questa verità è ripetuta ancora nel 6:22.

Quindi, quello che Paolo dichiara nel v.14 non rispecchia la condizione di un vero credente. Non rispecchia quello che aveva detto poco prima nel capitolo 6.

Poi, nel versetto 18, dichiara che in lui non abita alcun bene. Dichiara che non riesce a compiere il bene. Paolo sta dichiarando che è impossibile per lui compiere il bene. Questa è la vita di uno che cammina secondo la carne. Lui chiarisce che questo è il senso nel v.19, in cui dichiara che lui fa il male. Paolo sta descrivendo la vita di uno che non fa il bene, e fa solamente il male. È molto importante capire le verità in questi versetti. Paolo dichiara che NON fa il bene, fa solo il male. In altre parole, persiste nel peccato. Cammina continuamente nel peccato. Descrive uno che cammina secondo la carne, e non secondo lo Spirito.

Può un credente vivere così?

Leggo 1Giovanni 2:3-6. Anche 1Giovanni 3:6.

“3 E da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice: "Io l’ho conosciuto," e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. 5 Ma chi osserva la sua parola, l’amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui. 6 Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch’egli come camminò lui.” (1 Giovanni 2:3-6 LND)
“Chiunque dimora in lui non pecca chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto.” (1 Giovanni 3:6 LND)

Tenete in mente che in Romani 7:18 e 19 Paolo descrive una condizione in chi pecca continuamente, quindi, cammina secondo la carne, mentre leggiamo Romani 8:1,2.

“1 Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito, 2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.” (Romani 8:1-2 LND)

Qui, Paolo guidato dallo Spirito Santo dichiara che i veri credenti, coloro che sono in Cristo Gesù, non camminano secondo la carne, ma secondo lo Spirito. Questo è esattamente il contrario di quello che egli descriveva come la sua condizione nei vv.14-25.

Qua, in Romani 8:2, dichiara che è stato liberato dalla legge del peccato e della morte. Essendo in Cristo, non cammina più secondo la carne.

Egli ripete questo anche nel v.4. Leggo dal v.3 a 4.

“3 Infatti ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, 4 affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito.” (Romani 8:3-4 LND)

Notate alla fine del v.4 che lui, parlando di se stesso e tutti gli altri credenti, dichiara che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito. Tutti i veri credenti non camminano secondo la carne. L'uomo nel vv.14-25 cammina secondo la carne. Quindi, quell'uomo non è ancora credente.

Egli continua questo discorso nei versetti 5 e 6.

“5 Infatti coloro che sono secondo la carne volgono la mente alle cose della carne, ma coloro che sono secondo lo Spirito alle cose dello Spirito. 6 Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace.” (Romani 8:5-6 LND)

Di nuovo, sta facendo un confronto tra quelli che vivono secondo la carne e quelli che vivono secondo lo spirito. Anche qua, vediamo che l'uomo descritto nei versetti 14-25 è ancora morto nei suoi peccati.

I versetti 7 ed 8 sono una dichiarazione importante. Li leggo.

“7 Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo. 8 Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio.” (Romani 8:7-8 LND)

La mente controllata dalla carne non è sottomessa alla legge di Dio, e neppure può esserlo. Quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. Questo è proprio l'uomo che Paolo descrive in Romani 7:19, che fa solamente il male. È il contrario di quello che abbiamo letto in Romani 6:12-14, che leggo ancora.

“12 Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze. 13 Non prestate le vostre membra al peccato come strumenti d’iniquità, ma presentate voi stessi a Dio, come dei morti fatti viventi, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. 14 Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia.” (Romani 6:12-14 LND)

La vita di un credente è una vita che può piacere a Dio, e deve piacere a Dio. Questo fatto esclude completamente la possibilità che l'uomo descritto in Romani 7:14-25 sia un credente.

Romani 8:9 rende ancora più chiara questa verità. Ve lo leggo.

“Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui.” (Romani 8:9 LND).

Ogni vero credente ha lo Spirito Santo, e quindi non è più nella carne. L'unica altra alternativa è di non essere in Cristo, ovvero di non essere salvato. Visto che l'uomo in Romani 7:14-25 è nella carne, non è ancora in Cristo.

Romani 8:10,11 potrebbe sembrare difficile da capire, ma se andiamo avanti ai versetti 12,13, il suo significato diventa chiaro. Leggo Romani 8:10-13.

“10 Se Cristo è in voi, certo il corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustizia. 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che risuscitò Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali mediante il suo Spirito che abita in voi. 12 Perciò, fratelli, noi siamo debitori non alla carne per vivere secondo la carne, 13 perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete.” (Romani 8:10-13 LND)

Uno potrebbe pensare, leggendo il v.10, che il corpo è morto, e quindi si continua a peccare. Però, i vv.12 e 13 rendono chiaro che una tale interpretazione è impossibile per un vero credente. Nel v.12, leggiamo categoricamente che non siamo debitori alla carne, per vivere secondo la carne, infatti, chi vive secondo la carne morirà, ovvero sarà punito eternamente. Invece, chi per mezzo dello Spirito fa morire le opere della carne vivrà. Un vero credente non cammina secondo la carne, come fa l'uomo in Romani 7:14-23.

Romani 8:14 conclude questo pensiero con una dichiarazione importante e preziosa.

“Poiché tutti quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio sono figli di Dio.” (Romani 8:14 LND)

Le verità nei vv.15-17 non servono per comprendere Romani 7:14-25, però, sono così preziose che voglio leggerle.

“15 Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: "Abba, Padre" 16 Lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio. 17 E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati.” (Romani 8:15-17 LND)

Chi è in Cristo può chiamare Dio Padre. Chi è in Cristo ha lo Spirito Santo che testimonia che è un vero figlio di Dio, e non solo figlio, ma coerede di Gesù Cristo. Chi è salvato è condotto dallo Spirito di Dio, e quindi, non dalla carne.

Applichiamo tutto questo

A questo punto, credo che sia molto chiaro a ciascuno di voi che l'uomo che Paolo descrive in Romani 7:14-25 è Paolo stesso, non è un credente. Paolo sta descrivendo se stesso prima della salvezza. Usa il presente storico per rendere drammatica la sua condizione, ma dovremmo capire che è il presente storico, e tradurlo al passato, come viene fatto in quasi ogni altro brano.

Grazie a Dio, la descrizione che Paolo dà di quell'uomo non si applica assolutamente ad un credente. Questo lo abbiamo visto chiaramente nelle dichiarazioni in Romani 6 ed anche in Romani 8. Certamente, dobbiamo combattere il peccato, ma grazie al fatto che siamo condotti dallo Spirito, e siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato, la descrizione in Romani 7:14-23 non è la nostra condizione!

A Chi Si Riferisce Paolo

Allora, a chi si riferisce Paolo in Romani 7:14-23?

Sembrerebbe che Paolo sta descrivendo quel periodo in cui lo Spirito Santo aveva iniziato a mostrargli per la prima volta il suo peccato. A quel punto, Paolo voleva tanto ubbidire alla legge di Dio, visto che adesso la capiva più correttamente. Invece, anziché seguire la legge, si rendeva sempre più conto che non era capace di rispettarla. Riconobbe di essere schiavo del suo peccato. Era morto nel suo peccato. Voleva tanto ubbidire a Dio, voleva seguire la legge di Dio, ma non era capace. Solamente quando uno arriva a questo punto può veramente vedere Cristo come Salvatore.

Torniamo ora a Romani 7, per sentire come Paolo conclude questo passo, che descrive la sua condizione prima di essere salvato. Leggo Romani 7:22-25.

“22 Infatti io mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo interiore, 23 ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24 O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25 Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.” (Romani 7:22-25 LND)

Paolo era miserabile, infatti, dichiara nel versetto 24: "O miserabile uomo che sono!" Avendo capito la sua condizione, Paolo era aggravato dal suo peccato, era aggravato dalla sua condizione spirituale, dal fatto di essere morto nei suoi peccati! Capiva di essere schiavo del peccato e della sua carne, e voleva la liberazione, la liberazione che egli non poteva ottenere per conto suo.

Leggo ancora dal v.24.

“24 O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25 Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.” (Romani 7:24-25 LND)

Chi libera un peccatore dal corpo di morte è solamente uno, il Salvatore, Gesù Cristo il Signore!

Ed infatti, Paolo inizia Romani 8:1 con il participio "ora". Ora, ora che egli è in Cristo Gesù, ora è stato liberato dalla legge del peccato e della morte. Ora, come abbiamo già visto, non devi più camminare secondo la carne, ma secondo lo Spirito! Ora, in Cristo, Paolo non era più miserabile! Ora, aveva profonda gioia, e comanda ogni vero credente a rallegrarsi, ovvero, gioire, nel Signore.

Perché Romani 7:14-25?

Perché Paolo ha scritto Romani 7:14-25? In Romani 6, 7 e 8, egli sta descrivendo la salvezza in confronto alla vita prima della salvezza. Questo brano descrive la condizione di uno che viene svegliato dallo Spirito Santo per riconoscere la propria condizione.

Alcuni credono che in Romani 7:14-25 Paolo descrive un credente. Prego che avete capito che non è così, grazie a Dio. Però, vorrei considerare perché è così importante capire questo brano correttamente, e non solo importante, ma anche una buonissima notizia per noi che siamo salvati, ed è anche una buona notizia per chi sta cercando la salvezza.

Noi che siamo salvati, siamo in guerra contro la nostra carne. Per esempio, in Galati 5:16-18 leggiamo:

“16 Or io dico: Camminate secondo lo Spirito e non adempirete i desideri della carne, 17 la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l’una all’altra, cosicché voi non fate quel che vorreste. 18 Ma se siete condotti dallo Spirito, voi non siete sotto la legge.” (Galati 5:16-18 LND)

C'è in noi una guerra fra la carne e lo spirito. In Romani 6:12 abbiamo letto che non dobbiamo più lasciare regnare in noi il peccato. Questo implica che dobbiamo combattere la nostra carne.

Però, la notizia meravigliosa che abbiamo capito in Romani 6,7, e 8 è che la vittoria è possibile! Infatti, la vittoria è sicura per ogni vero credente.

È importante notare che in Romani 7, la battaglia è fra la persona e la carne, la legge di Dio e la legge del peccato. In quel combattimento, la carne vince.

Invece in Romani 6 il contrasto è fra la grazia e la legge. In Galati 5 il contrasto é fra la carne e lo Spirito Santo in noi. In entrambi questi casi, è la grazia di Dio e lo Spirito Santo, che hanno la vittoria, e quindi noi abbiamo la vittoria con essi.

Quindi, Buona Notizia

Perciò, a te che sei credente, voglio darti la buona notizia che in Gesù Cristo, non sei più schiavo del peccato. Tu puoi avere vittoria su ogni peccato! Non sei più schiavo del tuo peccato, sei stato liberato dal tuo peccato!

Certamente, dobbiamo combattere contro il peccato. La Bibbia è piena di esortazioni di camminare in santità, e di spogliarci del peccato, per rivestirci con un comportamento nuovo. Però, ci insegna che questo è possibile, ora che siamo in Cristo.

Non dobbiamo mai credere che non è possibile superare un peccato. In Cristo, siamo stati liberati dal peccato. Siamo stati liberati dal potere del peccato su di noi! Ora, siamo liberi dal peccato, e schiavi della giustizia di Dio!

O credente, non credere la menzogna che il peccato è più grande di te. Non credere la menzogna che tu non puoi superare un peccato. In Cristo, tu puoi avere la vittoria, in Cristo tu puoi superare ogni peccato!

Per Chi Sta Cercando Cristo

Ho anche una parola per chi sta cercando Gesù Cristo. Tu non puoi arrivare alla salvezza con il tuo impegno, perché tu sei schiavo del tuo peccato! Però, se tu riconosci questo, se riconosci che tu sei morto nel tuo peccato, se riconosci che tu sei un uomo miserabile a causa della tua condizione, allora ti puoi porre la domanda che Paolo si poneva: chi mi libererà da questo corpo di morte?

La risposta è unica, la risposta è Gesù Cristo il Signore! Gesù Cristo può liberarti dal tuo peccato, Gesù Cristo può salvarti completamente! Rivolgiti a Gesù Cristo, ravvedendoti dal tuo peccato, credendo in Gesù Cristo, e tu sarai salvato!

Prego che ogni credente possa vivere la vittoria sul peccato che abbiamo in Cristo, possa vivere camminando per lo Spirito Santo, possa vivere la vita vittoriosa e gioiosa che Cristo Gesù ci ha acquistato con la sua croce e risurrezione!

Greco: Presente Storico
Giovanni 20:1-8

“1 Or il primo giorno dopo i sabati, al mattino quando era ancora buio, Maria Maddalena andò(va) al sepolcro e vide(vede) che la pietra era stata rimossa dal sepolcro.

1 τη δε μια των σαββατων μαρια η μαγδαληνη ερχεται <2064> (5736) {V-PNI-3S} πρωι σκοτιας ετι ουσης <1510> (5723) {V-PAP-GSF} εις το μνημειον και βλεπει <991> (5719) {V-PAI-3S} τον λιθον ηρμενον <142> (5772) {V-RPP-ASM} εκ του μνημειου

2 Allora andò(corre) di corsa da Simon Pietro e dall’altro discepolo che Gesù amava e disse(dice) loro: "Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’abbiano posto".

2 τρεχει <5143> (5719) {V-PAI-3S} ουν και ερχεται <2064> (5736) {V-PNI-3S} προς σιμωνα πετρον και προς τον αλλον μαθητην ον εφιλει <5368> (5707) {V-IAI-3S} ο ιησους και λεγει <3004> (5719) {V-PAI-3S} αυτοις ηραν <142> (5656) {V-AAI-3P} τον κυριον εκ του μνημειου και ουκ οιδαμεν <1492> (5758) {V-RAI-1P} που εθηκαν <5087> (5656) {V-AAI-3P} αυτον

3 Pietro dunque e l’altro discepolo uscirono fuori e si avviarono al sepolcro.

3 εξηλθεν <1831> (5627) {V-2AAI-3S} ουν ο πετρος και ο αλλος μαθητης και ηρχοντο <2064> (5711) {V-INI-3P} εις το μνημειον

4 Correvano tutti e due insieme, ma l’altro discepolo corse avanti più in fretta di Pietro e arrivò primo al sepolcro.

4 ετρεχον <5143> (5707) {V-IAI-3P} δε οι δυο ομου και ο αλλος μαθητης προεδραμεν <4390> (5627) {V-2AAI-3S} ταχιον του πετρου και ηλθεν <2064> (5627) {V-2AAI-3S} πρωτος εις το μνημειον

5 E, chinatosi, vide(vede) i panni di lino che giacevano nel sepolcro, ma non vi entrò.

5 και παρακυψας <3879> (5660) {V-AAP-NSM} βλεπει <991> (5719) {V-PAI-3S} κειμενα <2749> (5740) {V-PNP-APN} τα οθονια ου μεντοι εισηλθεν <1525> (5627) {V-2AAI-3S}

6 Arrivò(arriva) anche Simon Pietro che lo seguiva, entrò nel sepolcro e vide(vede) i panni di lino che giacevano per terra,

6 ερχεται <2064> (5736) {V-PNI-3S} ουν σιμων πετρος ακολουθων <190> (5723) {V-PAP-NSM} αυτω και εισηλθεν <1525> (5627) {V-2AAI-3S} εις το μνημειον και θεωρει <2334> (5719) {V-PAI-3S} τα οθονια κειμενα <2749> (5740) {V-PNP-APN}

7 e il sudario, che era stato posto sul capo di Gesù; esso non giaceva con i panni, ma era ripiegato in un luogo a parte.

7 και το σουδαριον ο ην <1510> (5707) {V-IAI-3S} επι της κεφαλης αυτου ου μετα των οθονιων κειμενον <2749> (5740) {V-PNP-ASN} αλλα χωρις εντετυλιγμενον <1794> (5772) {V-RPP-ASN} εις ενα τοπον

8 Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, vide e credette.

8 τοτε ουν εισηλθεν <1525> (5627) {V-2AAI-3S} και ο αλλος μαθητης ο ελθων <2064> (5631) {V-2AAP-NSM} πρωτος εις το μνημειον και ειδεν <3708> (5627) {V-2AAI-3S} και επιστευσεν <4100> (5656) {V-AAI-3S}

Spiegazione codice delle lettere

P (PAI, PNI, PAP: ) Presente, (Presente Atttivo Indicativo, Presente deponente Indicativo, Presente Attivo Participo)

R: (RPP) Perfetto

I: (IAI, INI, ecc) Imperfetto

A: AAI, 2AAI, Aorista (usato in greco per il passato)

Romani 7:1-13 è nel passato, i vv.14-23 usano presente storico.

Quindi, possiamo leggerli nel passato, come quasi sempre nel NT.