Aiuto Biblico

Nessuna condanna

Romani 8

Sermone di Marco de Felice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 3 agosto 2016, – cmd dp –
Descrizione: Non c’è alcuna condanna per chi è veramente in Cristo, anche quando cadiamo.
parole chiave: condanna, salvezza, giustificazione, giustificati, perdono.

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Intro

Immaginate una nazione dove la punizione per un reato era una punizione estremamente severa. Ci sono ancora alcuni paesi così. Altro che le prigioni di oggi dove c'è un bel clima, una bella dieta, c'è la sala della biblioteca, e la palestra. No. In quella prigione i prigionieri vivevano in condizioni atroci, e terribili. Non avevano neanche i letti. Al massimo un po' di paglia umida piena di insetti e di vermi. Il cibo pieno di muffa, di insetti e di vermi. Durante il giorno c’è un duro lavoro forzato con le catene alle gambe. Tutto il giorno bisogna spaccare rocce con la mazza, e se prendevano un attimo per respirare venivano frustati. Immaginate che questa è la situazione. È un posto terribile, dove tanti soffrono per anni, vengono frustati e alla fine muoiono.

Un uomo che conosce bene la condizione delle carceri, magari è stato lì dentro e dopo un anno è riuscito a scappare ed ha cambiato identità, va lontano da quel posto, dove non lo conoscono. Ma il suo peccato, la sua cattiveria è così forte, che ricomincia a commettere reati per i quali si rischia l'ergastolo.

Un giorno viene preso proprio quando commette un grave reato e ci sono anche i testimoni. Viene portato davanti al giudice ed è terrorizzato, perché facendo delle indagini scoprono chi è lui e che era scappato da un carcere. Quelli che scappano vengono trattati dieci volte peggio e lui lo sa. Che terribile sentire la parola: “condannato”, perché sa che è colpevole. Sa che non c'è nulla che potrebbe dire in tribunale che potrebbe cambiare le circostanze. Sa che questa volta lo metteranno con tripla catena e sarà impossibile scappare.

Quando Dio salva una persona, gli apre gli occhi e gli fa capire che è colpevole, lo Spirito Santo convince del peccato e del giudizio e la persona capisce di essere colpevole, non ci sono scuse. Non c'è scampo. È colpevole. C'è il giudizio ed è condannato, ma non all'ergastolo. Peggio. Condannato alla morte per l'eternità. Ma quale morte? La morte seconda.

La morte seconda viene descritta in Apocalisse 20 e 21 come un lago di fuoco. Leggiamo di questo in Apocalisse 20 e 21.

“Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda.” (Apocalisse 20:14 LND)
“Ma per i codardi, gl’increduli, gl’immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda".” (Apocalisse 21:8 LND)

Il nostro peccato è un’abominazione a Dio. Il nostro orgoglio e quello che il mondo innalza. Il mondo innalza l'orgoglio e il mondo innalza una bella donna che fa capire di essere una bella donna. Il mondo innalza chi è furbo. Il mondo innalza il peccato e Dio odia il peccato. Un peccatore non può stare nella presenza di Dio.

“4 perché tu non sei un Dio che prende piacere nell’empietà; con te non può dimorare il male. 5 Quelli che si gloriano, non potranno reggere davanti ai tuoi occhi; tu hai in odio tutti gli operatori d’iniquità.” (Salmo 5:4-5 LND)

In inglese c'è un detto: “Dio odia il peccato ma ama il peccatore”. È un detto, ma abbiamo appena letto, “tu hai in odio tutti gli operatori di iniquità”. C'è un aspetto che Dio odia, ed ha un'ira eterna riservata, per chiunque è un peccatore.

Si vede Cristo

Nella salvezza, lo Spirito Santo convince del peccato e del giudizio, fa capire qualcosa di questa ira di Dio, ma poi dimostra la giustizia che c'è in Gesù Cristo. Mostra non solo l'odio che Dio ha, ma l'amore che Dio ha, l'amore di Dio per i peccatori. Apre gli occhi per far capire la gravità del peccato e della condanna eterna.

Non c’è salvezza senza prima riconoscere il peccato e il giudizio per il peccato.

Quando uno vede il peccato, poi vede Dio come bello e desiderabile. Vorrebbe smettere di peccare, ma non riesce. Sente il peso del suo peccato. Vorrebbe Dio, ma sa di essere sotto condanna.

Questa era la condizione che Paolo descrive in Romani 7:14-24

“14 Infatti noi sappiamo che la legge è spirituale, ma io sono carnale, venduto al peccato. 15 Poiché non capisco quel che faccio, perché non faccio ciò che voglio, ma faccio ciò che odio. 16 Ora, se faccio ciò che non voglio, confermo che la legge è buona. 17 Quindi non sono più io a farlo, ma è il peccato che abita in me. 18 Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo. 19 Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 20 Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. 21 Io scopro dunque questa legge: che volendo fare il bene, in me è presente il male. 22 Infatti io mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo interiore, 23 ma vedo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24 O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?” (Romani 7:14-24 LND)

Questo è un uomo a cui lo Spirito Santo ha aperto gli occhi per vedere il peccato, ma non ha ancora visto Cristo. È angosciato ed aggravato, perché sa di essere sotto condanna ma non c'è perdono. Poi Dio porta la persona a vedere Cristo come Salvatore e come Chi ha preso la condanna sulla croce, l'ira per quel peccato e per quella vita di peccato che quella persona aveva compiuto.

Quando una persona vede Cristo, in questa condizione che Paolo ha appena descritto, aggravato e schiacciato sotto il peso del peccato, e vede Cristo come chi ha preso quel peccato ed ha pagato Lui il debito, che cuore ha quella persona? Ha una gioia incredibile ed ha anche un grande amore.

In Apocalisse quando Cristo scrive alle sette chiese e scrive alla chiesa di Efeso dice: “avete tante cose belle, ma avete perso il vostro primo amore.” Primo amore, quello che uno ha quando capisce che è condannato ma che Gesù ha pagato per i suoi peccati. Capendo questo suscita un grande amore nel suo cuore. Ed è importante che quell'amore non diminuisca ma cresca man mano che vede sempre di più.

La salvezza produce un cammino di santità

Quando Dio salva una persona, toglie la sua condanna e paga per tutti i suoi peccati, ma non solo. Quando Dio salva una persona, dona a quella persona un nuovo cuore. Una persona che è veramente salvata ha un nuovo cuore e non cammina più nel peccato come prima.

Leggo da Geremia 31, poi 32. qui Dio parla di Israele ma fa la stessa cosa in noi.

“33 "Ma questo è il patto che stabilirò con la casa d’Israele dopo quei giorni" dice l’Eterno: "Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34 Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: Conoscete l’Eterno! perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande," dice l’Eterno. "Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato".” (Geremia 31:33-34 LND)

Tutti mi conosceranno. Tutti quelli che vengono salvati, perché Dio darà loro un cuore nuovo legato a lui. Dio dice che scriverà la sua legge nel loro cuore.

“39 Darò loro un solo cuore, una sola via, perché mi temano per sempre per il bene loro e dei loro figli dopo di loro. 40 Farò con loro un patto eterno: non mi ritirerò più da loro, facendo loro del bene, e metterò il mio timore nel loro cuore, perché non si allontanino da me.” (Geremia 32:39-40 LND)

“… metterò il mio timore nel loro cuore”. Quando Dio salva, cambia il cuore della persona. La persona non è solo una persona perdonata che deve cercare di ubbidire per conto suo. No, la persona ha un nuovo cuore. Questo è quello che Dio fa quando salva una persona e perdona i suoi peccati. Quella persona diventa, al momento della salvezza, una nuova creatura. Paolo dichiara questo in 2Corinzi 5:17.

“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove.” (2Corinzi 5:17 LND).

Se uno è in Cristo, è una nuova persona. Non è la persona vecchia che deve cercare di camminare al meglio. No, è una nuova persona e ha un nuovo cuore. Può ancora peccare, ma ha un cuore nuovo. Infatti ha un cuore nuovo che produrrà dall'inizio della vera salvezza un cammino di santità. La Bibbia è molto chiara che il cammino di un vero credente è un cammino di ubbidienza. Avere comunione con Dio è un'altra descrizione dell'essere salvato. 1Giovanni 1:6,7.

“6 Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità; 7 ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.” (1Giovanni 1:6-7 LND)

Chi cammina nelle tenebre non ha Cristo. Questo chiarisce molto di tanti credenti che non sono veri credenti. Dicono di avere Cristo ma continuano a vivere nelle tenebre anche parzialmente. Infatti ci sono delle sette che non predicano per nulla la salvezza, dove le persone abbandonano certi peccati per far parte della setta, e passano da una vita di dissolutezza ad una vita morale, ma non sono per niente salvati. No, la vera salvezza produce un cammino nella luce, non più nelle tenebre.

Però, cadiamo

Questo è chiaro, però, c'è un problema. È un problema immenso. Da una parte è vero che un vero credente cammina nella luce e non cammina più nelle tenebre come prima, però, ognuno di noi che è salvato sa benissimo che cadiamo. Per quanto possiamo desiderare un cammino di assoluta santità, e se siamo salvati lo vogliamo, ma spesso, senza alcun preavviso, cadiamo nel peccato. Per quanto possiamo stare (e dobbiamo) in guardia a non peccare, a volte il nostro peccato esce dal nostro cuore.

Io sono convinto che Dio gestisce la nostra vita e i vari avvenimenti della vita per suscitare il nostro peccato. Non per causarlo ma per far uscire quello che c'era nel cuore. Questo perché il mezzo principale della santificazione è essere schiacciati dalle prove in modo che il peccato che è ancora dentro di noi esca. Infatti quella persona non reagirà quando va tutto bene. Reagirà quando c'è qualche provocazione che rivela a quella persona credente il suo peccato che non aveva riconosciuto. Quindi se ti senti schiacciato è perché tu hai bisogno di essere santificato. Abbiamo tutti bisogno di essere santificati. Abbiamo tutti prove e le prove sono i mezzi che Dio usa per farci vedere il nostro peccato.

Come stai reagendo alle prove? Stai vedendo il tuo peccato e confessando il tuo peccato per essere progressivamente santificato? O stai peccando di più? Il fatto è che noi, per quanto non camminiamo più nelle tenebre, cadiamo nelle tenebre.

Abbiamo letto in 1 Giovanni 1:6 che:

“6 Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità; 7 ma se camminiamo nella luce,

allora siamo salvati.

Ora passo al versetto successivo che dichiara:

“Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.” (1Giovanni 1:8 LND)

Quindi, lui ha appena detto che un vero credente non continua a camminare nelle tenebre ma cammina nella luce. Lui ha detto questo chiaro e tondo. Nei versetti 6-7 dice che un vero credente cammina nella luce. Qui nel versetto 8, subito dopo, dice:

“Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.” (1Giovanni 1:8 LND).

Vuol dire che non è neanche salvato. Quindi è molto importante capire la distinzione. Un vero credente non cammina più nelle tenebre. È altrettanto vero che un vero credente cade nelle tenebre a volte spesso.

Quindi voglio considerare quello che succede al nostro cuore e ai nostri pensieri quando cadiamo e non guardiamo a Dio. Se siamo salvati, cosa succede quando cadiamo, e caduti nel peccato smettiamo di guardare a Dio?

La nostra coscienza ci aggrava

Spesso, quando cadiamo nel peccato, e sto parlando di chi è salvato e quindi ha lo Spirito Santo, siamo molto aggravati dalla coscienza. Cioè, se siamo salvati comprendiamo qualcosa della santità di Dio. Altrimenti non siamo salvati. Altrimenti dall'inizio non sentiamo il peso del peccato. Comprendiamo qualcosa del peccato come un'abominazione a Dio. Comprendiamo che il peccato merita la morte eterna. Se tu sei salvato, tu lo sai. Se tu non comprendi questo, non sei salvato. Non puoi essere salvato se non capisci che si merita l'inferno, altrimenti Gesù non sarebbe il Salvatore.

“Infatti il salario del peccato è la morte... .” (Romani 6:23 LND).

Se uno è salvato, sa di aver peccato. Anche dopo la salvezza uno sa di meritare la morte e di meritare l'inferno. Il credente sa per conto suo di meritare l'inferno. Se uno guarda solo fino a quel punto, il peso del peccato lo distrugge, lo schiaccia, e non riesce più a ad alzarsi. Se uno pensa alla santità di Dio e pensa a tutte le volte che è caduto nello stesso peccato, pensa di non poter più chiedere perdono perché lo ha chiesto troppe volte. Pensa di prendere in giro Dio.

Allora ci sono dei casi in cui uno prende Dio in giro, però un credente vero ed umile può avere questi pensieri che non sono veri. Quello di non poter più chiedere perdono perché lo ha chiesto troppe volte, crede che sia impossibile tornare a Dio. C'è un brano che ci aiuterà a capire che quando uno torna a Dio, Dio perdona ancora e ancora. Dio è pronto a perdonare. 1 Giovanni 1:9

9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Non c'è scritto con condizioni. Devo confessare in modo serio, ma dice: se io confesso, anche se ho confessato mille volte.

Un altro brano in Matteo 18:21-22

21 Allora Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?» 22 E Gesú a lui: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Questo vuol dire un numero infinito, senza contare. A volte arriviamo a credere che non possiamo tornare a Dio. Quasi ogni vero credente è arrivato a questo punto, di credere di non riuscire, di pensare che il peccato è troppo grave o di aver peccato troppe volte, e quindi non si sente di tornare a Dio. Questo purtroppo è normalissimo.

Quando abbiamo questi pensieri, quando siamo così schiacciati, aggravati, paralizzati dalla paura che pensiamo di non poter tornare a Dio, è una vita terribile. È una vita senza pace.

Come possiamo uscire da un peso così terribile? La risposta sta nell'aggrapparci non ai nostri pensieri, ai nostri ragionamenti, ma alle verità che Dio ci dichiara nella Parola.

Non vi è alcuna condanna

Vorrei iniziare con una verità meravigliosa, una verità che logicamente non ha alcun senso. Questa verità è una verità preziosa. È una forma di dichiarazione, di promessa meravigliosa che abbiamo per sostenerci quando i dubbi ci assillano. Si trova in Romani 8:1-2. Questa verità vale più di qualunque tesoro umano. Vale più di avere la famiglia, più della buona salute, più di ricchezze, e più di una lunga vita. Questa verità vale più di tutto. Meglio perdere tutto e tutti e avere questa verità che è preziosa ed anche potente. Seguite mentre leggo Romani 8:1,2.

“1 Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito, 2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.” (Romani 8:1-2 LND)

Quando uno è in Gesù Cristo, che vuol dire che cammina secondo lo Spirito, nella luce e non nelle tenebre, non c'è più alcuna condanna per quella persona.

Allora, ricordate che in 1Giovanni abbiamo letto che nonostante camminiamo nella luce, continuiamo a peccare. Dobbiamo capire questo. È fondamentale.

Un vero credente cammina nella luce, ma pecca e cade. Ma non c'è più alcuna condanna, anche quando un vero credente cade, perché la condanna è già stata pagata. Finché siamo in questa carne, su questa terra, cadremo. Dio volendo, sarà progressivamente sempre meno. Dio volendo, ci saranno certi peccati dove avremo vittoria totale. La piena santificazione riguarda ogni angolino della vita, quindi è giusto e normale per un vero credente avere vittoria totale su certi peccati e poi, su certi altri peccati. Ma poi, Dio ne rivela altri, che magari per uno giovane nella fede sono sciocchezze, ma per uno che sta andando avanti, non sono sciocchezze. Cadremo.

Però, per quanto un vero credente cade, la condanna anche per quei peccati è già stata pagata, perché quando Dio salva una persona, Cristo paga per i suoi peccati passati, presenti e futuri. Perciò se è in Cristo, non c'è più alcuna condanna. È perdonato.

Il brano continua e dichiara:

2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte.

Quindi, quella persona che è in Cristo, è eternamente libera dalla condanna per il suo peccato, perché la sua condanna è stata già pagata. Dio non chiude gli occhi al peccato. Dio punisce.

Adesso essendo giustificati in Cristo, avendo ricevuto il vero perdono e essendo dichiarati giusti dal giudice, ci porta alla meravigliosa verità che troviamo in Romani 5:1,2

“1 Giustificati dunque per fede abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, 2 per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio.” (Romani 5:1-2 LND).

Non c'è più condanna perché siamo giustificati in Gesù Cristo e avendo ricevuto la giustizia siamo in pace con Dio!

Fermatevi a pensare: noi siamo nati nel peccato. Abbiamo ereditato un numero innumerevoli di peccati, e abbiamo aggiunto a questi peccati altri gravi peccati contro Dio. E noi, grazie al perdono, la giustificazione di Cristo Gesù, siamo in pace con Dio che odia gli operatori di iniquità. Siamo in pace con Dio! In piena, completa pace con Dio!

Quando parliamo di pace nella vita cristiana, non è principalmente la pace che sento nel cuore. Quello è un frutto secondario. È la pace con Dio che posso sentire o non sentire. È una condizione legale. Posso non capire che ho pace con Dio, ma non cambia che io ho pace con Dio.

Vi rendete conto cosa vuol dire essere in pace con Dio? State pensando a questo? Il mondo spesso parla della pace, ma la pace del mondo non vale quasi niente. La pace del mondo è l'assenza di guerra. Non è minimamente paragonabile ad essere in pace con Dio. Se serve, è meglio essere in inimicizia con tutto il mondo, ma in pace con Dio.

Il mondo ci odierà come ha odiato il nostro Signore. Noi non siamo amici del mondo. Chi è amico del mondo non è in Cristo. Infatti se tu sei molto approvato dal mondo, c'è qualcosa che non va in te, perché se noi siamo luce, il mondo noterà la luce e il mondo non ama la luce di Dio. Non parlo di individui, ma sto parlando in generale. Essere in pace con Dio è la cosa più importante della nostra vita. Vale più della famiglia, della salute, del lavoro, del ministero, vale più di tutto essere in pace con Dio.

È l'unico modo di essere in pace con Dio. C'è un solo modo, ed è di essere giustificati per mezzo di Gesù Cristo ed avere la nostra condanna pagata, non perché siamo buoni e bravi, ma perché Cristo ha pagato.

E se siamo in pace con Dio, possiamo gloriarci e vantarci nella speranza della gloria di Dio. Vuol dire che vedremo e godremo la gloria di Dio, non perché siamo bravi, non perché camminiamo bene, ma perché Cristo ha pagato per noi.

Essendo in pace con Dio, perché siamo giustificati per mezzo di Gesù Cristo, siamo salvati dall'ira di Dio come leggiamo in Romani 5:9.

“Molto più dunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.” (Romani 5:9 LND).

Per mezzo di Gesù Cristo siamo salvati dall'ira. Quell'ira non ci toccherà più. Ha già toccato Cristo al nostro posto, e visto che Dio ha già punito il nostro peccato in Cristo, Dio non può punirci due volte perché è giusto.

Avendo pace con Dio, abbiamo Dio dalla nostra parte. Quando Dio ci salva, ci apre gli occhi a capire la Bibbia. Ricordate: “Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché sono follia per lui…” (1Corinzi 2:14 LND) Noi possiamo capire perché Dio ci ha aperto gli occhi. Cominciamo a leggere la Bibbia a capire delle verità meravigliose che non avremmo mai potuto capire per conto nostro, perché non sono cose visibili che si vedono. Cominciamo a capire che Dio ci ha salvati, perché prima di salvarci, Dio aveva scelto di salvarci e ci ha attirato a sé. Ci ha salvati perché Dio ci ha predestinati non solo alla salvezza sulla terra, ma alla piena salvezza.

Leggiamo una descrizione della salvezza in Romani 8:28-30. Questa è una descrizione della salvezza prima della fondazione del mondo e nell'eternità futura.

“28 Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento. 29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. 30 E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.” (Romani 8:28-30 LND).

Quando Dio salva, giustifica quella persona in Cristo Gesù, ma non solo a quel punto per quella persona non c'è più alcuna condanna. Poi Dio inizia la sua opera di santificazione per portare quella persona ad essere glorificata con Cristo.

Allora, quando siamo in Cristo, siamo amati da Dio. In Romani 8 diceva dei credenti, “coloro che amano Dio”. “Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo.” (1Giovanni 4:19 LND) Un vero credente ama Dio ma non come dovere. Un vero credente ama Dio perché vede l'amore di Dio.

Ed essendo amati da Dio c'è un'altra verità molto grande, meravigliosa e preziosa che possiamo godere.

Pensiamo a quegli uomini in quel carcere che ho descritto all'inizio. Un giorno arriva il capo delle carceri e chiama quell’uomo “scappato” e condannato. Quello “scappato” va da lui e gli dà una lettera che era stata mandata dal re. L’uomo la prende, la apre e legge:

“Io, il sovrano re della nazione, dichiaro di condonarti. Domani mattina arriveranno i miei soldati per portarti fuori e ti porteranno a vivere nel palazzo, perché ho anche scelto di adottarti come figlio.”

Allora, quest’uomo deve ancora passare una giornata nel carcere e deve ancora dormire lì quella notte, sulla paglia piena di insetti, ma avendo questo documento sigillato ufficialmente dal re, come sarà il suo cuore? Se pensa a quello che è scritto in quella lettera e sa che è vera, come sta il suo cuore? È molto disturbato dalla paglia? Se passasse anche un mese, non sarebbe disturbato. È tanto disturbato da quell'ultima cena che mangerà lì dentro? Non gli pesa niente. Ha gioia per la verità che è scritta in quella lettera,

Voglio leggere una verità nella lettera che Dio ci ha mandato: Romani 8:31-39. Abbiamo appena letto in Romani 8:28-30 che Dio ci ha predestinati, chiamati, giustificati e glorificati.

“31 Che diremo dunque, circa queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32 Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui? 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34 Chi è colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, e inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi, 35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà l’afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? 36 Come sta scritto: "Per amor tuo siamo tutto il giorno messi a morte; siamo stati reputati come pecore da macello". 37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti io sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né potenze, né cose presenti, né cose future, 39 né altezze, né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.” (Romani 8:31-39 LND)

Qual'è la verità a cui dobbiamo aggrapparci? Dobbiamo capire che certamente è fondamentale camminare nella luce. Non c'è vita cristiana se scelgo di camminare nelle tenebre. Un vero credente cammina nella luce. Chi dice di essere credente ma continua a camminare nelle tenebre inganna se stesso, dice 1 Giovanni.

Però, per quanto è necessario camminare nella luce, è anche vero che ogni vero credente cade. Dio ci sta santificando. Dobbiamo impegnarci in questo, ma Dio è all'opera in noi. Non arriveremo alla perfezione totale finché siamo in questo corpo, cadremo, ma quando cadiamo dobbiamo ricordare che siamo accettati da Dio, non perché camminiamo bene. Dio non ci accetta perché camminiamo bene, perché non camminiamo mai bene abbastanza. Dio ci accetta, non perché siamo bravi, perché non siamo mai bravi o buoni abbastanza. C'è sempre del peccato. C'è sempre qualche motivazione dentro di noi che non è pura, ma siamo accettati da Dio perché siamo accettati in Gesù Cristo, perché siamo giustificati in Gesù Cristo.

Voglio ripetere questo, perché è la verità più importante della vita cristiana. Noi siamo accettati da Dio, non perché camminiamo bene, ma perché Gesù Cristo ha pagato la nostra condanna. Il nostro accesso a Dio non è mai in base a quanto bene stiamo ubbidendo a Dio. Il nostro accesso a Dio al nostro meglio, come al nostro peggio, è perché abbiamo Gesù Cristo come il nostro Sommo Sacerdote, come la nostra giustizia, come il nostro Avvocato.

Quindi, quando sei assillato da pensieri, che ti fanno pensare che forse non puoi più avvicinarti a Dio, perché hai peccato troppo, e non hai più accesso al trono di Dio, quando questi pensieri falsi ti entrano nella testa, riconosci che sono falsi perché ti stanno facendo pensare che il tuo accesso dipende da te. Non abbiamo mai accesso a Dio perché camminiamo bene, perché altrimenti sarebbe dovuto al nostro merito, ma nessuno potrebbe meritare accesso a Dio tre volte santo. Noi abbiamo accesso a Dio unicamente, totalmente ed eternamente per mezzo di Gesù Cristo che ha pagato una volta per sempre sulla croce la nostra condanna. Questo è il nostro accesso a Dio, Gesù è la nostra giustizia!

Quindi serve ricordare che ho peccato e ho bisogno di perdono, ma se confesso i miei peccati Dio è fedele e giusto, vado a Lui, anche se mi vergogno, vado a Gesù, che è il mio Avvocato, è il mio Sommo sacerdote, morto una volta per sempre per me. Io vado non perché merito, ma vado perché quel sacrificio era così puro, così perfetto e sufficiente. Anche per questo, io non merito, ma Lui ha meritato per me, e il suo merito supera il mio peccato. Infatti “… dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata” (Romani 5:20 LND). Certamente riconoscere che sono in Cristo mi spinge a camminare in santità. Ma io prego che quando riconosciamo che non abbiamo merito in noi ad andare a Dio, ma abbiamo merito in Cristo, ci spingerà anche ad avere un'immensa pace in Dio.

Voglio incoraggiare ogni vero credente a meditare su questa verità. Il modo di avere pace nel cuore è riconoscere che abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo. Il modo di avere pace nel cuore è di confessare i nostri peccati. Non posso avere pace nel cuore quando ho peccato non confessato.

Prego che vedremo che non c'è più alcuna condanna per quelli che camminano secondo lo spirito, ma cadono nel peccato. Prego che vedremo che non c'è alcuna condanna perché la condanna anche per il mio peccato di oggi è già stata pagata sulla croce in Gesù Cristo.

Che possiamo vedere questo, gioire in questo, lodare Dio per questo, ringraziare Dio per questo e avvalerci di questo libero accesso. Questo vuol dire che quando cadiamo, non restiamo nel peccato. Andiamo subito a Dio per essere di nuovo perdonati e per tornare a camminare nella luce. Grazie a Dio che Cristo Gesù ha pagato la nostra condanna, abbiamo pace con Dio.

Che questa meravigliosa e preziosa verità possa darci grande pace, mentre camminiamo nella luce, aspettando il ritorno dal nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo.