Aiuto Biblico

Aspetti della vita cristiana - parte 1

Galati 6:1-8

sermone di Leonardo Bevilacqua, www.AiutoBiblico.org per domenica, 17 dicembre 2023
Descrizione: La vita cristiana è un cammino. Come dobbiamo camminare in modo che piace a Dio? Dio stesso che lo spiega in questa prima parte di Galati 6.
parole chiave: ristabilire, portare i pesi, sostegno economico, seminare, carne, Spirito

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Introduzione

La vita cristiana è un cammino, giorno per giorno, un passo dopo l’altro, verso l’eternità con Dio.

Ma, come dobbiamo camminare nella vita cristiana? Ovvero, Dio come vuole che camminiamo?

Queste domande sono estremamente importanti, sono fondamentali. E il nostro Buon Padre celeste non ci lascia da soli, con il dubbio, a cercare di indovinare come dobbiamo vivere. Piuttosto, Lui ci dà una chiara guida per capire come dobbiamo camminare, in modo che possiamo essere benedetti e sicuri camminando nella Sua via.

In questo vediamo il cuore pieno di amore che Dio ha per noi.

Stiamo studiando l’epistola ai Galati, e siamo arrivati verso la fine del libro, al capitolo 6. In questo capitolo Paolo ci parla di vari aspetti che riguardano la vita cristiana, e ci spiega come dobbiamo vivere in questi campi.

Quindi, mentre studiamo Galati 6, ascoltiamo con un cuore aperto quello che Dio ha da dirci in questo capitolo, tramite Paolo, in modo che possiamo vivere camminando nelle vie di Dio in ogni campo della vita.

Ristabilire chi cade

La vita cristiana è un cammino. E in questo cammino cadiamo tutti. È triste, ma è la verità.

La domanda è: come dobbiamo fare quando qualcuno cade nel peccato? Dobbiamo lasciarlo così? Dobbiamo criticarlo? Dobbiamo aiutarlo? Se sì, come? E poi, se sì, CHI può aiutarlo? Sono domande importanti. E il nostro Padre celeste ci dà la risposta qua all’inizio del capitolo 6. Seguite mentre leggo.

“1 Fratelli, se uno è sorpreso in qualche fallo, voi che siete spirituali, ristabilitelo con spirito di mansuetudine. Ma bada bene a te stesso, affinché non sii tentato anche tu.” (Galati 6:1 LND)

In questo brano Paolo ci spiega cosa bisogna fare quando un credente viene sorpreso in qualche fallo, ovvero, quando qualcuno cade nel peccato e altri riconoscono la sua caduta. Il senso di “essere sorpreso” è che qualcuno nota che un altro è caduto nel peccato. Infatti, più avanti nel versetto troviamo il comandamento di ristabilire chi è sorpreso in qualche fallo, il che implica che è già caduto.

Per cui, questo brano non ci sta insegnando, in alcun modo, di vivere come se fossimo la polizia, cercando di “beccare” qualcuno appena pecca. Piuttosto, il senso qua è di notare quando qualcuno cade nel peccato, per poterlo ristabilire.

CHI deve intervenire

Quando un credente cade è importante ristabilirlo, che vuol dire aiutarlo a vedere il suo peccato e a tornare sulla via di Dio. Questo fa parte dell’amore cristiano.

Però, non tutti devono svolgere questo compito. Il brano dichiara: “voi che siete spirituali”, implicando chiaramente che non tutti sono spirituali. Allora, cosa vuol dire essere spirituale?

Essere spirituale riguarda il cammino di un credente, ed è il contrario di essere carnale. Descrive una vita in cui si vede molto di Cristo nella persona. Riguarda quello che abbiamo visto in Galati 5, ovvero il camminare per lo Spirito. Chi è spirituale cammina seguendo attentamente lo Spirito Santo, in ogni campo della vita. Si lascia condurre dallo Spirito e non cammina secondo la carne. Perciò, essere spirituale descrive una vita di santità e di ubbidienza a Dio.

Questo descrive CHI deve rialzare chi cade: solo coloro che sono spirituali.

COME bisogna intervenire

Poi, leggiamo di COME bisogna aiutare chi viene trovato in qualche peccato. Rileggo il versetto 1. Notate COME bisogna aiutare chi cade.

“1 Fratelli, se uno è sorpreso in qualche fallo, voi che siete spirituali, ristabilitelo con spirito di mansuetudine. Ma bada bene a te stesso, affinché non sii tentato anche tu.” (Galati 6:1 LND)

Qui Paolo parla di come bisogna aiutare chi cade nel peccato. E dice che bisogna ristabilire la persona “con spirito di mansuetudine”. Chi interviene per ristabilire uno che è caduto, deve avere uno spirito di mansuetudine. Avere uno spirito di mansuetudine riguarda il cuore e l’atteggiamento con cui si va dalla persona. Serve un cuore mansueto, con pace, con umiltà, ma anche con franchezza e timore di Dio. Questo è il cuore che Dio comanda di avere in questi casi. Chi è spirituale, ha questo cuore.

Bada bene...

Solo chi è spirituale può ristabilire chi è caduto, ma in realtà, anche per un credente spirituale è pericoloso aiutare altri a vedere i loro peccati. Per chi dà questo aiuto c’è il grande rischio di cadere. Perciò, il versetto ci dà anche un forte avvertimento. Nell’ultima parte del v1, Paolo dice:

“… Ma bada bene a te stesso, affinché non sii tentato anche tu.” (Galati 6:1b LND)

Ristabilire chi è caduto è molto importante, ma anche molto rischioso. Chi svolge questo compito ha il rischio di essere trascinato anche lui nel peccato e cadere anche lui. Ecco perché devono essere solo i spirituali che svolgono questo compito, perché essendo fermi nella fede, e avendo molto di Cristo, sono meno a rischio di cadere.

Ma aiutare altri a vedere i loro peccati porta con sé anche un altro rischio per chi lo fa, che è il rischio di credere di essere superiori, di essere forti in sé stessi, e perciò, il rischio di essere tentati con l’orgoglio.

Perciò, chi svolge questo compito deve “badare bene”, cioè deve stare sempre molto in guardia. Cosa vuol dire in pratica? Come si fa?

Per poter “badare bene”, per poter stare in guardia, è fondamentale ricordare la nostra capacità di cadere e le nostre cadute passate. Questo ci aiuta a rimanere umili e sobri, e ci fa badare bene per non essere tentati.

Portare i pesi gli uni degli altri

A questo punto, Paolo passa ad un altro argomento e parla di come dobbiamo appoggiarci gli uni gli altri, e di che concetto dobbiamo avere di noi stessi. Questo è molto importante per ciascuno di noi.

Ciascuno di noi ha pesi che deve portare nella propria vita. Ci sono i pesi quotidiani, ma ci sono anche periodi della vita in cui i pesi che abbiamo sono molti di più, oppure sono molto più pesanti. Oppure, ci sono dei periodi in cui siamo più deboli, e allora un peso che normalmente sarebbe abbastanza leggero diventa molto pesante.

Come dobbiamo vivere gli uni con gli altri quando abbiamo questi pesi?

Paolo ce lo spiega nel versetto 2. Ve lo leggo.

“2 Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.” (Galati 6:2 LND)

Portare i pesi gli uni degli altri è una parte fondamentale dell’amore gli uni per gli altri. Portare i pesi gli uni degli altri è un modo in cui mostriamo amore e compassione al nostro prossimo, ed è un modo di portare frutto nella vita dei nostri fratelli e sorelle.

“Portare i pesi” in questo contesto significa proprio prendere e portare il peso di qualcun altro.

La parola che viene tradotta come “pesi”, in questo contesto descrive un qualcosa di particolarmente pesante che grava sulla vita di un credente. È interessante notare che Paolo usa due parole diverse in questo versetto, e nel versetto 5. Infatti, nel v5, la parola tradotta come “fardello”, in greco è la parola che veniva usata per il carico delle navi, e in senso spirituale descrive il “carico”, o il peso, che ogni credente ha da portare, giorno per giorno nella propria vita.

Perciò, confrontando le due parole, i pesi di cui Paolo parla nel v2 non sono i pesi quotidiani, ma sono i pesi particolari, quelli più pesanti del normale, che ci affliggono in momenti o periodi particolari della vita. Ma possono essere anche pesi “normali” solo che arrivano in un periodo di debolezza, per cui sentiamo il loro peso molto più di quanto un credente forte lo sentirebbe. Dio dà sempre il giusto a ciascuno.

Ciascuno di noi ha pesi nella propria vita. Ciascuno di noi ha questi momenti, o periodi, in cui ci sentiamo schiacciati e crediamo di non farcela. Anche in questi momenti è fondamentale che teniamo gli occhi su Cristo e guardiamo a Lui per non essere scoraggiati e afflitti. Ma è anche fondamentale che portiamo gli uni i pesi degli altri, per sostenerci a vicenda in questi momenti. Infatti, l’appoggio e l’aiuto gli uni per gli altri è proprio un mezzo tramite il quale Dio cura i suoi, in modo pratico.

Nella Parola di Dio troviamo varie volte questo insegnamento. Per esempio, in Efesini 4:1-3 Dio ci chiama a “sopportarci” gli uni gli altri nell’amore. Questo “sopportare” non è quello che intendiamo normalmente in italiano, ovvero di tollerare a malapena qualcuno che ci è pesante o che ci dà fastidio. Il significato di “sopportare” qua vuol dire “tenere in piedi, sostenere, portare il peso di qualcuno”. Tenete questo in mente mentre leggo Efesini 4:1-3.

“1 Io dunque, il prigioniero per il Signore, vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati, 2 con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri nell’amore, 3 studiandovi di conservare l’unità dello Spirito nel vincolo della pace.” (Efesini 4:1-3 LND)

Dobbiamo sostenere, tenere in piedi, portare il peso gli uni degli altri, non di controvoglia, ma nell’amore, amandoci gli uni gli altri.

Questo fa parte di camminare in modo degno della vocazione a cui Dio ci ha chiamati. Cioè, ogni vero credente deve camminare così.

Un altro brano che parla di questo è Romani 12:15. Qui Paolo spiega cosa vuol dire, in modo molto pratico, portare i pesi gli uni degli altri. Ve lo leggo.

“15 Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono.” (Romani 12:15 LND)

Questo è il senso di “portare i pesi gli uni degli altri”. Dobbiamo venire accanto gli uni agli altri. Quando un fratello piange, dobbiamo piangere con lui, che vuol dire, partecipare al suo dolore, simpatizzare con lui, sostenerlo nel suo dolore. Il dolore è un peso molto comune.

Dobbiamo anche gioire con chi gioisce. Anche questo fa parte di portare i pesi gli uni degli altri.

Quindi, tornando a Galati 6, è chiaro il senso di “portate i pesi gli uni degli altri”. Vuol dire venire accanto al fratello o alla sorella, prendere il suo peso e portare quel peso con lui. E riguarda più i pesi particolari che possiamo avere in certi periodi della vita.

Così adempirete la legge di Cristo

Questa era la prima parte del v2, ma c’è anche una seconda parte. Infatti, Paolo dichiara:

“2 Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.” (Galati 6:2 LND)

Così adempirete la legge di Cristo.

Se ricordate, i Galati volevano seguire la legge giudaica per rendere sicura la loro salvezza. Ma noi che siamo in Cristo non siamo sotto quella legge. Adesso siamo sotto la legge di Cristo.

I due comandamenti più grandi della legge di Cristo sono di amare Dio e amare gli altri. Portare i pesi gli uni degli altri fa parte di amare il nostro prossimo come noi stessi. Perciò, chi porta i pesi degli altri, amando veramente e di cuore il suo prossimo, sta adempiendo la legge di Cristo.

Portare i pesi degli altri è costoso. Se ci pensate, vuol dire avere più peso noi, perché aggiungiamo ai nostri pesi anche quelli degli altri. Non è un impegno facile, al contrario, è pesante, è difficile, a volte è doloroso, ed è costoso. Ma l’amore vero va oltre il costo, va oltre la fatica, e si sacrifica per gli altri.

Adempiere la legge di Cristo non vuol dire fare tanti riti esteriori. Piuttosto, vuol dire amare profondamente, amare Dio e anche il nostro prossimo.

Il pericolo dell’orgoglio

Visto che Paolo ha parlato di coloro che sono più spirituali, e poi, che ci sono coloro che sono in grado di portare i pesi di altri, questo potrebbe portare ad avere orgoglio, confrontandosi con gli altri, e così, gonfiandosi e sentendosi superiori. Quello sarebbe un brutto peccato e una brutta caduta. Perciò, le verità nei versetti 3 e 4 ci aiutano a stare in guardia. Seguite.

“3 Se infatti qualcuno pensa di essere qualche cosa, non essendo nulla, inganna se stesso. 4 Ora esamini ciascuno l’opera sua, e allora avrà di che vantarsi solamente in se stesso e non nei confronti degli altri.” (Galati 6:3-4 LND)

I primi capitoli di Galati ci hanno insegnato, in modo forte, che nessuno potrebbe mai arrivare a Dio per mezzo delle opere della legge. La salvezza è totalmente basata sull’opera di Cristo. Perciò, per merito nostro, ognuno di noi è nulla. Non abbiamo alcun merito davanti a Dio per conto nostro.

Il v.3 prende questa verità, per avvertirci di un pericolo da evitare.

“3 Se infatti qualcuno pensa di essere qualche cosa, non essendo nulla, inganna se stesso.” (Galati 6:3 LND)

Se ci confrontiamo con gli altri, e così pensiamo di essere qualche cosa, in qualche modo crediamo di essere bravi per conto nostro, allora, cadiamo noi nel peccato di orgoglio. Dobbiamo evitare questo peccato. Il versetto 4 ci aiuta a capire COME evitare questo peccato. Ve lo leggo.

“4 Ora esamini ciascuno l’opera sua, e allora avrà di che vantarsi solamente in se stesso e non nei confronti degli altri.” (Galati 6:4 LND)

Non dobbiamo confrontarci e misurarci gli uni con gli altri. L’unico vero metro con cui dobbiamo misurarci è Cristo stesso.

Paolo dice “ciascuno esamini l’opera sua”, ovvero, ciascuno deve esaminare la propria vita alla luce del metro di Dio.

Pensate alla parabola del signore che affida ai suoi tre servi i talenti. Quel signore diede a ciascuno una quantità diversa di talenti, in base alle loro capacità. Ad uno diede cinque talenti, all’altro due, e all’altro uno. Allo stesso modo, Dio dà a ciascuno di noi una quantità diversa di talenti, in base alla capacità di ciascuno.

Perciò, non dobbiamo confrontarci tra di noi in base a quello che abbiamo ricevuto, piuttosto, ciascuno deve esaminare l’opera sua per vedere cosa ne ha fatto di quello che Dio gli ha dato.

Per questo Paolo dice:

“4 Ora esamini ciascuno l’opera sua, e allora avrà di che vantarsi solamente in se stesso e non nei confronti degli altri.” (Galati 6:4 LND)

Solo quando vediamo buoni frutti in noi stessi possiamo vantarci. Ma questo non deve mai essere vantarsi con orgoglio, ma piuttosto vantarsi con ringraziamento e umiltà, riconoscendo che tutto quello che abbiamo potuto fare è solo per l’opera di Dio in noi che ci ha messi in grado di operare.

Ciascuno porterà il proprio fardello

Poi Paolo conclude questo discorso nel v5, e dichiara una verità che completa il discorso. Leggo il versetto 5.

“5 Ciascuno infatti porterà il proprio fardello.” (Galati 6:5 LND)

Potrebbe sembrare che qui Paolo si stia contraddicendo, in quanto nel v2 ha detto di portare i pesi gli uni degli altri, ma poi qui nel v5 dichiara che ciascuno porterà il proprio fardello.

In realtà, non c’è contraddizione. La Parola di Dio non si contraddice mai.

Se ricordate, prima ho detto che la parola tradotta come “pesi” nel v2, e la parola tradotta come “fardello” nel v5, anche in geco sono due parole distinte. Entrambe le parole descrivono un peso, ma sono due pesi di tipo diverso.

La parola nel v2 descrive un peso molto gravoso, difficile da portare. Mentre la parola qua nel v5 è una parola che veniva usata per indicare il carico che una nave aveva da trasportare. Perciò, nel contesto di Galati 6 descrive il carico quotidiano, normale, che ciascuno ha da portare.

Ognuno deve portare i suoi pesi, ma come capiamo dal v2, ci sono pesi molto pesanti, oppure, situazioni in cui uno è molto debole in un certo momento, e in questi casi serve venire accanto e aiutare portando i pesi gli uni degli altri.

Non solo, ma “ciascuno porterà il proprio fardello”, nel contesto del versetto 4, ha a che fare anche con il fatto che ciascuno di noi sarà giudicato in base alla propria vita, in base a come ha vissuto in rapporto al metro di Dio e non in confronto agli altri. Ciascuno di noi, al giudizio, dovrà rendere conto per come ha vissuto. E in quell’ottica, non abbiamo spazio di misurarci con gli altri e crederci superiori, perché ciascuno di noi ha un fardello di peccati e mancanze che, se non fosse per Cristo, ci squalificherebbe dall’eternità con Dio.

Sostenere chi predica la Parola

A questo punto Paolo cambia di nuovo discorso.

Vi faccio una domanda. Quanto è importante che riceviamo insegnamento giusto e chiaro, e appropriato per i nostri bisogni?

Dio lo sa, e per questo ci spiega come vivere per avere questo tipo di insegnamento. Seguite mentre leggo il v6.

“6 Ora colui che è istruito nella parola faccia parte di tutti i suoi beni a colui che lo istruisce.” (Galati 6:6 LND)

Qui Dio ci insegna a sostenere economicamente chi predica la Parola. Consideriamo questo chiaro insegnamento.

Questo è uno dei vari casi in cui quello che Dio ci insegna nella sua Parola è molto diverso da quello che è “normale” oggi fra le chiese in Italia. Infatti, spesso le chiese hanno una certa posizione non perché hanno veramente valutato cosa dice Dio, ma perché reagiscono contro l’abuso che vedono nella religione istituzionale. Ma non dobbiamo reagire, dobbiamo capire e seguire quello che Dio ci insegna.

Dio ci insegna chiaramente, in più brani, a sostenere economicamente chi predica la Parola. Questo NON vuol dire che ogni volta che qualsiasi fratello predica deve essere pagato. Lo scopo di sostenere chi predica la Parola è per provvedere per i loro bisogni pratici, permettendo loro di dedicare più tempo all’insegnamento della Parola e alla cura delle pecore.

Troviamo questo principio in tutta la Bibbia. Nell’Antico Testamento, i giudei dovevano sostenere i Leviti e i Sacerdoti, liberandoliaffinchépotessero svolgere il loro ministero. Nel Nuovo Testamento troviamo vari brani che parlano di provvedere per chi si adopera per il regno di Dio. Per esempio, ve ne leggo un paio.

“13 Non sapete voi che quelli che fanno il servizio sacro mangiano delle cose del tempio, e quelli che servono all’altare hanno parte dell’altare? 14 Così pure il Signore ha ordinato che coloro che annunziano l’evangelo, vivano dell’evangelo.” (1Corinzi 9:13-14 LND)

Coloro che annunziano l’evangelo sono coloro che predicano la Parola di Dio, e Dio ha stabilito che vivano dell’evangelo, cioè che vengano sostenuti economicamente per il servizio che svolgono.

Un altro brano che parla di questo è 1Timoteo 5:17-18. Ve lo leggo. Tenete in mente che “l’onore” di cui parla è un riconoscimento economico.

“17 Gli anziani che esercitano bene la presidenza siano reputati degni di un doppio onore, principalmente quelli che si affaticano nella parola e nell’insegnamento. 18 La Scrittura infatti dice: "Non mettere la museruola al bue che trebbia", ed ancora: "L’operaio è degno del suo salario".” (1Timoteo 5:17-18 LND)

Qui Paolo dichiara che gli anziani che esercitano bene il loro ruolo di presiedere sulla chiesa devono essere sostenuti con un “doppio onore”, cioè con un sostegno economico. Poi, cita il passo nell’Antico Testamento, che dice:

"Non mettere la museruola al bue che trebbia", ed ancora: "L’operaio è degno del suo salario".”

E questo mostra chiaramente come il provvedere economicamente per chi insegna la Parola è estremamente importante per non ostacolarli dal loro servizio, provvedendo per i loro bisogni pratici.

Ci sono grandi vantaggi e benedizioni per la chiesa quando può avere un pastore che si dedica a tempo pieno. Ma più in grande, ci sono grandi vantaggi e benedizioni quando viviamo secondo il piano di Dio per la chiesa in ogni campo.

Raccoglieremo quello che seminiamo

Adesso Paolo passa ad un insegnamento estremamente importante per la vita di ogni credente. Nei prossimi versetti Paolo ci mette in guardia perché ciascuno di noi raccoglierà quello che sta seminando nella propria vita.

Seguite mentre leggo dal v7.

“7 Non v’ingannate, Dio non si può beffare; perché ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà. 8 Perché colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; ma chi semina per lo Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.” (Galati 6:7-8 LND)

Il nostro cuore ci inganna. Possiamo auto-ingannarci. Nel v3 abbiamo letto:

“3 Se infatti qualcuno pensa di essere qualche cosa, non essendo nulla, inganna se stesso.” (Galati 6:3 LND)

Il cuore di ciascuno di noi è ingannevole. Possiamo essere convinti di qualcosa, quando invece quello di cui siamo convinti, in realtà, non è così.

Nel versetto 7 Paolo ci mette in guardia dall’ingannare noi stessi, e parla di un campo specifico in cui possiamo ingannarci. Infatti dice:

“7 Non v’ingannate, Dio non si può beffare; perché ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà.” (Galati 6:7 LND)

Qual è l’inganno con cui possiamo facilmente ingannare noi stessi?

L’inganno è di credere che Dio si possa beffare, ovvero, di credere di poter raggirare Dio in modo che le cose non vadano come Lui ha stabilito. Paolo parla di un aspetto specifico, che è la verità che ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà.

Nella Bibbia troviamo più volte la similitudine tra un agricoltore che semina e la vita. Nella vita, ciascuno di noi semina. Ogni giorno stiamo seminando. In ogni cosa che facciamo stiamo seminando per il futuro. Seminiamo con il nostro modo di vivere, e con ogni nostra scelta, piccola o grande. E raccoglieremo i frutti di quello che avremo seminato.

Se un agricoltore semina frumento, raccoglierà frumento. Se un agricoltore semina mais, raccoglierà mais. Chi semina frumento, non raccoglierà mais. E viceversa, chi semina mais non raccoglierà frumento. L’agricoltore che semina può decidere quale seme seminare, ma non può decidere quale raccolto avrà. Questa è una verità che può sembrarci banale a livello pratico.

Ma lo stesso vale anche per noi, nella vita. Nella carne, vogliamo ingannare noi stessi credendo che, in realtà, anche se abbiamo seminato male, non ne raccoglieremo le conseguenze. Ma è possibile? È possibile non raccogliere quello che seminiamo? Se hai seminato frumento, puoi raccogliere mais? Se hai seminato male, per la carne, è possibile raccogliere buoni frutti?

No, assolutamente no. Possiamo ingannare noi stessi, possiamo credere quello che vogliamo, ma non cambia la realtà. Dio non si può beffare. Le cose vanno SEMPRE come Lui ha stabilito. Ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà.

Ma tenete in mente anche un altro aspetto. Non possiamo NON seminare. Ciascuno di noi semina, giorno per giorno. TUTTO quello che facciamo porta un frutto, e ciascuno di noi raccoglierà il frutto di quello che ha seminato.

Allora, ecco la domanda: Il tuo modo di seminare oggi, quale frutto porterà? Quale frutto raccoglierai?

Seminare per la carne e per lo Spirito

In realtà, ci sono solo due modi di seminare. O seminiamo per la carne, o seminiamo per lo Spirito. E sia che seminiamo in un modo, o che seminiamo nell’altro, raccoglieremo i frutti di quello che seminiamo. Rileggo il v8, notate qual è il frutto di questi due modi di seminare.

“8 Perché colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; ma chi semina per lo Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.” (Galati 6:8 LND)

Seminare per la carne e seminare per lo Spirito portano entrambi frutti. Ma i frutti che portano sono opposti tra di loro.

Seminare per la carne

Pensiamo al seminare per la carne. Seminare per la carne non è solo fare quello che è peccato in sé, ma proprio fare quello che vuole la carne. Seminare per la carne, per esempio, è fare quello che ho voglia di fare, oppure NON fare quello che NON ho voglia di fare. Ma, più in grande, qualsiasi cosa facciamo, se non è per la gloria di Dio, è per la carne. Chi semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, ovvero, raccoglierà frutti cattivi, terribili, che non vorrà. Ma, ancora peggio, chi semina per la carne, non come caduta macome stile di vita, dalla carne raccoglierà morte eterna, tormento e separazione eterna da Dio.

Questo è il frutto che raccoglierà chi semina per la carne.

Seminare per lo Spirito

Dall’altro lato, invece, seminare per lo Spirito vuol dire vivere seguendo la guida dello Spirito, in ogni campo della vita. Questo avviene principalmente vivendo in base ai chiari principi che troviamo nella Parola di Dio, ma anche tramite la chiara guida dello Spirito. Per seminare per lo Spirito dobbiamo camminare secondo lo Spirito, come abbiamo visto in Galati 5.

Chi semina per lo Spirito raccoglierà un frutto meraviglioso.

In questa vita, chi semina per lo Spirito cammina con Dio e gode la comunione con Dio. E per l’eternità, chi semina per lo Spirito raccoglierà vita eterna, perché dimostra di essere veramente salvato.

IMPORTANTE: applichiamo a noi

Queste verità sono meravigliose e preziose, MA ci portano beneficio solo se ci fermiamo a valutare la nostra vita e il nostro cammino. Conoscere intellettualmente tanti aspetti della vita cristiana non ci aiuta. Quello che ci aiuta e ci porta beneficio è se queste verità cambiano il modo in cui viviamo.

Allora, ti chiedo: valuta la tua vita. Come stai seminando? In base a quello che stai seminando, cosa raccoglierai?

Valuta questo: che cosa VUOI raccogliere? Cosa vale la pena?

Vale la pena dare spazio alla carne, per avere una vita più “comoda” adesso, o più “facile” adesso, ma che poi porta corruzione?

Vi faccio un esempio. Un giovane che ha 14 anni, dovrebbe pensare alla sua vita nel futuro, ma non ha voglia. È troppa fatica. Non è divertente. E allora non lo fa. Sta seminando per la carne o per lo Spirito? Per la carne, certo. Ma cosa raccoglierà dalla sua carne? Se i genitori gli permettono di fare solo quello che ha voglia di fare, che vita avrà? Avrà una vita bruttissima che gli causerà tantissimi problemi.

E noi grandi? Sappiamo quanto è importante prepararci bene per il futuro, soprattutto per l’eternità. Allora, cosa ne facciamo? Diamo spazio alla carne? Facciamo la cosa più facile e comoda oggi? Quello è seminare per la carne proprio come quel giovane.

Fratelli e sorelle, non seminiamo per la carne. A volte siamo così stolti e accecati che seminare per la carne ci attira molto. Ma non porta mai i benefici che promette di dare. Piuttosto, seminiamo per lo Spirito per raccogliere frutti meravigliosi e la vita eterna.

Conclusione

All’inizio del sermone abbiamo ricordato che la vita cristiana è un cammino. Ed è una grazia di Dio che non dobbiamo indovinare come camminare, ma il nostro Buon Padre ci mostra la via, in modo chiaro, nella sua Parola.

In Galati 6 Dio ci spiega come camminare in vari campi della vita. Ma avete notato un aspetto estremamente importante? Abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Abbiamo iniziato vedendo cosa fare quando uno cade nel peccato. E lì abbiamo visto che serve chi lo ristabilisca. Ma non chiunque può svolgere questo compito, solo i spirituali, e anche loro con il cuore giusto e con grande cautela.

Poi, parlando dei pesi della vita, abbiamo visto come dobbiamo portare i pesi gli uni degli altri. Questo riguarda i pesi particolari, di certi periodi della vita. Portare i pesi fa una parte di amarci gli uni gli altri.

Abbiamo visto anche quanto è facile cadere nell’orgoglio credendoci di essere qualche cosa, o sentendoci superiori agli altri. Ma il vero confronto non è con gli altri, ma con il metro di Dio. E in confronto al metro di Dio siamo tutti mancanti. Non abbiamo nulla da vantarci nei confronti degli altri.

Poi, abbiamo visto l’insegnamento di sostenere economicamente chi predica la Parola. Questo è il piano di Dio per la chiesa, e quali grandi vantaggi e benedizioni abbiamo quando viviamo secondo il piano di Dio per la chiesa, in ogni campo.

E per ultimo abbiamo visto un principio che è ESTREMAMENTE importante per la vita: raccoglieremo quello che seminiamo.

Allora, chiudo con questa domanda: come stai seminando nella tua vita? Cosa raccoglierai?

Ringrazio Dio per questa prima parte di Galati 6, che è molto pratica, e molto necessaria. Oh prego che metteremo in pratica questi principi e verità che abbiamo visto oggi.