Aiuto Biblico

Parole buone: come parlare

Efesini 4:29

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 2 luglio 2023, – cmd dp –
Descrizione: come usare le nostre parole per il vero bene degli altri
Parole chiavi: parlare, parole, parole cattive

Audio:

Nella tua vita, che cosa ti ha fatto più male: botte fisiche, oppure, parole cattive che altri ti hanno detto? Sappiamo tutti quanto le parole possono ferire e fare del male. Le parole possono edificare, ma le parole possono anche distruggere. In Proverbi 15:1 leggiamo:

“La risposta dolce calma la collera, ma la parola pungente eccita l’ira.” (Proverbi 15:1 LND)

Le nostre parole possono fare del bene, e possono fare del male.

Se non controlliamo le nostre parole, se usiamo le nostre parole per fare del male, anziché per fare del bene, se non freniamo la nostra lingua, allora, la nostra religione è vana. Possiamo predicare, possiamo evangelizzare, possiamo fare bei discorsi su Dio. Ma se in altri momenti parliamo senza frenare la nostra lingua, la nostra religione è vana, non porta gloria a Dio, come leggiamo in Giacomo 1:26.

“Se qualcuno fra voi pensa di essere religioso, ma non tiene a freno la sua lingua, certamente egli inganna il suo cuore, la religione di quel tale è vana.” (Giacomo 1:26 LND)

Il nostro modo di parlare è estremamente importante. Se crediamo di essere religiosi, ovvero, di camminare bene davanti a Dio, ma non teniamo a freno la nostra lingua, se il nostro modo di parlare non è quello che Dio comanda, allora, ci auto-inganniamo. In quel caso, in realtà NON camminiamo bene davanti a Dio. Non siamo ripieni di Spirito Santo. La religione di chi parla in modo sbagliato è una religione vana. Quella persona è lontana da Dio.

Ricordate i farisei e gli Scribi, uomini estremamente religiosi, che parlavano spesso di Dio e perfino predicavano le verità di Dio. Ma in realtà, visto che avevano parole dure contro l’opera di Dio in Gesù, in realtà, la loro adorazione era tutta vana. Se parlo di Dio di mattina, ma nel pomeriggio sto sparlando di qualcuno, la mia religione è vana.

Quanto è importante il nostro modo di parlare! O che possiamo avere il cuore del Salmista nel Salmo 17:3.

“Tu hai investigato il mio cuore, l’hai visitato di notte, mi hai provato e non hai trovato nulla; mi sono proposto di non peccare con la mia bocca.” (Salmo 17:3 LND)

Quanto è facile peccare con la nostra bocca, con la nostra lingua. Il nostro modo di parlare, non solo pubblicamente, ma anche di nascosto, rivela molto della vera condizione dei nostri cuori. Trovate con me Giacomo 3:1-12, che ci aiuta a capire quanto danno può fare la nostra lingua, ovvero, le nostre parole. Leggo Giacomo 3:1-12.

“1 Fratelli miei, non siate in molti a far da maestri, sapendo che ne riceveremo un più severo giudizio, 2 poiché tutti manchiamo in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare, è un uomo perfetto, capace anche di tenere a freno tutto il corpo. 3 Ecco, noi mettiamo il freno nella bocca dei cavalli, perché ci ubbidiscano, e così possiamo guidare tutto il loro corpo. 4 Ecco, anche le navi, benché siano tanto grandi e siano spinte da forti venti, sono guidate da un piccolissimo timone dovunque vuole il timoniere. 5 Così anche la lingua è un piccolo membro, ma si vanta di grandi cose. Considerate come un piccolo fuoco incendi una grande foresta! 6 Anche la lingua è un fuoco, il mondo dell’iniquità. Così posta com’è fra le nostre membra, la lingua contamina tutto il corpo, infiamma il corso della vita ed è infiammata dalla Geenna. 7 Infatti ogni sorta di bestie, di uccelli, di rettili e di animali marini può essere domata, ed è stata domata dalla razza umana, 8 ma la lingua nessun uomo la può domare; è un male che non si può frenare, è piena di veleno mortifero. 9 Con essa benediciamo Dio e Padre, e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. 10 Dalla stessa bocca esce benedizione e maledizione. Fratelli miei, le cose non devono andare così. 11 La fonte emette forse dalla stessa apertura il dolce e l’amaro? 12 Può, fratelli miei, un fico produrre olive, o una vite fichi? Così nessuna fonte può dare acqua salata e acqua dolce.” (Giacomo 3:1-12 LND)

Oh che possiamo comprendere quanto le nostre parole sono importanti, e rispecchiano la vera condizione del nostro cuore. Possiamo fare molto bene con le nostre parole, ma possiamo anche fare molto, molto male, e fare grandi danni spirituali. O che possiamo valutare molto bene le nostre parole. O che possiamo riconoscere quanto possono fare del male, ed avere un giusto timore di Dio e pesare ogni nostra parola.

Brano importante

Vorrei considerare un brano che ci aiuta tanto a capire come Dio ci insegna ad usare le nostre parole. Ricordiamo che le nostre parole vengono dai nostri cuori.

Trovate con me Efesini 4. Questa epistola è scritta a chi è una nuova creatura in Gesù Cristo. Questo capitolo sta parlando di come camminare in novità di vita, essendo ora nuove creature. Spiega come spogliarci del vecchio modo di vivere, e come rivestirci come uomini e donne nuovi, trasformati da Dio. Non è possibile vivere così con le nostre forze, ma è possibile in Cristo. Quindi, consideriamo un versetto molto importante di questo capitolo, che descrive come Dio comanda ad ogni vero credente, ad ogni persona nata di nuovo, di parlare. Seguite mentre leggo Efesini 4:29.

“29 Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l’edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano.” (Efesini 4:29 LND)

Questo versetto riguarda come parliamo CON le persone, e anche come parliamo DELLE persone. Consideriamolo attentamente.

Nessuna parola malvagia

Consideriamo il primo comandamento qua: “Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca.

Nessuna parola malvagia: per capire correttamente questo versetto, è importante capire il senso della parola “malvagia”.

In questo brano, la parola greca che viene tradotta in Italiano con “malvagia” non è la parola greca che solitamente viene tradotta come “malvagia”. Quella è tutta un’altra parola. Invece la parola qua è una parola che tutte le altre volte che la troviamo nella Bibbia viene tradotta come “cattivi”, parlando di cattivi frutti, o di quello che non è buono da mangiare dalla rete dei pescatori. Quindi, si tratta di una parola che descrive un cibo che non è buono per il nutrimento. Potremmo usare la parola “marcia”: nessuna parola marcia esca dalla vostra bocca.

Il frutto cattivo è un frutto che non nutre, che non porta beneficio quando lo mangi. Invece il buon frutto porta beneficio a chi lo mangia.

Quindi, la frase: “nessuna parola malvagia” vuol dire che non dovremmo mai dire parole che non portano del bene all’ascoltatore.

Questo è chiaro, perché poi il versetto continua e parla di parole che edificano. Perciò, capendo il contesto, possiamo capire che non dobbiamo parlare mai con parole che non portano edificazione.

Quindi, questo versetto ci insegna a non dire alcuna parola che non edifica, ma piuttosto dire solo quello che edifica.

Facciamo un paragone con il cibo per il corpo. Il buon frutto edifica il corpo, lo rende più forte e più sano. Dà energia e nutrimento. Il cibo cattivo, tradotto nel versetto come “malvagia”, NON dà nutrimento al corpo, ma può perfino fa star male il corpo.

Similmente, parlando di parole, una parola malvagia, o forse sarebbe meglio dire cattiva, o marcia ovvero, una parola non buona, è una parola che non edifica, che non fortifica chi ascolta. Non porta la persona più vicina a Dio. Non porta vero bene alla sua vita.

Dio ci insegna a parlare in un modo che porta sempre edificazione. Dio intende che le nostre parole siano parole che portano vero beneficio. Devono essere parole con grazia. Per esempio, ascoltate quello che dichiara Colossesi 4:6 riguardo al nostro parlare.

“Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come vi conviene rispondere a ciascuno.” (Colossesi 4:6 LND)

Il nostro parlare dovrebbe essere sempre condito con grazia, condito con sale. Il nostro parlare dovrebbe essere SEMPRE così, in ogni conversazione, in tutto quello che diciamo. Dobbiamo SEMPRE valutare ogni parola che diciamo.

Prima che il Nuovo Testamento fosse completato, nel periodo di transizione della nuova chiesa, anche se era raro, in quanto non viene menzionato in nessun’altra epistola, in 1Corinzi si parla del dono delle lingue. Questo era il dono di poter parlare in un’altra lingua, che prima non si conosceva. È importante sapere che nella Bibbia, la persona che parlava in lingue, capiva quello che diceva.

Evidentemente, alcuni della chiesa dei Corinzi parlavano in lingue che le persone intorno a loro non comprendevano. Perciò, pregando di cuore, ovvero, pregando con il loro spirito, potevano formulare una preghiera ricca, che dava molta gloria a Dio. Ma, pur usando la mente per formulare la preghiera, non tenendo conto del fatto che le persone intorno non capivano quella lingua, quella preghiera non edificava nessun altro, e perciò, non portava frutto. Ascoltate quello che l’apostolo Paolo dice al riguardo in 1Corinizi 14:14. Egli spiega che non avrebbe alcun senso pregare in una lingua che le persone intorno a me non capiscono, perché non potrebbero essere edificate, e così, la mia mente che ha formulato la preghiera è infruttuosa. Leggo 1Corinzi 14:14

“perché, se io prego in altra lingua, il mio spirito ben prega, ma la mia mente rimane infruttuosa.” (1Corinzi 14:14 LND)

Le parole dovrebbero edificare. Se prego in una lingua che gli altri non capiscono, le parole della mia preghiera non possono edificare. Non portano frutto. Il punto è chiaro: dovremmo parlare per portare frutto negli altri, per edificare.

Dobbiamo sempre mirare ad edificare con le nostre parole, a portare frutto.

Quindi, quando Efesini 4:29 dichiara:

“Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca…” (Efesini 4:29 LND)

Certamente questo comprende le parole cattive e false.

Però, capendo il senso delle parole, vuol dire che non dobbiamo neppure dire parole che sono vuote, che non portano frutto, parole che non edificano. Cioè, non solo dobbiamo evitare parole brutte, dobbiamo evitare anche di dire parole che non servono, che non sono utili.

A proposito, in Matteo 12, Gesù dichiara:

“Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta.” (Matteo 12:36 LND)

Saremo giudicati per ogni parola oziosa. Ozioso vuole dire qualcosa che non porta frutto, che non serve, che non porta beneficio, che non è utile.

Un operaio ozioso non compie cose utili. Spreca il tempo con cose che non servono, che non portano benefici.

Similmente: le parole oziose sono parole che non portano alcun vero frutto. Quante parole diciamo che non servono, che non portano alcun vero beneficio. Queste sono parole oziose.

Questo non vuol dire che bisogna parlare solo di cose spirituali. Anche parlare di cose pratiche può portare gloria a Dio, quando ci fanno adempiere meglio i ruoli che Dio ci ha dato.

---- per esempio: donne che parlano di come gestire meglio la casa e curare la famiglia in senso pratico edificano.

---- per esempio: uomini che parlano di come fare un lavoro, o come riparare la casa, o prendere decisioni pratiche con saggezza.

Discorsi così non sono spirituali in sé, ma possono portare gloria a Dio quando ci permettono di vivere meglio i ruoli che Dio ci ha dati.

E perciò, dobbiamo evitare discorsi che non servono, che non portano il bene. Esempio: nel mondo, si parla di tante cose che non servono.

Dobbiamo evitare discorsi vani e profani. Notate i comandamenti che troviamo in 2Timoteo 2 e poi Tito 3:9.

“Ma evita i discorsi vani e profani, perché fanno progredire nell’empietà;” (2Timoteo 2:16 LND)
“Evita inoltre le discussioni stolte e insensate, sapendo che generano contese.” (2Timoteo 2:23 LND)
“Ma evita le discussioni stolte, le genealogie, le contese e le dispute intorno alla legge, perché sono inutili e vane.” (Tito 3:9 LND)

Fratelli e sorelle, nel mondo di oggi, ci sono tanti discorsi inutili, che non portano nessun vero bene. Il contesto di questi tre brani erano discorsi di persone che facevano parte delle chiese, erano persone religiose. Quindi, ci possono essere anche discorsi religiosi che in realtà non edificano, ma in realtà ci portano più lontano da Dio, e generano contese, anziché l’edificazione.

Alla luce di tutto questo, voglio leggere ancora la prima parte del nostro versetto. Efesini 4:29.

“Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca…” (Efesini 4:29 LND)

Prego che abbiamo capito meglio il senso di questo comandamento. Prego che valuteremo il nostro parlare, per evitare di dire parole che non edificano. Evitiamo parole malvagie, che abbiamo visto vuol dire parole che non edificano.

Quello che bisogna dire

La Bibbia quasi sempre ci spiega cosa togliere di male, e cosa mettere di buono al suo posto. Anche qui. Andando avanti nel versetto, ci parla di come dobbiamo parlare. Leggo tutto il versetto di nuovo.

“29 Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l’edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano.” (Efesini 4:29 LND)

Prima abbiamo visto come NON dobbiamo parlare. Ora, consideriamo come dobbiamo parlare.

Prima di tutto, dobbiamo parlare con parole buone. Le parole buone sono parole utili, che portano del bene. Infatti, il versetto dice:

“una buona per l’edificazione”

Una buona parola è una parola utile, che, SE viene ascoltata, porta edificazione.

Potremmo pensare che una parola buona voglia dire che deve essere sempre dolce e gentile. Magari, solitamente sarà così. Ma il metro di cosa è buono è Gesù Cristo. Gesù è il metro per tutto.

Quindi, come parlava Gesù? Chiaramente, TUTTO quello che Gesù Cristo diceva era buono. Gesù parlava sempre con dolcezza e gentilezza? Ascoltate come Gesù parla con gli scribi ed i farisei in Matteo 23:

“Serpenti, razza di vipere! Come sfuggirete al giudizio della Geenna?” (Matteo 23:33 LND)

Questo è estremamente forte contro di loro. Non si può parlare più forte di così. Questo è durissimo. Però, era una parola buona.

In Matteo 16, Gesù aveva chiesto ai discepoli cosa capivano della sua identità. Per la prima volta, uno di loro, Pietro, riconobbe che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Gesù gli spiegò che questa era una rivelazione del Padre. Dopo di quello, Gesù iniziò a spiegare agli apostoli che doveva andare alla croce, e poi risuscitare. Pietro, sentendo che Gesù doveva andare alla croce, cercò di fargli cambiare idea. Notate quello che Pietro dice, e poi come Gesù risponde.

“22 Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a riprenderlo, dicendo: "Signore, Dio te ne liberi; questo non ti avverrà mai". 23 Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: "Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini".” (Matteo 16:22-23 LND)

Questo è forte. Gesù riconosce che Satana sta parlando tramite Pietro.

Era molto, molto duro dire questo per Gesù. Immagino che queste parole abbiano veramente scosso Pietro. Ma, era una parola buona. Tutto quello che Gesù fa è buono. In questi esempi, vediamo che a volte, una parola buona può essere anche molto forte.

A volte, spesso, una buona parole è dolce e tenera. A volte è una parola di incoraggiamento. Ma, a volte, quando serve, secondo il bisogno, una buona parola è dura.

Una parola è buona quando può portare del bene, se viene accettata. Quando Gesù disse: “razza di vipere”, se c’erano dei farisei che lo ascoltavano di cuore, e con umiltà, e riconoscevano il loro peccato, e si ravvedevano, allora, quella parola durissima portava un grandissimo bene nella loro vita. Una parola è buona, per coloro che l’ascoltano di cuore. Non è buona per chi la rifiuta.

Quindi, che cos’è una parola buona? In un momento di grande dolore e tristezza, una parola buona può essere una parola di tenera compassione, che aiuta la persona ad avere più fede in Dio, e più pace. Quando c’è confusione, può essere una parola che dà chiarezza. Può essere essere un ammonimento, può essere una riprensione, può essere consolazione, può essere consiglio e guida. Dipende dal bisogno.

Una parola buona dipende dal bisogno, come il brano dichiara. Ma, quello che la rende “buona” è che porta del bene, se viene accettata.

EDIFICAZIONE

Il versetto dice che una parola buona serve per l’edificazione. Consideriamo che cos’è l’edificazione.

La parola stessa viene dal senso di “edificare o costruire una casa o un edificio”. Quindi, si prendono pietre o legno e quello che serve e si costruisce una casa o un edificio. Diventa qualcosa di utile, resistente e forte, che porta del bene.

Spiritualmente, la parola edificazione vuol dire edificare in Cristo, edificare nella verità, aiutare ad avvicinarsi di più a Cristo.

Quando c’è da ristrutturare una vecchia casa, con molte parti danneggiate, una parte della ristrutturazione è riconoscere quello che non è più integro e demolire tutto quello che non è secondo il progetto. Quindi, edificare comprende anche demolire il vecchio.

Una casa non può essere edificata bene se non si toglie via tutto il male, tutto il vecchio, tutto quello che non fa parte del progetto.

L’edificazione che serve in ciascuno di noi comprende anche togliere il vecchio. Ecco perché Efesini 4 parla di spogliarci del vecchio uomo, per rivestirci con quello nuovo.

Secondo il bisogno

Mentre leggo ancora il nostro versetto, notate un’ulteriore condizione che ci guida su come dobbiamo parlare.

“29 Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l’edificazione, secondo il bisogno, ….” (Efesini 4:29 LND)

Avete notato? Le parole che dobbiamo dire sono parole buone, che edificano, secondo il bisogno:

Quanto è importante fermarci per valutare se quello che stiamo per dire non solo edifica, ma anche se è SECONDO il BISOGNO.

Quando Pietro provava a scoraggiare Gesù dall’andare alla croce, il bisogno era di fargli capire che stava parlando da parte di Satana. Quando i farisei continuavano a parlare male dell’opera di Dio in Gesù, il loro bisogno era di capire che facevano parte dell’opera di Satana, non di Dio.

Quando una persona è piena di paura, il bisogno è di parlare con quella persona dell'amore di Dio e delle promesse di Dio della fedeltà di Dio e del controllo di Dio. Quando uno è confuso, il bisogno è di spiegare le verità di Dio che riguardano la sua situazione con chiarezza.

Una parola buona che edifica sarà in base al bisogno. Ma lo scopo sarà sempre la vera edificazione, quello di aiutare la persona a vedere più di Dio in Cristo. A volte questo può essere aiutare la persona a vedere più del suo peccato. Altre volte può essere aiutare la persona a vedere più del cuore di Dio. Altre volte sarà aiutarla a conoscere il conforto di Dio.

Quindi, è importante che usiamo le parole che sono secondo il bisogno dell’altra persona.

Capire il bisogno

Fratelli e sorelle, per poter vivere così, c'è qualcosa di molto importante che qua non è scritta. Se una parola buona che edifica dev’essere secondo il bisogno, implica qualcosa di molto importante che dobbiamo fare.

Prima di sapere QUALE parola serve, dobbiamo informarci su qual è il bisogno.

Per poter parlare secondo il bisogno, dobbiamo prima ascoltare la persona, e informarci, per capire il suo vero bisogno.

Dobbiamo capire la situazione, dobbiamo capire il cuore della persona, dobbiamo capire le verità di Dio che riguardano quella situazione.

A volte il vero bisogno non è quello che la persona vuole. Una persona nel peccato non vuole sentire del suo peccato, ma è il suo vero bisogno. Ma se ci informiamo, e ci basiamo sui principi di Dio, con un cuore puro, possiamo riconoscere quello che è il vero bisogno, e così sapere quale parola serve.

Quindi, prima di dire una parola buona che edifica, dobbiamo ascoltare, fare domande, informarci. Dobbiamo valutare la situazione con i principi di Dio. Non dobbiamo avere fretta di parlare, piuttosto, dobbiamo avere un impegno per CAPIRE, capire bene, capire la situazione per capire quale parola serve secondo i principi di Dio.

Ho menzionato che per poter dare una buona parola che edifica, secondo il bisogno, dobbiamo avere un cuore puro, che desidera la gloria di Dio ed il vero bene della persona. Ascoltate quello che Dio guidò l’Apostolo Paolo a dire a riguardo in Romani 15:14.

“Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni d’ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri.” (Romani 15:14 LND)

Notate che ci sono due qualifiche qua: essere pieni di bontà e essere ripieni d’ogni conoscenza. Pieni di bontà vuol dire pieni della bontà di Dio, un cuore puro che ha lo scopo di portare il vero bene alla persona, non avere ragione, non fare quello che vogliamo noi, ma promuovere veramente l’opera di Dio.

Secondo, oltre ad essere pieni di bontà, bisogna essere ripieni d’ogni conoscenza, ovvero, ripieni delle conoscenza della volontà di Dio. In altre parole, bisogna sapere quello che la Bibbia insegna in quel campo. Bisogna conoscere bene quello che dichiara Dio riguardo alla situazione. Solo così saremo capaci di ammonire gli uni gli altri in modo che veramente porta frutto.

Quanto è importante non dire quello che in realtà è solo la nostra opinione, non sapendo veramente quello che la Bibbia dice. Quanto è importante che le nostre parole siano ben conformate con la Bibbia.

Conferire Grazia

Quando viviamo così, confessando e abbandonando un parlare che non porta frutto, quando il nostro cuore è pieno di bontà, perché stiamo camminando in santità, pieni di Spirito Santo, quando ci informiamo bene su qual è il vero bisogno della persona che abbiamo davanti, e rispondiamo in base a quel bisogno, dando le verità di Dio che servono per quel bisogno, con parole che edificano, allora, succede qualcosa di meraviglioso.

Seguite mentre leggo ancora Efesini 4:29. Notate la grande verità che troviamo alla fine del versetto. Che immenso privilegio!

“29 Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l’edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano.” (Efesini 4:29 LND)

Fratelli e sorelle, che verità meravigliosa. Noi, deboli peccatori, perdonati, ma che ancora cadiamo, NOI possiamo essere strumenti di Dio per conferire grazia gli uni agli altri. NOI possiamo essere strumenti di Dio per potare avanti la sua opera. Noi possiamo essere strumenti di Dio per aiutare gli uni gli altri a vedere più del peccato, per poi confessarlo ed avere il prezioso perdono. Possiamo essere strumenti di Dio per incoraggiare chi è scoraggiato, per fortificare chi è debole, per aiutare chi è caduto a rimettersi nella via giusta.

Con cuori umili, e timorati di Dio, con fede, con cuori pieni del vero amore, essendo ripieni di ogni conoscenza, possiamo essere usati potentemente da Dio per edificare gli uni gli altri, e così, essere mezzi che Dio usa per conferire la sua grazia. E possiamo fare questo soprattutto con le nostre parole, quando sono parole buone che edificano, secondo il bisogno.

Se tu vuoi una vita che vale, l’unica vita che vale veramente, se vuoi un cuore soddisfatto, allora, cammina come abbiamo visto in questo versetto. Non c’è nulla di più soddisfacente che essere usati da Dio per conferire la sua grazia. Questa è la vita che vale veramente.

E tutto questo è disponibile per noi quando il nostro cuore è giusto e parliamo come Dio qua ci insegna.

Prego che ognuno vorrà questa vita, e che riconosceremo e confesseremo i nostri peccati quando il nostro modo di parlare non è così.

Conclusione

Prego che ogni vero credente qua avrà un cuore tenero e umile, con un grande desiderio di usare sempre le sue parole per la gloria di Dio, che vuol dire, per la vera edificazione degli altri.

O che possiamo avere il giusto timore di Dio, di pesare bene le nostre parole, per evitare di rispondere impulsivamente, nella carne. O che possiamo avere il giusto timore di Dio per ascoltare per capire bene qual è il vero bisogno, in modo che comprendiamo quali sono le parole che servono, secondo il vero bisogno.

O che possiamo avere parole vere, solidamente fondate sulla Parola di Dio, e non secondo la nostra logica e quello che a NOI sembra giusto.

O che possiamo camminare così per essere strumenti per la gloria di Dio, edificando gli uni gli altri, affinché cresciamo tutti nel somigliare sempre di più al nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo.