Aiuto Biblico

Vivere per la speranza della gloria

Colossesi 1:24-29

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 25 maggio 2016, – cmd si –
Descrizione: Viviamo per l’unica cosa che conta, proclamare Cristo!
parole chiavi: mistero, Cristo in noi, speranza di gloria, potenza di Dio, sofferenza

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Sai perché spesso ti senti vuoto? Sai perché spesso gli impegni sembrano così pesanti? È perché Dio ti ha creato per grandissime cose che durano per tutta l’eternità. Troppo spesso, la nostra vita si riempie di impegni che servono solo per questa vita. Questi impegni sono necessari per vivere, però tutti questi impegni non ci soddisfano, perché siamo stati creati per qualcosa di molto più grande. Sono necessari, ma non producono un frutto che duri, e perciò, ci lasciano vuoti.

Se cerchiamo di dare un senso alla vita con dei traguardi terreni, essi non riescono a soddisfarci, e peggio ancora, ci portano a peccare.

Come possiamo avere una vita che veramente vale, e vale per l’eternità? Come possiamo impegnarci per l’eternità, quando solo sopravvivere richiede così tanto tempo e impegno?

La soluzione sta nel capire lo scopo per cui viviamo, e tenere quello scopo sempre a mente, e averlo come desiderio del cuore. Allora, Dio ci aprirà le porte, giorno dopo giorno, per avere una vita che conta.

La Bibbia descrive la salvezza come l'essere nuove creature. Dio ci ha creati in Cristo Gesù per vivere eternamente con Lui, e per vivere una vita che porti gloria a Lui. Per esempio, in Efesini 2:10, leggiamo:

“Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo.” (Efesini 2:10 LND)

In Efesini 1:11,12 leggiamo:

“11 In lui siamo anche stati scelti per un’eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà, 12 affinché fossimo a lode della sua gloria, noi che prima abbiamo sperato in Cristo.” (Efesini 1:11-12 LND)

La vita che conta è una vita che porta gloria a Dio, una vita piena di frutto che dura per l’eternità. Qual è questo frutto? Il frutto che dura in eternità è il frutto di proclamare la salvezza in Gesù Cristo, e poi, edificare altri credenti.

Ogni credente è chiamato a questo, perché ogni credente è chiamato ad essere luce nel mondo.

Gioire nel fare parte dell'opera eterna

Per che cosa ti impegni tu?

L’unica traguardo che conta è quello di impegnarci per la gloria di Dio.

Oggi, vogliamo considerare Colossesi 1:24-29, che ci parla dell'impegno dell'apostolo Paolo, un impegno così meraviglioso che provava perfino gioia nel soffrire per compierlo. Questo brano ci parla anche della speranza che possiamo avere se siamo in Cristo, una speranza viva così immensa che ci darà gioia in qualunque circostanza in cui ci potremo mai trovare. Le verità in questo brano sono meravigliose, e sono da meditare profondamente.

Perciò, iniziamo leggendo Colossesi 1:24-29.

“24 ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, 28 che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù; 29 e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Colossesi 1:24-29 LND)

L'apostolo Paolo aveva un traguardo che andava oltre i traguardi terreni, oltre la sua comodità, un traguardo che mirava a cose eterne e celesti. E per questo Paolo poteva iniziare questo brano dichiarando "ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi". Paolo trovava gioia nel soffrire per questi credenti, non perché a lui piacesse soffrire, ma per il privilegio di far parte dell'opera eterna di Dio in quelle persone, e di spendersi per un tesoro eterno.

Paolo è un esempio per noi, perché egli viveva guardando in avanti, al ritorno di Cristo, quando l'opera di ogni credente sarà giudicata. Paolo sapeva che i credenti che egli aveva evangelizzato e che aveva aiutato a crescere sarebbero stati una corona per lui nel giorno di Cristo. Vi leggo ciò che dichiara parlando di se stesso e dei suoi collaboratori nei confronti dei credenti di Tessalonica. Leggo 1Tessalonicesi 2:19

“qual è infatti la nostra speranza, o gioia, o corona di gloria? non siete proprio voi, davanti al Signor nostro Gesù Cristo alla sua venuta?” (1Tessalonicesi 2:19 LND)

Chiunque investa spiritualmente nella vita degli altri avrà una gioia eterna, all’arrivo di Cristo. Il frutto che Dio produce tramite noi sarà una corona di gloria per noi davanti a Cristo.

Paolo, sapendo ciò che lo aspettava, trovava gioia nelle sue sofferenze per questi credenti, sapendo che erano sofferenze brevi che producevano un peso eterno di gloria. Questa è la verità che Paolo dichiara in 2Corinzi 4:16-18.

“16 perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; 18 mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2Corinzi 4:16-18 LND)

Le nostre sofferenze attuali per far conoscere Cristo agli altri non sono nulla in confronto al peso eterno di gloria che ci aspetta come frutto di questa sofferenza. Sapendo questa verità, Paolo si dedicava interamente a portare frutto, anche quando quell'impegno lo faceva soffrire. Soffrendo in questo modo, per portare frutto spirituale, compiva una parte di ciò che mancava ancora all'afflizione di Cristo per la Chiesa.

Certamente, Paolo non poteva aggiungere nulla all’opera della giustificazione. Cristo ha sofferto una volta per sempre per compiere la nostra giustificazione. Paolo sta parlando della sofferenza e delle afflizioni necessarie per portare le persone alla salvezza e alla santificazione.

Anche noi abbiamo ricevuto da Dio il ministero di portare gli altri alla salvezza e poi di impegnarci per la santificazione gli uni degli altri. Questo richiede grande impegno, molti sacrifici, e spesso anche sofferenze. Paolo era pronto a soffrire, anzi, trovava gioia nel soffrire, perché teneva a mente il frutto eterno che quella sofferenza avrebbe prodotto.

Chiedo a ognuno di voi che si dichiara credente: tu sei pronto a rinnegare te stesso e a soffrire per promuovere la salvezza e la crescita di altri? Ti rallegri quando hai il privilegio di parlare di Cristo o edificare gli altri, anche se ti fa soffrire? Se la tua risposta è no, allora non stai ricordando il vero scopo della vita. Stai vivendo cercando di evitare le sofferenze, anziché vivere cercando di portare gloria al nostro Dio. Vivere per Dio vuol dire investire per la salvezza e per l'edificazione degli altri, costi quel che costi.

Quello che dà gioia non è l'avere poche sofferenze e difficoltà. Poche persone hanno le difficoltà che aveva Paolo, eppure egli aveva grande gioia. Una vita senza il vero traguardo è una vita brutta e senza vera gioia. Una vita che porta frutto per l’eternità è una vita con grande gioia.

L'incarico di Paolo

Guardiamo più a fondo Colossesi 1:24,25. Leggo di nuovo i versetti 24 e 25 per capire l'incarico di Paolo.

“24 ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio,

Paolo capiva che la sua vita non apparteneva a se stesso, ma che era stato chiamato da Dio ad essere un ministro, con l'incarico di portare avanti l'opera di Dio. Certamente, Paolo è stato chiamato come apostolo, con un ministero particolare. Però, in realtà ogni credente appartiene a Dio, ed è stato chiamato a portare avanti il regno di Dio, glorificando Dio in ogni cosa. Non apparteniamo a noi stessi. In 1Corinzi 6:19,20 leggiamo:

“19 Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.” (1Corinzi 6:19-20 LND)

Ogni vero credente appartiene a Dio, è stato comprato a caro prezzo, e perciò tutta la sua vita deve essere vissuta alla gloria di Dio. L'idea che tu hai una certa parte della tua vita che appartiene a te e che in quella parte puoi fare come vuoi è sbagliata. Apparteniamo totalmente a Dio, corpo e spirito. Non abbiamo lo stesso ministero di Paolo, ma tutti noi abbiamo il ministero di essere la luce del mondo e di adoperare i nostri doni spirituali per il bene comune.

Cioè, ogni credente ha uno o più doni spirituali che servono per l'edificazione del corpo, la Chiesa. Quindi, ogni credente ha il ministero di edificare gli altri. Tu, stai adempiendo al tuo ministero?

Lo scopo: far conoscere la verità

Leggo ancora i vv. 25 e 26 per capire il traguardo di Paolo, che dovrebbe essere anche il nostro traguardo.

25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi,

L'apostolo Paolo, essendo apostolo, aveva l'incarico di presentare pienamente la Parola di Dio. Tante religioni e gruppi predicano solo qualche parte della Parola di Dio per sostenere la loro posizione. Dio ci chiama a presentare la Parola di Dio pienamente.

Il cuore della Parola di Dio è quello che qui viene chiamato “mistero”, mistero che fino al tempo degli apostoli fu tenuto nascosto a tutte le generazioni precedenti. La parola “mistero” indica qualcosa che prima era nascosto, e che poi è stato rivelato.

Per tutti i secoli prima di Cristo, Dio non aveva rivelato in modo chiaro che stava per offrire la salvezza, non solo ai Giudei, ma anche ai gentili, per mezzo di Gesù Cristo. I Giudei credevano che la salvezza fosse solo per loro. I gentili non sapevano che potessero essere salvati anche loro.

Dopo la morte e la risurrezione di Cristo, questa strepitosa verità fu rivelata: l’offerta della salvezza in Cristo Gesù era per tutti, giudei e gentili. Che meravigliosa notizia è questa per chi è un gentile, ovvero, non giudeo.

Paolo proclamava questa notizia, questo mistero, verità prima nascosta, ora rivelata.

La ricchezza del mistero

Questa verità è la più grande verità possibile. Noi, che siamo gentili, possiamo essere salvati eternamente. Anziché tormento eterno, in Cristo, abbiamo il perdono e la vita eterna con Dio.

Noi che siamo stati salvati per mezzo di questo Evangelo, abbiamo la responsabilità e il privilegio di annunciare questa verità agli altri. La verità della salvezza in Cristo, che vuol dire avere Cristo in te, vale più di qualsiasi altra cosa nella vita. Quello che era sempre nascosto, ma ora è rivelato, è che anche noi gentili possiamo essere salvati. La salvezza è avere Cristo in noi. Questa è la speranza della gloria eterna. Leggo i vv. 26-27.

“26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria,” (Colossesi 1:26-27 LND)

Questo mistero è l'Evangelo, Cristo in noi, non solo nei Giudei, ma anche nei gentili. Gesù Cristo è il Salvatore del mondo, chiunque si ravvede e crede in Lui sarà salvato, sia Giudei che gentili.

Questo mistero, questa verità, è la verità più gloriosa del mondo! È la verità che rivela che l'uomo può essere riconciliato con Dio stesso per mezzo di Gesù Cristo! Non esiste alcuna benedizione terrena paragonabile alla benedizione di essere in Cristo! Chi è salvato non solo è in Cristo, ma Cristo è in lui!

Avere veramente Cristo in te è la cosa più gloriosa e grande nel mondo! Non c'è nulla di minimamente paragonabile all'avere Cristo Gesù stesso in te, e Gesù è in ogni vero credente! Se tu sei veramente salvato, Gesù Cristo è in te!

La nostra speranza: Cristo in noi

Notate le parole “speranza della gloria!” Gesù Cristo in noi è la speranza della gloria.

Chi è veramente in Cristo, e Cristo in lui, ha la viva speranza, ovvero, la certezza, di godere della gloria di Dio per tutta l’eternità.

Siamo stati creati per questo. Nulla di meno può soddisfare i nostri cuori e le nostre anime. Chi tiene gli occhi sulla gloria eterna che ci aspetta in Cristo può avere grande gioia, anche nella prove e difficoltà più profonde. Chi vive per questa gloria avrà una vita che conta.

Chi è in Cristo può godere della cosa più meravigliosa e incredibile che esista: la gloria di Dio, giorno dopo giorno, per tutta l'eternità! Essendo stati creati a immagine di Dio, nulla può soddisfare il nostro cuore se non la gloria di Dio!

Ed è solo in Cristo Gesù che abbiamo la speranza della gloria.

Al di fuori di Gesù Cristo, non esiste alcuna via che ci porta a Dio, e alla Sua gloria! Cristo Gesù è l'unico Salvatore, Gesù Cristo è l'unico che può farci arrivare alla gloria del Padre.

Gran Canyon: Tutto ciò che sulla terra sembra glorioso è solamente un'ombra debole della vera gloria che è in Dio! È come confrontare una foto sfocata del Gran Canyon con il Gran Canyon stesso. Per quanto la foto possa essere bella e sembrare maestosa, non è niente in confronto al vedere il Gran Canyon con i tuoi occhi, e camminare due giorni per arrivare in fondo!

Similmente, ma infinitamente di più, non esiste nulla nel mondo che sia minimamente paragonabile alla gloria di Dio! Tutto quello che vediamo di glorioso in questa terra è solamente una debole ombra della gloria di Dio!

Chi è in Cristo sarà nella presenza di Dio, godendo della Sua gloria per tutta l'eternità! Questa è una speranza viva, una speranza certa, perché è stata comprata con il sacrificio e la risurrezione di Gesù Cristo! Perciò, chi è in Cristo ha la speranza della gloria, e può gioire in qualunque circostanza della vita, perché la sua gioia non deriva dalle circostanze, ma dalla speranza che ha in Cristo Gesù, nella gloria che lo aspetta con Cristo.

Annunciare questa notizia

Una notizia così meravigliosa deve essere annunciata, a tutti. La passione dell'apostolo Paolo era quella di annunciare questa buona notizia. Anche noi siamo chiamati ad annunciare questa notizia a tutto il mondo!

Certamente, Paolo era un apostolo, e solitamente, annunciava l’Evangelo a tempo pieno. Ma, anche se non siamo apostoli, abbiamo il privilegio di essere stati chiamati ad essere la luce del mondo, annunciando questa verità alle persone intorno a noi. Questa è la vita che conta, questo è l’impegno che vale.

Torniamo al nostro brano, per notare il modo in cui Paolo svolgeva il suo ministero, perché ci mostra il modo in cui anche noi dobbiamo svolgere questo incarico.

Leggo dal v.24 al 28. Notate specificatamente ciò che Paolo dichiara nel versetto 28.

“24 ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare compiutamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, 28 che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Colossesi 1:24-28 LND)

Il ministero di Paolo era di annunziare l’Evangelo, e poi di ammonire ed ammaestrare ogni uomo in ogni sapienza in modo da presentare ogni uomo perfetto, ovvero maturo, in Cristo Gesù! Questo è anche il nostro incarico.

Vediamo qua due aspetti del ministero a cui siamo stati chiamati: prima, dobbiamo annunciare, ovvero, proclamare, l’Evangelo. Dobbiamo annunciare che esiste perdono e riconciliazione con Dio per mezzo di Gesù Cristo! Noi chiamiamo questa predicazione ”evangelizzazione”. Dio ci chiama ad essere luce nel mondo di tenebre, ci chiama a proclamare l'Evangelo ad ogni creatura.

Poi, quando uno viene salvato, quella persona ha bisogno di crescere. E per questo, ha bisogno di ricevere insegnamento, sia quello pubblico per tutta la chiesa, ma ha bisogno anche di essere ammonito ed ammaestrato individualmente, in ogni sapienza. In altre parole, deve capire come allineare ogni aspetto della sua vita alla santità di Dio.

In Matteo 28, troviamo il comandamento di Gesù Cristo ai Suoi seguaci, l’incarico principale che abbiamo finché Cristo non ritornerà. Chiamiamo questo incarico il “il grande mandato”. Vi leggo il grande mandato da Matteo 28.

“18 Poi Gesù si avvicinò e parlò loro dicendo: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. 19 Andate, dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Amen".” (Matteo 28:18-20 LND)

Notate che il primo passo di questo mandato è quello di fare discepoli tutti i popoli, che vuol dire evangelizzare. Poi si battezza coloro che diventano discepoli, infine bisogna insegnare loro ad osservare tutte le cose che Cristo ha comandato. Questo dev’essere il nostro impegno di vita! Questo rende la vita ricca e soddisfacente.

Notiamo il ministero di Paolo. Lui e gli altri annunciavano l’Evangelo, la salvezza in Gesù Cristo per chiunque credeva, giudeo o gentile.

Poi Paolo dichiara che ammoniva ed ammaestrava ogni uomo.

L’insegnamento pubblico, per esempio, la predicazione ogni domenica, e anche lo studio biblico, sono fondamentali. Però, servono anche insegnamento e ammonizione personale, in base alla situazione e alla vita di ogni credente. Ognuno di noi ha bisogno di ricevere ammonimenti ed insegnamenti personalizzati per noi e per la nostra situazione di vita. Questo ci aiuta ad allineare ogni aspetto della nostra vita a Cristo.

Leggo di nuovo Colossesi 1:28, per capire lo scopo di Paolo, che deve essere anche il nostro scopo.

“che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Colossesi 1:28 LND)

Lo scopo dell’ammonimento e insegnamento a tu per tu è presentare ogni uomo perfetto in Cristo. La parola “perfetto” vuol dire “completo”, non mancante di nulla, e quindi, pienamente maturo in ogni campo della vita.

Il traguardo nel ministero è quello di rendere ogni credente maturo. Nessuno cresce da solo, abbiamo bisogno gli uni degli altri, e abbiamo bisogno degli uomini che Dio ha stabilito per curare la Chiesa.

Notate che Paolo si impegna ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza. Noi cresciamo quando comprendiamo le verità di Dio e come esse si applichino alla nostra vita. Di natura, i nostri pensieri e i nostri ragionamenti sono sbagliati. Dobbiamo sottoporre ogni pensiero alla parola di Dio per crescere. Però, di natura i nostri ragionamenti sembrano giusti a noi. Abbiamo bisogno di confrontare ogni pensiero con la Parola di Dio, e spesso abbiamo bisogno di altri che possano farci vedere cose che noi non stiamo vedendo da soli.

Hai tu un cuore umile?

La prima domanda che ciascuno di noi deve chiedersi è se siamo veramente aperti a ricevere insegnamenti personali. Quando Dio manda delle persone nella nostra vita che ci ammoniscono e ci insegnano a tu per tu, parlando direttamente a noi e alle nostre situazioni, mostrandoci come meglio camminare secondo i principi di Dio, siamo umili nell'ascoltare? Siamo umili nell'accettare l’insegnamento e cambiare quello che non è conforme ai principi di Dio?

Se non siamo umili nell'ascoltare di cuore e cambiare dove serve, è un brutto frutto, e dovremmo preoccuparci della nostra condizione spirituale. Il metro della nostra maturità spirituale non è quanto ci impegniamo, ma è quanto stiamo crescendo nell’essere conformati all’immagine di Cristo.

Certamente, se non siamo umili nel ricevere ammonizioni e insegnamenti personali, non siamo in grado di dare questi ad altri. E perciò, la nostra vita sarà una vita sprecata, senza un scopo che vale. Il nostro cuore sarà insoddisfatto.

In altre parole, se il nostro orgoglio ci ostacola dall'accettare ammonimenti e insegnamenti personali, non possiamo vivere una vita che conta.

Se tu non sei pronto a ricevere ammonimenti ed insegnamenti personali, non sei assolutamente in grado di darli. L'apostolo Paolo aveva ricevuto prontamente gli insegnamenti e gli ammonimenti da parte di Cristo. Paolo era umile, riconosceva quanto grave fosse il suo peccato. E così Paolo era in grado di ammonire ed ammaestrare gli altri. Prego che anche noi avremo l'umiltà di ricevere ammonimenti, per poter essere usati per aiutare gli altri a crescere.

Questa è una vita che conta.

L'impegno di Paolo

Avete notato quanto duramente Paolo si impegnava per portare avanti quest'opera? Paolo è un esempio per noi in questo. Notate quanto egli si impegnava. Leggo la prima parte del v.29.

“29 e per questo mi affatico combattendo....” (Colossesi 1:28-29 LND)

Paolo si affaticava, combattendo in questo impegno. Si affaticava, impegnandosi fino alla stanchezza, giorno dopo giorno, e spesso notte dopo notte, anno dopo anno. L'impegno di Paolo non era legato ad un orario di ufficio. Paolo si dava completamente per portare avanti il ministero per cui era stato chiamato da Cristo.

Infatti, in 2Corinzi 11, leggiamo un po' di come Paolo viveva per portare avanti il suo ministero.

“23 Sono essi ministri di Cristo? Parlo da stolto, io lo sono più di loro; nelle fatiche molto di più, nelle battiture grandemente di più, molto più nelle prigionie e spesso in pericolo di morte. 24 Dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una. 25 Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull’abisso. 26 Sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli, 27 nella fatica e nel travaglio, sovente nelle veglie, nella fame e nella sete, spesse volte in digiuni, nel freddo e nella nudità. 28 Oltre a queste cose esterne, ciò che mi assilla quotidianamente, è la sollecitudine per tutte le chiese.” (2Corinzi 11:23-28 LND)

Paolo si affaticava tantissimo. La sua fatiche non riguardavano solo una semplice stanchezza fisica, ma anche grande sofferenza spirituale. Infatti, ricordate ciò che abbiamo letto all'inizio di questo brano, cioè che Paolo si rallegrava per le sue sofferenze per i credenti.

Facilmente noi potremmo credere che noi non abbiamo le forze che aveva Paolo. Ma grazie a Dio, questo pensiero non è assolutamente vero! Anche noi abbiamo la stessa forza che aveva Paolo, perché quella non era la forza di Paolo, ma era la potenza di Dio all'opera in lui, come egli dichiara nel v.29.

“e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Colossesi 1:29 LND)

Paolo combatteva con la forza di Dio che operava in lui con potenza! Grazie a Dio, Dio opera potentemente anche in noi, se siamo veri credenti!

Ricordate la preghiera di Paolo per i credenti ad Efeso, che troviamo in Efesini 1:16-19. Pregava che Dio operasse nei credenti affinché potessero conoscere la potenza di Dio all’opera in loro. Leggo Efesini 1:19, in cui Paolo descrive quello che chiede a Dio di rivelare loro, e a noi:

“19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza....” (Efesini 1:16-19 LND)

La potenza divina di Dio è all'opera in chiunque sia un vero credente! Quindi, non solo Paolo aveva la potenza di Dio che gli permetteva di affaticarsi così tanto. Ognuno di noi che è un credente ha la potenza di Dio all'opera in sé!

Perciò, tu che sei credente, non devi mai dire o pensare che sia troppo difficile camminare in ubbidienza, vivere per la gloria di Dio, e mettere a morte la carne. Se dipendesse dalle tue forze, certamente sarebbe troppo difficile. Ma non dipende dalle tue forze, perché la potenza di Dio è all'opera in te, come era in Paolo, e com’è in ogni vero credente!

Perciò, preghiamo di riconoscere sempre di più la potenza di Dio all'opera in noi, e impegniamoci nella forza di Dio a combattere per la gloria di Gesù Cristo, impegnandoci con fatica a promuovere la crescita gli uni degli altri.

E allora?

Allora, come vivremo, alla luce di queste verità?

Stai vivendo per la speranza della gloria? Stai aspettando l'arrivo di Gesù Cristo, pensando alla Sua gloria, e a quanto sarà meraviglioso stare nella Sua gloria? Questa è la fonte della gioia in ogni circostanza!

Ricordate che questa vita è solo un vapore, finirà presto! Se tu sei in Cristo, hai davanti a te l'eternità nella presenza di Dio, godendo della gloria di Dio. Hai la viva speranza della gloria. Hai la potenza di Dio all'opera in te. Gioisci in queste verità! Poi, impegnati, senza contare il costo, a vivere per la gloria di Dio. Adopera i tuoi doni spirituali per l'edificazione degli altri credenti.

Fai tutto quello che puoi fare per proclamare l’Evangelo ad altri. Impegnati a sostenere gli altri che proclamano l’Evangelo.

A volte, Dio ci dà occasioni in cui noi possiamo parlare con altri. E dobbiamo parlare in ogni momento possibile. Poi ci sono impegni in cui possiamo evangelizzare indirettamente. Per esempio, preparare opuscoli è un lavoro che richiede tante ore, però, fa parte del proclamare la Parola ad altri. Quindi, impegnati, direttamente e indirettamente, a proclamare l’Evangelo.

E poi, accettate con umiltà gli ammonimenti e gli ammaestramenti che Dio provvede per te. Vivi per la gloria di Dio! Allora, sarai in grado di aiutare i tuoi fratelli e sorelle in Cristo ad essere sempre più conformati all’immagine di Cristo.

Questa è l’unica vita che conta veramente.

Ringrazia Dio per la gioia di avere la speranza della gloria, Cristo in noi! Ringraziamo Dio che possiamo investire in quello che conta veramente.