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Cristo, la nostra speranza! - 1 Timoteo 1:1-4

sermone di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 5 marzo 2017, – cmd ag–
parole chiave: 1Timoteo, 1 Timoteo, Paolo, apostolo, epistola, bibbia, Nuovo Testamento, falso insegnamento, falsi insegnanti, falsa dottrina, dottrina vera.

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Ogni chiesa può avere punti deboli, a volte senza nemmeno riconoscerli. Queste debolezze possono recare grandi danni ai credenti in quella chiesa. Perciò, dobbiamo riconoscerle e correggerle.

La Parola di Dio ci dà gli insegnamenti che ci aiutano a riconoscere i campi in cui dobbiamo cambiare e crescere, sia come chiesa, sia come credenti individuali.

Nell'ultimo sermone, abbiamo iniziato a considerare l'epistola di 1Timoteo. Questa è la lettera che Paolo scrisse a Timoteo dandogli delle istruzioni che riguardano come mettere in ordine la chiesa di Efeso. Le verità e le istruzioni in questa lettera sono essenziali anche per noi, e perciò, vogliamo considerarle con cuori attenti.

Nell'ultimo sermone, ho letto tutta la lettera di Timoteo.

Se ricordate, in quell’epoca, si iniziava una lettera con il nome di chi scriveva, e poi seguiva il nome del destinatario. Fra credenti, a quel punto, si metteva una preghiera per il destinatario.

Oggi, vorrei iniziare a considerare il contenuto di questa epistola. Inizio rileggendo 1Timoteo 1:1-2.

“1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per comando di Dio, nostro Salvatore, e del Signore Gesù Cristo, nostra speranza. 2 a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio nostro Padre e da Cristo Gesù, nostro Signore. (1Timoteo 1:1,2)

Paolo apostolo,

Già in questa introduzione ci sono verità importanti per noi. Leggo di nuovo il versetto 1, e poi, consideriamo le profonde verità in essa.

“1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per comando di Dio, nostro Salvatore, e del Signore Gesù Cristo, nostra speranza. (1Timoteo 1:1)

Consideriamo come Paolo si presenta. Egli scrive:

“1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per comando di Dio

Questa epistola, come tante nel Nuovo Testamento, fu scritta da Paolo, che era un apostolo per comando di Dio. Gli apostoli non sono stati scelti da uomini, e non hanno preso quel ruolo per conto loro. Sono stati scelti da Dio stesso. Paolo era un apostolo per comando diretto di Dio. Se ricordate, fu Cristo stesso, Dio incarnato, che apparve a Paolo sulla via per Damasco, chiamandolo come apostolo. Cristo insegnò a Paolo la dottrina che doveva insegnare.

E quindi, il messaggio che Paolo insegna viene da Dio, non da Paolo, e quindi, come il resto delle Scritture, è pienamente affidabile. Notate che l’Apostolo Pietro riconosceva le epistole di Paolo come Scrittura, come Pietro scrive in 2Pietro 3:15,16.

“15 E ricordate che la pazienza del nostro Signore è in funzione della salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; 16 e questo egli fa in tutte le sue epistole, in cui parla di queste cose. In esse vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione.” (2Pietro 3:15-16 LND)

Pietro riconosceva che le parole di Paolo sono Scrittura, ovvero, sono da Dio. Grazie a Dio, abbiamo una parola sicura nella Bibbia, che ci guida in ogni aspetto della vita.

Noi non siamo apostoli, ma nella Bibbia, abbiamo la parola sicura di Dio. Come Paolo annunciava la Parola di Dio, così anche noi dobbiamo annunciare Cristo, e le verità di Dio che troviamo nella Bibbia. Possiamo annunciare questa parola con autorità, perché deriva dalla Parola di Dio.

Dio è Salvatore

Con il giudizio che ci attende davanti a noi, abbiamo bisogno di un Salvatore. Notate poi che Paolo dichiara “Dio nostro Salvatore”. Leggo il versetto 1:

“1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per comando di Dio, nostro Salvatore...” (1Timoteo 1:1)

Anche in 1Timoteo 2:3 Paolo chiama Dio “Salvatore”. Ve lo leggo:

“3 Questo infatti è buono ed accettevole davanti a Dio, nostro Salvatore,” (1Timoteo 2:3)

Però, notate che in 2Timoteo 1:10, Paolo chiama Cristo il nostro Salvatore. Vi leggo la prima parte di quel versetto:

“ed ora è stata manifestata con l’apparizione del Salvatore nostro Gesù Cristo,...,” (2Timoteo 1:10 LND)

Poi, in Tito 1, Paolo dichiara prima che Dio è il nostro Salvatore, e subito dopo, chiama Cristo il nostro Salvatore. Vi leggo Tito 1:3,4.

“3 e che nei tempi stabiliti ha manifestato la sua parola mediante la predicazione che mi è stata affidata per comando di Dio, nostro Salvatore, 4 a Tito, mio vero figlio nella comune fede: grazia, misericordia e pace da Dio il Padre e dal Signor Gesù Cristo, nostro Salvatore.” (Tito 1:3-4 LND)

Uno si potrebbe chiedere: “Allora chi è il Salvatore, Dio o Gesù Cristo?” Entrambi, perché Gesù Cristo è Dio! Infatti, in Tito 2:13, Paolo dichiara in modo diretto la divinità di Cristo. Ve lo leggo:

“aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo,” (Tito 2:13 LND)

Possiamo chiamare sia Dio che Cristo il Salvatore, perché Cristo è Dio. Grazie a Dio, il nostro Salvatore è divino, e perciò, è pienamente capace di salvarci completamente, come leggiamo in Ebrei 7:24,25, che parla di Cristo. Ve lo leggo:

“24 ma costui, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro, 25 per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro.” (Ebrei 7:24-25 LND)

Gesù Cristo, essendo Dio, salva appieno coloro che vanno a Dio per mezzo di Lui. Grazie a Dio per un Salvatore così!

Gesù nostra speranza

Quindi, in questa introduzione, Paolo chiama Dio il nostro Salvatore, e poi, dichiara che il Signore Gesù Cristo è la nostra speranza. Considerate questa meravigliosa verità che Gesù Cristo è la nostra speranza. Leggo il versetto 1:

“1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per comando di Dio, nostro Salvatore, e del Signore Gesù Cristo, nostra speranza. (1Timoteo 1:1)

Gesù Cristo è la nostra speranza. In un certo senso, la speranza è la cosa più importante della vita. Ogni persona spera. Dio ci ha creato per sperare. Ogni persona sogna o spera cose migliori. La speranza di ciascuno è ciò che ci motiva di andare avanti. Una persona senza speranza perde la voglia di vivere. Consideriamo il motivo per cui speriamo.

Siamo stati creati nell'immagine di Dio. Non siamo semplici animali. L'uomo è nato per uno scopo eterno, quindi, per qualcosa di grande. L'uomo è stato creato per essere creativo, per rappresentare Dio nel mondo, e poi per vivere per l’eternità. Perciò, nel cuore dell'uomo c'è sempre la speranza. C'è speranza che le cose miglioreranno, c'è speranza di cose grandi, e anche se non lo riconosciamo, c'è la speranza di vivere eternamente. Infatti, in Ecclesiastiche 3:11, leggiamo che Dio ha messo l'eternità nel cuore dell'uomo. Ve lo leggo:

“Egli ha fatto ogni cosa bella nel suo tempo; ha persino messo l’eternità nei loro cuori, senza che alcun uomo possa scoprire l’opera che DIO ha fatto dal principio alla fine.” (Ecclesiaste 3:11 LND).

Ogni persona ha l’eternità nel cuore, e perciò, vivendo in questo mondo soggetti alla corruzione, sotto il peccato, in un mondo sotto condanna, il cuore dell’uomo spera in qualcosa in più. Sa che c'è qualcos'altro. Ogni persona spera in qualcosa. Purtroppo, di natura, con la sua mente ottenebrata, anziché sperare in cose eterne, l’uomo spera in cose terrene.

Però, primo o poi, tutte le speranze delle cose terrene ci lasceranno deluse. Tutte le cose di questo mondo saranno distrutte, e noi lasceremo questo mondo. E perciò, tutte le speranze terrene deluderanno.

Invece, chi spera nel Signore Gesù Cristo non sarà deluso, e non sarà confuso. Gesù Cristo è Dio, e vive per sempre. Cristo ha ogni potestà, e nulla può ostacolarLo. Ha promesso di non lasciarci e di non abbandonarci. Gesù ha dichiarato che è andato a prepararci un posto, e ritornerà per portarci con sé. Chi spera in Gesù Cristo non sarà deluso. Se siamo veramente figli di Dio, Gesù Cristo è la nostra speranza.

Tu, in che cosa stai sperando? Se speri in un'altra persona, ricordati che le persone moriranno, e tanti ci deluderanno anche prima della morte. Tu speri nei soldi? I soldi non possono salvarti, e non possono soddisfarti. Dio ci insegna che se abbiamo di che coprirci e di che nutrirci, con quello saremo contenti. Paolo parlerà in questa epistola dell’importanza di non sperare nei soldi.

Forse tu speri in un lavoro, o speri nella buona salute? Perderemo tutto. Tante donne sperano nella bellezza e si impegnano ad essere belle e snelle. Ma la bellezza fisica del mondo svanisce e abbandona tutte le donne, e comunque è un inganno anche quando c’è. Tanti sperano nella stima degli altri, ma la stima degli altri delude tantissimo, perché in realtà è solo inganno, e ci ostacola da Dio e da ciò che veramente vale.

L'unica speranza sicura, l'unica speranza che non ci deluderà mai, sia nella vita che nell’eternità, l’unica speranza che può soddisfare appieno il nostro cuore è Gesù Cristo, il Signore. E quindi, Paolo inizia questa lettera parlando di Dio nostro Salvatore e del Signore Gesù Cristo la nostra speranza. Mentre studiamo quest’epistola, notate quello che dichiara di Gesù Cristo, la nostra speranza. Prego che vedremo più di Cristo, e così, i nostri cuori saranno sempre più soddisfatti in Lui.

A Timoteo

Dopo aver fatto l’introduzione dicendo che era apostolo per comando di Dio, e dichiarando che Dio è il nostro Salvatore e Cristo è la nostra speranza, Paolo indirizza la lettera a Timoteo. È utile capire come Paolo considerava Timoteo. Timoteo viene menzionato 24 volte nel Nuovo Testamento. Infatti, nel modo in cui viene menzionato qua, comprendiamo che Timoteo era come un figlio per Paolo. Quindi, avevano un rapporto estremamente stretto, erano uniti a causa del loro cuore per Gesù Cristo, e dal fatto che collaboravano insieme per il regno di Dio. Mentre leggo il versetto 2, notate come Paolo descrive Timoteo, e poi, la preghiera che fa per lui.

2 a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio nostro Padre e da Cristo Gesù, nostro Signore. (1Timoteo 1:2)

Timoteo era un vero figlio spirituale per Paolo. È molto probabile che Paolo abbia evangelizzato Timoteo nel suo primo viaggio missionario, e poi, quando è ripassato per la città di Timoteo, gli abbia chiesto di accompagnarlo. Paolo amava Timoteo profondamente, e lo consideravo un figlio in quanto Paolo trasmetteva a Timoteo la dottrina ma anche l'esempio della sua propria vita. In un certo senso, Paolo dava tutto quello che aveva a Timoteo, in modo che Timoteo potesse portare avanti l'opera che Paolo aveva iniziato.

Comprendiamo ancora di più l'amore che Paolo aveva per Timoteo leggendo nella sua seconda epistola a Timoteo. Vi leggo 2Timoteo 1:3-5. Notate il cuore di Paolo per Timoteo:

“3 Rendo grazie a Dio, che servo come già fecero i miei antenati con pura coscienza, poiché non cesso mai di ricordarmi di te nelle mie preghiere giorno e notte; 4 ripensando alle tue lacrime, desidero vivamente di vederti per essere ripieno di gioia, 5 mentre ricordo la fede non finta che è in te, e che abitò prima in Loide tua nonna ed in Eunice tua madre, e sono persuaso che abita anche in te.” (2Timoteo 1:3-5 LND).

Quanto profondo era l’amore che Paolo aveva per Timoteo! Vedendo Timoteo come un figlio spirituale, notate anche che Paolo si metteva davanti a Timoteo come esempio da imitare. Leggo 2Timoteo 1:8.

“Non vergognarti dunque della testimonianza del Signor nostro, né di me suo prigioniero, ma soffri anche tu con me per l’evangelo, sostenuto dalla potenza di Dio,” (2Timoteo 1:8 LND).

Paolo trasmetteva a Timoteo ciò che poi Timoteo doveva trasmettere agli altri. Nel piano di Dio, le verità di Dio vengono trasmesse da generazione a generazione, da uomini fedele a uomini fedeli. Similmente, viene trasmesso l’esempio di come vivere la vita cristiana. Ascoltate mentre leggo l'esortazione che Paolo dà a Timoteo in 2Timoteo 2:1,2.

“1 Tu dunque, figlio mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù; 2 e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.” (2Timoteo 2:1-2 LND).

Vediamo qui che nel piano di Dio, una generazione di credenti trasmette le verità di Dio a quella successiva. Si cerca soprattutto di trovare persone fedeli, che sono anche capaci ad insegnare le verità ad altri. Paolo aveva trovato in Timoteo un giovane fedele, e lo ha preso come figlio in Cristo, affinché potesse trasmettere a Timoteo il più possibile delle cose di Dio.

Applichiamo questo a noi.

Dio ci sta dando un forte esempio da seguire in questo. Ogni vero credente dovrebbe cercare prima di tutto di avere una vita che è degna da imitare. Dovrebbe cercare poi di conoscere bene le verità di Dio in modo corretto e fedele. E poi, ogni credente dovrebbe cercare di trasmettere quello che ha anche ad altri.

Alla luce di questo, chiedo a ciascuno: Primo, tu hai da condividere agli altri? Cioè, se tu sei nato di nuovo in Cristo, stai crescendo in modo che hai da trasmettere ad una nuova generazione di credenti? Il tuo cammino è un cammino da imitare? Sta imparando sempre più le verità di Dio? Chi è salvato già qualche mese dovrebbe avere da condividere con chi è salvato da poco. Chi è salvato da un anno o due anni, dovrebbe avere molto da condividere con chi è stato appena salvato. E poi, uno che è salvato ancora da più anni dovrebbe avere moltissimo da condividere. Quindi, la prima domanda è se tu stai crescendo in modo da avere da condividere, sia di cammino, che di dottrina.

E poi, tu hai un grande peso e impegno di condividere con gli altri? Paolo aveva questo peso, e cercava con chi poteva condividere. Avendo trovato Timoteo, lo consideravo come un figlio spirituale. E come abbiamo letto, esortava Timoteo a trovare altri a cui trasmettere le verità di Dio. Io prego che ogni vero credente avrà un profondo desiderio di investire negli altri, per aiutarli a crescere in Cristo. Questo è la vita che veramente conta.

La Preghiera per Timoteo

A questo punto, notiamo la preghiera che Paolo fa per Timoteo. È normale nelle epistole che dopo che l’autore si è identificato, e dichiara chi è il destinatario, innalzi una preghiera per quella persona o quelle persone. Vi leggo il versetto due, che comprende la preghiera di Paolo per Timoteo.

“2 a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio nostro Padre e da Cristo Gesù, nostro Signore.” (1Timoteo 1:2).

Paolo prega per Timoteo di avere grazia, misericordia, e pace.

È interessante notare che in ogni Epistola che Paolo scrisse alle chiese, nell'introduzione prega per grazia e pace. Invece, nelle due epistole a Timoteo, e anche nell'epistola a Tito, oltre a pregare per loro di avere grazia e pace, Paolo aggiunge anche misericordia. Sembra che questo sia dovuto al profondo amore di Paolo per Timoteo e Tito.

La grazia è quel favore da Dio che spinge Dio a farci del bene quando meritiamo il male. La misericordia descrive il tenero amore di Dio che lo spinge ad avere compassione su di noi, per perdonarci e sostenerci, e fa sì che Dio ci fortifica nel nostro cammino e nel servizio che rendiamo per Dio.

Nessun uomo è capace da solo a servire il Signore, cioè, è impossibile per noi di riuscire a produrre frutto spirituale da soli. Ci serve l’aiuto di Dio, e anche la misericordia di Dio. E perciò, visto che Paolo esorta Timoteo a dedicarsi interamente al ministero, prega per la misericordia di Dio per Timoteo.

Avendo chiesto la grazie e la misericordia per Timoteo, Paolo chiede anche la pace. La pace è la pace di Dio, che rende il cuore e la coscienza tranquilla, tranquilla perché sappiamo che siamo riconciliati a Dio per mezzo di Gesù Cristo. È anche la pace che abbiamo quando sappiamo che per mezzo dello Spirito Santo in noi possiamo combattere e vincere i nostri peccati.

Paolo inizia tutte le sue epistole con delle preghiere. Conclude ogni epistola con una preghiera. E quasi sempre, riempie le sue epistole con preghiere. La preghiera riempiva la vita di Paolo. Io prego che anche noi possiamo riempire le nostre vite con la preghiera, e fondare i nostri rapporti sulla preghiera. Il vero amore per gli altri è di desiderare la loro crescita in Cristo e che possano vivere per la gloria di Dio. Questa è la vera benedizione, ed è per questo che dovremmo pregare costantemente gli uni per gli altri le preghiere che Dio ci insegna nella Bibbia. Oh che possiamo essere un popolo che prega, secondo le preghiere che Dio ci insegna nella Bibbia!

Dio nostro Padre e Cristo Gesù, nostro Signore.

Voglio solo notare che nella preghiera di Paolo per Timoteo, pregando per la grazia, la misericordia, e la pace, Paolo dichiara che queste tre cose vengono da Dio nostro Padre e da Cristo Gesù, nostro Signore. Cioè, le benedizioni che riceviamo vengono sia dal Padre che dal Figlio. In un certo senso, hanno origine nel Padre e ci vengono date tramite il Figlio. Quindi, è giusto attribuire i doni che riceviamo da Dio sia dal Padre che dal Figlio. È importante riconoscere il ruolo di ogni membro della Trinità. È importante ricordare che sia Dio Padre, sia il Figlio, sia lo Spirito Santo sono tutti Dio. Esiste un solo Dio, in tre persone. Questa Epistola rende molto chiaro la divinità di Cristo Gesù.

Esortazione a Timoteo

Avendo concluso l’introduzione di questa lettera, Paolo inizia ciò che ha da dire a Timoteo nei versetti 3 e 4. Leggo questi versetti, e poi, consideriamo ciò che Paolo scrive, perché è un principio importante anche per noi. Seguite:

3 Come ti esortai quando andai in Macedonia, rimani in Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse, 4 e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali producono controversie piuttosto che l’opera edificatrice di Dio, che è in fede. (1Timoteo 1:3,4)

Paolo inizia questa lettera a Timoteo ordinandogli di rimanere in Efeso, per mettere a posto certi problemi nella Chiesa là. Infatti, questa lettera è una lettera che spiega a Timoteo come aiutare la Chiesa ad Efeso a camminare nella verità di Dio. Ciò che serviva ad Efeso è importante per ogni chiesa oggi, perciò è importante anche per noi.

In questi due versetti, Paolo spiega a Timoteo come agire per affrontare un grave problema che c'era nella chiesa ad Efeso, cioè, uomini che insegnavano dottrine sbagliate, e che si occupavano di favole e di genealogie. Paolo comanda a Timoteo di ordinare a questi uomini di non insegnare queste cose e di non occuparsi di quelle cose. Spiega anche il motivo per cui Timoteo doveva fermarli, cioè, spiega il danno che causavano.

Da quando esiste la Chiesa, ci sono persone che insegnano cose sbagliate. Questo danneggia la chiesa moltissimo, e può sviare persone sincere. Questa è sempre stata una tattica da parte del maligno per ostacolare l’opera di Dio: creare controversie.

Ci sono tanti insegnamenti della Bibbia che ci avvertono di stare in guardia contro coloro che insegnano dottrine diverse, ovvero, dottrine sbagliate. Per esempio, in Matteo 7:15-20 Gesù ci avverte contro i falsi profeti, che sono falsi insegnanti. Il suo punto principale è che si riconosce un falso insegnante perché non produce buon frutto. Leggo i versetti 18-20.

“18 Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. 19 Ogni albero che non dà buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco. 20 Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti.” (Matteo 7:18-20 LND).

Il punto centrale qui è che chi insegna dottrine diverse non produce buon frutto. Nel nostro brano in 1Timoteo, impariamo che un buon frutto è l'opera edificatrice di Dio, che è in fede. Uno che insegna cose diverse, cioè qualunque insegnamento che non rispecchia fedelmente le verità di Dio, non produce edificazione nella vita di coloro che lo ascoltano, piuttosto produce controversie. Non produce il vero frutto della crescita nell’assomigliare a Cristo, e nell’essere più santi, e a vivere più per la gloria di Dio.

Vari anni dopo aver scritto questa epistola, Paolo scrisse ancora a Timoteo, avvertendolo del pericolo dei falsi insegnanti. Vi leggo di questo in 2Timoteo 4:3,4.

“3 Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie 4 e distoglieranno le orecchie dalla verità per rivolgersi alle favole.” (2Timoteo 4:3-4 LND).

Ci sono tanti altri brani in cui ci sono avvertimenti contro i falsi insegnanti, e contro quelle che si chiamano favole. Nel Nuovo Testamento, la parola “favole” viene usata cinque volte, ed è sempre con un significato negativo. Le favole sono cose che vengono dichiarate che però sono contrarie alla verità. Ci sono sempre state persone che insegnano cose false. Paolo menziona anche le genealogie senza fine, che era un qualcosa che facevano soprattutto i Giudei.

Il punto è che ci sono sempre state persone che parlano di cose che assomigliano alle verità di Dio, ma che in realtà non fanno crescere nel veramente conoscere Dio.

Vediamo questo spesso oggi. Ci sono persone che prendono qualche parte della Bibbia, un piccolo dettaglio, e lo fanno diventare il centro del loro insegnamento. Ci sono persone che concentrano sulle profezie, o sul marchio della bestia, e su qualche altro piccolo dettaglio, che viene solo menzionato, e ne fanno il centro del loro insegnamento.

Purtroppo, in questi casi, chi segue quell’insegnamento non cresce nella santità, non conosce Cristo di più, e non edifica gli altri.

Poi, le false dottrine producono controversie. Infatti, si trovano persone il cui ministero non è tanto predicare Cristo, quanto è condannare altri.

Ci sono tantissime false dottrine. La cosa importante non è di studiare tutte le dottrine false, la cosa importante è di conoscere bene la verità delle Bibbia. Infatti, tanti credenti investono molto tempo parlando di false dottrine, e in realtà, guardano poco a Cristo.

Per evitare le false dottrine, dobbiamo conoscere la verità sempre di più.

Poi, si esamina una nuova dottrina, o chi la insegna, vedendo se i loro insegnamenti producono vera edificazione. Le persone che ascoltano e seguono quegli insegnamenti crescono nell’assomigliare sempre di più a Cristo? Sono sempre più aggravati dal proprio peccato? Dimostrano il frutto dello Spirito? Sono umili e mansueti, confidando sempre di più in Dio? Questo è il frutto dell’insegnamento che è fedele alla Parola di Dio!

Nella chiesa di Efeso, c’erano coloro che insegnavano dottrine diverse, non quelle giuste, e correvano dietro a favole e genealogie. Il loro insegnamento non produceva vera edificazione. Producevano controversie.

Anche oggi ci sono tanti falsi insegnamenti, sia nelle chiese, che in Internet, e nei libri. Quindi, questo insegnamento a Timoteo vale anche oggi per coloro che curano le chiese.

Timoteo doveva ordinare a coloro che parlavano di queste cose di smettere. Le guide delle chiesa hanno la responsabilità di fermare coloro che insegnano cose che distolgono dalla verità e che non portano frutto. A volte, si può fermare uno che insegna cose sbagliate con una richiesta gentile. In altri casi, quando insistono nell’andare avanti con i loro insegnamenti sbagliati, bisogna agire con autorità, come Paolo dichiara a Tito in Tito 1:10. Ve lo leggo:

“Vi sono infatti, specialmente fra coloro che provengono dalla circoncisione, molti insubordinati, ciarloni e seduttori, ai quali bisogna turare la bocca;” (Tito 1:10 LND).

A volte, quando uno rifiuta di smettere di insegnare dottrine diverse, bisogna turargli la sua bocca. Altri brani parlano della scomunicazione. In ogni caso, bisogna proteggere la chiesa da queste persone. E così, Paolo inizia la sua lettera a Timoteo dicendo che Timoteo doveva ordinare a quelle persone di smettere di insegnare le cose sbagliate.

Oh che possiamo capire che una delle responsabilità importanti della guida della Chiesa è di proteggere la Chiesa da coloro che insegnano cose sbagliate. Certamente, i membri della chiesa dovrebbero ascoltare gli avvertimenti delle guide.

L'opera edificatrice di Dio

Prima di lasciare questo brano, notate che alla fine di questi due versetti, Paolo dice che gli insegnamenti di quei falsi insegnanti producono controversie piuttosto che l'opera edificatrice di Dio, che è in fede.

Quando un insegnamento è da Dio, produce edificazione nella vita di coloro che ascoltano e seguono quell'insegnamento. Certamente, se uno ascolta ma poi non mette in pratica un insegnamento, quell'insegnamento non produrrà nessun frutto in quella persona. Però, un insegnamento secondo verità produce buon frutto in coloro che ascoltano e seguono quell'insegnamento, perché stanno ascoltando le verità di Dio.

E notate che l'opera edificatrice di Dio è sempre “in fede”. La vera opera di Dio è sempre un'opera che viene fatta per mezzo della fede in Gesù Cristo. Il giusto vivrà per fede.

Conclusione

A questo punto, abbiamo visto che Paolo inizia questa epistola a Timoteo ricordando a Timoteo che Paolo era un apostolo, quindi, parlava da parte di Dio. Abbiamo visto che Dio è il nostro Salvatore, e Gesù Cristo è la nostra speranza. Tu, vedi Gesù Cristo come la tua speranza, giorno dopo giorno, in mezzo alle prove? Oppure, hai un altro oggetto della tua speranza? Chi spera in qualunque altra cosa sarà deluso, chi spera in Cristo non sarà deluso. Spera in Cristo Gesù con tutto il tuo cuore!

La vita cristiana è una vita focalizzata su Cristo!

Abbiamo visto che Paolo considerava Timoteo come un suo vero figlio nella fede. Paolo voleva trasmettere tutto ciò che aveva di Cristo a Timoteo, in modo che Timoteo potesse trasmettere Cristo agli altri. Prego che ognuno di noi che è un figlio di Dio vivrà per avere più di Cristo, e che poi ci impegneremo a trasmettere Cristo agli altri.

Infine, abbiamo visto l’importanza di proteggere la chiesa da insegnamenti sbagliati. Questa è la responsabilità delle guide di chiesa. Prego che lo possano fare con la massima serietà, e prego che i credenti cercheranno questa guida.

Grazie a Dio che l’insegnamento vero produce edificazione. Dio completerà la sua opera in noi, e principalmente usa le verità della Parola di Dio. Oh che possiamo essere un popolo che segue questi insegnamenti! Oh che possiamo guardare a Cristo, e sperare in Cristo, e vivere in modo da glorificare il nostro Signore, Gesù Cristo!