Aiuto Biblico

Dottrina vera produce l'amore - 1 Timoteo 1:5-11

sermone di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 12 marzo 2017, – cmd ag –
parole chiave: evangelo, vangelo, edificazione, coscienza, uso legittimo della legge, scopo della legge.

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Lodo Dio che Egli ci cura, e nella sua Parola, ci protegge dai pericoli che ci circondano, sia da quelli palesi, che da quelli subdoli. Uno dei pericoli più gravi è un insegnamento che non produce buon frutto. Oggi, continuiamo il nostro studio di 1Timoteo, e vedremo ancora di più come riconoscere un insegnamento falso e un insegnamento vero.

Nell'ultimo sermone, abbiamo considerato i primi quattro versetti di 1Timoteo. Leggo ancora quei versetti per aiutarci ad avere in mente il contesto per ciò che vogliamo vedere oggi.

“1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo, per comando di Dio, nostro Salvatore, e del Signore Gesù Cristo, nostra speranza. 2 a Timoteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio nostro Padre e da Cristo Gesù, nostro Signore. 3 Come ti esortai quando andai in Macedonia, rimani in Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse, 4 e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali producono controversie piuttosto che l’opera edificatrice di Dio, che è in fede. (1Timoteo 1:1-4)

Abbiamo già considerato l’introduzione alla lettera, nei versetti 1 e 2 e poi i versetti 3 e 4, in cui Paolo inizia il suo insegnamento a Timoteo, insegnamento che vale anche per noi. Abbiamo visto che Paolo inizia il suo discorso facendo un confronto fra dottrine diverse, ovvero fra dottrine sbagliate, e la dottrina vera. Paolo dichiara che le dottrine sbagliate producono controversie, mentre la vera dottrina produce l'opera edificatrice di Dio. Un modo per riconoscere che una dottrina è falsa è considerare il frutto che produce nella vita di coloro che la seguono.

Paolo continuerà il discorso di dottrina buona e dottrina falsa in questa epistola. È importantissimo per noi di tenere in mente che la vera dottrina, insegnata nel modo giusto, produce l'opera edificatrice di Dio, che è in fede. La vera dottrina di Dio non è mai solo da conoscere intellettualmente. La vera dottrina deve cambiare la vita, e deve farci conoscere Dio di più, e ci fa camminare di più in santità.

Quindi, tenendo conto che le verità di Dio servono per edificarci, in modo da assomigliare di più a Gesù Cristo, leggo i versetti da 3 a 11.

3 Come ti esortai quando andai in Macedonia, rimani in Efeso per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse, 4 e di non occuparsi di favole e di genealogie senza fine, le quali producono controversie piuttosto che l’opera edificatrice di Dio, che è in fede. 5 Ora il fine del comandamento è l’amore, che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede non finta. 6 Alcuni, essendosi sviati da queste cose, si sono rivolti a discorsi vani e, 7 volendo essere dottori della legge, non comprendono né le cose che dicono né quelle che affermano. 8 Or noi sappiamo che la legge è buona, se uno la usa legittimamente; 9 sapendo questo, che la legge non è stata istituita per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per i malvagi e i peccatori, per gli scellerati e i profani, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, 10 per i fornicatori, per gli omosessuali, per i rapitori, per i falsi, per gli spergiuri, e per qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina, 11 secondo l’evangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato. (1Timoteo 1:3-11)

Consideriamo questo brano, iniziando con il versetto 5. Paolo vuole rendere chiaro a cosa serve la dottrina di Dio. La parola “comandamento” qui può servire per descrivere la dottrina di Dio. Per esempio, l’Evangelo comanda agli uomini di ravvedersi e di credere in Cristo. Qui, nel versetto 5, Paolo spiega di nuovo ciò che la Parola di Dio produce, quando viene veramente ascoltata e creduta. Leggo di nuovo il versetto 5.

5 Ora il fine del comandamento è l’amore, che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede non finta. (1Timoteo 1:5)

Il comandamento di Dio, ovvero l'insegnamento di Dio, ciò che Egli comanda agli uomini, produce l'amore. Quando un uomo veramente ascolta la verità di Dio, crede a quella verità, e la fa sua, la verità di Dio che opera nel cuore di quell'uomo produce l'amore. Il frutto della verità di Dio quando arriva al cuore è l'amore.

Ricordate che quando a Gesù fu chiesto quale fosse il comandamento più grande, Egli rispose che il comandamento più grande era di amare Dio con tutto il cuore, mente, forza e anima, e poi di amare il prossimo come se stesso. Leggiamo altrove che la legge di Dio si riassume con l'amore. Leggiamo in 1Giovanni che Dio è amore. Leggiamo che è per amore che Dio ha mandato il suo unigenito Figlio.

Quando uno veramente ascolta, crede e segue Dio, l'insegnamento di Dio produce amore in quella persona, amore per Dio e amore per il prossimo. Gesù dichiara che chi Lo ama osserva i suoi comandamenti. Quindi, la vera dottrina produce amore e ubbidienza a Dio.

È importante capire da dove viene questo amore. Non viene solamente ascoltando la Parola di Dio. Tante persone hanno ascoltato Gesù Cristo, ma non sono stati salvati. Il frutto della vera dottrina arriva a chi ascolta e veramente crede di cuore, che vuol dire che mette in pratica ciò che ascolta. Quando uno veramente crede alla Parola di Dio, Dio opera in quella persona, e produce un frutto che permette a quella persona di veramente amare.

Paolo descrive le tre cose che si trovano nella vita di un vero credente, le quali producono il vero amore. Leggo di nuovo il versetto e notate le tre basi dell'amore:

5 Ora il fine del comandamento è l’amore, che viene da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede non finta. (1Timoteo 1:5)

Il vero amore viene quando c'è un cuore puro, una buona coscienza, e una fede non finta. Effettivamente, sono tre modi di descrivere la stessa condizione di cuore. Consideriamo questi tre aspetti della vita di chi è veramente salvato e segue la Parola di Dio di cuore.

Il primo aspetto è un cuore puro. Questo descrive un cuore non macchiato del peccato. In 1Giovanni leggiamo che chi dice di essere senza peccato mente. Continuiamo a cadere nel peccato. Però, se ci umiliamo davanti a Dio, e confessiamo di cuore i nostri peccati, Dio perdona i nostri peccati e ci purifica. E perciò, se confessiamo regolarmente i nostri peccati, avremo un cuore puro, il che è necessario per avere il vero amore.

Inoltre, per avere il vero amore occorre avere una buona coscienza. La Bibbia parla molto della coscienza, che ci viene data da Dio per avvertirci del nostro peccato. La coscienza da sola non è sufficiente. Uno può avere una coscienza addormentata. Uno può non capire che qualcosa è peccato. Però, la coscienza ha una funzione molto importante per ogni vero credente, in quanto solitamente ci avverte quando c’è un peccato non confessato. E quindi, una buona coscienza descrive una coscienza libera dalla colpa, perché sa di aver confessato i peccati a Dio, e ha fede che il sacrificio di Gesù Cristo è sufficiente per ottenere il pieno perdono. Per avere una buona coscienza, una persona deve avere fede in Cristo e deve camminare umilmente con timore di Dio confessando i propri peccati.

E poi, Paolo parla della fede non finta, che potremmo anche tradurre come fede senza ipocrisia. In altre parole, descrive una fede sincera e genuina. Affinché la Parola di Dio, ovvero il comandamento di Dio, produca frutto in noi, deve trovare un terreno fertile, che è una fede sincera. Senza la fede la Parola non produce alcun frutto in noi. Uno può conoscere la Bibbia a memoria, e credere intellettualmente a tutto, ma se non ha la vera fede, se non confida in Dio e nell'opera di Gesù Cristo, la conoscenza intellettuale non produrrà nulla. Quando invece uno ha una vera fede in Gesù Cristo, allora la verità di Dio in lui produrrà il suo frutto, che è il vero amore.

Falsi Insegnanti

E quindi, un insegnamento vero, conforme alla Parola di Dio, produce il frutto dell’amore, ed edifica la persona. Però, come c’è l’insegnamento vero, c’è anche l’insegnamento falso. Ci sono coloro che insegnano una dottrina diversa da quella vera. Nel versetto 6, Paolo torna a parlare di quelli che insegnano cose false, ciò che nel versetto 3 aveva chiamato "dottrine diverse". Seguite mentre leggo i versetti 6 e 7.

6 Alcuni, essendosi sviati da queste cose, si sono rivolti a discorsi vani e, 7 volendo essere dottori della legge, non comprendono né le cose che dicono né quelle che affermano. (1Timoteo 1:6,7)

Quando Paolo dice che alcuni sono stati sviati da queste cose, sta dicendo che ci sono coloro che non insegnano ciò che produce buon frutto, piuttosto, insegnano cose che non edificano, e quindi non producono il vero amore per Dio e l'amore per il prossimo. Queste persone insegnano nel nome di Dio, ma il loro messaggio non è veramente da Dio, per quanto possa assomigliare alla verità.

Anziché insegnare la verità che produce buon frutto in coloro che la ricevono, fanno discorsi vani. Discorsi vani possono dare l’apparenza di essere da Dio, possono essere interessanti, uno può insegnarli con grande convinzione, ma non producono vero frutto nella vita di coloro che li ascoltano.

Quanti discorsi vani ci sono nel mondo oggi! Quanti discorsi vani ci sono che vengono fatti nel nome di Dio, ma non producono vero frutto!

Ricordate che nel versetto 4 Paolo parlava del fatto che il vero insegnamento da Dio produce l'opera edificatrice di Dio. La verità di Dio trasforma la vita di coloro che la ricevono. Non è solo una verità intellettuale, che uno sa. Piuttosto, è una verità che cambia il cuore, cambia la mente, e produce una vita nuova. Edifica la persona che la riceve, in modo che diventa sempre più conformata all'immagine di Cristo.

Tristemente, come al tempo di Paolo, anche oggi ci sono coloro che insegnano discorsi vani. Insegnano cose che possono essere vere in sé, ma i loro insegnamenti non producono vero frutto. Non edificano. Non aiutano coloro che li ascoltano a vedere più del proprio peccato per confessarlo, in modo da essere sempre più conformati all'immagine di Cristo.

Un esempio di discorsi vani sono quegli insegnamenti che parlano di dottrine bibliche, ma, in un modo che la vita di chi ascolta questi insegnamenti non cambia. Non spingono le persone a riconoscere ed abbandonare il peccato. Non fanno considerare Cristo come più prezioso. Quell’insegnamento è composto da discorsi vani.

Un altro esempio di discorsi vani sono coloro che parlano principalmente di quanti errori ci sono nelle chiese. Ed è vero ma triste che ci sono tantissimi errori nelle chiese. Ma focalizzare su tutti questi errori non edifica chi ascolta. Se uno concentra su tutti gli errori degli altri, non vedrà i propri peccati. Quindi, un insegnamento che parla molto degli errori in altri non edifica, e quindi, sono discorsi vani.

Poi, ci sono coloro che parlano ripetutamente di un argomento biblico, trascurando altre dottrine. Per esempio, c’è che parla quasi sempre delle ultime cose. Oppure, c’è chi parla moltissimo dello Spirito Santo, o chi parla moltissimo della sovranità di Dio. Certamente, la Bibbia parla di tutti questi discorsi. Però, quando si focalizza su un argomento, al punto che si trascura altre dottrine, quel tipo di insegnamento non edifica. Non aiuta le persone a vedere il proprio peccato, o a vedere la grazia di Dio in Cristo. Non edifica.

Quindi, è importante valutare se un insegnante insegna in modo equilibrato, parlando di tutte le dottrine della Bibbia, in modo che edifica. Ci sono tanti che insegnano in modo che non edifica.

Nel versetto 7 Paolo spiega che coloro che insegnano queste cose vogliono essere dottori della legge. Vogliono presentarsi come chi ha da dire sulla Parola di Dio. Però, non comprendono né le cose che dicono né quelle che affermano. In altre parole, non riconoscono che il loro insegnamento non produce vero frutto. Forse capiscono certe parti della Bibbia, ma non capiscono il messaggio principale, che la Parola di Dio serve per farci arrivare a Cristo e per crescere nella santità.

Anche se tu non sei un insegnante, ognuno di noi dovrebbe chiedersi se la propria lettura della Bibbia e studio della Bibbia produce frutto in noi stessi. Tu, con il tuo impegno di conoscere di più la Parola di Dio, stai vedendo più di Cristo Gesù? Stai vedendo più del tuo peccato, per poterlo confessare in modo da diventare sempre più conformato all'immagine di Cristo? Il nostro impegno nella Parola dovrebbe produrre quel frutto. Questo vale sia per lo studio personale, sia quando uno insegna ad altri.

Ci sono tanti discorsi vani che sono interessanti, ma non producono frutto. Quindi, il metro per valutare ogni insegnamento non è solo riconoscere se è fedele alla Parola di Dio, ma deve anche produrre l'opera edificatrice di Dio. Se uno insegna in un modo che non promuove la fede e la crescita nella santità, i suoi discorsi sono vani.

Oggi, con il fatto che chiunque può mettersi in Internet con un insegnamento, ci sono tanti che vogliono essere dottori della legge. Ma è importante ricordare l'avvertimento che troviamo in Giacomo 3:1.

“Fratelli miei, non siate in molti a far da maestri, sapendo che ne riceveremo un più severo giudizio,” (Giacomo 3:1 LND)

È una grandissima responsabilità essere un dottore della legge, ovvero, insegnare le cose di Dio. Ognuno dovrebbe avere la massima premura e cautela ed essere attento ad insegnare in modo fedele, in modo che produca vero frutto. Nessuno dovrebbe avere fretta di voler insegnare la Parola di Dio.

L’uso legittimo della legge

Tanti usano la legge di Dio male, ma la legge in sé è buona, se uno la usa legittimamente. Cioè, la legge di Dio può essere usata in modo sbagliato. E tantissimi la usano in modo sbagliato. Questo è il motivo per cui ci sono così tante religioni diverse che si chiamano cristiane. Questo è il motivo per cui ci sono così tanti insegnanti che insegnano la Bibbia, o almeno dicono di insegnare la Bibbia, ma il loro ministero non produce vero frutto nella vita delle persone, perché non la usano in modo legittimo. Invece, quando la legge viene usata in modo legittimo, è buona. Leggo i versetti 8-11.

8 Or noi sappiamo che la legge è buona, se uno la usa legittimamente; 9 sapendo questo, che la legge non è stata istituita per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per i malvagi e i peccatori, per gli scellerati e i profani, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, 10 per i fornicatori, per gli omosessuali, per i rapitori, per i falsi, per gli spergiuri, e per qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina, 11 secondo l’evangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato.

Quanto è importante usare la legge in modo legittimo! Qual è l'uso legittimo della legge?

Prima di tutto, visto che nessuno sarà salvato per mezzo delle opere della legge, NON è un uso legittimo cercare di stimolare qualcuno di migliorare il suo comportamento per essere accettato da Dio. Quella sarebbe una salvezza per opere, che è una falsa dottrina.

Allora, qual è l'uso legittimo della legge? La legge serve per mostrarci il nostro peccato, per portarci a Cristo come Salvatore. Troviamo questa verità in Galati 3:19-24. che ci fa capire che la legge ci teneva schiavi, per portarci a Cristo. Cioè, l'uso legittimo della legge è di farci vedere il nostro peccato, al punto che riconosciamo che solo in Cristo c’è il perdono e la salvezza. Seguite mentre leggo Galati 3:19-24. Ci spiega a cosa serve la legge, quindi, qual è il suo uso legittimo.

“19 Perché dunque fu data la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché fosse venuta la discendenza a cui era stata fatta la promessa; essa fu promulgata dagli angeli per mano di un mediatore. 20 Or il mediatore non è mediatore di una sola parte, ma Dio è uno. 21 La legge è dunque contraria alle promesse di Dio? Così non sia; perché se fosse stata data una legge capace di dare la vita, allora veramente la giustizia sarebbe venuta dalla legge. 22 Ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, affinché fosse data ai credenti la promessa mediante la fede di Gesù Cristo. 23 Ora, prima che venisse la fede noi eravamo custoditi sotto la legge, come rinchiusi, in attesa della fede che doveva essere rivelata. 24 Così la legge è stata nostro precettore per portarci a Cristo, affinché fossimo giustificati per mezzo della fede.” (Galati 3:19-24 LND)

La legge è stato il nostro precettore che ci ha porta a Cristo. Quindi la legge non offre la salvezza in sé, la legge serve per portarci a Gesù Cristo per ottenere la salvezza in Lui. Anche Romani 3:19-20 ci dimostra che la legge serve per mostrarci il nostro peccato. Ve lo leggo:

“19 Or noi sappiamo che tutto quello che la legge dice, lo dice per coloro che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia messa a tacere e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio, 20 perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato.” (Romani 3:19-20 LND)

La legge ci dimostra che siamo peccatori, e che è impossibile per noi di salvare noi stessi. E poi, la legge di Dio ci presenta Gesù Cristo come unico Salvatore.

E perciò, l'uso legittimo della legge è usarla come strumento per spingere le persone a riconoscere il proprio peccato affinché possano cercare la salvezza in Gesù Cristo.

Capendo questo, possiamo riconoscere che la legge non è stata istituita per il giusto, ma per i peccatori. La Bibbia insegna che nessuno è un giusto. Per natura, siamo tutti peccatori. La legge serve per mostrarci il nostro peccato, affinché crediamo in Gesù Cristo per il perdono, e per essere giustificati in Cristo.

Paolo spiega che la legge serve per i peccatori, facendo un lungo elenco di esempi di peccatori. Paolo spiega che questo elenco è solo rappresentativo, concludendo questo elenco con la frase “e per qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina.” Quindi, la legge è stata istituita per ogni tipo di peccato, cioè mostra che ogni peccato ci rende colpevoli davanti al Dio.

Ognuno di noi era sotto il giogo del peccato. Ognuno di noi era un ribelle contro Dio, in vari campi della vita. È stata la legge di Dio che ci ha mostrato il nostro peccato, in modo da portarci a Cristo come Colui che può salvarci. Questo è l’uso legittimo della legge.

Secondo l'evangelo della gloria

Voglio rileggere il versetto 11. Ricordate che Paolo sta parlando del motivo per cui la legge è stata istituita. Lo scopo della legge fa parte dell’evangelo. Vi leggo il versetto 11.

11 secondo l’evangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato. (1Timoteo 1:11)

La legge fa parte dell’evangelo, ci mostra il peccato, e poi, l’evangelo ci mostra Cristo come Salvatore. Questo è secondo l'evangelo della gloria del beato Dio, che Cristo aveva affidato a Paolo.

L’evangelo è il cuore della sana dottrina. La sana dottrina è secondo l'evangelo, cioè, innalza l'opera di Gesù Cristo come l'unico modo per essere salvato.

La falsa dottrina insegna direttamente o indirettamente che la salvezza dipende almeno in parte da noi, dalle nostre opere. Oppure, insegna che Dio salva tutti, e così non serve il ravvedimento. In un modo o l'altro la falsa dottrina minimizza il valore dell'opera di Gesù Cristo.

L'evangelo glorifica Dio perché mostra che nessuno è salvato per le opere della legge, ma solo per la fede in Gesù Cristo. Quindi, glorifica Dio come Colui che provvede il perdono e la salvezza per mezzo del sacrificio e la risurrezione del suo Figlio Gesù Cristo.

Quando una dottrina mette l'enfasi sull'uomo, non glorifica Dio. Quando invece una dottrina mostra che è solo l'opera di Dio che può salvare, glorifica Dio. Ed è per questo che l'evangelo è l'evangelo della gloria del beato Dio. Dimostra che noi siamo peccatori e che Dio è giusto e santo: Dio è giusto perché punisce il peccato, in Cristo sulla croce. Quindi, mantiene la Sua giustizia. Ma allo stesso tempo è anche misericordioso, perché anziché punire noi che siamo colpevoli, ha mandato Gesù Cristo a soffrire al posto nostro sulla croce. Che Dio glorioso!

Dio è beato, ed è la fonte di ogni benedizione. Quindi, l'evangelo è l'evangelo della gloria del beato Dio. Questo è il nostro Dio. Rallegriamoci in Lui!

Paolo conclude questa dichiarazione dicendo che l'evangelo era stato affidato a lui. Abbiamo già visto nell'introduzione che Paolo era apostolo di Gesù Cristo per comando di Dio. Paolo, come gli altri apostoli, non fu scelto da qualche consiglio di Chiesa. Non si mise come apostolo per conto suo. Paolo era un apostolo perché Gesù Cristo stesso lo aveva scelto, e Cristo aveva affidato l'evangelo a Paolo. Quando Paolo scrisse ai Galati, spiegò loro che il suo evangelo, l'evangelo che Paolo predicava, non era secondo l'uomo, ma lo aveva ricevuto direttamente da Gesù Cristo. Leggo Galati 1:11,12.

“11 Ora, fratelli, vi faccio sapere che l’evangelo, che è stato da me annunziato, non è secondo l’uomo, 12 poiché io non l’ho ricevuto né imparato da nessun uomo, ma l’ho ricevuto per una rivelazione di Gesù Cristo.” (Galati 1:11-12 LND)

Paolo predicava il vero evangelo. Coloro che insegnano dottrine diverse parlano di Dio, ma in un modo che non edifica. Non vengono da Dio.

Quanto è importante che valutiamo attentamente ogni insegnamento che ci perviene, confrontandolo con la Parola di Dio! Viene dalla Parola di Dio? È equilibrato, o focalizza solo su pochi punti, trascurandone altri, in modo che non edifica? Dobbiamo esaminare tutto attentamente, per evitare di cadere nell'errore di discorsi vani.

Solo perché un insegnamento contiene verità non vuol dire che è la dottrina vera. La dottrina vera produce edificazione. Se un insegnamento contiene verità, ma in modo incompleto, al punto che non promuove la vera edificazione, non è la dottrina vera. La dottrina vera, che abbiamo nella Parola di Dio, produce l'opera edificatrice di Dio. Non è fatta di discorsi vani, che possono essere attraenti, ma non producono vera edificazione.

Conclusione

Le verità di Dio stanno producendo frutto in te? Tu hai un cuore puro, cioè, un cuore che regolarmente confessa i tuoi peccati? Hai una buona coscienza, che è una coscienza pulita? E hai una fede sincera, cioè, non solo credi in Gesù Cristo intellettualmente, ma veramente confidi in Lui giorno per giorno?

Usi la legge di Dio in modo legittimo? Quando leggi la Bibbia, hai un cuore tenero da riconoscere il tuo peccato, per poi confessarlo?

Parli di Dio con gli altri, ma sei attento di parlare in modo giusto, non andando oltre a quello che la Bibbia insegna?

Ricordati che il fine del comandamento di Dio è l’amore. Tu stai crescendo nell’amore: amore per Dio, e amore per il tuo prossimo? Questo è il frutto della vera salvezza, e della vera crescita. Oh che possiamo ricevere la Parola per crescere in santità! Grazie a Dio per questa epistola, che ci aiuta a discernere la buona dottrina da dottrine diverse.