Aiuto Biblico

Gioiamo e perseveriamo nelle prove

Giacomo 1:1-12

Sermone di Leonardo Bevilacqua, www.AiutoBiblico.org per domenica, 8 agosto 2021
Descrizione: schiavi di Cristo, gioire nelle prove, saggezza da Dio, vivere per quello che conta davvero, perseverare nelle prove.
parole chiave: Giacomo 1, saggezza, prove, gioire nelle prove, perseverare nelle prove, ricchezza, ricchi, povertà, poveri

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Introduzione

Oggi, con l’aiuto di Dio iniziamo a studiare il libro di Giacomo. Questo è un libro molto potente che Dio ci ha dato per mostrarci più di sé e per insegnarci come vivere in vari campi della vita.

Giacomo contiene tanti insegnamenti che ci aiutano a capire, praticamente, come affrontare varie situazioni della vita. Questa è una dimostrazione dell’amore di Dio che ci dà sia i principi sia gli insegnamenti pratici di come mettere in pratica i principi.

Oggi, con l’aiuto di Dio, vedremo come vivere vari aspetti della vita cristiana. Ma forse, l’insegnamento più grande riguarda come vivere le prove che Dio ci manda. Abbiamo tutti prove nella vita, a volte più pesanti, a volte meno pesanti. Dio, tramite Giacomo, ci insegna come affrontare le prove in modo che onora Dio e con gioia e pace nel cuore.

Giacomo, servo

Giacomo era uno dei fratelli, in realtà fratellastro, di Gesù, insieme anche con Giuda, che scrisse l’Epistola di Giuda. Giacomo era uno delle guide della chiesa di Gerusalemme. Allora, tenendo questo in mente, la prima cosa che voglio notare è come Giacomo si identifica. Ciascuno di noi si identifica in qualche modo, in base ai ruoli che abbiamo. Un uomo sposato e che ha figli si può identificare come marito e come padre. Allo stesso modo, una donna può identificarsi come moglie, o come mamma, o anche come zia, come nonna. Possiamo identificarci in tanti modi. Notate come si identifica Giacomo, che è anche come deve identificarsi ciascuno che è in Cristo.

“1 Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute.” (Giacomo 1:1 LND)

Giacomo non menziona il fatto di essere fratellastro di Gesù, piuttosto, si identifica come “servo di Dio e di Gesù Cristo”. La parola “servo” può essere tradotta anche come “schiavo”. Giacomo riconosceva che lui era stato comprato a caro prezzo e che non apparteneva a sé stesso. Proprio come uno schiavo, lui apparteneva totalmente a Dio.

Diventare salvati, diventare figli di Dio, significa passare da essere schivai del peccato a essere schiavi di Cristo. Se sei un figlio di Dio non hai la “tua” vita. Questa non è una religione. Quando segui una religione puoi avere la tua vita, e anche essere religioso. Essere figlio di Dio non è una religione. Essere figlio di Dio è la tua vita, perché di fatto, Cristo ti ha comprato dalle tenebre per farti diventare figlio di Dio, e un altro modo di dirlo è: per farti diventare schiavo di Dio. Ma questa è una schiavitù gloriosa, perché chi è in Cristo è anche un figlio amato di Dio.

Allora, ti faccio una domanda. Tu come ti identifichi? Se uno ti chiede: “tu chi sei?”, come rispondi? Ti vedi come schiavo di Cristo, prima di ogni altra cosa? I nostri altri ruoli finiranno. Chi siamo in Cristo dura per tutta l’eternità, grazie a Dio!

Alle dodici tribù

Poi, notate a chi è rivolta questa epistola. Rileggo il versetto 1.

“1 Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono disperse nel mondo: salute.” (Giacomo 1:1 LND)

Le dodici tribù disperse nel mondo sono il popolo di Dio. E, visto che Dio ha esteso la salvezza anche ai gentili, come noi, anche noi facciamo parte del popolo di Dio. Quindi, questa epistola è rivolta a ciascuno che è in Cristo. Questi insegnamenti sono per ciascuno che è un figlio di Dio, in tutto il mondo. Quindi, questa epistola è anche a noi.

Le prove: una gioia

Il primo argomento che Giacomo affronta riguarda le prove. Ogni vero figlio di Dio, nel corso della vita, è afflitto da tante prove. A volte sono prove più difficili e pesanti da affrontare, altre volte sono più leggere. Di per sé, le prove, che siano grandi o piccole, leggere o pesantissime, non sono mai piacevoli. Nella carne preferiremmo non averle. Però, le prove sono lo strumento più grande che Dio usa nelle nostre vite per conformarci all’immagine di Cristo, che poi è lo scopo della vita su questa terra.

A volte, le prove che Dio ci manda possono essere molto dure. Per esempio, conosciamo la storia di una mamma che per una terribile ingiustizia non può più vedere o parlare con suo figlio, e a suo figlio è stato fatto il lavaggio del cervello facendogli credere cose terribili contro sua mamma, e lui adesso la odia. Questa è una prova pesantissima, che spacca il cuore a metà.

Pensate alla moglie che viene abbandonata da suo marito. Lui si dichiara credente, ma abbandona la moglie e i figli per andare con un’altra donna.

Queste sono prove estremamente dolorose, e sono solo due esempi fra tantissimi. La vita è piena di prove, anche prove terribili.

Allora, a questo punto, la domanda importantissima è: come dobbiamo affrontare le prove che Dio ci manda? È estremamente importante capire come affrontare le prove, in modo da avere pace, e anche gioia. Come è possibile? Giacomo ce lo spiega. Seguite mentre leggo il versetto 2.

“2 Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate in prove di vario genere,” (Giacomo 1:2 LND)

Dobbiamo considerare le prove come una grande gioia. E notate che dice “quando vi trovate in prove di vario genere”, cioè, sia quando le prove sono pesanti e difficili e lunghe, sia quando sono più leggere e brevi.

Pensiamo a questo per un attimo. Cosa vuol dire “considerare”? In questo contesto “considerare” vuol dire reputare, ritenere. Vuol dire SCEGLIERE di vedere qualcosa in un certo modo. È una scelta. È un verbo attivo che significa attivamente reputare, ritenere le prove come una gioia. Vuol dire impegnarsi a vedere le prove non come un peso o come qualcosa di negativo, ma piuttosto, scegliere di vederle come una gioia, perché se abbiamo i pensieri giusti, possono essere fonte di vera gioia.

Perché possiamo avere gioia nelle prove

Di natura può sembrarci impossibile avere gioia nelle prove. Le prove sono dolorose. Fanno male. Non sono piacevoli. Eppure, Dio, tramite Giacomo, ci comanda di considerare le prove come una gioia. Nei prossimi versetti capiamo di più. Giacomo ci spiega perché possiamo considerare le prove una grande gioia. Leggo i versetti 2 a 4.

“2 Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate in prove di vario genere, 3 sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 4 E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti.” (Giacomo 1:2-4LND)

Quel “sapendo che” all’inizio del versetto 3 è fondamentale. Considerate una grande gioia quando vi trovate in mezzo alle prove SAPENDO CHE… e poi ci spiega cos’è che dobbiamo sapere e tenere in mente riguardo alle prove. Possiamo avere GRANDE gioia nelle prove se teniamo in mente quello che le prove producono.

Se la tua auto cade in un fiume, e non riesci ad uscire, e stai per morire annegato, ma arriva uno che rompe il finestrino, e riesce a tirarti fuori, però, nel tirarti fuori, ti tagli contro il vetro, SAPENDO CHE quel dolore è legato al salvarti la vita, puoi avere grande GIOIA, nonostante che c’è il dolore di essere trascinato fuori dalla macchina in quel modo. Quindi, è SAPENDO CHE le prove producono buoni frutti che possiamo avere gioia nelle prove. Allora, cosa sono questi frutti? Cos’è che possiamo sapere, che ci permette di avere gioia? Che cosa producono in noi le prove, nelle mani di Dio?

Le prove producono costanza. La costanza è la caratteristica di chi cammina nella vita cristiana fedelmente, senza deviare, avendo un solo traguardo davanti agli occhi e correndo sempre verso quel traguardo, senza distrarsi. Soprattutto, la costanza vuol dire tenere gli occhi su Cristo. Le prove, e soprattutto le prove più pesanti e difficili, ci aiutano a vedere di più il valore di Cristo, quanto dipendiamo da Lui, quanto abbiamo bisogno di Lui. Quando Dio ci manda prove che ci schiacciano, questo ci aiuta a riconoscere che abbiamo bisogno di Cristo in tutto, e ci spronano a volerlo seguire sempre di più in ogni campo della vita.

E la costanza compie in noi un’opera perfetta, che è l’opera della santificazione, affinché siamo perfetti e completi in ogni campo della vita. Quando Dio ci salva NON siamo perfetti e completi, piuttosto, abbiamo ancora tanti peccati nel nostro cuore. Non assomigliamo a Cristo in tante cose. Dopo la salvezza Dio inizia un’opera di santificazione in noi per prepararci per la sua presenza. E Dio usa le prove come strumento per farci crescere in santità e quindi portarci ad essere perfetti e completi, ovvero, conformati all’immagine di Cristo, santificati, che è il requisito fondamentale per essere accettati nella presenza di Dio. Leggiamo di questo in Ebrei 12:14

“14 Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore,” (Ebrei 12:14 LND)

Allora mettiamo insieme i vari punti. Dio permette che abbiamo prove nella vita, anche prove difficili e pesantissime. MA queste prove sono strumenti potenti, scelti da Dio e usati da Dio, che producono in noi costanza nel cammino cristiano, e se le superiamo, ci fanno crescere nella santificazione. Allora, se teniamo in mente quello che le nostre prove producono, il comandamento di considerare una gioia quando abbiamo le prove non è un comandamento gravoso, anzi! Se teniamo in mente cosa stanno producendo le nostre prove, e se teniamo in mente il fatto che sono uno dei mezzi principali che Dio usa per prepararci per la sua presenza, certamente vedremo le prove come una gioia e un privilegio! Oh prego che ciascuno di noi crescerà nel vedere sempre le prove in quest’ottica.

Bisogno di saggezza

Ti sei mai trovato nella condizione di dover prendere una decisione, o di dover agire in una certa situazione, e di non sapere cosa scegliere o cosa fare? Hai mai avuto situazioni che hanno messo nero su bianco quanto la tua conoscenza non era sufficiente, e che avevi bisogno di saggezza che non avevi? Certo, tutti ci siamo trovati più volte in questa condizione.

Abbiamo bisogno di saggezza, costantemente. Nel corso della vita incontriamo mille situazioni e mille decisioni e abbiamo bisogno di saggezza, che non abbiamo in noi stessi, per agire, o scegliere, saggiamente. Dio sa che abbiamo bisogno di saggezza ed è pronto a darcela. Che grazia da parte di Dio! Quindi, ci manca saggezza, ma Dio è pronto a darcela.

Leggo il versetto 5.

“5 Ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data.” (Giacomo 1:5 LND)

Che cuore ha Dio verso di noi! Dio è pronto a donarci liberamente la saggezza di cui abbiamo bisogno, basta che gliela chiediamo. E questo versetto dice che Dio è pronto a donare saggezza a tutti “liberamente senza rimproverare”. Cioè, se gliela chiediamo, Dio è pronto a darci saggezza, e non di malavoglia, né riprendendoci per la nostra mancanza di saggezza. Piuttosto, Dio è pronto a darci saggezza liberamente. Questo è il cuore di Dio verso di noi.

Questo è meraviglioso! Però, ci sono dei peccati che ci ostacolano dall’ottenere saggezza. Un ostacolo evidente è l’orgoglio. Infatti, se non ci umiliamo a riconoscere che ci manca saggezza e che ne abbiamo bisogno, non riceveremo saggezza da Dio.

Però, c’è anche un altro ostacolo, che Giacomo menziona nei prossimi versetti. Rileggo dal versetto 5.

“5 Ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda, con fede senza dubitare, perché chi dubita è simile all’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Non pensi infatti un tal uomo di ricevere qualcosa dal Signore, 8 perché è un uomo dal cuore doppio, instabile in tutte le sue vie.” (Giacomo 1:5-8 LND)

Chi chiede saggezza a Dio deve chiederla avendo fede che Dio gliela darà. Dio vuole fede da noi. Dio dice che è pronto a darci saggezza. Allora, quando gliela chiediamo dobbiamo fidarci di Dio e prenderlo in parola. Dobbiamo credergli, e essere certi che Lui ci darà la saggezza che gli chiediamo.

Dubitare è un brutto peccato. Dubitare è non fidarsi di Dio, e già questo è bruttissimo perché Dio è degno di fiducia. Ma anche, quando dubiti Dio, stai effettivamente negando nel tuo cuore che Dio veramente fa quello che dice. Stai negando che Dio veramente adempie le sue promesse. Non stai ricordando la potenza di Dio, che può fare OGNI cosa, e stai dimenticando il cuore di Dio. Questo è un bruttissimo peccato. Se tu riconosci che a volte dubiti Dio, riconosci questo peccato e confessalo a Dio. Dio, il tuo Dio, è l’Eterno Onnipotente, che è degno di fiducia.

Quando non dubitiamo ma ci fidiamo di Dio, oltre a portare il beneficio di avere quello che Dio ci promette, porta anche stabilità nella nostra vita. Rileggo i versetti 6-8. Notate che chi dubita è instabile in tutte le sue vie, cioè, in tutto quello che fa.

“6 Ma la chieda, con fede senza dubitare, perché chi dubita è simile all’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Non pensi infatti un tal uomo di ricevere qualcosa dal Signore, 8 perché è un uomo dal cuore doppio, instabile in tutte le sue vie.” (Giacomo 1:6-8 LND)

Chi non si fida di Dio è instabile. Non ha un fondamento sicuro su cui la sua vita si appoggia. Perciò, uno che non si fida di Dio non è mai tranquillo, non ha mai vera pace, è sempre con il fiato sospeso perché non sa mai quando Dio farà quello che ha promesso e quando invece non lo farà.

Ognuno di noi ha avuto a che fare, almeno una volta nella vita, con qualcuno che non era affidabile. E, soprattutto se era qualcuno con cui eravamo costretti ad avere a che fare, magari un collega di lavoro, o un amico stretto, sappiamo quanto è brutto quando non hai mai la sicurezza che quello che dice di fare lo farà veramente. Se è uno che non è puntuale, per esempio, crea tantissimo stress, perché non sai mai se arriverà veramente all’ora a cui ha detto di arrivare. In un certo senso, crea instabilità, perché non ti puoi fidare di questa persona.

Allora, la stessa cosa vale con Dio, solo che Dio È SEMPRE degno di fiducia. Dio è sempre pienamente affidabile. Ma se noi crediamo la menzogna che non lo sia, se crediamo che forse Dio non farà quello che ha detto di fare, saremo instabili. Non a causa di Dio, ma per colpa nostra che stiamo credendo una menzogna.

Oh fratelli e sorelle, quanta pace, quanta gioia, quanta mansuetudine possiamo avere se ci aggrappiamo alla verità che Dio fa tutto quello che dichiara di fare. Dio adempie sempre le sue promesse. A volte i suoi tempi non sono i nostri tempi, perciò dobbiamo avere pazienza, ma Dio fa SEMPREquello che ci promette di fare. E se chiediamo, ci dà sempre la saggezza di cui abbiamo bisogno.

E anche in questo caso, quando chiediamo saggezza, se la chiediamo con fede, Dio ce la darà. Grazie a Dio!

Vivere per quello che vale

Nei prossimi versetti Giacomo cambia discorso, e parla di due categorie di persone: quelli di umili condizioni, e poi, dei ricchi. I ricchi qua sono coloro che hanno cose materiali in abbondanza, al punto che potrebbero vedersi bene ed economicamente al sicuro a causa di quello che possiedono. Quelli di umili condizioni sono quelli che hanno pochissimo di materiale, al punto che la vita è difficile e sono stretti economicamente, e può essere perfino economicamente difficile.

In questi versetti troviamo il verbo “gloriarsi”. In questo contesto “gloriarsi” vuol dire avere grande gioia, gioire di cuore, per qualcosa a cui tieni molto. Per esempio, si vede questo molto nello sport. Un tifoso di calcio si gloria nella squadra che tifa quando vince. Ma si vede anche in alcuni genitori che sono molto fieri dei loro figli perché magari hanno fatto carriera e hanno un ruolo importante nella società. In genere, quello in cui ti glori è quello che ti dà gioia e che ti rende fiero. Tenete questo in mente e seguite mentre leggo dal versetto 9.

“9 Or il fratello di umili condizioni si glori della sua elevazione, 10 e il ricco del suo abbassamento, perché passerà come un fiore di erba. 11 Infatti, come si leva il sole col suo calore ardente e fa seccare l’erba, e il suo fiore cade e la bellezza del suo aspetto perisce, così anche il ricco appassirà nelle sue imprese.” (Giacomo 1:9-11 LND)

Se la provvidenza di Dio ti ha messo in umili condizioni a livello economico, comunque, in Cristo tu sei ricchissimo di benedizioni spirituali. Perciò, dovresti gloriarti delle tue ricchezze in Cristo. Dovresti trovare grande gioia nel fatto che hai OGNI benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. Altroché vergognarti della tua condizione economica! Dovresti gloriarti della tua condizione spirituale! In un mondo in cui le persone si attaccano moltissimo alle cose materiali, le persone senza Cristo non riescono a capire questo. Ma noi che siamo in Cristo, abbiamo di che gloriarci del fatto che siamo seduti con Cristo sul trono, che siamo eredi di Dio, che siamo spiritualmente ricchi.

Invece, chi è economicamente ricco, chi ha tanto, materialmente parlando, anziché gloriarsi delle sue ricchezze materiali, dovrebbe ricordare che passeranno. Dovrebbe gloriarsi del suo abbassamento, ovvero, del fatto che non ha alcun merito davanti a Dio, ma che la sua giustizia è tutta in Cristo. Quindi, può trovare gioia nella sua povertà spirituale per conto suo, che gli permette di essere spiritualmente ricco in Cristo.

Giacomo continua e ci ricorda che tutte le cose materiali passeranno. Come un fiore d’erba passa velocemente, così le ricchezze terrene passeranno. Adesso il ricco ha tante ricchezze, ma presto le sue ricchezze spariranno, perché presto arriverà la morte e non potrà portare nulla con sé. A volte, spariscono anche prima della morte. Ma in un modo o nell’altro, chi è materialmente ricco, perderà tutte le sue ricchezze.

Gesù parla di questo in Luca 12. Vi leggo Luca 12:15-21.

“15 Poi disse loro: "Fate attenzione e guardatevi dall’avarizia, perché la vita di uno non consiste nell’abbondanza delle cose che possiede". 16 Ed egli disse loro una parabola: "La tenuta di un uomo ricco diede un abbondante raccolto; 17 ed egli ragionava fra sé dicendo: Che farò, perché non ho posto dove riporre i miei raccolti? 18 E disse: "Questo farò, demolirò i miei granai e ne costruirò di più grandi, dove riporrò tutti i miei raccolti e i miei beni, 19 poi dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi e godi 20 Ma Dio gli disse: "Stolto, questa stessa notte l’anima tua ti sarà ridomandata e di chi saranno le cose che tu hai preparato?" 21 Così avviene a chi accumula tesori per sé e non è ricco verso Dio".” (Lu 12:15-21 LND)

Questo brano ci mostra la stoltezza di chi si aggrappa alle ricchezze di questa vita e corre dietro alle ricchezze. Tutto quello che è legato a questa terra passerà velocemente e sarà perso. È assurdo gloriarsi delle ricchezze materiali.

Il punto qua in Giacomo e in Luca non è di non avere ricchezze. Non sta dicendo che è peccato essere ricchi. Piuttosto, sta parlando di dove è il nostro cuore, e di che cosa ci gloriamo.

Se tu sei ricco, sei hai tante cose materiali, se sei una persona famosa, se sei importante nella società, stai in guardia. Non attaccare il tuo cuore a queste cose perché passeranno presto insieme a tutte le altre cose di questa vita. Piuttosto, corri verso l’essere umile di cuore, e accumulati un tesoro che dura anche dopo la morte, un tesoro eterno, alla gloria di Cristo.

Perseverare nelle prove

Adesso Giacomo torna a parlare brevemente del discorso di prima sulle prove, e aggiunge un punto importante. Leggo il versetto 12.

“12 Beato l’uomo che persevera nella prova, perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a coloro che l’amano.” (Giacomo 1:12 LND)

È beato chi persevera nella prova, perché facendo così si rende approvato e, di conseguenza, riceverà la corona della vita. Consideriamo questo.

Cosa vuol dire essere beato? Vuol dire essere estremamente benedetto e contento di cuore. Riguarda la condizione del cuore, e vuol dire avere un cuore pieno di gioia, pienamente soddisfatto. Questo è l’essere beato. Ciascuno di noi vuole essere beato. TU vuoi essere beato, che tu lo metta in questi termini o meno, tu vuoi essere beato. Vuoi essere benedetto, vuoi essere pienamente contento, gioioso, di cuore. In questo versetto, Giacomo ci spiega come essere beati.

È beato l’uomo che persevera nella prova. Perseverare nella prova significa andare avanti, senza mollare. Significa accettare la prova che Dio ti ha dato, e non cercare di scappare, né cercare di tirarti indietro. Significa andare avanti, fino alla fine, anche se la prova è difficile e pesante, anche se è dolorosa e vorresti che ti venisse tolta subito. Per esempio, nel caso di una famiglia che ha grandi problemi economici, perseverare nella prova vorrebbe dire accettare di avere pochi soldi, e non scendere a compromessi con il peccato per uscire dalla prova. In questo esempio, vorrebbe dire non smettere di pagare le tasse per avere un po’ più soldi. Piuttosto, perseverare nella prova vorrebbe dire continuare a pagare le tasse fidandosi di Dio, che Lui provvederà tutto il necessario.

Il frutto di perseverare nella prova

Perseverare nella prova non è facile nella carne. Anzi, nella carne è impossibile. Nella carne vorremmo scappare dalle prove. Per questo, conoscendo la nostra tendenza carnale, Dio ci aiuta ad avere una prospettiva più ampia e a ricordare quello che le prove producono in noi. Rileggo il versetto 12.

“12 Beato l’uomo che persevera nella prova, perché, essendosi reso approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a coloro che l’amano.” (Giacomo 1:12 LND)

Chi persevera nella prova si rende approvato. In questo contesto “approvato” significa accettato, uno che ha superato la prova che Dio gli ha dato per mostrare che è genuino. È la parola che si userebbe per quando si controlla l’oro, per vedere se è vero. Se è approvato, cioè se supera la prova, viene dichiarato genuino. Questo è il senso di essere approvato. Vuol dire essere approvati da Dio.

Le prove servono per conformarci all’immagine di Cristo, servono per farci crescere e togliere quello che in noi non è conforme a Cristo, e questo ci rende accettati e genuini davanti a Dio. Cioè, attraverso le prove Dio ci sta facendo diventare sempre più santi, come Cristo, che è l’unico stato in cui possiamo stare nella presenza di Dio. Come ho detto prima, le prove fanno parte di quello che Dio usa per prepararci per l’eternità. Quando perseveriamo nelle prove, perché stiamo guardano a Cristo, allora le prove producono in noi il frutto di farci diventare sempre più simili a Cristo, e quindi sempre più accettevoli a Dio. Di conseguenza, essendo sempre più come Cristo, riceveremo la corona della vita, che è un altro modo di dire che saremo accolti nella presenza di Dio e onorati da Dio, per l’eternità.

Chi persevera nella prova ama Dio

Notate che dice che è beato chi persevera nella prova perché riceverà la corona della vita. E poi dice che Dio ha promesso la corona della vita a coloro che lo amano. Giacomo sta mettendo insieme perseverare nella prova con amare Dio. Chi persevera nella prova vuole più di Cristo, vuole essere più come Cristo, vuole crescere, vuole piacere a Dio, vuole dare gloria a Dio con la sua vita. In questo senso, chi persevera nella prova ama Dio. Dio è il suo tesoro, Dio è prezioso per lui.

Allora, qui c’è una domanda per te. Se tu ti dichiari credente, tu dici di amare Dio. Tu perseveri nelle prove? Tieni gli occhi su Cristo?

Riconoscete la grazia di Dio nel darci questo test del nostro amore per Lui? È facile dire “Oh sì, io amo tanto Dio!”. Ma è una cosa vaga, che detta così non si può veramente testare. Dio ci dà spiegazioni chiare di cosa vuol dire amare Dio, così possiamo vedere chiaramente se stiamo veramente amando Dio. E perseverare nelle prove è una delle prove del nostro amore per Dio.

Oh che grande grazia ha Dio verso di noi! Non ci lascia a credere di amarLo senza avere una base per crederlo. Lui ci spiega chiaramente cosa vuol dire amarLo, così possiamo esaminare il nostro amore per Lui e vedere se è genuino.

Conclusione

Dio volendo, continueremo con questo capitolo nel prossimo sermone. Ma per adesso, voglio fermarmi per ripassare le verità che abbiamo visto.

Abbiamo iniziato notando come Giacomo si identifica all’inizio di questa epistola. Pur essendo il fratellastro di Gesù, e anche una delle guide della chiesa di Gerusalemme, Giacomo si presenta come servo di Dio e di Cristo. Abbiamo detto che abbiamo tutti vari ruoli nella vita. E noi che siamo in Cristo abbiamo tutti anche il ruolo di essere servi di Dio. Tu ti identifichi come un servo, o schiavo, di Dio?

Poi, abbiamo visto il comandamento di considerare una GIOIA quando ci troviamo in mezzo alle varie prove, SAPENDO CHE le prove producono in noi un frutto meraviglioso. Le prove sono strumenti che Dio usa per santificarci, per prepararci per stare nella sua presenza. Se teniamo questo in mente, possiamo considerare le prove come una grande gioia.

Abbiamo visto anche che, seppure ciascuno di noi ha bisogno di saggezza in mille situazioni, o decisioni, della vita, abbiamo una fonte di saggezza sempre disponibile in Dio. Dio è pronto a darci saggezza quando gliela chiediamo avendo fede.

Infine abbiamo visto anche in cosa deve gloriarsi chi è economicamente umile, che ha poco, e chi è ricco, che ha molto. Se possiedi poco, gloriati della tua condizione spirituale! Gloriati sapendo che possiedi OGNI benedizione spirituale in Cristo. E se sei ricco, gloriati del tuo abbassamento, ricordati che le tue ricchezze non contano nulla, tu non hai alcun merito davanti a Dio, ma la tua giustizia è tutta in Cristo. Grazie a Dio per questo!

Oh, prego che ciascuno di voi prenda il tempo per riflettere ed esaminare la propria vita. Ci sono campi della vita in cui non stai camminando secondo la volontà di Dio? Se sì, riconoscilo, confessa il tuo peccato, e poi gioisci nel perdono in Gesù Cristo e vivi la vita cristiana come Dio ti comanda, nella potenzza dello Spirito Santo che opera in te.

Il nostro Dio, potente e pieno di amore, ci insegna come camminare, ma non ci lascia soli nel cammino. Lui è con noi. Grazie a Dio per questo!