Aiuto Biblico

l'Importanza di risolvere conflitti

Filippesi 4:2,3

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 29 dicembre 2019, – cmd es –
Descrizione: è peccato non essere di una sola mente con altri credenti. Come risolvere questo problema.
parole chiavi: conflitti, differenze, una sola mente, collaborazione, scontri

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Quando a Gesù fu chiesto qual è il più grande comandamento, rispose spiegando che è di amare Dio con tutto il nostro cuore, anima, forza, e mente, e poi, di amare il nostro prossimo come noi stessi. Ripetutamente troviamo comandamenti di amare gli uni gli altri. Troviamo comandamenti di amarci intensamente. Un frutto della vera salvezza è di amarci gli uni gli altri, veramente amarci, impegnandoci per il vero bene gli uni degli altri.

Una parte fondamentale di amare Dio, e di amarci veramente, è di essere di una sola mente e di un solo cuore. Infatti, se amiamo Dio con tutto il nostro cuore, e amiamo gli uni gli altri, saremo di una sola mente e di un solo cuore. Ci sono tanti brani che parlano di questo. Ve ne leggo alcuni, per aiutarci a capire che questo è il piano di Dio per noi.

“E il gran numero di coloro che avevano creduto era di un sol cuore e di una sola anima; nessuno diceva esser suo quello che aveva, ma tutte le cose erano in comune fra di loro.” (Atti 4:32 LND)
“5 Ora il Dio della pazienza e della consolazione vi dia di avere gli uni verso gli altri gli stessi pensieri, secondo Cristo Gesù, 6 affinché con una sola mente e una sola bocca glorifichiate Dio, che è Padre del nostro Signore Gesù Cristo.” (Romani 15:5-6 LND)
“Ora, fratelli, vi esorto nel nome del nostro Signore Gesù Cristo ad avere tutti un medesimo parlare e a non avere divisioni tra di voi, ma ad essere perfettamente uniti in un medesimo modo di pensare e di volere.” (1Corinzi 1:10 LND)
“Del resto, fratelli, rallegratevi, perfezionatevi, incoraggiatevi, abbiate la stessa mente, state in pace; e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.” (2Corinzi 13:11 LND)
“1 Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d’amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente” (Filippesi 2:1-2 LND)
“Infine siate tutti di una sola mente, compassionevoli, pieni di amor fraterno, misericordiosi e benevoli,” (1Pietro 3:8 LND)

Il punto in tutti questi versetti, che è importante capire è che nel piano di Dio per noi, dobbiamo amarci intensamente, e dobbiamo essere talmente focalizzati sul Signore che siamo tutti di una sola mente ed di un sol cuore. Vivendo così, saremo grandemente uniti, perché avremo tutti lo stesso traguardo, quello di vivere alla gloria di Dio. E quando viviamo così, uniti in quella unica mente, Dio opererà tramite noi per portare molto frutto. Se ricordate dall'ultimo sermone, è quando portiamo vero frutto che il nostro cuore sarà soddisfatto.

Quindi, è fondamentale che siamo di una sola mente e di un sol cuore.

Eppure, ognuno di noi sa dall’esperienza che non sempre siamo uniti con una sola mente. A volte, possiamo trovarci in disaccordo, anche grande disaccordo, con un altro credente, anche uno con cui prima avevamo un ottimo rapporto. In questi casi, nella carne spesso la cosa più facile è di solo lasciar stare il rapporto. Ma questo non è quello che Dio ci comanda. Questo non è quello che dobbiamo fare. Piuttosto, quando non siamo di una sola mente, dovremmo impegnarci a risolvere le differenze. Lo so che a volte non è facile. Ricordate, che qualunque volta seguiamo Dio in qualcosa, Dio è con noi.

E se vediamo due fratelli o sorelle che non sono di una sola mente, il cui rapporto è danneggiato, è buono, ed è importante, che ci mettiamo da fare a cercare di aiutarli di nuovo ad avere una sola mente nel Signore. Il ministero di aiutare altri ad essere uniti quando non vanno d’accordo è un ministero estremamente importante, che porta molto gloria di Dio.

Tenendo tutto questo in mente, vogliamo continuare oggi il nostro studio dell'Epistola ai Filippesi. Siamo nel capitolo 4. Nell'ultimo sermone, abbiamo considerato il versetto 1, e abbiamo visto che Paolo trovava grande gioia vedendo le opere di Dio nei credenti di Filippi. Paolo li amava profondamente, e aveva un profondo desiderio di investire la sua vita per aiutare loro a crescere. Paolo voleva portare frutto per la gloria di Dio. Nel brano di oggi, Paolo vuole portare frutto, aiutando due donne a essere uniti in una sola mente nel Signore.

Cosa fare in questi casi

Trovate con me Filippesi 4:2,3, versetti che trattano questo argomento importantissimo di cosa bisogna fare quando non siamo d'accordo con un altro credente, o quando vediamo due altri credenti che non sono d’accordo, che non hanno una sola mente. In questo brano, Paolo parla prima direttamente alle due sorelle nella fede che non erano d'accordo su qualcosa, e poi, si rivolge ad un fratello chiedendo a lui di aiutare queste sorelle a risolvere il loro problema. Come spesso, Paolo menziona dei motivi per cui ringraziava Dio per loro, per aiutare loro ad avere pensieri giusti. Ci sono tante lezioni per noi in questo brano. Seguite mentre leggo Filippesi 4:2,3.

“2 Esorto Evodia ed esorto ugualmente Sintiche ad avere una sola mente nel Signore. 3 Prego anche te, vero compagno, sovvieni a queste donne, che hanno combattuto con me nell’evangelo, insieme con Clemente e gli altri miei compagni d’opera, i cui nomi sono nel libro della vita.” (Filippesi 4:2,3 LND)

Questo brano riguarda queste due donne che evidentemente avevano una differenza che aveva creato problemi fra di loro. Il loro rapporto era rotto. Non andavano d’accordo.

Pur non sapendo molto di queste donne, sappiamo alcuni fatti importanti. Prima di tutto, è evidente la loro situazione era importante a Paolo, per il fatto che prende tempo di parlare direttamente a loro in questa epistola. Poi, sappiamo che erano state impegnate nell’opera di Dio, perché Paolo dichiara che queste donne avevano combattuto con lui nell'evangelo, insieme ad altri compagni suoi d'opera. È molto importante capire questo. È chiaro che Dio non permette alle donne di predicare, come Dio guidò Paolo stesso ad insegnare. Però, le donne possono evangelizzare, e possono lavorare in tanti altri modi per promuovere l'evangelo. È chiaro che queste donne avevano lavorato tanto per l'evangelo.

Proprio là a Filippi, i primi convertiti erano donne. Leggiamo di questo in Atti 16:11-15. Notate che la prima persona che Dio salvò là era Lidia, insieme alla sua famiglia, e che poi, lei ospitava Paolo e gli altri in casa sua, che vuol dire che provvedeva economicamente per i loro bisogni affinché potessero predicare a tempo pieno. Leggo da Atti 16:11.

“11 Perciò, salpando da Troas, ci dirigemmo a Samotracia, e il giorno seguente a Neapolis, 12 e di là a Filippi, che è la prima città di quella parte della Macedonia e una colonia romana; e restammo in quella città diversi giorni. 13 Il giorno di sabato andammo fuori città lungo il fiume, dove era il luogo ordinario della preghiera; e, postici a sedere, parlavamo alle donne che erano là radunate. 14 E una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiatira, che adorava Dio, stava ad ascoltare. E il Signore aprì il suo cuore per dare ascolto alle cose dette da Paolo. 15 Dopo essere stata battezzata con la sua famiglia, ci pregò dicendo: "Se mi avete giudicata fedele al Signore, entrate e rimanete in casa mia". E ci costrinse ad accettare.” (Atti 16:11-15 LND)

È chiaro che Lidia promuoveva l’evangelo.

Quindi, la donna non può predicare negli incontri di chiesa, ma la donna può evangelizzare, la donna può parlare con altri di Cristo, la donna può collaborare nell'opera dell’evangelo in tanti modi importanti.

E quindi, tornando al nostro brano, è chiaro che queste due donne, Evodia e Sintiche, si erano date a promuovere il regno di Dio. Paolo dichiara che avevano combattuto con lui nell'evangelo. Quindi, il loro era un impegno molto grande, e anche importante. Paolo le considerava compagne d’opera con lui.

Da questo, possiamo capire che nel passato, erano state di una sola mente e di un sol cuore.

Eppure, ora, c'era uno scontro fra di loro. Il fatto che Paolo esorta loro ad avere una sola mente nel Signore, vuol dire che in quel momento, NON avevano una sola mente nel Signore!

Mi fermo qua per pensare a noi. Avevano collaborato insieme con Paolo per il progresso dell'evangelo. Forse facevano parte di quel primo gruppo di donne che si incontravano al fiume che furono fra i primi salvati a Filippi. Non sappiamo i dettagli, ma sappiamo che in qualche modo, avevano avuto un ruolo importante nell'opera del evangelo, al punto che Paolo scrive che avevano combattuto con lui nell'evangelo.

E noi? A ciascuno chiedo: Si potrebbe dire di TE che tu hai combattuto nell'evangelo, ovvero, che ti sei grandemente impegnato per promuovere l'evangelo? Si potrebbe descriverti così? Prego di sì, perché questo dovrebbe essere il cuore di ogni credente.

Tornando a queste due donne, possiamo presumere che per un certo tempo, queste donne erano unite con una sola mente e un solo cuore. Quanto stiamo dimorando in Cristo, quando i nostri pensieri sono confermi ai pensieri di Cristo, normalmente saremo di una sola mente con altri credenti che hanno i loro pensieri confermati ai pensieri di Cristo.

Però, nonostante che queste due donne si erano impegnati molto nell'opera dell’evangelo, era successo qualcosa, e avevano una notevole rottura. C'era qualcosa in cui non erano più di una sola mente nel Signore. I loro pensieri non erano più conformi ai pensieri di Cristo. Il problema era così grande che Paolo ne aveva sentito, in prigione a Roma, e si sentiva di parlarne in questa epistola.

Faccio solo un commento qua. Nonostante che Paolo era in prigione, ingiustamente, egli continuava a pensare costantemente agli altri. Tu, quando hai problemi, continui a pensare agli altri, e ad impegnarti per il loro bene? Oppure, ti focalizzi su te stesso?

Quindi, queste due donne, credenti attive, avevano una differenza notevole. Non erano più di una sola mente nel Signore. Il loro rapporto era danneggiato. Non andavano più d’accordo. Anche credenti maturi possono arrivare a non andare d’accordo con altri.

Come dicevo prima, ognuno di noi conosce questo tipo di situazione dall’esperienza. Perciò, notiamo attentamente cosa Paolo comanda in questa situazione. In un certo senso, la cosa importante non è capire come si arriva qua, è sapere cosa fare una volta che ti trovi in questa condizione.

Una cosa importante da capire è che visto che Paolo esorto loro ad avere una sola mente nel Signore, vuol dire che entrambi, o almeno uno di loro, non aveva la mente di Cristo. Infatti, leggo di nuovo il versetto 2. Notate come Paolo esorta loro.

“2 Esorto Evodia ed esorto ugualmente Sintiche ad avere una sola mente nel Signore.” (Filippesi 4:2)

Notate che Paolo dice: Esorto Evodia ed esorto ugualmente Sintiche. Paolo esortava entrambi di loro, perché almeno uno di loro, e probabilmente entrambi, era in qualche modo nel peccato. In fatto di non avere una sola mente nel Signore mostra che il cuore non è giusto.

È importante capire questo.

Quando non siamo di una sola mente, la mente di Cristo, vuol dire che quello che stiamo pensando non è secondo Gesù Cristo. Cioè, se abbiamo veramente la mente di Cristo, avremo una sola mente nel Signore con chiunque altro veramente ha la mente di Cristo. E quindi, quando non abbiamo una sola mente, qualcosa nei nostri pensieri o nel nostro cuore non è conformato a Gesù Cristo.

Quindi il punto da capire qua è che queste due donne, che si erano impegnati molto a promuovere l'evangelo, erano in conflitto l'uno con l'altro. Non erano più di una sola mente nel Signore, e questo ha danneggiato il loro rapporto.

Che cosa bisogna fare in questi casi? Come dobbiamo fare, quando siamo NOI a non andare d’accordo con un altro credente. E poi, cosa dobbiamo fare quando un credente che conosciamo non va d'accordo con un altro credente?

Notiamo attentamente quello che l'apostolo Paolo fa qua, perché serve come modello per come dovremmo fare noi.

Vedo due cose: prima di tutto, Paolo fa appello direttamente al cuore di questi due donne. Poi, Paolo chiede ad un collaboratore fedele di intervenire per aiutare loro. Consideriamo entrambi di questi aspetti di come curare chi si trova in una situazione così.

Esorta la persona o le persone stesse

Prima di tutto, Paolo esorta entrambi di queste donne ad essere di una sola mente nel Signore. Se qualcuno con cui abbiamo a che fare non ha i suoi pensieri conformi a quelli di Cristo, bisogna esortarlo. L’esortazione può aiutare quel credente, o quei credenti, a riconoscere eventuali peccati. Cioè, il fatto che gli credenti non sono di una sola mente in Cristo, vuol dire che uno o entrambi di loro ha dei pensieri sbagliati. Hanno bisogno di riconoscere questo.

Notiamo tutto quello che Paolo dichiara, perché ci aiuta a capire come parlare con qualcuno. Esorta loro ad essere di una sola mente nel Signore. Poi, parlando con il suo collaboratore, però sapendo che queste due donne avrebbe letto anche quello, dichiara che queste due donne avevano combattuto con lui nell’evangelo, e erano compagne d’opera con Paolo, e i loro nomi erano nel libro della vita. Leggo di nuovo il versetto 2, insieme al versetto 3.

“2 Esorto Evodia ed esorto ugualmente Sintiche ad avere una sola mente nel Signore. 3 Prego anche te, vero compagno, sovvieni a queste donne, che hanno combattuto con me nell’evangelo, insieme con Clemente e gli altri miei compagni d’opera, i cui nomi sono nel libro della vita.” (Filippesi 4:2,3 LND)

Perché Paolo menziona queste cose di queste donne al suo collaboratore, sapendo, chiaramente, che le donne avrebbero letto anche questo? Impariamo da Paolo.

Una o entrambe, probabilmente entrambe, di queste donne erano nel peccato. Nella loro condizione, non avevano la mente di Cristo, e poi, in qualche modo, avevano notevole tensione fra di loro, al punto che Paolo aveva sentito di loro perfino in carcere a Roma.

In quella condizione, non stavano veramente pensando molto a Cristo. Non stavano riflettendo sulla grazia di Dio, e il privilegio di essere in Cristo, e di vivere per la sua gloria. In quel momento, erano prese dal conflitto fra di loro. Non stavano ricordando la gioia quando avevano combattuto insieme a Paolo nell’opera dell’evangelo.

Perciò, Paolo vuole aiutarle a pensare di nuovo a Cristo, e ricordare la gioia che avevano quando erano unite nel combattere insieme a lui nell’evangelo. Voleva che ricordassero la gioia di avere una sola mente nel Signore l’una con l’altra.

Considerate questo:

Quando ci troviamo in conflitto con qualcuno, nella maggioranza delle volte, tendiamo a non pensare più alle cose positive di quella persona, e di quel rapporto. Nella nostra carne, tendiamo piuttosto a focalizzare sul negativo. E perciò, anziché avere un grande desiderio di ritornare al rapporto positivo, vediamo sempre più difficile e pesante il rapporto. Questo perché focalizziamo su quello che non va nel rapporto. Questa è la nostra carne. Allora, notate che Paolo, per aiutare queste sorelle, ricorda loro del loro comune impegno nell'opera di Dio. Ricorda loro del privilegio di essere entrambi iscritte nel libro della vita. Ricordo loro che erano collaboratori con lui nell'opera.

E anche noi dobbiamo fare così. Prima di tutto, quando ci troviamo con pensieri negativi verso qualcuno, è importantissimo fermarci e pensare alle benedizioni che abbiamo con quella persona. Pochi versetti dopo questo brano, troviamo il comandamento di pensare alle cose buone e degno di lode. Leggo quel Filippesi 4:8.

8 Per il resto, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono onorevoli, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose. (Filippesi 4:8 LND)

Alla luce di questo comandamento, certamente è sbagliato focalizzare sui problemi che abbiamo con qualcuno. È sbagliato, ed è anche peccato, focalizzare sulle cose che non vanno, sulle cose che ci pesano. Piuttosto, dobbiamo focalizzare sulle cose buone, le cose vere, le cose pure, le cose giuste.

Questo comandamento vale per ciascuno di noi, perciò, se tu ti trovi focalizzato sulle cose negative, sappi che tu stai peccando. Confessa il tuo peccato, che dà soddisfazione alla carne, e scegli di pensare alle cose buone e giuste.

Possiamo anche aiutarci gli uni gli altri a pensare alle cose buone e giuste. Paolo capiva che queste donne erano focalizzate sulle cose negative, sulle loro differenze, e perciò, esorta loro a pensare alle cose buone e vere, che riguardavano il loro impegno con lui nell'evangelo.

Anche noi dobbiamo fare così, quando abbiamo a che fare con credenti che sono focalizzati sulle cose negative. Un grande aiuto è di venire accanto a loro aiutando loro ad avere pensieri giusti e buoni.

Quindi, Paolo esorta queste due donne ad avere una sola mente nel Signore. L'esortazione in sé mostra a loro che stavano peccando, non avendo una sola mente nel Signore. Cioè, se un'esortazione è valida, vuol dire che la persona non sta vivendo come dovrebbe. È in quel caso, l'esortazione mette in evidenza il suo peccato, e mette in evidenza come dovrebbe cambiare. Questo è un aspetto di aiutare le persone ad essere di una sola mente nel Signore. Dobbiamo parlare direttamente alle persone che non sono d'accordo.

Chiedere aiuto agli altri

Però, vediamo anche nel versetto 3 che Paolo fa appello a qualcuno, che non nomina qui, un suo vero compagno, chiedendogli di venire in aiuto a queste donne. Cioè, c'era un uomo, forse colui che portava questa lettera, e comunque qualcuno che era molto legato a Paolo, perché Paolo lo chiama il suo vero compagno, che era là presente. Tramite questa epistola, Paolo chiede a quell'uomo di intervenire per aiutare queste donne a tornare ad essere di una sola mente nel Signore.

Anche in questo, vediamo un principio molto importante per quanto riguarda come aiutare le persone quando si trovano in questa situazione. Sarebbe bello se ognuno di noi dovesse sempre riconoscere per conto nostro e scegliere di non pensare più alle cose negative, ma piuttosto a quelle positive. Ma non sempre è così. E perciò, è utile aiutare gli uni gli altri. Se tu vedi un credente che non va d'accordo con un altro credente, vedi che non sono di una sola mente nel Signore, è buono, con saggezza e amore, aiutarli a riconoscere il loro peccato, e soprattutto, aiutarli a riconoscere le verità buone e giuste che non stanno vedendo.

Questo è un ministero molto importante, che molto spesso non viene fatto. Però, è fondamentale per avere una chiesa sana, con buoni rapporti. Quando ci sono differenze, è importante venire incontro alle persone che non vanno d'accordo, aiutandoli ad andare d'accordo.

I benefici della salvezza

Riflettiamo su quello che Paolo dice al suo vero compagno di come aiutare queste donne. Leggo di nuovo il versetto 3.

“3 Prego anche te, vero compagno, sovvieni a queste donne, che hanno combattuto con me nell’evangelo, insieme con Clemente e gli altri miei compagni d’opera, i cui nomi sono nel libro della vita.” (Filippesi 4:3 LND)

Notate che Paolo dice che queste donne avevano combattuto con lui nell'evangelo. Che immenso privilegio,di poter impegnarci, al punto di combattere, che chiaramente è simbolico, nell'evangelo. Non c'è altro privilegio più grande che partecipare all'opera eterno di Dio di salvarsi un popolo. Dio ci ha creati con il desiderio di avere una vita che vale. Non c'è nulla che vale più che collaborare all'opera eterna di Dio. Quindi, Paolo menziona questo, perché così questo compagno potrebbe ricordare le donne di questo. Paolo menziona che le donne avevano combattuto con lui, insieme con Clemente e gli altri suoi compagni d'opera. Quindi, Paolo mette queste donne nello stesso elenco di altri suoi collaboratori. Non sappiamo chi sono queste persone, ma sarebbero state conosciute dai credenti di Filippi. Che privilegio per queste donne di essere elencate insieme a questi altri compagni d'opera. Paolo voleva che il suo compagno ricordasse loro di questa verità.

E poi, Paolo, parlando sia delle donne sia dei suoi altri collaboratori, dichiarava che i loro nomi erano scritti nel libro della vita. Non c'è privilegio più grande. Ogni onore terreno è temporaneo. Ogni onore terreno è limitato. Invece, avere il tuo nome scritto nel libro della vita è un privilegio d'infinito valore, che dura per tutta l'eternità.

Quando siamo focalizzati su una differenza con qualcuno, o su quello che ci ostacola d'essere di una sola mente nel Signore con quella persona, quando stiamo pensando a quello, non stiamo pensando al privilegio di avere i nostri nomi scritti nel libro della vita. Cioè, non possiamo riempire i nostri pensieri con un problema terreno, e allo stesso tempo focalizzare su questa benedizione eterna.

E perciò, Paolo menziona questo al suo vero compagno, in modo che lui può parlare anche di questo con queste donne, aiutando loro a capire la stoltezza e il peccato di non essere di una sola mente con Cristo.

Lezioni per noi

Questo è uno di quei brani che facilmente potremmo quasi saltare. Però, in realtà le lezioni in questi due versetti sono estremamente importanti per ognuno di noi. Chi è tra di noi che non si è mai trovato in conflitto con un altro credente, anziché uniti con una sola mente nel Signore? Conosciamo tutti stare in questa condizione, è in realtà, è sempre un'indicazione di un peccato, di qualcosa che non va.

Cioè, quando abbiamo veramente la mente di Cristo, saremo uniti con una sola mente con gli altri che hanno la mente di Cristo. Perciò, quando non siamo uniti con una sola mente nel Signore, c'è qualcosa che non va con i nostri pensieri. In quel caso, il fatto stesso di non essere di una sola mente dovrebbe avvertirti che qualcosa non va. Certamente, può essere qualcosa in solo uno dei due, ma non dovremmo mai solo prendere per scontato che noi siamo pienamente nel giusto. Il fatto di non essere di una sola mente nel Signore con altri credenti è un'indicazione che qualcosa non va. Ricordate che nel piano di Dio, dovremmo essere di una sola mente con gli altri credenti.

Quando vediamo un credente che non è di una sola mente con un altro credente, è importante cercare di aiutare quella persona. In questo brano, vediamo che prima di tutto Paolo esorta queste due donne a risolvere la loro differenza, per essere di una sola mente nel Signore. È importante aiutare altri credenti a non restare in questa condizione.

Poi, visto che Paolo non era là personalmente, egli chiede ad un suo vero compagno che era là a venire in aiuto a quelle donne. Quando non è possibile per noi di aiutare qualcuno, è così importante provvedere aiuto che possiamo chiedere a qualcun altro a dare l'aiuto che noi non possiamo dare. Dobbiamo capire che non essere di una sola mente nel Signore è molto grave agli occhi di Dio, ed è giusto che ci impegniamo a aiutare chi si trova in questa condizione.

Questo brano ci aiuta anche a capire come aiutare queste persone. Chi si trova in questa condizione non sta pensando alle cose buone e giuste. E perciò, una parte importante di aiutare chi non è di una sola mente nel Signore è di aiutarlo ad avere pensieri giusti e buoni. In questo modo, può riconoscere i suoi pensieri sbagliati, confessarli, e tornare ad avere la mente di Cristo, e così essere di una sola mente con gli altri.

Notate che in questo brano, Paolo aiutava queste donne a ricordare quando erano state impegnate insieme nell'opera di Dio, e anche la gioia di ricordare che entrambi dei loro nomi erano scritti nel libro della vita. Questo è come possiamo aiutare le persone a pensare alle cose vere e giuste e degno di lode.

Quindi, è molto importante che siamo pronti ad aiutare gli altri, ed è anche molto importante che consideriamo se i nostri pensieri sono conformi a Cristo. È importantissimo che siamo uniti con una sola mente e un solo cuore, gli uni con gli altri, perché solo così possiamo veramente avere vite che portano gloria al nostro grande Signore, in attesa del suo arrivo per noi.

O che possiamo riconoscere il peccato di non essere di una sola mente e di un solo cuore quando c’è, confessarlo, e poi, vivere per la gloria del nostro Dio. Poi noi che siamo in Cristo, grazie a Dio che i nostri nomi sono scritti nel libro della vita.