Aiuto Biblico

Io posso ogni cosa

Filippesi 4:10-23

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 9 febbraio 2020, – cmd es –
Descrizione: possiamo avere gioia, vedendo frutto negli altri. Possiamo essere contenti in ogni situazione.
parole chiavi: contento, io posso ogni cosa, frutto spirituale, contentezza, Dio provvede

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Quanto è meraviglioso quando abbiamo piena gioia. Dio ci ha creati per la gioia, la gioia è quella cosa che soddisfa il cuore!

Nella Bibbia, leggiamo molto spesso della gioia. La gioia è una parte principale della vera salvezza, quando quella salvezza non è macchiata dal peccato non confessato. In Salmo 51, il re Davide sta riconoscendo la gravità del suo peccato, e confessandolo pienamente e profondamente, prega nei versetti 8 e 12:

“Fammi sentire gioia e allegrezza, fa’ che le ossa che hai spezzato festeggino.” (Salmo 51:8 LND)
“Rendimi la gioia della tua salvezza, e sostienimi con uno spirito volenteroso.” (Salmo 51:12 LND)

Nel nostro studio dell'epistola ai Filippesi, ripetutamente stiamo trovando la parola “gioire”, o come viene tradotto spesso, rallegrare. Infatti, troviamo il verbo gioire ben nove volte in questa epistola breve. Paolo parla spesso della sua gioia, e ripetutamente ci comanda a gioire nel Signore. È importante riconoscere che il comandamento di gioire è il comandamento di gioire nel Signore. Non c'è sempre da gioire nelle circostanze, ma c'è sempre da gioire nel Signore.

Qua alla fine di questa epistola, Paolo prende alcuni versetti per parlare della gioia che lui ha nel Signore vedendo frutto spirituale in loro. Questo brano è molto importante perché ci aiuta a capire un aspetto importante di come possiamo noi gioire nel Signore. Quindi, con l'aiuto di Dio, consideriamo il motivo per cui Paolo aveva grande gioia in questi credenti, che era una forma di gioire nel Signore.

Trovate con me Filippesi 4, iniziando con il versetto 10, che è un discorso in cui vediamo il motivo per cui Paolo poteva gioire nel Signore a causa dell'opera di Dio in questi credenti.

Seguite mentre leggo i versetti 10 a 18. Ci sono due discorsi in questo brano. Il discorso principale è che Paolo trovava gioia vedendo frutto spirituale in questi credenti. Lui spiega i motivi di questo, e spiega che il loro frutto è un sacrificio gradito a Dio.

In mezzo a quel discorso, Paolo spiega che egli aveva imparato ad essere contento in qualunque circostanza in cui si trovava, e questo perché era fortificato in Cristo. Entrambi di questi discorsi sono importantissimi per noi, perché riguardano come viviamo la nostra vita in attesa di vedere Gesù Cristo.

Perciò, seguite mentre leggo Filippesi 4:10-18.

“10 Or mi sono grandemente rallegrato nel Signore, perché finalmente le vostre cure per me si sono ravvivate; in realtà già ci pensavate, ma vi mancava l’opportunità. 11 Non lo dico perché sia nel bisogno, poiché ho imparato ad essere contento nello stato in cui mi trovo. 12 So essere abbassato, e so vivere nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato ad essere sazio e ad aver fame, ad abbondare e a soffrire penuria. 13 Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica. 14 Tuttavia avete fatto bene a prendere parte alla mia afflizione. 15 Or sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione dell’evangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna chiesa mi fece parte di alcuna cosa, per quanto al dare e al ricevere, se non voi soli 16 poiché anche a Tessalonica mi avete mandato, non solo una volta ma due, di che provvedere al mio bisogno. 17 Non già che io ricerchi il dono, ricerco invece il frutto che abbondi a vostro favore. 18 Ora ho ricevuto tutto ed abbondo, sono ricolmo, avendo ricevuto da Epafrodito ciò che mi è stato mandato da voi, che è un profumo di odor soave, un sacrificio accettevole, piacevole a Dio.” (Filippesi 4:10-18 LND)

Gioia vedendo frutto in loro

In questo brano, vediamo che Paolo, nonostante che si trovava in carcere, aveva grande e profonda gioia. La sua gioia era nel Signore, ma notate che in questo caso, era nel Signore perché vedeva frutto spirituale in loro. Cioè, era il fatto di vedere l'opera di Cristo in loro che dava grande gioia a Paolo.

Voglio rileggere il versetto 10, che ci aiuta a capire come anche noi possiamo avere grande gioia, qualsiasi siano le nostre circostanze. Seguite mentre leggo il versetto 10.

“10 Or mi sono grandemente rallegrato nel Signore, perché finalmente le vostre cure per me si sono ravvivate; in realtà già ci pensavate, ma vi mancava l’opportunità.” (Filippesi 4:10 LND)

Prima di tutto, ricordate che la parola rallegrato in greco è la parola gioire. Quindi, come abbiamo letto in capitolo 3 e capitolo 4, tramite Paolo, Dio chi comanda a gioire del continuo, nel Signore. Il motivo per cui possiamo gioire non è che le circostanze vanno sempre bene. Anzi, spesso, le circostanze non vanno bene, spesso, le prove sono profonde. Il motivo per cui possiamo gioire del continuo è perché possiamo gioire nel Signore.

Qua nel versetto 10, Paolo ci mostra un motivo per cui possiamo gioire nel Signore. Paolo gioisce nel Signore per il frutto spirituale che vede in questi credenti, cosa che porta gloria a Dio.

Notate che Paolo dichiara di rallegrare, o, avere gioia, grandemente. Nonostante che Paolo si trovava in carcere, con tanti pesi sul cuore per le varie chiese che curava, Paolo aveva una gioia profonda. Aveva una grande gioia nel Signore. Il motivo per cui aveva questa grande gioia nel Signore era perché questi credenti si erano messi da fare a provvedere cura per Paolo, che in questo caso era una cura economica. In altre parole, Paolo aveva una grande gioia perché questi credenti stavano cercando per primo il regno di Dio. Stavano dimostrando chiaro frutto spirituale.

Questo brano ci aiuta a capire cosa vuol dire gioire nel Signore. Gioire nel Signore non è qualcosa di astratto. Non è chiudersi in una stanza per solo pensare a Dio. Piuttosto, è vivere la vita cristiana, impegnandoci ad aiutare altri a vedere più di Cristo, e poi, è trovare grande gioia quando vediamo Dio operare in altre persone.

La bella notizia di questo è che possiamo anche noi avere grande gioia a prescindere dalle nostre circostanze. Paolo non solo comandava loro di gioire nel Signore, ma Paolo mostra che egli trovava la sua gioia nel Signore, vedendo frutto spirituale in loro.

Consideriamo più a fondo quello che dava gioia a Paolo. In questo versetto, dichiara che è perché finalmente le loro cure per lui si sono ravvivate. Cioè, evidentemente c'era un periodo in cui loro volevano provvedere cura per Paolo, ma mancavano l'opportunità. Allora, dal brano è evidente che la cura di cui Paolo parla è un aiuto economico. Forse mancavano l'opportunità perché non c'era chi poteva portare i soldi da Filippi a Roma. Però, quando c’era l’opportunità, quando c’era chi poteva portare il loro dono a Paolo, hanno mandato questo dono. E Paolo sta parlando di questo.

Però quello che dava gioia a lui era perché vedeva in loro non solo un desiderio di portare frutto spirituale, ma un vero impegno. Paolo trovava gioia perché vedeva frutto spirituale in loro.

Un commento importante: quello che conta in un certo senso è quello che facciamo, non solo i nostri buon propositi. E perciò, visto che ci sono momenti in cui non possiamo compiere certe opere, è molto importante che quando Dio ci dà la possibilità, dobbiamo agire per usufruire quella possibilità. Mancare le porte aperte che Dio ci dà in cui possiamo portare frutto vuol dire mancare quello che avremmo potuto fare nella vita. Non si può mai recuperare opportunità mancate. Possiamo compiere altre opere, ma non possiamo mai recuperare le opportunità che manchiamo. Perciò, impegniamoci quando c’è l’opportunità.

Ci troveremo davanti a Gesù Cristo, per presentare a Lui il frutto che abbiamo portato in questa vita. Non sprechiamo le opportunità che abbiamo. Viviamo nella gloria di Dio.

Tornando al nostro brano, nei versetti 11-13, troviamo il discorso in cui Paolo spiega che aveva imparato ad essere contento in qualunque circostanza in cui si trovava, e questo perché si fortificava in Cristo.

Cioè, Paolo aveva grande gioia a causa del loro dono, non perché lo rendeva più facile la sua vita, ma perché rappresentava frutto spirituale in loro. Paolo era contento in qualunque situazione in cui si trovava, come spiega nei versetti 11-13. Li leggo ancora.

“11 Non lo dico perché sia nel bisogno, poiché ho imparato ad essere contento nello stato in cui mi trovo. 12 So essere abbassato, e so vivere nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato ad essere sazio e ad aver fame, ad abbondare e a soffrire penuria. 13 Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.” (Filippesi 4:11-13 LND)

Paolo era contento con o senza il loro dono, perché Paolo aveva imparato ad essere contento in qualunque stato in cui si trovava.

Per spiegare come era sempre contento, nel versetto 12, Paolo menziona tre esempi di situazioni difficili, e tre di situazione facili. Le tre situazioni difficili sono di essere abbassato, di avere fame, e di soffrire penuria. Questi rappresentano problemi gravissimi. Cioè, avere fame è un problema molto più grave di quanto la maggioranza di noi abbiamo mai avuto. È simile per soffrire penuria, e anche essere abbassati è una cosa grave. Eppure, Paolo aveva imparato ad essere contento in tutte quelle situazioni. Similmente, sapeva essere contento anche quando era nell'abbondanza e quando era sazio.

Grazie a Dio, come Paolo, anche noi possiamo imparare ad essere contenti in qualunque stato in cui ci troviamo. Non è naturale. Non è automatico. Il fatto che siamo salvati non vuol dire che automaticamente saremo contenti in ogni situazione. Se noi cerchiamo la contentezza nel posto sbagliato, non saremo contenti in qualunque stato in cui ci troviamo. Piuttosto, saremo scontenti. E se siamo scontenti, non possiamo avere la gioia, e non possiamo vivere per la gloria di Dio.

Paolo aveva imparato ad essere contento in qualunque stato perché Paolo aveva imparato a cercare la contentezza, e potrei aggiungere la gioia, nel Signore, e non nelle circostanze. Questo è il segreto di come Paolo, e anche noi, possiamo essere contenti in qualunque situazione.

Cioè, arrivare letteralmente ad avere fame è una cosa grave. E poi, Paolo, che conosceva realmente la fame, sapeva essere contento in quella situazione, perché cercava la sua contentezza nel Signore. Dire essere in penuria vuol dire essere grandemente nel bisogno. In 2 Corinzi 11 leggiamo che Paolo conosceva la fame, la nudità, e tante altre situazioni di grande bisogno. Paolo conosceva bene la penuria, eppure, anche quando si trovava grandemente nel bisogno, Paolo era contento.

Io voglio essere contento, e visto che la vita comprende situazioni difficili e dolorosi e ingiuste, voglio imparare ad essere contento in qualsiasi stato in cui mi trovo. E la risposta è di cercare la mia contentezza in Gesù Cristo. Io posso essere contento, e tu puoi essere contento, in qualunque stato, se tu ti fortifichi in Gesù Cristo. Leggo di nuovo il versetto 13, che è una verità che serve a ciascuno di noi. Quello che è vero per Paolo può essere vero per ogni vero credente. Leggo.

“13 Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.” (Filippesi 4:13 LND)

Paolo dichiara che può ogni cosa in Cristo Gesù. Ogni cosa comprende ogni circostanza, ogni prova, ogni difficoltà, ogni dolore. Paolo sta dichiarando che può sopportare, e più che solo sopportare, può addirittura essere contento, in ogni situazione che si può affrontare in questa vita.

Quello che permette a Paolo di essere contento in ogni situazione è che Paolo sapeva fortificarsi in Cristo Gesù. Ricordate il comandamento meraviglioso in Efesini 6:10.

“Del resto, fratelli miei, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.” (Efesini 6:10 LND)

Possiamo, e dobbiamo, fortificarci nel Signore, e nella forza della sua potenza. Quando viviamo così, allora, anche noi possiamo essere contento in qualunque stato in cui ci troviamo.

In noi stessi, non abbiamo la forza ad essere contenti in qualunque situazione in cui ci troviamo. Solo se ci fortifichiamo in Cristo possiamo essere veramente contenti. Quando togliamo gli occhi da Cristo, cercando la nostra contentezza nelle circostanze, allora, non saremo contenti, e addirittura, cadremmo nel peccato.

Infatti, quando tu non sei contento, è perché stai cercando la contentezza nel posto sbagliato. Quando non sei contento, è perché non stai dimorando veramente in Gesù Cristo. In questo caso, che cosa dobbiamo fare?

Dobbiamo umilmente riconoscere il nostro peccato, e tornare a Gesù Cristo. Dobbiamo confessare il nostro peccato, e di nuovo, cercare la nostra gioia e contentezza in Gesù Cristo. Allora, possiamo ogni cosa in Cristo Gesù che ci fortifica.

La gioia di Paolo per il frutto in loro

Dopo che Paolo aveva spiegato a loro che era contento con o senza il dono che avevano mandato, Paolo riprende il fatto che era buono che avevano mandato un dono, non perché aiutava Paolo, ma perché era frutto spirituale nella loro vita. La cosa più grande che possiamo fare nella vita è di avere il frutto spirituale. Paolo aveva grande gioia perché vedeva questo frutto in loro. E Paolo spiega questo nei versetti 14-18. Seguite mentre leggo questi versetti.

14 Tuttavia avete fatto bene a prendere parte alla mia afflizione. 15 Or sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione dell’evangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna chiesa mi fece parte di alcuna cosa, per quanto al dare e al ricevere, se non voi soli 16 poiché anche a Tessalonica mi avete mandato, non solo una volta ma due, di che provvedere al mio bisogno. 17 Non già che io ricerchi il dono, ricerco invece il frutto che abbondi a vostro favore. 18 Ora ho ricevuto tutto ed abbondo, sono ricolmo, avendo ricevuto da Epafrodito ciò che mi è stato mandato da voi, che è un profumo di odor soave, un sacrificio accettevole, piacevole a Dio.” (Filippesi 4:18 LND)

La parola tuttavia all'inizio di questo brano vuol dire che nonostante che Paolo era contento nel bisogno o dall'abbondanza, e quindi non è che ci teneva per sé stesso che facessero qualcosa, era buono per loro che si erano impegnati a provvedere per lui nella sua afflizione. In altre parole, è buono, ed è importante per noi di avere occhi aperti a notare chi sta in afflizione. Ricordate che il secondo più grande comandamento è di amare il tuo prossimo come te stesso. Un chiaro è importante frutto della salvezza e quando amiamo gli uni gli altri. E perciò, prendere parte alle afflizioni degli altri è un frutto essenziale della salvezza, che dà gloria di Dio.

Per incoraggiare loro per il loro impegno per Dio, Paolo spiega che all'inizio della sua missione di proclamare l'evangelo, nessun'altra Chiesa si era impegnata ad aiutarlo, se non solo i Filippesi, che avevano mandato un aiuto a lui ben due volte mentre era a Tessalonica.

È buono quando incoraggiamo gli uni gli altri nell'opera di Dio. Cioè, c'è una differenza fra innalzare qualcuno, e incoraggiare qualcuno. È buono quando incoraggiamo coloro che vivono per il Signore. Vivere la vita cristiana vuol dire combattere la nostra carne, vuol dire combattere il mondo, e vuol dire andare controcorrente. Questo è stancante, e una parola di incoraggiamento è un grande aiuto. Perciò, seguiamo l'esempio di Paolo. Quando vediamo credenti che camminano bene, che si impegnano per l'opera di Dio, è importante incoraggiare loro nella loro opera. Paolo fa questo qua. Tu, stai incoraggiando coloro intorno a te che stanno vivendo per il Signore? L'incoraggiamento è importante, ed è in sé un modo di portare frutto.

Nel versetto 17, Paolo ripete il fatto che non cercava il loro dono, piuttosto ricercava frutto della loro vita che abbondava a loro favore. Leggo di nuovo il versetto 17.

“17 Non già che io ricerchi il dono, ricerco invece il frutto che abbondi a vostro favore.” (Filippesi 4:17 LND)

Paolo cercava sempre la gloria di Dio e il vero bene degli altri. In questo caso, voleva che la loro vita portasse frutto, che sarebbe al loro vantaggio. Perciò, lui voleva incoraggiarli a vivere per le Signore, non per ricevere per se stesso, ma perché così potevano presentare più frutto quando si sarebbero trovati davanti a Gesù Cristo.

Quanto è importante che non cerchiamo più per noi, ma piuttosto, che cerchiamo quello che porterà gloria a Dio. Paolo è l'esempio di come dobbiamo vivere.

Un offerta gradito a Dio

Nel versetto 18, Paolo descrive la generosità del loro dono, e poi, e questo è molto importante, spiega che in realtà, il dono economico che avevano mandato a lui era in realtà un sacrificio spirituale gradito a Dio. Leggo di nuovo il versetto 18.

“18 Ora ho ricevuto tutto ed abbondo, sono ricolmo, avendo ricevuto da Epafrodito ciò che mi è stato mandato da voi, che è un profumo di odor soave, un sacrificio accettevole, piacevole a Dio.” (Filippesi 4:18 LND)

Evidentemente, avevano mandato un dono molto generoso. Ricordate che Paolo era in prigione. In quel epoca, un prigioniero poteva provvedere una cura migliore se aveva i mezzi. Inoltre, Paolo aveva collaboratori che potevano aiutarlo, però, anche loro avevano bisogno di mangiare e un posto per vivere. Perciò, questo dono generoso che i Filippesi avevano mandato a Paolo permetteva Paolo a continuare a proclamare la verità di Dio, con l'aiuto dei vari collaboratori che avevano il permesso di assistere Paolo e portare le epistole che egli scriveva.

Perciò, questo dono generoso non permetteva a Paolo una bella vacanza o una vita di lusso. Era un dono generoso che permetteva Paolo ad avere quello che gli serviva in modo da poter concentrare su insegnare le verità di Dio.

Certamente, viviamo in questo corpo. Dobbiamo mangiare, dobbiamo avere un posto per dormire, ci servano vestiti. Nella società moderna, ci servono soldi per spostarci, o con la macchina o con i mezzi. Tutto questo costa. Se uno che è chiamato a servire Dio non ha il minimo che serve, deve smettere di predicare Cristo per guadagnare abbastanza per vivere. Quando Paolo era a Corinto, non avendo sostegno da altri credenti, doveva lavorare come fabbricante di tende. Quando poi sono arrivati i suoi collaboratori con un dono economico, poteva lasciare quel lavoro per riprendere a predicare il tempo pieno. Paolo era molto disposto a lavorare per avere il necessario, ma per poter promuovere il regno di Dio era molto meglio quando aveva sostegno.

Quindi, il sostegno che questi credenti davano a Paolo erano usati per promuovere l'opera di Dio. Perciò, questo dono economico era un offerta spirituale a Dio. Infatti, Paolo lo chiama: un profumo d'odore soave a Dio, un sacrificio accettevole a Dio, piacevole a Dio.

Voglio fermarmi a considerare questo, perché è qualcosa di grande importanza. Noi, nonostante che siamo piccoli, possiamo dare piacere a Dio. Noi possiamo fare cose che sono accettevole a Dio, che sono sacrifici di profumo d'odore soave. Questa è incredibile. Non c'è nulla nella vita che vale quanto vale dare piacere al nostro Creatore! Cioè, se tu vuoi fare la cosa con il più grande valore possibile, allora, vivi per dare piacere a Dio. Questo soddisferà il tuo cuore come nient'altro può soddisfarlo.

È incredibile pensare che noi possiamo usare cose materiali come offerte spirituali a Dio. Se noi usiamo i nostri soldi, il nostro tempo, la nostra intelligenza, e le nostre forze, per promuovere l'opera di Dio, questi investimenti terreni diventano investimenti spirituale ed eterni.

Quanto spesso la nostra vita è vuota, perché stiamo cercando nelle cose terreni quello che solo le cose eterne possono darci. Investiamo per le cose eterne!

Dio provvederà

Umanamente parlando, potrebbe sembrare che se noi diamo in modo abbondante all'opera di Dio, potremmo arrivare a non avere abbastanza per i nostri bisogni. Allora, ci sono due cose da ricordare qui. Prima di tutto, dobbiamo ricordare che possiamo imparare ad essere contenti in qualunque stato in cui ci troviamo. In quel caso, la gioia che avremmo di collaborare nelle opere di Dio non sarà minimamente tolta per il fatto che potrebbe farci avere meno.

Però, c'è un altro fattore da tenere in mente. Quando cerchiamo per primo il regno di Dio, ovvero, quando promuovere il regno di Dio è la nostra passione, allora, sarà Dio a supplire per ogni nostro vero bisogno, e non a stento, ma secondo le sue ricchezze in gloria. Seguite mentre leggo la meravigliosa verità che troviamo nel versetto 19. Questa è una verità da ricordare sempre.

“19 Ma il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù.” (Filippesi 4:19)

Quando noi cerchiamo prima di tutto il regno di Dio, quando questo è la nostra passione, il nostro Dio supplirà ad ogni nostro bisogno, non appena, ma secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù. Quanto grande è la gloria di Dio, quanto sono immense le sue ricchezze in gloria in Cristo Gesù? Le sue ricchezze in gloria sono infinite, è impossibile misurarle, sono senza limite.

E notate che tutte queste ricchezze in gloria sono in Cristo Gesù. Ogni benedizione che abbiamo vieni tramite e per il merito di Gesù Cristo. Gesù Cristo è la fonte di ogni nostra benedizione.

Quando noi abbiamo come desiderio quello della gloria di Dio, sarà Dio a provvedere ad ogni nostro bisogno. Notate che dice ogni vostro bisogno. Nella preghiera: il Padre Nostro, Gesù ci insegna a pregare per il nostro pane secondo il giorno. Questo non vuol dire che Dio provvederà ogni piacere nostro, ogni cosa che vogliamo nella carne. Ma Dio provvederà abbondantemente per ogni nostro vero bisogno. E lo farà con amore, perché è per mezzo di Gesù Cristo.

Ricordate che per salvarci, Dio non ha risparmiato il suo unigenito Figlio. Ci dirà anche tutte le altre cose con lui. Ascoltate mentre leggo Romani 8:32.

“Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui?” (Romani 8:32 LND)

Quando noi cerchiamo veramente per primo il regno di Dio, Dio provvederà tutto per noi.

Tanti credenti non vivano così, e così, non conoscono le provvisioni di Dio. Poi altri credenti credano carnalmente che Dio li darà ricchezze economiche, che loro vogliono usare per avere una vita di lusso. Non vogliono solo i loro bisogni, vogliono molto di più, e così, rivelano che il loro cuore non è focalizzato su il regno di Dio. Quando invece il nostro cuore desidera veramente la gloria di Dio e il progresso del suo regno, sarà Dio a provvedere fedelmente per ogni nostro bisogno, secondo le infinite ricchezze della sua gloria in Cristo Gesù. E su questo, possiamo riposarci.

A Dio si la gloria

Paolo conclude questo insegnamento con una preghiera, quello che era il suo desiderio più profondo. Seguite mentre leggo Filippesi 4:20. Questo è il cuore di Paolo, e prego che sarà il nostro.

“20 Ora al Dio e Padre nostro sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.” (Filippesi 4:20 LND)

Paolo aveva una passione, che il nostro Dio e Padre sia glorificato per sempre. Come abbiamo visto in questo brano, una parte di quello è che i credenti portano frutto. Tutto affinché Dio sia glorificato. Questo è il desiderio di Paolo, e Paolo chiude questo insegnamento con quella preghiera.

E perciò, la domanda per ognuno di noi è se anche noi desideriamo la gloria di Dio, se veramente questo è la nostra passione.

La risposta a questa domanda rivela veramente la condizione del nostro cuore.

Io prego che ognuno di noi possa vedere che quello che veramente vale nella vita è di desiderare la gloria di Dio, e di impegnarci per la sua gloria.

Ultimi commenti

A questo punto, Paolo chiude questa epistola, scritta a questa chiesa che amava, e che dava molta gioia a lui. Leggo i versetti 21-23.

“21 Salutate tutti i santi in Cristo Gesù. 22 I fratelli che sono con me vi salutano, tutti i santi vi salutano, e soprattutto quelli della casa di Cesare. 23 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.” (Filippesi 4:21-23 LND)

Paolo esorta i credenti a salutare gli altri credenti, che vengono chiamati santi. Ricordate che chi è veramente in Cristo è un santo, perché è coperto con la giustizia di Gesù Cristo. Come esorta loro a salutare gli altri santi, manda i saluti dei santi che erano con lui. Notate che dice: soprattutto quelli della casa di Cesare. Abbiamo già visto all'inizio di questa epistola che il fatto che Paolo era nella prigione di Cesare ha permesso a lui di evangelizzare i soldati che gli facevano la guardia. Dio aveva operato, e ormai varie persone della casa di Cesare erano salvate. Dio è grande, e può prendere quello che potrebbe sembrare una situazione negativa, e trasformarla nel bene. Confidiamo in Dio, perché Egli è sempre in controllo.

Paolo chiude questa epistola con la preghiera con cui chiude ogni epistola, una preghiera che noi possiamo fare. Leggo il versetto 23.

“23 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.” (Filippesi 4:23 LND)

Noi viviamo per grazia, la grazia del Signore nostro Gesù Cristo. Perciò, preghiamo per quella grazia gli uni per gli altri. Questo è quello che ci serve veramente. Quando la grazia del nostro Signore Gesù Cristo è con noi, avremo tutta la cura che serve. Allora, possiamo vivere per portare frutto che dura. Allora, la nostra vita avrà senso e valore.

Con quello, concludiamo questo studio dell'epistola ai Filippesi. Siamo stati qua da un anno. Ringrazio Dio per le verità meravigliose che abbiamo scoperto in questo libro. Abbiamo visto più di Cristo. Abbiamo visto che la vita che vale è la vita di portare frutto. Abbiamo visto che possiamo gioire in ogni situazione. Abbiamo visto come Cristo si è umiliato, ma poi, Dio Lo ha innalzato. Abbiamo visto molto di come vivere la vita cristiana.

Prego che le verità che abbiamo visto in Filippesi resteranno con noi, e che vivremo secondo queste verità.

Per ora, chiudo, pregando a Dio che la grazie del nostro Signore, Gesù Cristo, sia con tutti voi. Amen.

Preghiera.