Aiuto Biblico

Come rispondi alla riprensione?

Marco 6:14-29

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, agosto 2019, – cmd es –

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Allora, è buono chiederci: è importante dedicare molto impegno e tempo a leggere e a studiare la Bibbia? Perché ci incontriamo ogni settimana, sia la domenica che mercoledì, e uno degli scopi principali è per conoscere più la Bibbia?

È importantissimo! È importantissimo perché la Parola di Dio, la Bibbia, è luce, che illumina, ci guida, ci insegna, ci protegge dalle cadute, e ci aiuta a riprendere la strada quando cadiamo. È la Bibbia che ci fa conoscere Dio, che ci fortifica la fede, che ci insegna le promesse. La salvezza è in Gesù Cristo, ed è per mezzo della fede in Gesù Cristo. È la Bibbia che ci mostra Gesù Cristo in modo che possiamo avere fede in lui.

Quindi, impegnarci a conoscere sempre meglio la Bibbia è estremamente importante. Conoscere la Bibbia, per poi vivere in base a quello che conosciamo, ci trasforma la vita. Chiaramente, studiare la Bibbia, conoscere sempre più le verità di Dio, per poi solo andare avanti a vivere come prima non ci aiuta, e addirittura, ci rende solo più responsabili e più colpevoli. Però, se noi cresciamo nella conoscenza di Dio tramite la Bibbia, e poi viviamo quello che conosciamo, quello porta meravigliosi benefici nella vita.

E perciò, stasera, come ogni settimana, vogliamo conoscere meglio la Parola di Dio. Stasera, andiamo avanti a considerare le verità che troviamo nell'Evangelo di Marco. Siamo arrivati al capitolo 6, e siamo pronti a riprendere il nostro studio dal versetto 14. In questo brano, Marco sta continuando a mostrare che Gesù è il Cristo, e mostrare come la sua vita portava alla croce. Gesù è venuto per morire sulla croce e poi risuscitare. Prima di andare alla croce, Gesù insegnava le verità di Dio alle persone. Quindi, trovate come Marco 6:14.

Il re Erode in questo brano non è Erode il grande, che aveva cercato di uccidere Gesù come bambino. Invece questo è il figlio di quell’Erode. Questo Erode non era veramente un re, ma era un Tetrarca di Galilea. Comunque, era l'autorità stabilito da Roma in quella zona. In questo brano, leggiamo di come Erode reagiva quando aveva sentito dei miracoli di Gesù. Poi, il brano racconta quello che egli aveva fatto in un tempo precedente a questo, come aveva prima arrestato, e poi messo alla morte Giovanni il battista. Seguite mentre leggo versetti 14-16.

“14 Ora il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato celebre, e diceva: "Quel Giovanni che battezzava è risuscitato dai morti; e perciò le potenze miracolose operano in lui". 15 Altri dicevano: "E’ Elia"; ed altri dicevano: "È un profeta, o come uno dei profeti". 16 Ma Erode, udito questo, diceva: "Egli è quel Giovanni che io ho fatto decapitare; egli è risorto dai morti!".” (Marco 6:14-16 LND)

In questi versetti, vediamo Erode curioso di capire chi è Gesù. Però, non era una curiosità spinta da un peso spirituale del suo peccato. Era più una curiosità dovuta al fatto che Gesù era famoso. Le persone possono essere attirati a Gesù per tanti motivi. Per esempio, negli Evangeli vediamo che tante persone erano attirati a Gesù e che volevano i benefici terreni dei suoi miracoli. Ma Gesù non è venuto per farci avere i benefici terreni, piuttosto è venuto per salvarci dai nostri peccati. Quindi, la cosa importante non è solo il fatto di andare a Gesù, piuttosto la cosa importante è di andare a Gesù per ricevere da lui il perdono e la salvezza.

Ognuno di noi dovrebbe valutare qual è la motivazione per cui ci impegniamo nelle cose di Dio. Vogliamo fare bella figura con gli altri? Vogliamo ricevere benefici terreni da Dio? Oppure, vogliamo più di Cristo? Le motivazioni di Erode non erano buone. Quali sono le tue motivazioni?

Quello che mi colpisce in questo brano è che vediamo che Erode aveva un grande senso di colpa per il fatto che aveva fatto morire Giovanni il battista.

Questo ci insegna una realtà importante da capire: spesso, quando abbiamo un senso di colpa, è un peso tremendo, che ci schiaccia. Non possiamo avere pace finché abbiamo un terribile senso di colpa. Erode portava avanti un grande senso di colpa. Lui sapeva senza ombra di dubbio che Giovanni era da Dio. E quindi, quando sentiva di questo Gesù che compiva grandi miracoli, lui, piena di superstizioni, presumeva che fosse Giovanni ritornato in vita. Sapeva di aver ucciso Giovanni ingiustamente.

La cosa importante da capire qui è che quando abbiamo un senso di colpa, non possiamo avere pace. Grazie a Dio, in Gesù Cristo, c’è un modo, l'unico modo, di essere liberati da un senso di colpa. Il mondo cerca di negare la colpa, il mondo cerca di nascondere la colpa. Ma in Gesù Cristo c’è il vero perdono dalla colpa, e quindi, la vera liberazione dalla colpa. Erode non aveva riconosciuto e confessato il suo peccato, e perciò, era schiacciato dalla sua colpa. E questo stimolava la sua superstizione.

Iniziando nel versetto 17, leggiamo di quello che era successo che aveva portato Erode a far morire Giovanni. Leggo i versetti 17-18. Questi versetti parlano delle avvenimenti fra Erode e Giovanni, che portarono alla morte di Giovanni e alla colpa di Erode.

“17 Erode stesso infatti aveva fatto arrestare Giovanni e l’aveva tenuto legato in carcere a causa di Erodiade, moglie di Filippo suo fratello, perché egli l’aveva presa per moglie. 18 Giovanni infatti diceva ad Erode: "Non ti è lecito di avere la moglie di tuo fratello".” (Marco 6:17,18 LND)

In questo brano, comprendiamo che Erode, usando la sua autorità come re, o Tetrarca, aveva preso la moglie di suo fratello Filippo. Cioè, in qualche modo si è innamorato di lei, un amore impuro, e evidentemente lei voleva stare con lui, per i vantaggi del suo potere. E così, lui ha preso lei come moglie, anche se non era per nulla lecito. Da questo brano, capiamo che suo fratello era ancora in vita. Questo è ancora molto peggio dell'adulterio normale. Quindi, era un peccato gravissimo.

Giovanni, sapendo di questo grave peccato, aveva detto in modo chiaro a Erode che non era lecito per lui vivere con la moglie di suo fratello. Giovanni, nonostante i rischi, non esitava di condannare il re Erode. Lui lo condannava in termini categorici.

E infatti, Erode lo aveva fatto arrestare e lo aveva messo in prigione.

In questo, vediamo il cuore di Giovanni, che è il cuore che ognuno di noi dovrebbe avere. Sicuramente, Giovanni sapeva che dichiarare ad Erode quello che ha dichiarato lo avrebbe messo in pericolo. Eppure, è andato avanti, denunciando il peccato di Erode. Giovanni non aveva timore degli uomini. Giovanni aveva solo timore di Dio. Lui faceva la cosa giusta, nonostante il costo. Questo è come noi dovremmo vivere. Se noi viviamo così, Dio ci darà porte per essere utili per l'opera di Dio. Certamente, se noi viviamo veramente per Dio, e non abbiamo timore degli uomini. Certamente, se noi viviamo veramente per la gloria di Dio, e non abbiamo timore degli uomini, possiamo subire persecuzione, anche severa. Però, alla luce dell'eternità, conviene.

E perciò, Giovanni aveva condannato direttamente Erode per il suo peccato di aver preso la moglie di suo fratello. Erode non voleva sentire del suo peccato. Vediamo che sentire del suo peccato colpiva la sua coscienza. E perciò, per far tacere Giovanni, lo ha messo in carcere.

Anche oggi, a volte noi abbiamo un cuore malvagio come quello di Erode. A volte, anche noi non vogliamo sentire un ammonimento, perché colpisce la nostra coscienza. Noi non abbiamo il potere di mettere qualcuno in carcere. E perciò, spesso andiamo sul contrattacco, accusando la persona in qualche modo, o cercando un altro modo per non dover ascoltare le loro accuse, nonostante abbiano ragione.

I versetti 19-20 ci fanno notare qualcosa del cuore di Erodiade, la donna che Erode aveva preso, e il cuore di Erode. Seguite mentre leggo queste due versetti.

“19 Ed Erodiade gli portava rancore e volentieri l’avrebbe fatto uccidere, ma non poteva. 20 Erode infatti temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e lo proteggeva; e, dopo averlo udito, faceva molte cose e lo ascoltava volentieri.” (Marco 6:19-20 LND)

In Erodiade, vediamo pura malvagità senza coscienza. Lei era pienamente nelle tenebre, odiava la luce. In Giovanni 8 leggiamo del fatto che la luce è venuta al mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre. Dice poi che chi è nelle tenebre odia la luce. Questa donna odiava la luce. Lei odiava Giovanni, perché lui parlava del suo peccato. E così, lei portava rancore nei suoi confronti. Anziché essere aggravata del suo peccato, voleva far tacere Giovanni che parlava del suo peccato. E il suo rancore era un odio così forte che voleva far morire Giovanni, ma non poteva a causa di Erode.

Infatti, Erode temeva Giovanni, perché Erode aveva ancora una coscienza. Cioè, Erode sapeva che Giovanni veniva da Dio, e nonostante i peccati di Erode, c'era un aspetto di lui che era attirato alla luce. Quindi, mentre Erodiade voleva far morire Giovanni, Erode lo ascoltava volentieri. In questo, vediamo che quelli senza Cristo possono avere ancora una coscienza molto attiva. Erode aveva una coscienza attiva. Però, una coscienza attiva non è sufficiente se non porta al vero ravvedimento.

Comunque, Giovanni era in prigione, evidentemente nel palazzo, perché dice che Erode lo ascoltava volentieri, che vuol dire che era là a portata di mano. Erodiade portava grande rancore e odio nei confronti di Giovanni. Una persona così è ossessionata, e non può essere tranquilla finché non riesce a fare la sua vendetta.

Per un certo tempo, non era possibile per lei di fare nulla. Ma poi, è arrivata l'occasione che lei desiderava. Leggiamo dal 21 al 23.

“21 Ora, venuto un giorno propizio, Erode per il suo compleanno offrì un banchetto ai suoi grandi, ai comandanti e ai notabili della Galilea. 22 La figlia di Erodiade stessa entrò e danzò, e piacque ad Erode e a coloro che erano a tavola con lui; allora il re disse alla fanciulla: "Domandami tutto ciò che vuoi e io te lo darò". 23 E le giurò: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fino alla metà del mio regno!".” (Marco 6:21-23 LND)

Per capire questo, dobbiamo capire che Erode voleva la gloria degli uomini. Quindi, in questo giorno, organizza un grande banchetto per il suo compleanno, per farsi vedere.

Questo brano in nessun modo parla contro il fatto di riconoscere e celebrare il compleanno. Non è quello il punto. È il modo che Erode celebrava il compleanno che è il problema. Similmente, uno può celebrare un matrimonio e il pranzo o cena dopo in modo da glorificare Dio, oppure, si può celebrare un matrimonio con tanto di baldorie. Quindi, non bisogna assolutamente usare questo brano per condannare la celebrazione di compleanni. Questo solo dimostra che si può usare qualunque occasione come occasione di peccato. Uno può insegnare o predicare la Bibbia con orgoglio, o dicendo cose false. Uno può fare buone opere in modo molto peccaminoso. Uno potrebbe aiutare bambini orfani per fargli del male. Bisogna condannare l'atto che è peccato, non la situazione in cui quell'atto viene commesso.

Comunque, Erode ha fatto un grande banchetto il giorno del suo compleanno. È evidente che Erode cercava la gloria degli uomini. A quella festa, la figlia di Erodiade danza per Erode e per gli ospiti. Evidentemente, non era la figlia di Erode, probabilmente era figlia di Erodiade e il fratello di Erode, Filippo. Comunque, evidentemente aveva una certa età, e veniva e danzava. Non sappiamo nulla di come era questa danza, ci sono tante speculazioni. Basta dire che è piaciuta ad Erode e agli ospiti. Allora, a quel punto, vediamo che Erode era un uomo molto impulsivo. Preso dal momento, e dalle emozioni, e forse anche volendo farsi vedere davanti agli altri, disse alla ragazza che poteva avere qualunque cosa volesse, fino a metà del suo regno. Questa è una grande esagerazione, era palesemente per farsi vedere. Era anche molto molto impulsivo. Cioè, per una semplice danza, in questo ambiente, davanti alle persone, Erode, per farsi vedere, promette a lei di darle qualsiasi cosa che vuole.

Una lezione importante per noi è che essere impulsivi spesso ci porta a grandi problemi.

Quando siamo impulsivi, non stiamo valutando quello che porta gloria a Dio. Quindi, è sempre un peccato essere impulsivo.

Andiamo avanti, per capire quello che succede. Leggiamo i versetti 24 a 26.

“24 Ed ella uscì, e disse a sua madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni Battista". 25 Ed ella, ritornata subito in fretta dal re, gli fece la richiesta, dicendo: "Io desidero che tu mi dia immediatamente, su un piatto, la testa di Giovanni Battista". 26 E il re, sebbene ne fosse molto rattristato, a motivo del giuramento e per rispetto dei convitati, non volle opporle un rifiuto.” (Marco 6:24-26 LND)

Lei va dalla mamma, che, odiando Giovanni perché lui aveva parlato del suo peccato, risponde alla figlia di chiedere la testa di Giovanni Battista. Lei ritorna e fa la richiesta a Erode. Allora notate che Erode ne fu molto rattristato. Però, non voleva rifiutarla, per non fare brutta figura davanti a tutti gli ospiti.

Cioè, avendo fatto una grande scena davanti a tutti promettendo a lei qualunque cosa che avesse chiesto, per non perdere l'approvazione degli uomini, non si sentiva di rifiutare questa sua offerta. Lui sapeva che era sbagliato, sapevo che Giovanni era un uomo giusto e non doveva morire, ma aveva timore degli uomini, ovvero aveva timore di quello che avrebbero pensato.

È potente la lezione per noi. Possiamo sapere la cosa giusta, possiamo essere convinti di qual è la cosa giusta, e poi possiamo fare la cosa sbagliata perché non vogliamo essere visti male dagli uomini. Quanto è terribile il peccato di avere timore degli uomini. Ci spinge a fare tante cose che non avremmo voluto fare. Questa è la situazione con Erode. Prima era impulsivo, e adesso, il suo timore degli uomini lo spinge a fare quello che non voleva fare. Era rattristato vado avanti e leggo i versetti 27, e 28.

“27 Così il re mandò subito una guardia con l’ordine di portargli la testa di Giovanni. 28 E quegli andò, lo decapitò in prigione e portò la sua testa su un piatto e la diede alla fanciulla, e la fanciulla la diede a sua madre.” (Marco 6:27,28 LND)

A questo punto, mancava solo di adempiere il comando di Erode, e il desiderio di Erodiade. Giovanni fu subito decapitato in prigione, e la sua testa fu data alla figlia, che la diede alla mamma.

Prima di tutto, la morte di Giovanni non era fuori dal tempo stabilito da Dio. Ricordiamo sempre la verità in Salmo 139:15,16. Ve lo leggo.

“15 Le mie ossa non ti erano nascoste quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. 16 I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo, e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me anche se nessuno di essi esisteva ancora.” (Salmo 139:15-16 LND)

Grazie a Dio, per quanto potrebbe sembrare che la malvagità vince, in realtà, la nostra vita sta nelle mani di Dio. Questo era il momento che Dio aveva stabilito per la morte di Giovanni. Infatti, la sua morte è una morte facile. Non doveva soffrire, non aveva una lunga malattia, ma morì più o meno istantaneamente. Però, che sia una morte veloce, oppure che sia una morte lunga e dolorosa, come per esempio un tumore, le nostre vite stanno nelle mani di Dio.

Noto anche quanto il fatto di odiare la luce può spingere una persona a peccare ancora di più. Erodiade odiava la luce. Perciò, quando Giovanni aveva parlato contro il suo peccato con Erode, lei cominciava ad odiare Giovanni. Uno che ha quel tipo di odio, quel tipo di desiderio di vendetta, diventa ossessionato. E lei era così. Inoltre, vediamo quanto una persona può influenzare nel male un'altra persona. In questo caso, la figlia fu influenzata dalla madre. Dobbiamo tutti pregare di essere una buona influenza sugli altri.

Leggo il versetto 29.

“29 E, quando i suoi discepoli udirono ciò, vennero, presero il suo corpo e lo posero in un sepolcro.” (Marco 6:29)

I discepoli di Giovanni, sentendo la triste notizia della sua morte, con grande rispetto sono andati a prendere il suo corpo, chiaramente senza la testa, per seppellirlo. La morte è sempre triste, e visto che siamo stati creati nell'immagine di Dio, in tutta la storia in ogni cultura c'è stato un rispetto per il corpo delle persone che muoiono. Anche in questo, vediamo che l'uomo è stato creato nell'immagine di Dio.

La storia terrena di Giovanni finisce qua, ma non finisce l'opera di Dio di cui Giovanni faceva parte. Gli uomini malvagi possono uccidere i servi di Dio, ma non possono fermare Dio da portare a compimento tutta la sua opera.

Pensieri finali

Questo racconto era una piccola parentesi dalla vita di Gesù, che stiamo seguendo nell’Evangelo di Marco, ma contiene comunque tanti principi per noi. Quando leggiamo la Bibbia, non leggiamola come dovere, ma leggiamola per valutare anche i peccati degli altri per poter valutare noi stessi. Ho io i peccati di Erode o Erodiade? Come reagisco quando le persone mi parlano del peccato? Loro reagivano male, ma come reagisci tu? Quando senti di un peccato tuo, come reagisci? Con umiltà, non volendo minimamente peccare contro Dio?

Cosa fa una mamma, che sta per dare una medicina al suo bambino, quando l’amica infermiera entra e la sgrida, dicendo che quella medicina non aiuterà il bambino, ma con il tempo lo farà morire? Va avanti, offesa dal modo in cui la sua amica ha parlato con lei, o si ferma subito e non dà più quella medicina? Si ferma subito.

Ed io? Se io amo Cristo e qualcuno mi parla del mio peccato, cosa faccio? Faccio la stessa cosa della mamma in questo esempio. Mi fermo subito e chiedo a quella persona di spiegarmi perché non è la “medicina giusta”. Chiedo a quella persona di spiegarmi del mio peccato perché non lo vedo, ma non voglio rischiare. Voglio “salvare il figlio”, cioè, voglio più di Cristo.

Abbiamo visto due personaggi che non volevano vedere il loro peccato. Abbiamo anche visto un uomo, Giovanni Battista, che non temeva gli uomini e non temeva le conseguenze umane. Voleva vivere per Dio, costa quello che costa.

Nelle nostre decisioni di come vivere, di come curare i nostri figli, di come comportarci, in tutto, voglio vivere per Dio, costa quello che costa? Giovanni Battista non ha detto che costava troppo. È andato dal re e ha parlato del suo peccato.

Io voglio quel cuore, un cuore che non tiene conto del costo. Voglio più di Cristo, che vuol dire vedere più del mio peccato.

Tu vuoi Cristo al punto di voler vedere il tuo peccato?

In questo brano abbiamo visto bruttissimi esempi da non seguire e un ottimo esempio da seguire. Oh che possiamo applicare queste lezioni alle nostre vite.