Aiuto Biblico

Serve la fede

Marco 9:14-29

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 29 settembre 2019, – cmd es –
parole chiavi: fede, credere, potere di Gesù, demoni, spiriti, preghiera

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Abbiamo bisogno di Gesù Cristo. Abbiamo bisogno di guardare a Gesù Cristo. Abbiamo bisogno della forza di Cristo nella nostra debolezza. Non possiamo farcela con le nostre forze, ma grazie a Dio, possiamo farcela in Gesù Cristo, se poniamo la nostra fede in Lui.

Quasi ogni settimana, parlo con più persone che hanno tantissimi problemi, spesso problemi profondi. Ma in realtà, la soluzione in ogni caso è sempre la stessa. La soluzione è Gesù Cristo. Quello che ci serve nella vita è più fede in Gesù Cristo. La fede, la vera fede, in Gesù Cristo, ci permetterà a superare ogni prova e ogni ingiustizia e ogni dolore in questo cammino verso l'eternità. Cioè, la soluzione per i nostri problemi non è che i problemi spariscano, la soluzione vera per i nostri problemi è che noi guardiamo a Dio, con fede. Allora, possiamo avere pace in qualunque situazione.

Molto spesso, anziché cercare la vera soluzione, cerchiamo quello che noi crediamo di essere la soluzione. Cioè, tante volte, quando siamo afflitti da un problema, gridiamo a Dio, chiedendo a Dio di toglierci il problema. Ma questo non è quello che veramente ci serve.

Piuttosto, dovremmo pregare chiedendo a Dio di fortificare la nostra fede. È la fede che ci permette di riposarci in Cristo e trovare l'aiuto che ci serve. È la fede che ci permette di avere vittoria sul nostro peccato, e ci permette a godere la comunione con Dio anche in mezzo alle tempeste.

Ringrazio Dio che ci ha dato la Parola di Dio, la Bibbia, per farci conoscere sempre di più Dio, in Gesù Cristo. È conoscendo Dio di più in Cristo e guardando a Cristo che possiamo avere più fede.

Vogliamo continuare nel nostro studio nell'evangelo di Marco, dove stiamo conoscendo più di Gesù Cristo, e come avere fede in lui.

Nell'ultimo sermone, abbiamo considerato il brano in cui Gesù fu trasfigurato davanti a Pietro, Giovanni e Giacomo. In quel brano abbiamo visto qualcosa della divinità di Gesù Cristo, e abbiamo anche visto che c'è una distinzione fra Gesù il Figlio e il Padre. Se ricordate, Gesù aveva comandato a questi tre apostoli a non raccontare queste cose finché non fosse risuscitato. Le persone ormai cercavano Gesù per avere un aiuto terreno. Invece, quello che Gesù offre, come Cristo, è il perdono e la salvezza. Gesù non è per darci una vita più facile, ma per salvarci dai nostri peccati. E serviva la croce e la risurrezione prima che quello fosse chiaro.

Oggi, vogliamo riprendere il nostro studio in Marco 9, iniziando dal versetto 14, quando Gesù con questi tre apostoli arrivano a dove stavano gli altri discepoli, insieme ad una grande folla. Nel brano di oggi, vedremo che quello che serve nel nostro rapporto con Dio è la fede. E vedremo come Gesù risponde quando abbiamo fede, anche una fede debole. Seguite mentre leggo Marco 9: 14 a 18.

“14 Ritornato poi dai discepoli, vide una grande folla intorno a loro e degli scribi che disputavano con loro. 15 E subito tutta la folla, vedutolo, si sbigottì e accorse a salutarlo. 16 Allora egli domandò agli scribi: "Di che cosa discutete con loro?". 17 Ed uno della folla, rispondendo, disse: "Maestro, ti avevo condotto mio figlio che ha uno spirito muto, 18 e dovunque lo afferra, lo strazia ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Così ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non hanno potuto".” (Marco 9:14-18 LND)

La prima cosa che vediamo qua è che questi scribi stanno lì disputando con i discepoli di Gesù. Ricordate che i scribi, che facevano parte della guida spirituale di Israele, erano molto contro Gesù. Questo è perché non avevano vera fede in Dio. Loro si presentavano come uomini di Dio per ottenere vantaggi terreni per loro stessi. E perciò, Gesù, che predicava la verità di Dio, era una grande minaccia per loro, perché lui era veramente da Dio e la verità che Gesù predicava e rappresentava metteva in evidenza che questi uomini erano falsi. Perciò, gli scribi, insieme ai farisei, odiavano Gesù.

E perciò, si trovano qui con i suoi discepoli, disputando con loro. Disputare con loro davanti alla folla era un modo per ostacolare la folla a credere alla predicazione di Gesù e dei suoi discepoli. E questi uomini volevano ostacolare le persone da credere in Gesù. Quindi, essendo nemici di Gesù, erano anche nemici dei seguaci di Gesù.

Essere odiati dal mondo

Dobbiamo ricordare che se noi rappresentiamo veramente Gesù Cristo, saremo considerati nemici da coloro che vogliono opporsi a Gesù Cristo. In altre parole, se nella nostra vita portiamo veramente la bandiera di Gesù Cristo, allora coloro che odiano Gesù Cristo odieranno anche noi. Gesù ci avverte di questo in Giovanni 15:18,19. Ve lo leggo.

“18 Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato me prima di voi. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, perciò il mondo vi odia.” (Giovanni 15:18-19 LND)

Non dobbiamo essere sorpresi quando il mondo ci odia. Dobbiamo solo essere sicuri di veramente camminare guardando a Gesù Cristo.

Tornando agli avvenimenti di questo capitolo, la folla, vedendo Gesù si sbigottì, cioè erano sorpresi. E poi corrono per salutare Gesù. Noto anche che Gesù parlava con gli scribi con autorità. Chiede subito a loro di che cosa stavano discutendo con i suoi discepoli. Gesù è il buon pastore, che cura le sue pecore.

Evidentemente, prima che gli scribi possono rispondere un uomo prende la parola e presenta il suo problema a Gesù. Il suo problema era molto grave: Il suo figlio aveva una terribile malattia, e anche un demone. Ricordate che quando Gesù era sulla terra, facendo miracoli con la sua autorità divina, Satana si adoperava cercando di ostacolare l'opera di Gesù. Questa situazione con questo figlio era una battaglia fra le forze di Satana e Gesù. Come in ogni battaglia, Gesù vince. Qui, Gesù si trova con questo ragazzo che aveva questo spirito muto che gli faceva tanto male.

Faccio un breve commento qui per quanto riguarda Satana. Satana promette il bene, ma in realtà, fa solo male.

Se ricordate, in Genesi 3 Satana offriva alla donna grandi vantaggi se avessi scelto di peccare. Quando Satana ha tentato Gesù all'inizio del suo ministero, offriva a Gesù grandi vantaggi. Il peccato sempre ci offre molto. Ma in realtà, il peccato sempre ci fa del male. Cioè, il peccato promette di soddisfare il nostro cuore. Ma il peccato in realtà fa solo del male. Satana ci offre grandi vantaggi, ma la vera natura di Satana è di farci solo dal male. Il bene che Satana promette è solo un inganno per farci allontanarci da Dio e subire il male.

Vedendo la condizione terribile di questo figlio, vediamo la realtà di chi è Satana. Infatti, questo figlio era in una condizione terribile. Probabilmente quest'uomo aveva cercato Gesù, e non avendolo trovato, avevo chiesto ai suoi discepoli di schiacciare il demoni. Ma non avevano potuto.

Notate che qua, questo uomo incolpa i discepoli per il fatto che non potevano guarire suo figlio. Eppure, fra alcuni versetti vedremo che questo uomo mancava la fede. È molto triste, ma spesso anche noi abbiamo la tendenza di cercare di incolpare gli altri quando siamo noi i colpevoli.

Quindi, gli scribi stanno disputando con i discepoli, e questo uomo spiega che ha un figlio in grave condizione, che i discepoli non erano capaci a guarire. Notiamo come Gesù risponde a questo. Leggo il versetto 19, e poi leggo anche Matteo 17:17.

“19 Ed egli, rispondendogli, disse: "O generazione incredula, fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo da me".” (Marco 9:19 LND)
“E Gesù, rispondendo, disse: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo qui da me".” (Matteo 17:17 LND)

Mettendo insieme queste due brani, vediamo che Gesù chiamava quella generazione incredula e perversa. Allora, il fatto che Lui dichiara che sono increduli, che vuol dire senza fede, e anche perversi, ci fa capire che non stava parlando ai suoi discepoli. Cioè, i discepoli avevano fede, anche se a volte era debole. Non erano increduli. Da poco avevano riconosciuto che Gesù è il Cristo. Lo seguivano perché avevano fede in lui. E poi, non erano perversi, che è un termine che la Bibbia usa solo per uomini senza Dio.

Dico quello per aiutarci a capire a chi Gesù stava parlando. Gesù stava riprendendo i Giudei che mancavano fede. Per esempio gli scribi avevano visto tanti miracoli di Gesù, avevano sentito il suo insegnamento, e perciò, avevano ampia evidenza che Gesù è il Cristo, eppure, rifiutavano di credere in Lui. Quella generazione in linea generale era incredibilmente incredula e perversa.

E Gesù si domandava fino a quando sarebbe stato con loro. La loro colpa si accumulava. Se uno rifiuta Dio, la sua colpa accumula sempre di più, finché diventa un tesoro d'ira. Vi leggo quello che Dio ha guidato Paolo a scrivere in Romani 2:5-8. Notate quello che è riservato per coloro che rifiutano di umiliarsi per ubbedire alla verità. Ve lo leggo.

“5 Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio, 6 che renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7 la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene 8 a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all’ingiustizia, spetta indignazione ed ira.” (Romani 2:5-8 LND)

Dio è paziente, ma non per sempre. Arriverà il giorno che la pazienza di Dio finirà, e ci sarà il giudizio. Sarà Gesù Cristo a ritornare alla terra per giudicare il mondo. E così nel nostro brano in Marco Gesù riconosce che quella generazione rifiutava di credere, nonostante la chiara evidenza.

Alla luce di questo, che cos'è che Dio vuole da noi? Lui vuole la nostra fede. Non chiede grandi opere, non chiede grandi sacrifici. Dio chiede semplicemente la nostra fede. Grazie a Dio, ognuno di noi può credere. Dobbiamo umiliarci e accettare quello che Dio dichiara. Se non lo facciamo, e perché il nostro cuore è duro. Crediamo in Gesù Cristo.

Tornando al nostro brano, a questo punto, Gesù comanda che quel figlio fosse portato da lui. Nonostante che questo uomo aveva poca fede, Gesù era pronto ad agire. Leggiamo quello che succede nei versetti 20-22.

“20 Ed essi glielo portarono. Ma appena lo vide, lo spirito lo scosse con violenza, e il fanciullo, caduto a terra, si rotolava schiumando. 21 E Gesù domandò al padre di lui: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli disse: "Dalla sua fanciullezza. 22 E spesso lo ha gettato nel fuoco e nell’acqua per distruggerlo ma, se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci".” (Marco 9:20-22 LND)

Appena il figlio con il demone viene portato a Gesù, lo spirito lo scuote con violenza. I demoni sapevano che non avevano alcuna speranza nei confronti di Gesù. E perciò, questo spirito, sapendo che stava per apparire davanti a Gesù, per l'ultima volta fece dal male a questo ragazzo.

Notate che Gesù era calmo, perché sapeva di aver piena autorità sullo spirito. Con calma chiede al padre da quanto tempo accadeva questo. Il padre risponde che era così da quando il figlio era un piccolo fanciullo. Quindi, il figlio era così da anni. E questo spirito lo aveva gettato nel fuoco e nell'acqua per distruggerlo. Come dicevo prima, a volte, per ingannarci, Satana ci offre del bene. Ma in realtà, fa solo dal male. Il vero bene viene sempre da Dio.

Alla fine del versetto 22 questo padre fa una dichiarazione molto importante. Lego di nuovo le parole del padre a Gesù.

“...Se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci.” (Marco 9:22 LND)

La fede di questo uomo era così debole che dubitava la capacità di Gesù. Sperava, aveva un po' di fede, ma non abbastanza per avere certezza. Non aveva fede che Gesù era potente da guarire suo figlio.

Confronta questo con quello che diceva il lebbroso a Gesù in Marco 1:40. Se ricordate, in quel brano, quel lebbroso si getta per terra davanti a Gesù e dichiara:

“E venne da lui un lebbroso il quale, supplicandolo, cadde in ginocchio davanti a lui, e gli disse: "Se vuoi, tu puoi mondarmi".” (Marco 1:40 LND)

Quel lebbroso era pienamente convinto della potenza di Gesù Cristo. Non conosceva il cuore di Gesù, e per quello diceva: se vuoi. Ma poi, aggiunse: tu puoi mondarmi, tu puoi guarirmi. Il lebbroso era pienamente convinto del potere di Gesù Cristo. Invece questo padre con il figlio non era convinto. Mentre il lebbroso aveva detto: “se vuoi, tu puoi mondarmi”, il padre aveva detto: “se tu puoi qualcosa, abbi pietà e aiutaci.”

Il padre sapeva di essere disperato, sapeva di aver un bisogno per un aiuto che nessun uomo avrebbe potuto dare, sapeva di rivolgersi a Gesù. Però la sua fede era molto debole. È buono che è venuto a Gesù, anche con questa fede debole.

L'importanza della fede

La risposta di Gesù nel versetto 23 è la parte più importante di questo brano. È l'insegnamento centrale di questo avvenimento. Vi leggo le parole di Gesù, e poi, consideriamo quello che vuol dire per noi.

“23 E Gesù gli disse: "Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede".” (Marco 9:23 LND)

Dio opera potentemente. Non opera in base a qualche merito nostro. Piuttosto, Dio opera in base alla fede. Quello che Dio richiede da noi è vera fede, che viene dal cuore.

Che cos'è la vera fede? Il comandamento più grande della Bibbia è il comandamento di ravvederci e credere in Gesù Cristo. Allora, che cosa vuol dire credere, avere fede?

Prima di tutto, avere fede, ovvero credere, vuol dire umiliarci davanti a Dio. Non possiamo confidare in Dio se siamo orgogliosi. L'orgoglio è una barriera che ci ostacola da avere vera fede. Quindi, veramente credere vuol dire umiliarci davanti a Dio.

Inoltre, credere in Dio, avere fede in Dio, vuol dire confessare il nostro peccato. Non possiamo avvicinarci a Dio con la fede se continuiamo ad aggrapparci ad un peccato. Se abbiamo vera fede in Dio, dobbiamo per forza confessare i nostri peccati. Questo perché avere fede in Dio è riconoscere qualcosa della sua grandezza e santità, e riconoscere che Egli può aiutarci. Chiaramente, non posso rifiutare di confessare il mio peccato, che è ribellione contro Dio, e allo stesso tempo avere fede in Dio.

Inoltre, avere fede vuol dire accettare e credere che Dio è capace ad operare. Dio può fare tutto. La fede è quando accetto quello che fa.

Credere in Dio vuol dire anche credere in Dio anziché in noi stessi. Vuol dire smettere di confidare in quello che noi possono fare, e piuttosto confidare in quello che Dio può fare. Inoltre, fede vuol dire credere in quello che Dio dichiara e non nei nostri ragionamenti e nel nostro intendimento. Proverbi 3:5-7. Dichiara questo. Ve lo leggo.

“5 Confida nell’Eterno con tutto il tuo cuore e non appoggiarti sul tuo intendimento; 6 riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri. 7 Non ritenerti savio ai tuoi occhi, temi l’Eterno e ritirati dal male;” (Proverbi 3:5-7 LND)

Quindi, credere in Dio vuol dire scegliere di credere in Dio anziché in noi stessi.

Tenendo tutto quello in mente, notate ancora la risposta di Gesù a questo padre nel versetto 23:

“23 E Gesù gli disse: "Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede".” (Marco 9:23 LND)

Quando noi ci umiliamo e crediamo in Dio, anziché nei nostri ragionamenti, Dio opera. Dio opera potentemente, per grazia, a favore di coloro che hanno la fede. Questo è il cuore di Dio. Ogni cosa è possibile a chi crede. Nulla è troppo difficile per Dio.

Dio non fa sempre tutto quello che vorremo noi, perché le vie del Signore sono più grande delle nostre vie. Però, Dio opera potentemente nella vita di coloro che hanno fede.

Gesù aveva visto quanto era debole la fede di questo uomo. E perciò, Gesù incoraggia lui, dichiarando quanto Dio farà per coloro che hanno fede. Gesù sempre ci aiuta quando la nostra fede è debole.

Il padre risponde

Il padre riconosce il cuore di Gesù, che Gesù era pronto ad aiutarlo. Capisce che serviva la fede, ma sapeva di avere una fede debole. E perciò, nella sua disperazione, alza la voce e grida quello che leggiamo nel versetto 24.

“24 E subito il padre del fanciullo, gridando con lacrime, disse: "Io credo, Signore, sovvieni alla mia incredulità".” (Marco 9:24 LND)

Il padre capiva che serviva la fede, e sapeva di non avere una fede forte. Perciò, usando la sua fede debole, grida con lacrime a Gesù:

“… io credo, Signore, sovviene alla mia incredulità.” (Marco 9:24)

Andava subito a Gesù chiedendo quest'aiuto.

Notate che questa richiesta dimostra la fede. Certamente, è una fede debole, ma è una fede. Sapeva di dover chiedere a Gesù. Quindi, non focalizza su stesso, lamentandosi di quanto poca fede ha. Non accettava il falso pensiero che era inutile rivolgersi a Gesù. Nonostante che la sua fede era debole, nonostante che era pieno di incredulità, andava a Gesù gridando per avere l'aiuto di Gesù.

Quando tu ti sente di non avere fede, non guardare a te stesso, non guardare a quanto la tua fede è debole. Guarda a Gesù Cristo, e chiedi il suo aiuto. Usa la fede che hai, anche se è debole.

Gesù sempre accoglie chi viene a lui umilmente con fede. Perciò, Gesù accoglie questo padre. Leggo il versetto 25.

“25 Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, sgridò lo spirito immondo, dicendogli: "Spirito muto e sordo, io te lo comando, esci da lui e non entrare mai più in lui".” (Marco 9:25 LND)

Abbiamo già visto che ormai nel suo ministero Gesù non voleva compiere i suoi miracoli davanti a tutti. Ormai, le persone volevano farlo diventare un re comodo a loro, e perciò, Gesù sceglieva a non fare i suoi miracoli più pubblicamente. Perciò, vedendo accorrere la folla, subito Gesù ordina a questo spirito di uscire dal ragazzo, e di non entrare mai più.

In questo, vediamo il cuore di Gesù nei confronti di questo padre. Ricordate che Gesù accoglie con compassione coloro che vengono a lui umilmente e con fede.

Inoltre, in questo avvenimento, vediamo la piena autorità di Gesù sugli spiriti. Gesù aveva un'autorità assoluta sugli spiriti. Poteva comandare a loro qualunque cosa, e dovevano ubbidire. Infatti, in vari brani vediamo perfino che gli spiriti erano terrorizzati di Gesù, sapendo del suo potere assoluto su di loro.

Come succede ogni volta quando Gesù comanda qualcosa ad uno spirito, il demone ubbidisce. Leggo il versetto 26.

“26 E il demone, gridando e straziandolo grandemente, se ne uscì. E il fanciullo divenne come morto, sicché molti dicevano: "E’ morto".” (Marco 9:26 LND)

Questo spirito immondo sapeva che stava per uscire per sempre da questo ragazzo. E quindi, mentre usciva lo straziava quell'ultima volta. Però, è uscito come Gesù aveva comandato, e non è mai più tornato. I demoni non possono andare contro quello che Gesù comanda. Nessun demone, né Satana stesso, può opporsi a Gesù Cristo.

Il figlio divenne come morto, evidentemente era steso per terra senza muoversi. E perciò, molte persone dicevano che era morto. Quanto presto le persone credono quello che non è vero. Erano convinti che fosse morto, ma sbagliavano. Leggo il versetto 27. Anche qui, vediamo il cuore di Gesù Cristo.

“27 Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò, ed egli si alzò in piedi.” (Marco 9:27 LND)

Gesù sempre completa la sua opera. E perciò, avendo liberato questo ragazzo da quello spirito, avendolo anche guarito, lo prende per mano, e lo solleva. Quante volte vediamo la tenerezza di Gesù. Il ragazzo ormai era pienamente liberato, e così si alza in piedi.

Ricordate che il padre aveva poco fede. Questo ragazzo non fu liberato a causa della grande fede del padre. Fu liberato per mezzo della grande potenza e il grande cuore di Gesù Cristo.

Discorso con i discepoli

A questo punto, quando Gesù era solo con i suoi discepoli, loro volevano capire quello che era successo. In un primo tempo, Gesù aveva dato loro il potere di scacciare i demoni. Volevano capire perché non avevano potuto schiacciare il demone da quel ragazzo. Leggo i versetti 28 e 29, e leggo anche Matteo 17:20, che ci spiega il vero motivo.

“28 Or quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli lo interrogarono in privato: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". 29 Ed egli disse loro: "Questa specie di spiriti non si può scacciare in altro modo, se non con la preghiera e il digiuno".” (Marco 9:28,29 LND)
“E Gesù disse loro: "Per la vostra incredulità; perché io vi dico in verità che, se avete fede quanto un granel di senape, direte a questo monte: "spostati da qui a là" ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile.” (Matteo 17:20 LND)

Perché non avevano potuto schiacciare quel demone, nonostante che Gesù aveva dato a loro potere sugli spiriti?

Dalle parole di Gesù in Matteo, impariamo che il motivo principale era perché non avevano avuto abbastanza fede. Il fatto che il padre dubitava avrebbe avuto molto a che fare con questo. Molto spesso quando Gesù guariva, prima di guarire chiedeva se la persona aveva fede. Gesù ha sempre il potere di operare, ma sceglie di operare quando c'è fede. Quindi, era la mancanza di fede del padre e evidentemente anche dei discepoli in questo caso che aveva ostacolato loro da poter schiacciare quel demone.

Inoltre, Gesù spiega che quello era un demone particolare. Era dentro quel figlio per più o meno tutta la sua vita. E perciò serviva anche la preghiera e il digiuno.

Nel Nuovo Testamento, il digiuno non faceva mai avere qualche merito da Dio. Piuttosto, il digiuno era un tempo in cui si concentrava di più sulla preghiera. Quindi, quando Gesù parla del digiuno, parla di un tempo in cui uno concentra molto sulla preghiera.

Infatti, spesso Gesù parla della necessità di perseverare nella preghiera. Ricordate che la preghiera non serve per cambiare idea a Dio. La preghiera serve per aiutarci a focalizzare i nostri cuori su Dio. Quindi, preghiera e digiuno è un altro modo di descrivere una preghiera fatta con grande perseveranza.

Lezioni per noi

Qual è la lezione più grande di questo brano? La lezione più grande è di avere fede in Dio. Guardiamo a Dio, non a noi stessi. Se la tua fede è debole, guarda a Dio con la tua fede debole. Umiliamoci davanti a Dio, confessiamo i nostri peccati. Non confidiamo nel nostro intendimento, ma in Dio. Gesù ama operare. Confidiamo in Cristo, il nostro Signore e Salvatore. Egli opererà.