Aiuto Biblico

Chi è salvato, ama veramente

1 Giovanni 2:7-14

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 15 novembre 2020, – cmd dmp –
Descrizione: una prova della salvezza è amare, veramente, i fratelli in Cristo. O si ama, o si odia.
parole chiave: amore, amare il prossimo, amare i fratelli, odiare. Prova della salvezza.

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Immaginate un gruppo di famiglie, secoli fa, che vogliono scappare dalla persecuzione religiosa in Europa, si preparano una nave per viaggiare verso il nuovo mondo. Vendono tutto quello che hanno, spendono tutti i loro soldi per preparare una nave, prendendo quello che può servire per stabilirsi bene nel nuovo mondo. Hanno sentito che la terra è molto fertile, e che c’è piena libertà per vivere la loro vita con tranquillità e in pace. Quindi, per loro, è un'immensa benedizione poter portare i loro figli e andare in un posto migliore.

Però, supponiamo che, un po’ per risparmiare, un po’ per ignoranza, e un po’ per pigrizia, non prendono tutte le precauzioni necessarie per il viaggio. Non portano con sé tutta l’attrezzatura che potrebbe servire per riparare la nave in caso di una grande tempesta. Il rischio di una tempesta di questo tipo è basso, e ci vorrebbe molto lavoro in più per preparare tutto. Così, saltano questo grande impegno.

E perciò, partono. Tutto va bene per quasi tutto il viaggio. Però, poco prima di arrivare, si imbattono in una tempesta terribile imprevista. Lottano duramente per salvare la nave, ma alla fine perdono la lotta, e la nave fa naufragio, e muoiono tutti.

Se avessero fatto tutto con cura, se avessero portato con sé l'attrezzatura che era stata loro consigliata, se avessero seguito le istruzioni dei marinai che avevano insegnato loro come navigare, sarebbero sopravvissuti. Ma non hanno seguito le istruzioni. Non hanno fatto tutto con cura. Ed è andata male, molto male. Hanno perso tutto, hanno perso la vita.

Il naufragio di una nave è una cosa terribile. Sapete che il naufragio può succedere anche nella vita cristiana? Quando facciamo compromessi, quando andiamo contro qualunque insegnamento che Dio ci dà nella Parola, quando andiamo contro quello che Dio mette nella nostra coscienza, le conseguenze possono essere terribili, si arriva perfino al naufragio della fede. Leggiamo un esempio di questo in 1Timoteo 1:18-20. L'apostolo Paolo sta parlando di due uomini che prima seguivano Dio. Dichiara questo a Timoteo, e tramite la Bibbia a noi, per esortarci a stare in guardia per non fare naufragare la nostra fede. Leggo 1Timoteo 1:18-20.

“18 Ti affido questo incarico, o figlio Timoteo, in accordo con le profezie fatte in precedenza a tuo riguardo, perché tu combatta in virtù di esse un buon combattimento, 19 avendo fede e buona coscienza, poiché alcuni, avendola rigettata, hanno fatto naufragio nella fede. 20 Tra questi vi sono Imeneo e Alessandro, che io ho dato in mano di Satana, perché imparino a non bestemmiare.” (1Timoteo 1:18-20 LND)

O fratelli e sorelle, Dio non vuole che facciamo naufragio nella fede, però se non stiamo attenti, è possibile. Una delle cose più tristi della mia vita è vedere credenti con grandi rimpianti per come hanno vissuto gli anni da credenti. Quanto è facile prendere la via che al momento è più semplice, però poi, dopo, porta grande, grande rimpianto.

Questo lo vedo moltissimo in alcuni genitori. Quando un figlio è ancora giovane, è molto facile trascurare vari aspetti importanti, sia nel modo di crescere i figli, sia nel modo di essere d’esempio per loro. Però trascurando alcuni insegnamenti, si influisce male sui figli. Poi spesso, quando crescono, quello che tu hai trascurato un po’, loro lo trascurano molto. Che tristezza, vedere brutte situazioni nei tuoi figli cresciuti, e riconoscere che sono una conseguenza dell’esempio che tu sei stato per loro. Anche questo è un tipo di naufragio.

Quanto è triste quando un credente arriva vicino alla morte, e ripassando la sua vita nella mente, riconosce di avere grandi rimpianti per scelte che aveva fatto, nonostante avesse riconosciuto che non erano le scelte migliori!. Il rimpianto è un dolore terribile. Quanto è meglio vivere in modo da non avere rimpianti e non fare naufragi.

Dio, che è un buon Padre per tutti coloro che salva, ci insegna come vivere, e anche come valutare la nostra vita per vedere se stiamo camminando bene o no. Stiamo studiando insieme 1 Giovanni, e in questa epistola, Dio guidò Giovanni a darci delle prove per riconoscere se siamo veramente salvati o no. Lo scopo non è solo di riconoscere se siamo salvati, ma è anche riconoscere se stiamo camminando male, portandoci ad avere terribili rimpianti.

Se riconosciamo che in qualche campo stiamo camminando male, la soluzione non è rassegnarci perché non siamo salvati. Piuttosto, la soluzione è di ravvederci, e riprendere la buona strada.

Se ricordate, nel capitolo 1, Giovanni ci aiuta a capire che il suo messaggio è affidabile. Poi, dichiara che Dio è luce. Chi cammina nelle tenebre non conosce Dio, ovvero, non è salvato. Chi conosce Dio cammina nella luce.

Giovanni ci rende anche chiaro che, pur essendo salvati, cadiamo nel peccato. Abbiamo visto la differenza tra camminare nel peccato, cioè, che proprio viviamo nel peccato senza abbandonarlo e, al contrario, camminare in ubbidienza, però con qualche caduta. Quando si cade, ci si ravvede e si riprende il cammino nella luce. Giovanni dichiara che ogni credente cade. Ma se confessiamo veramente i nostri peccati, Dio è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Nella prima parte del capitolo 2, abbiamo visto che Gesù Cristo è il nostro avvocato, e che ottiene il perdono per noi perché egli è la propiziazione per i nostri peccati. Egli ha pagato la condanna per il nostro peccato. Ed è per questo che Dio può perdonarci.

Poi, in 1 Giovanni 2:3-6, abbiamo visto una prova della salvezza, cioè quello di osservare i comandamenti di Dio. Chi dice di essere salvato ma non osserva i comandamenti di Dio è bugiardo. Chi osserva i comandamenti di Dio ha Cristo. Un vero credente deve camminare come Cristo camminò, deve camminare in ubbidienza. Non camminare in ubbidienza vuol dire non mostrare il frutto della vera salvezza.

Oggi, vogliamo andare avanti in 1 Giovanni, per vedere prima di tutto un'altra prova della salvezza, quella di amare i nostri fratelli e sorelle. Amare veramente i nostri fratelli e sorelle è una prova della salvezza. Poi, Giovanni ci ricorda delle verità fondamentali nella nostra vita con Cristo, per aiutarci ad avere fede.

Allora, riprendiamo il nostro studio in 1 Giovanni, iniziando dal capitolo 2, versetto 7.

“7 Fratelli, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento vecchio, che avevate dal principio: il comandamento vecchio è la parola che avete udito dal principio. 8 E tuttavia vi scrivo un comandamento nuovo, il che è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno passando e già risplende la vera luce.” (1 Giovanni 2:7,8)

In questi versetti, Giovanni ci parla della necessità di amare i nostri fratelli. Dichiara per prima cosa che non è un nuovo comandamento, ma piuttosto un comandamento vecchio. Dichiara che è il comandamento che avete udito dal principio. Cioè, sin dall'inizio della vita cristiana si parla di amare gli uni gli altri. Quando a Gesù fu chiesto qual'è il comandamento più grande, in realtà, rispose elencando due comandamenti, quello di amare Dio con tutto il cuore, e quello di amare il prossimo come te stesso. Quindi, il comandamento di amare veramente gli altri era da sempre il comandamento di Dio per l’uomo.

In quel senso, il comandamento di amare il nostro prossimo non è un nuovo comandamento. Quello che Giovanni ci spiega qui nei versetti non è nuovo. È centrale nella vita cristiana.

Eppure, è nuovo, in quanto Dio ci parla molto di più della centralità dell’amore nel Nuovo Testamento che nell'Antico. Più luce un credente ha, più si rende conto quanto l'amore per il prossimo è assolutamente centrale nella vita cristiana.

Il comandamento di amare gli uni gli altri come noi stessi è vero in Cristo, ed è vero in noi. In altre parole, questo è l'unico modo di vivere la vita cristiana.

Giovanni dichiara che questo è vero perché le tenebre stanno passando e già risplende la vera luce. Già risplende la vera luce di Gesù Cristo in noi. Eravamo nelle tenebre, dove non c’è il vero amore, ma Dio ci ha strappato dalle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato figlio, il regno di luce. Quindi, la luce già risplende in noi. Però, abbiamo ancora del peccato in noi. Possiamo ancora essere egoisti. Possiamo ancora mancare di amare. Quindi, le tenebre stanno passando. Dobbiamo riconoscere quello che in noi è ancora tenebre, per confessarlo, in modo da camminare pienamente nella luce.

Infatti, nei prossimi versetti, ed ancora più chiaramente nei capitoli 3 e 4 Giovanni parlerà molto di più del vero amore per i nostri fratelli. Quindi, non è un comandamento nuovo, nel senso che si parla di questo anche nell’Antico Testamento. Però ora, nelle epistole, Dio ci dà molte più spiegazioni ed enfasi su questo aspetto fondamentale della vita cristiana. E in questo senso, è un comandamento nuovo. Per camminare sempre più nella luce dobbiamo amare sempre di più gli uni gli altri. Questo è il cuore della vita cristiana.

La prova dell’amore

Adesso, leggo i versetti 9-11, che sono un'altra prova della vera salvezza. Valutiamo bene questo, perché se ci troviamo mancanti, dobbiamo confessare il nostro peccato per camminare nella luce. Cioè la vera luce già risplende in noi. Quanto è importante che camminiamo pienamente nella luce. Seguite mentre leggo i versetti 9-11.

“9 Chi dice di essere nella luce e odia il proprio fratello, è tuttora nelle tenebre. 10 Chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non vi è niente in lui che lo faccia cadere. 11 Ma chi odia il proprio fratello è nelle tenebre e cammina nelle tenebre, e non sa dove va, perché le tenebre gli hanno accecato gli occhi.” (1 Giovanni 2:9-11)

La prima cosa da notare in questi versetti, e diventerà molto più chiaro nel capitolo 3, è che secondo il metro di Dio, una persona o si ama o si odia. Non c'è via di mezzo. Cioè, spesso, noi sappiamo di non amare abbastanza, ma ci giustifichiamo, pensando che almeno non odiamo la persona. Non vogliamo vedere la nostra mancanza di amore come una cosa così grave. Non vedremo assolutamente la nostra mancanza di amore come odiare.

Ma in questo brano, e molto di più nel prossimo capitolo, vediamo che ci sono solo due categorie. O si ama, o si odia. Non amare è già un modo di odiare. Non impegnarmi per il bene di qualcuno, che vuol dire lasciarlo nel suo bisogno, quando sarei potuto intervenire, è una forma di odio.

Voglio fermarmi qui e ripetere questo, perché è molto importante capire quello che Dio ci insegna in questo discorso. Ricordate che amare vuol dire impegnarsi, al punto di sacrificarsi, per il vero bene di qualcuno. Quindi, se io vedo una persona che ha un bisogno, può essere un bisogno materiale, può essere un bisogno di incoraggiamento, può essere un bisogno di capire meglio una verità, può essere un bisogno di preghiera, può essere un bisogno di vedere più di Dio, può essere un bisogno pratico, comunque, se io vedo una persona che ha un bisogno, e se io posso in qualche modo aiutarla ad adempiere quel bisogno e non lo faccio, io non amo quella persona, e in realtà, secondo il metro di Dio, lasciandolo nel suo bisogno quando avrei potuto aiutarlo, è una forma di odio.

Cioè, Dio ci comanda di amare. Amare è un impegno, amare è un sacrificio, amare è agire, e quindi, NON è restare passivi. Scusarci, credere che siamo troppo impegnati, non aver voglia, non volerci sacrificare, qualunque scusa che usiamo, secondo il metro di Dio, se non amiamo, attivamente, odiamo. Non c'è via di mezzo.

Allora, tenendo conto di cosa Dio intende quando parla di odiare, e che cos'è l'amore, in questi versetti, la prima verità che Giovanni ci dichiara è che se uno dice di essere nella luce, ovvero, se uno dice di essere salvato, ma odia il proprio fratello, cioè, non ama il proprio fratello, è tuttora nelle tenebre. Una persona che dice di essere salvata, potrebbe far parte della chiesa, potrebbe leggere la Bibbia tutti i giorni, ma se non ama il proprio fratello, è tuttora nelle tenebre. Non è ancora salvata. Questa è la chiara e forte verità che Dio afferma tramite Giovanni nel versetto 9.

Nel versetto 10, leggiamo il contrario. Lo leggo.

“10 Chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non vi è niente in lui che lo faccia cadere.” (1 Giovanni 2:10)

Quando una persona vive veramente amando i suoi fratelli, che chiaramente comprende le sorelle, quella persona dimora nella luce. In altre parole, è veramente salvata, appartiene veramente a Dio, è stata riscattata dalle tenebre e ora vive e cammina nella luce. Amare gli altri veramente, che vuol dire impegnarsi per il loro vero bene, che è soprattutto il loro bene eterno, è un chiaro frutto della vera salvezza.

Chi vive così, amando il proprio fratello, dimora nella luce, e non vi è nulla in lui che lo possa far cadere. In altre parole, quando viviamo impegnati costantemente nel promuovere il vero bene degli altri, che è soprattutto un bene spirituale, questo è un chiaro frutto della salvezza, ed è una protezione spirituale contro ogni tipo di caduta.

È importante capire questo. Quando viviamo veramente dedicandoci costantemente al vero bene degli altri, allora, diventa un'immensa protezione contro ogni tipo di peccato. Questo è perché il nostro sguardo non è più su noi stessi, non è su quello che il peccato ci offre, è sulla gloria di Dio ed il bene degli altri.

Poi, nel versetto 11 torna a descrivere la condizione di colui che non ama suo fratello, che per Dio vuol dire odiare il proprio fratello. Ricordate che non amare è odiare. Leggo di nuovo il versetto 11.

“11 Ma chi odia il proprio fratello è nelle tenebre e cammina nelle tenebre, e non sa dove va, perché le tenebre gli hanno accecato gli occhi.” (1 Giovanni 2:11)

Chi non ama il proprio fratello, o in altre parole chi odia il proprio fratello, è nelle tenebre! Cioè vive nelle tenebre. Camminare nelle tenebre, è l'andazzo della sua vita. Uno può essere molto impegnato nel nome di Dio, e attivoa in tanti aspetti della vita cristiana, ma se non ama veramente il proprio fratello, ed i credenti intorno a lui, è nelle tenebre e cammina nelle tenebre.

Tale persona non sa dove va, perché è accecato dalle tenebre. Uno che cammina nelle tenebre non si rende conto nemmeno di essere nelle tenebre.

Fermiamoci per capire cosa vuol dire questo per noi.

Se stiamo camminando nel peccato, soprattutto il peccato di non amare i nostri fratelli, solitamente nemmeno riconosciamo il nostro peccato. Questo è perché le tenebre in cui camminiamo, quando non amiamo, ci accecano gli occhi.

Perciò, se camminiamo con egoismo, spesso, per conto nostro, neanche ci rendiamo conto della nostra condizione. Perciò, è tanto importante ascoltare con cuore aperto quando altri credenti ci parlano di qualche nostro peccato. Quando camminiamo nelle tenebre in qualche campo, spesso le tenebre ci accecano. Quanto è importante avere un cuore umile, pronto ad ascoltare se altri ci aiutano a vedere il nostro peccato.

Quindi, in questi versetti, Giovanni ci ha dato un’altra prova della salvezza. La vera salvezza produce una vita in cui ci si impegna per il vero bene degli altri, che è il vero amore. Chi non ama non ha frutto della vera salvezza. Se riconosci nella tua vita che manchi di questo amore, che sei troppo preso con i tuoi problemi, che pensi solo a te stesso e alla tua famiglia, confessa il tuo peccato, e inizia ad amare gli altri, per avere questo frutto fondamentale della salvezza.

Vi scrivo perché

A questo punto, Giovanni cambia completamente direzione. Nei versetti 12-14, Giovanni scrive una parola di incoraggiamento e di esortazione a coloro che sono salvati. In questi versetti, Giovanni descrive i credenti in tre o quattro gruppi: tutti, i più maturi, quelli molto giovani nella fede, e poi, quelli che sono cresciuti abbastanza da essere molto forti nella fede. Consideriamo le verità che Giovanni ricorda a questi credenti. Seguite mentre leggo i versetti 12-14.

“12 Figlioletti, vi scrivo perché i vostri peccati vi sono perdonati in virtù del suo nome. 13 Padri, vi scrivo perché avete conosciuto colui che è dal principio. Giovani, vi scrivo perché avete vinto il maligno. Figlioletti, vi scrivo perché avete conosciuto il Padre. 14 Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è dal principio. Giovani, vi ho scritto perché siete forti e la parola di Dio dimora in voi, e avete vinto il maligno.” (1 Giovanni 2:12-14)

Analisi

In italiano, vediamo tre gruppi, figlioletti, padre, e giovani, ognuno usato due volte. In greco, la prima volta che troviamo figlioletti è una parola greca, la seconda volta è una parola diversa. Chi sono questi tre, o quattro gruppi?

La prima volta che troviamo “figlioletti” è la stessa parola greca che troviamo in 1 Giovanni 2:1. Rileggo la prima parte di quel versetto.

“Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate...”

Questa parola vuol dire letteralmente bambino, ma in greco viene usata in modo affettivo per parlare ad altri, un po' come “carissimi”. Infatti, Giovanni usa questo termine sette volte in questa epistola, parlando ai lettori. È un termine affettuoso, e in questo contesto, rappresenta tutti i credenti. Quindi, la prima volta che Giovanni usa “figlioletti” in questo brano rappresenta tutti i credenti.

Parla due volte ai padri, un termine che rappresenta i credenti più maturi, che hanno più esperienza. Parla inoltre ai giovani. In greco questo termine si riferisce a giovani uomini quando sono al massimo della loro forza, generalmente fra i 24 ed i quarant'anni. Dà l'idea di una persona nel pieno del vigore e della forza. Questo rappresenta credenti che sono ben maturi, pronti ad affrontare le prove e combattere le guerre spirituali che ci sono nella vita.

La seconda volta che troviamo la parola “figlioletti”, è una parola greca che vuol dire un bambino nato da poco, un bambino piccolo e giovane. Questa parola rappresenta i credenti giovanissimi, che ancora non sono molto cresciuti.

Allora, consideriamo quello che Giovanni dice ad ognuno di questi gruppi di credenti. Quello che dichiara a loro, guidato da Dio, sono verità per noi importantissime da tenere in mente.

Prima di tutto, la prima volta che parla ai figlioletti, un termine affettuoso che comprende tutti i credenti, dichiara che:

“12 Figlioletti, vi scrivo perché i vostri peccati vi sono perdonati in virtù del suo nome.” (1 Giovanni 2:12)

Il fatto fondamentale della vita cristiana è che i nostri peccati sono perdonati, in virtù del nome di Gesù Cristo. La salvezza è il fatto di essere perdonati in Gesù Cristo. Questa è la base sulla quale tutto il resto della vita cristiana è edificato.

Senza il perdono, avremmo davanti a noi il tormento eterno. Invece, con il perdono, abbiamo la promessa sicura di passare l'eternità con Dio! La nostra condanna è stata pagata, in Cristo Gesù siamo riconciliati con Dio!

È importante notare che i nostri peccati ci sono perdonati in virtù del suo nome. Quanto è importante che ricordiamo giorno dopo giorno che siamo perdonati in virtù del nome di Gesù Cristo. Il perdono è stato comprato a caro prezzo, il prezzo che ha pagato Gesù Cristo.

È fondamentale per noi ricordare questa verità, giorno per giorno. I nostri peccati sono perdonati, in virtù del nome di Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore.

Poi, ai padri, a quelli più maturi, che hanno seguito Dio per più tempo, Giovanni dichiara, due volte, nel versetto 13 e poi nel 14:

“13 Padri, vi scrivo perché avete conosciuto colui che è dal principio. …
...14 Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è dal principio.” (1 Giovanni 2:13, 14)

Giovanni ripete due volte questa verità, cioè che i padri avevano conosciuto colui che è dal principio. In 1 Giovanni 1:1, Giovanni descrive Cristo come: “quel che era dal principio”. Giovanni sta parlando di Gesù Cristo. Giovanni sta dichiarando che i padri hanno conosciuto Gesù Cristo. Quando Dio ci salva, sappiamo che Gesù è morto per i nostri peccati. Questo è fondamentale, perché è la fede nell'opera di Gesù che ci giustifica. Ma in realtà, in questa fase conosciamo poco Gesù. Man mano che cresciamo, conosciamo Gesù sempre di più. Infatti, quello che rende la vita cristiana ricca è conoscere sempre di più il nostro Signore Gesù Cristo. Quello che ci rende più maturi e gioiosi è conoscere Gesù di più, nei suoi vari ruoli. Che benedizione conoscere Gesù Cristo, come avvocato e mediatore, colui che prega per noi, colui che ha ogni potere in cielo e in terra, colui che è il nostro sommo sacerdote e ci dà libero accesso al trono della grazia, e colui che è il nostro buon pastore, e tutti gli altri ruoli di Gesù e quello che fa per noi. Più conosciamo Gesù Cristo, più maturi e gioiosi saremo.

E perciò, Giovanni ricorda i padri, i credenti più maturi, che avevano conosciuto colui che è dal principio, ovvero, Gesù Cristo. Questo serve come stimolo per farli continuare a tenere gli occhi su di Lui.

Quanto è importante che pensiamo a chi è Gesù Cristo. Quanto è importante che teniamo i nostri occhi sempre su Gesù Cristo. Fratelli e sorelle, l'unico modo di non cadere è tenere gli occhi su Gesù Cristo.

Giovanni scrive a un gruppo che in italiano viene tradotto ancora come “figlioletti”. Ma come avevo detto, questo termine è diverso in greco, e descrive bambini piccolissimi, spesso i neonati. È anche un termine d'affetto. A questi giovani credenti dichiara:

... Figlioletti, vi scrivo perché avete conosciuto il Padre. (1 Giovanni 2:13)

Quando Dio salva una persona, quella persona diventa un figlio di Dio. Anche un giovane credente riconosce che ora Dio è suo Padre. Magari non capisce ancora tante cose della vita cristiana, ma trova grande gioia e conforto nel sapere che ora è un figlio di Dio, e che Dio è suo Padre.

Infatti, nel Nuovo Testamento, impariamo che quando preghiamo, preghiamo al Padre. Che immenso privilegio, poter chiamare Dio Padre. Che immenso conforto è riconoscere che siamo figli amati da Dio. Questo è quello che Giovanni ricorda a coloro che sono appena salvati. Quanto è importante che noi ricordiamo chi siamo per Dio. Dio è il nostro Padre, e perciò, noi siamo i suoi figli amati.

E poi, Giovanni scrive due volte ai giovani, a quei credenti che erano arrivati ad una buona maturità. Notiamo quello che dice a loro nel versetto 13 e poi 14.

13...Giovani, vi scrivo perché avete vinto il maligno.
14... Giovani, vi ho scritto perché siete forti e la parola di Dio dimora in voi, e avete vinto il maligno. (1Giov 2:13,14)

La prima volta, Giovanni dichiara a questi giovani che avevano vinto il maligno. Il maligno è Satana, il diavolo. Giovanni parla ancora di lui in 1 Giovanni 3. Poi, ripete il suo messaggio ai giovani, ma questa volta, non solo dichiara che avevano vinto il maligno, ma spiega il modo in cui lo avevano vinto. Dichiara che scrive perché sono forti, e la parola di Dio dimora in loro. Questo è il motivo grazie al quale hanno potuto vincere il maligno, ovvero, vincere gli attacchi di Satana. Erano forti perché la parola di Dio dimorava in loro.

Infatti, quello che ci rende forti è conoscere la verità di Dio, e camminare in quella verità. Questo significa che la parola di Dio dimora in noi. Quando riempiamo la nostra vita e la nostra mente e il nostro cuore con la parola di Dio, al punto che camminiamo in quella verità, allora, saremo forti, e avremo vittoria sugli attacchi di Satana. Possiamo combattere i falsi pensieri che egli mette nella nostra mente. Possiamo riconoscere le menzogne che ci tentano. E possiamo trovare forza nelle meravigliose promesse di Dio!

Conclusione

E così, in quello che abbiamo studiato in 1 Giovanni oggi, abbiamo visto che Giovanni ci dà un'altra prova, per riconoscere o meno la vera salvezza. La vera salvezza produce una vita in cui c’è vero amore per i nostri fratelli e sorelle. Secondo il metro di Dio, o si ama qualcuno, o lo si odia. Vediamo la vera salvezza in quanto amiamo. Il vero amore è un sacrificio. Costa, anche tanto, come la morte di Gesù Gli costò. Ma la vera salvezza produce vero amore per gli altri.

Se tu riconosci che manchi nell’amore, non devi dubitare della salvezza. Piuttosto, ravvediti, e inizia ad amare di più. Così rispecchierai Gesù Cristo, il nostro Signore.

Poi, abbiamo letto come Giovanni ha incoraggiato i credenti, ricordando loro delle verità del Padre e di Cristo. Quanto è importante che non solo conosciamo le verità, ma che ricordiamo le verità di Dio giorno per giorno. Quanto è importante che teniamo ben presente nella mente le verità di chi siamo per Dio, chi è Dio per noi, e chi è Gesù Cristo per noi. La nostra vittoria arriva quando teniamo in mente le verità di Dio. Aiutiamoci gli uni gli altri in questo.

Grazie a Dio, che tutto quello che Dio ci chiama a fare, Cristo lo ha fatto per noi. Dobbiamo amarci gli uni gli altri, ma prima di tutto, siamo stati amati da Cristo. Gioiamo nell’amore di Dio per noi, e amiamo, al punto di sacrificarci, per portare gloria al nostro Dio e Padre, in Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore.