Aiuto Biblico

Predichiamo Cristo

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 7 luglio 2019, – cmd es –
Descrizione: Dio ci comanda di proclamare Cristo. Non dobbiamo avere il permesso di nessuno, abbiamo l’ordine da Dio.
parole chiavi: predicare, evangelizzare, proclamare Cristo, evangelizzare, ambasciatori

Audio:

In ogni città, c’è uno stabilimento che controlla l'acqua che viene mandata a tutte le case di quella città. In ogni stabilimento, c'è un laboratorio, dove fanno analisi dell'acqua, per essere sicuri che non sia contaminata. In un certo senso, la vita di tutte le persone di quella città dipende dal fatto che l'acqua non sia contaminata.

Immaginate la scena in cui un terrorista, volendo fare una grande strage, riesce ad entrare di notte nello stabilimento, e mette nell'acqua una quantità di veleno sufficiente da uccidere lentamente tutte le persone della città.

Però, nella mattina, lo scienziato che lavora nel laboratorio arriva e inizia le sue analisi. Dopo un'ora di lavoro, riconosce che l'acqua è contaminata da quel veleno. Fa un veloce ricerca e scopre che è un veleno che entra nel corpo e si accumula e man mano provoca la morte, senza creare sintomi, finché non è troppo tardi.

Contatta subito le autorità che mettono subito informazione per radio e per tv dicendo al pubblico di non bere l'acqua dal rubinetto. Si po' usarla per lavarsi, e per il Water, ma non si deve assolutamente berla.

Capita che tu non hai la tv e non ascolti mai la radio. Perciò, tu non sai di questo pericolo. Tu vai avanti tranquillamente, non sapendo che la tua acqua contiene un veleno. La bevi tu, e la dai anche alla tua famiglia che la bevano.

Capita che hai una vicina di casa, che ha ascoltato l'annuncio per radio, e subito ha smesso di bere l'acqua e di darla alla sua famiglia. Però, lei è timida, e non ti conosce bene, e perciò, si sente a disagio di venire a bussare alla tua porta per darti la notizia. Piuttosto, fa un suo ragionamento dicendosi, che se per caso capita che ti vede fuori, cercherà di salutarti, sperando di avere l'opportunità per poi darti la notizia.

Però, passano i giorni, e non capita mai il momento in cui ti vede fuori senza che tu hai fretta. Così, tu continui a non sapere del pericolo, e così, continui a bere l'acqua avvelenata e a darla anche ai tuoi figli.

Passa del tempo, e poi, ad un tratto, i tuoi figli, essendo più piccoli, cominciano ad ammalarsi gravemente, e nell'arco di pochi giorni muoiono. Il giorno del funerale, tu inizi a stare molto male, con gli stessi sintomi che avevano avuto loro. Proprio quel giorno, il dottore ti informa i risultati degli analisi per quanto riguarda la morte dei tuoi figli. Erano avvelenati dall’acqua. Anche tu sei avvelenato, ed è troppo tardi per una cura. Stai per morire.

Lo stesso giorno, scopri che la tua vicina sapeva dell’acqua avvelenata, ma non aveva avuto il coraggio di dirtelo.

Come vedresti il tuo vicino?

Se lei dovesse scusarsi dicendo che non si sentiva a suo agio parlare con te di un discorso così grande visto che non ti conosceva bene, quella sarebbe una giustificazione valida per te?

Certamente no! Tu avresti ragione vedere quel vicino gravemente colpevole. E sarebbe colpevole. Avrebbe dovuto dirti la notizia che avrebbe potuto salvare la vita tua e dei tuoi figli. Ma non te l’ha detto.

Sapere di un grave pericolo, sapere come evitarlo, e non dirlo agli altri è terribile. Chi vive così è veramente colpevole.

Questa è solo una storia che ho inventato, però rispecchia la realtà della nostra vita. Se tu sei un figlio di Dio, se tu hai ricevuto il perdono e la salvezza in Gesù Cristo, allora, tu sai del grave pericolo del giudizio che sta per arrivare. Tu sai anche che c’è una unica via di scampo, per essere salvati, e quella via è Gesù Cristo.

Non solo sai questo, ma tu hai il comandamento da Dio di annunciare agli altri il giudizio che sta per arrivare. Tu sai che Gesù Cristo ritornerà per giudicare il mondo. Le persone intorno a noi non sanno questo. Perciò, tu sei responsabile ad annunciare questo terribile pericolo che sta davanti ad ogni persona, e la salvezza che esiste solamente in Gesù Cristo. Tu, che sai che Gesù sta per tornare per giudicare il mondo, e che solo in questa vita uno può ravvedersi per essere perdonato, tu sei una sentinella. E tu sei colpevole davanti a Dio se non annunci questo agli altri. Ascoltate mentre leggo Ezechiele 3:17-21, che parla della responsabilità di noi che siamo sentinelle.

“17 "Figlio d’uomo, io t’ho stabilito come sentinella per la casa d’Israele quando udrai una parola dalla mia bocca, li avvertirai da parte mia. 18 Se io dico all’empio: "Certamente morirai" e tu non l’avverti e non parli per avvertire l’empio di abbandonare la sua via malvagia perché salvi la sua vita, quell’empio morirà nella sua iniquità, ma del suo sangue domanderò conto a te. 19 Ma se tu avverti l’empio, ed egli non si ritrae dalla sua empietà e dalla sua via malvagia, egli morirà nella sua iniquità, ma tu avrai salvato la tua anima. 20 Se poi un giusto si ritrae dalla sua giustizia e commette iniquità, io gli metterò davanti un ostacolo ed egli morirà; poiché tu non l’hai avvertito egli morirà nel suo peccato, e le cose giuste da lui fatte non saranno più ricordate, ma del suo sangue domanderò conto alla tua mano. 21 Se però tu avverti il giusto perché non pecchi e non pecca, egli certamente vivrà perché è stato avvertito, e tu avrai salvato la tua anima".” (Ezechiele 3:17-21 LND)

Prego che Dio ci aiuti a comprendere l'importanza di questo brano. Ognuno di noi che è un credente è una sentinella. Ognuno di noi ha la responsabilità da Dio ad annunciare il giudizio che sta per arrivare. Non è facoltativo, non dipende da come ci sentiamo. Non dipende se la persona vuole sentire o no. Dobbiamo parlare di Cristo, perché Dio ci ha chiamato a questo. Questo è il comandamento che Dio ci ha dato. Non parlare del giudizio e di Cristo con gli altri ci rende colpevole davanti a Dio, ed è mancare amore per gli altri.

Comandamenti

Consideriamo i comandamenti che Gesù ci dà di annunciare l’evangelo agli altri.

Quando Gesù ha concluso il suo tempo sulla terra, e stava per ritornare in cielo, ha lasciato quello che viene chiamato il grande mandato. Questo è il comandamento che vale per tutti i credenti in tutti i secoli, mentre aspettiamo il ritorno di Gesù Cristo. Troviamo una forma di questo mandato in tutti quattro degli Evangeli, e anche in Atti. Vi leggo il mandato che troviamo in Matteo 28.

“18 Poi Gesù si avvicinò e parlò loro, dicendo: "Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. Amen".” (Matteo 28:18-20 LND)

In questo brano, appena prima di tornare in cielo, Gesù ci comanda a fare discepoli. “Discepoli” è semplicemente un termine che vuol dire credenti, persone che hanno la salvezza in Gesù Cristo. Il modo di fare discepoli è di annunciare il giudizio che sta per arrivare e la salvezza che si trova in Gesù Cristo. Quindi, in questo comandamento, Gesù Cristo, il nostro Signore, ci comanda ad annunciare l’evangelo a tutti i popoli. Tutti i popoli hanno bisogno di sentire questo messaggio. E noi abbiamo la responsabilità di annunciarlo.

Leggo anche il grande mandato che troviamo in Marco 16:15,16.

“15 Poi disse loro: "Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo a ogni creatura; 16 chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato.” (Marco 16:15-16 LND)

La parola “predicate” qua è un imperativo, un comandamento. Questo non è un suggerimento, non è solo per qualche credente speciale, piuttosto questo è il comandamento che Dio dà ad ogni vero credente. Noi abbiamo le parole di vita eterna, e dobbiamo annunciare la salvezza in Gesù Cristo ad ogni persona. Quindi, siamo responsabili davanti al Dio di annunciare l'evangelo alle persone intorno a noi.

È estremamente importante capire che Dio intende per ogni essere umano di sentire l'evangelo. Questo vuol dire che ogni credente è responsabile davanti a Dio ad annunciare l'evangelo a tutte le persone nella sua vita. Ognuno di noi conosce persone che non conoscono Cristo, e non sanno del giudizio, e della salvezza in Cristo. Dio ci comanda ad annunciare il giudizio e la salvezza in Gesù Cristo a queste persone, e anche a tutte le persone intorno a noi.

L’evangelo non è un offerta

Il messaggio dell’evangelo non è un'offerta che Dio dà alle persone. Piuttosto, è un comandamento. È estremamente importante capire questo. Troppo spesso, c'è il pensiero, che è molto sbagliato, che l'evangelo sia un'offerta da parte di Dio. Cioè, Dio offre alle persone il perdono, ogni persona può decidere se vuole accettare o non accettare quell'offerta. Ma questo non è l'evangelo. L'evangelo non è un'offerta, l'evangelo è un comandamento. Gesù annunciò l'evangelo per la prima volta in Marco 1:14,15. Mentre leggo, notate che i verbi “ravvedetevi” e “credete” sono imperativi.

“14 Ora, dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù venne in Galilea predicando l’evangelo del regno di Dio 15 e dicendo: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Ravvedetevi e credete all’evangelo".” (Marco 1:14-15 LND)

I verbi “ravvedetevi” e “credete” sono imperativi, sono comandamenti. L'evangelo non è un'offerta, è un comandamento che Dio dà a tutte le persone. Dio è il Signore di tutti. Dio è il sovrano creatore su tutta la sua creazione. Dio non chiede alle persone che vogliono la salvezza, Dio non solo fa un'offerta che ognuno deve valutare. Dio comanda agli uomini di ravvedersi e di credere in Gesù Cristo.

E perciò, come faceva Gesù, anche noi dobbiamo annunciare a tutti questo comandamento da parte di Dio.

Quando si presenta l'evangelo come se fosse un invito, dà l'idea di un Dio debole, un Dio che vorrebbe tanto che le persone credessero, ma non può insistere, e quindi, deve aspettare e vedere come vogliono rispondere.

Quello non è Dio! Dio è sovrano. Ogni persona si troverà davanti a Dio per essere giudicato. Dio comanda agli uomini di ravvedersi, perché sono peccatori, e comanda a loro di credere in Gesù Cristo quale unico Salvatore e Signore. E perciò, quando noi annunciamo l'evangelo di Dio, anche noi dobbiamo annunciarlo come comandamento. Chi rifiuta di ravvedersi è ancora più colpevole.

Quando l'apostolo Paolo si trovava ad Atene, capiva che era una città con tanti idoli. Paolo non conosceva le persone là. Eppure, Paolo annunciava Dio come il loro creatore e Signore. Spiegava che Dio non abita in templi costruiti dagli uomini, mostrando che i loro concetti di Dio erano sbagliati. E poi, annunciò che Dio comanda a tutti gli uomini di ravvedersi. Paolo non aspettava un momento buono.

Seguite mentre leggo quello che Paolo predicò ad Atene.

“22 Allora Paolo, stando in piedi in mezzo all’Areopago, disse: "Ateniesi, io vi trovo in ogni cosa fin troppo religiosi. 23 Poiché, passando in rassegna e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: AL DIO SCONOSCIUTO. Quello dunque che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio. 24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da mani d’uomo, 25 e non è servito dalle mani di uomini come se avesse bisogno di qualcosa, essendo lui che dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa; 26 or egli ha tratto da uno solo tutte le stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro abitazione, 27 affinché cercassero il Signore, se mai riuscissero a trovarlo come a tastoni, benché egli non sia lontano da ognuno di noi. 28 Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo, come persino alcuni dei vostri poeti hanno detto: "Poiché siamo anche sua progenie". 29 Essendo dunque noi progenie di Dio, non dobbiamo stimare che la deità sia simile all’oro o all’argento o alla pietra o alla scultura d’arte e d’invenzione umana. 30 Ma ora, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano. 31 Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell’uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti".” (Atti 17:22-31 LND)

Notate che Paolo non dà a loro una semplice offerta da parte di Dio. Paolo non cerca di diventare un loro amico, come se dovesse guadagnare il diritto di parlare con loro di Dio. Piuttosto, Paolo si butta a proclamare che c'è un Creatore, da cui dipendono e che devono rispondere a questo Creatore, perché saranno giudicati, e che questo Dio li comanda a ravvedersi.

Quindi, come Gesù comandava alle persone di ravvedersi, anche Paolo comandava questo.

Infatti, quando Paolo stava spiegando il suo ministero al re Agrippa, spiega che aveva comandato a tutti di ravvedersi. Leggo la sua descrizione del suo ministero in Atti 26. A questo punto, sta spiegando quello che Cristo aveva detto a lui sulla via per Damasco.

16 “… Ma alzati e sta in piedi, perché per questo ti sono apparso: per costituirti ministro e testimone delle cose che tu hai visto e di quelle per le quali io ti apparirò, 17 liberandoti dal popolo e dai gentili, ai quali ora ti mando, 18 per aprir loro gli occhi e convertirli dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio, affinché ricevano mediante la fede in me il perdono dei peccati e un’eredità tra i santificati”. 19 Perciò, o re Agrippa, io non sono stato disubbidiente alla celeste visione. 20 Ma prima a quelli in Damasco, poi a Gerusalemme, in tutta la regione della Giudea e ai gentili, ho annunziato di ravvedersi e di convertirsi a Dio, facendo opere degne di ravvedimento. (Atti 26:16-20 LND)

Notate che Paolo dichiara che aveva annunciato di ravvedersi. Annunciare l’evangelo vuol dire proclamare il giudizio, e il comandamento di ravvedersi. Tutti devono sentire questo, finché c’è tempo.

Quindi, il nostro dovere è di annunciare l’evangelo.

Annunciare l'evangelo è amare.

Però, proclamare l'evangelo non è solo un nostro dovere. È anche un atto di vero amore nei confronti delle persone intorno a noi.

Torniamo al nostro esempio all'inizio della città con l'acqua contaminata con un veleno. Certamente, se uno sa di quel veleno, se sa del terribile pericolo, non annunciare quello agli altri sarebbe una terribile mancanza d'amore.

Invece, il vero amore per il nostro prossimo sarebbe di annunciare questo a tutti, non aspettando un momento buono. Questa notizia è così importante che deve essere annunciata subito. Non bisogna aspettare, perché potrà essere troppo tardi.

Se sarebbe importante annunciare che c'è veleno nell'acqua, un veleno che potrebbe portare alla morte fisica, quanto più importante è annunciare il giudizio finale che porta alla morte eterna. Cioè, la morte fisica è una cosa brutta, ma non è minimamente paragonabile alla morte eterna. Se è mancanza d'amore non annunciare quello che potrebbe far evitare la morte fisica, quanto di più è mancanza d'amore non annunciare quello che potrebbe salvare dalla morte eterna.

Se ricordate, Gesù fu chiesto qual è il primo comandamento, ovvero, il comandamento più importante di tutti. Rispondendo, Gesù non si limita a solo un comandamento, ma risponde dichiarando i due comandamenti più importanti, perché non si può separare questi due comandamenti. Leggo Marco 12:28-31.

“28 Allora uno degli scribi che aveva udita la loro discussione, riconoscendo che egli aveva loro risposto bene, si accostò e gli domandò: "Qual è il primo comandamento di tutti?". 29 E Gesù gli rispose: "Il primo comandamento di tutti è: "ascolta, Israele: Il Signore Dio nostro è l’unico Signore," 30 e: "ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Questo è il primo comandamento. 31 E il secondo è simile a questo: "ama il tuo prossimo come te stesso". Non vi è alcun altro comandamento maggiore di questi".” (Marco 12:28-31 LND)

Se tu ti dichiari di essere un figlio di Dio, se dici di essere salvato, non puoi ignorare il comandamento di amare il tuo prossimo come te stesso. Allora, non solo dobbiamo dichiarare l’evangelo perché Dio ci comanda a farlo, ma dobbiamo dichiararlo per amore degli altri.

Gesù ci comanda di amare gli altri come amiamo noi stessi. Allora, se tu non sapessi del giudizio, della condanna eterna e del tormento eterno, se tu stessi andando avanti ignorando il fatto che il giudizio sta per caderti addosso, sarebbe impossibile per te di essere salvato. In quella condizione, sarebbe amore per qualcuno di annunciarti della salvezza? Oppure, vorresti restare ignorante, senza la possibilità di scappare dal tormento eterno? Vorresti restare ignorante, fino al ritorno di Cristo e il giudizio, quando sarai giudicato per i tuoi peccati e quando sarebbe troppo tardi per te di ravvederti?

Chiaramente, la risposta è ovvia. Se fossimo noi in grave pericolo, non sapendo né del pericolo ne del modo per essere salvati da quel pericolo, assolutamente vorremmo sapere. Sarebbe un atto d'amore per qualcuno di farci sapere del pericolo e di come essere salvati.

Ed è anche da tenere in mente che se non sapessimo di quel pericolo, non potremmo nemmeno chiedere alla persona di spiegarci. Non sapremmo nemmeno che c'era qualcosa da scoprire. Sarebbe la responsabilità della persona di annunciarci del pericolo e del modo di essere salvato da quel pericolo. Quello sarebbe il vero amore. Non dichiararci del pericolo e della salvezza sarebbe mancanza di amore, si potrebbe dire che sarebbe quasi una forma di odio.

Quindi, è importante per noi di capire che annunciare il giudizio agli altri, e poi anche della salvezza in Gesù Cristo, è un atto d'amore. Non annunciare questo è mancare terribilmente nell’amare il nostro prossimo.

Non ci sono scuse. Tutti arriveranno al giudizio, e solo se sentono di Gesù Cristo in questa vita possono essere salvati. Tocca a noi, per amore, proclamare Cristo a loro.

Ambasciatori di Cristo

Un altro motivo per cui dobbiamo proclamare l’evangelo è perché noi siamo ambasciatori di Gesù Cristo. Trovate con me 2 Corinzi 5. Voglio leggere quello che Paolo e gli altri credenti dicono, a coloro che non hanno Cristo. Leggo dal versetto 18 a 21.

“18 Ora tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo e ha dato a noi il ministero della riconciliazione, 19 poiché Dio ha riconciliato il mondo con sé in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posto in noi la parola della riconciliazione. 20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro, e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate riconciliati con Dio. 21 Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui.” (2 Corinzi 5:18-21 LND)

Quanto è importante che ricordiamo che noi siamo ambasciatori per Cristo. Noi abbiamo l’incarico di proclamare Cristo. Noi abbiamo il ruolo di annunciare Cristo al mondo. Questo è il motivo per cui Dio ci lascia sulla terra.

Pensate ad un ambasciatore che rappresenta la sua patria in un’altra nazione. Egli rappresenta la sua patria. Tutto quello che fa è importante, perché in tutto, egli è la voce della sua patria in quel posto. Se quella nazione è in guerra contro la sua patria, allora, egli è visto come un nemico. Se la sua patria è molto più potente, allora, egli ha la responsibilità di comunicare a quella nazione quello che devono fare per non essere distrutti.

Quindi, il suo ruolo è estremamente importante. Tutto quello che fa rappresenta la sua patria.

Quanto è importante per noi di riconoscere e ricordare che noi siamo ambasciatori per Cristo. Siamo stati comprati a caro prezzo. Non apparteniamo più a noi stessi. Siamo nel servizio del Signore. Siamo ambasciatori, e dobbiamo annunciare a tutti che sta per arrivare il giudizio. L’unico scampo è in Gesù Cristo. Dobbiamo esortare le persone ad essere riconciliati a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.

Un ambasciatore non deve aspettare il permesso per portare il messaggio al suo re. La sua autorità non deriva dalle persone con cui deve parlare. Piuttosto, la tua autorità deriva dal suo re, che lo manda.

Quindi, quando valutiamo se dovremmo parlare con qualcuno, ricordatevi che abbiamo un mandato, dal nostro Signore e re, che è il Creatore di quella persona, di annunciare a quella persona il giudizio, e il perdono in Cristo. Siamo autorizzati da Dio a parlare con tutti.

Oh, che possiamo essere fedeli alla nostra chiamata.

Puro del Sangue

In Atti 20, mentre Paolo andava a Gerusalemme, passava vicino ad Efeso, e ha chiamato gli anziani, per parlare con loro un’ultima volta. Egli li esorta come vivere. Usa se stesso come esempio. È importante notare che Paolo dichiara che è innocente del sangue di tutti. Leggo questo brano, e poi, consideriamo il suo senso.

“25 Ecco, ora so che voi tutti, fra i quali sono andato e venuto predicando il regno di Dio, non vedrete più la mia faccia. 26 Perciò oggi vi dichiaro di essere puro del sangue di tutti; 27 poiché io non mi sono tratto indietro dall’annunziarvi tutto il consiglio di Dio.” (Atti 20:25-27 LND)

È molto importante notare che Paolo dice di essere puro del sangue di tutti, perché non aveva mancato di annunciare a tutti, tutto il consiglio di Dio. Paolo non solo parlava con chi voleva sentire. Paolo non diceva quello che volevano sentire. Paolo parlava con tutti, e annunciava chiaramente il messaggio di Dio, come una sentinella fedele. E così Paolo non era colpevole del loro sangue.

Se noi manchiamo di annunciare Cristo agli altri, saremo colpevoli del loro sangue. Questo sarà terribile. Non manchiamo da parlare di Cristo. Viviamo in modo da poter dire che siamo puri del sangue di tutti.

Quando dovremmo predicare?

Quando dovremmo parlare di Cristo? Solo quando sembra un buon momento? Solo se l’altra persona inizia il discorso per primo? Solo se l’altra persona vuole sentire?

Ascoltate il comandamento a proposito che Paolo dà a Timoteo, che vale anche per noi Leggo 2 Timoteo 4:1,2.

“1 Ti scongiuro dunque davanti a Dio e al Signore Gesù Cristo, che ha da giudicare i vivi e i morti, nella sua apparizione e nel suo regno: 2 predica la parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina.” (2Timoteo 4:1-2 LND)

Dobbiamo parlare di Cristo, ovvero proclamare la Parola di Dio, “a tempo e fuor di tempo”. In altre parole: in momenti buoni, e in momenti non buoni. Non dobbiamo aspettare solo quello che sembra un buon momento. Non sappiamo mai se avremo un altra possibilità. La morte può arrivare in qualsiasi momento.

Voglio incoraggiare ciascuno di noi di prendere questo comandamento a cuore, e essere sempre pronti a predicare la parola, in momenti buoni e in momenti meno buoni.

Conclusione

Prego che sia molto, molto chiaro che Dio ci comanda ad annunciare l’evangelo agli altri.

Non dobbiamo aspettare che loro ci chiedono. Non dobbiamo valutare chi, secondo noi, ci ascolterà. TUTTI devono sentire.

Non dobbiamo porre altro inciampo, se non solo la croce di Cristo. Però, la croce di Cristo sarà un ostacolo. Per quella persona che rifiuta di credere, Cristo sarà un inciampo. Leggo 1 Pietro 2:7

“Per voi dunque che credete essa è preziosa, ma per coloro che disubbidiscono: "La pietra, che gli edificatori hanno rigettato, è divenuta la testata d’angolo, pietra d’inciampo e roccia d’intoppo che li fa cadere".” (1Pietro 2:7 LND)

È inevitabile. Per chi rifiuta Cristo, Cristo sarà la roccia d’intoppo che gli fa cadere. Ma non per questo non dobbiamo annunciare Cristo. È solo sentendo di Cristo che una persona può essere salvato. Noi non possiamo mai prevedere chi Dio salverà, e chi non salverà.

Quindi, voglio incoraggiarci a capire che dobbiamo essere coraggiosi, nel Signore, e proclamare Cristo. Non dobbiamo avere timore degli uomini. Non dobbiamo avere il loro permesso. Piuttosto, abbiamo un comandamento, dal Signore di tutti, di annunciare il giudizio, e la salvezza in Gesù Cristo, e il comandamento, per tutti gli uomini, a ravvedersi.

Perché temere gli uomini? Noi abbiamo le parole di vita eterna. Le persone non sanno del giudizio che sta arrivando. Non sanno che hanno bisogno del perdono. La GRANDE maggioranza delle persone non ci chiederanno di Dio, perché non sanno di averne bisogno.

Tocca a NOI parlare di Dio, tocca NOI proclamare il giudizio, e il comandamento di ravvedersi e che c’è salvezza in Gesù Cristo.

Siamo ambasciatori. Grazie a Dio! Che privilegio. Prima eravamo nemici di Dio. Che immenso privilegio, di appartenere a Dio, e POTER proclamare Cristo. Noi abbiamo le parole che possono dare la VITA. Non manchiamo di annunciare la vita in Gesù Cristo.

E ricordatevi che parlare del giudizio, e del perdono in Gesù Cristo è l’atto di amore più grande che puoi avere per uno che è perduto. Il vero amore è impegnarti per il vero bene della persona. Non c’è bene paragonabile a presentare l’evangelo a quella persona.

Proclamiamo il nostro Signore, e Dio, nel suo tempo, salverà altri. Grazie a Dio che c’è chi ha proclamato Gesù Cristo a noi!