Aiuto Biblico

Dio toglie i pesi giusti

sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 9 agosto 2020, – cmd es –
Descrizione: Quando abbiamo pesi, è giusto pregare. Dio non toglie ogni peso, ma toglie i pesi giusti.
parole chiavi: preghiera, come pregare, pesi, prove, perdono, la colpa

Audio:

Negli anni, centinaia di persone mi hanno contattato chiedendo consigli spirituali. Una delle domande che più frequentemente mi viene chiesto è: Perché Dio non risponde alla mia preghiera di togliermi questa o quella prova o peso?

Questa è una domanda buona, e merita una risposta.

Prima: è vero, che spesso Dio NON risponde alle preghiere chiedendo di togliere un peso. Questo è ovvio, dalla Bibbia, e dalla nostra esperienza personale.

Allora, se Dio è buono, ed è buono, perché non ci toglie i pesi quando Glielo chiediamo?

La Bibbia è piena di esempi di persone che si trovavano con prove pesanti, che chiedono aiuto, ma Dio non li liberò dalle loro prove quando avrebbero voluto. Alcuni sono perfino morti dalle prove.

Pensate a Giuseppe in Egitto. Egli aveva chiesto liberazione dai suoi fratelli, ma fu venduto come schiavo. Egli voleva uscire dalla prigione, essendo innocente, ma Dio lo lasciò là per più di due anni.

Paolo fu lasciato in prigione dal governatore Felice, nonostante che fosse innocente. Poi, quando voleva che Dio lo liberasse, fu mandato come prigioniero a Roma, e rimase prigioniero per due anni ancora.

Ci sono tanti esempi in cui Dio NON toglie la prova di uno che ha fede in Lui. Perché? Se Dio è buono, perché non toglie le prove, perché non alleggerisce i pesi quando Glielo chiediamo?

Tanti mi hanno detto: io non farei mai così ai miei figli.

Con questo modo di vedere le cose, Dio sembra ingiusto quando non alleggerisce i nostri dolori. Sembra di mancare di avere un cuore per noi. Perché? Qual è la realtà in questi casi?

Perché Dio non toglie i nostri pesi? Se ci ama, sembra ovvio che dovrebbe togliere i nostri pesi.

Attenzione: SEMBRA ovvio. Ma dobbiamo considerare il nostro ragionamento.

Il problema è che spesso, noi guardiamo ad oggi. Noi vogliamo avere meno dolore, meno pesi. Spesso, i nostri pensieri non sono rivolti all’eternità.

In contrasto, Dio guarda sempre all’eternità, per scegliere come curarci. Egli gestisce i pesi e i dolori in modo da portare avanti la sua opera eterna in noi che siamo suoi figli, preparandoci per stare con Lui.

L’opera di Dio

Grazie a Dio, Egli è pienamente in controllo della nostra vita. Tutto quello che Dio fa, lo fa con un chiaro scopo. Consideriamo lo scopo di Dio per noi.

Perché Dio ci salva? Quando qualcuno chiede perché Dio non risponde alle preghiere di togliere i pesi e i problemi, sotto sotto, c’è il pensiero che la salvezza serve per farci avere una vita meno pesante qui sulla terra.

Se tu credi che Dio dovrebbe togliere i tuoi problemi, se credi che Dio dovrebbe rispondere alle tue preghiere quando Gli chiedi di togliere questo o quel problema, allora, tu sarai molto, molto deluso quando Dio non fa quello che Gli hai chiesto. Man mano, la tua fede verrà meno. In realtà, comincerai a vedere Dio in una brutta luce. Non si può fidarsi di un Dio che sembra di non curarci bene.

Però, il problema non è che Dio non ti sta curando bene. Il problema è che non tu capisci quello che è la vera e perfetta e buona cura di Dio.

Immaginate un piccolo bambino con leucemia, che ha bisogno della chemioterapia. Egli non è capace a capire, a livello scientifico, come quella cura, che è così dolorosa, sia un bene. Da tutto quello che egli riesce a capire, con quello che subisce, i trattamenti con la chemioterapia sono solo un male, un male terribile.

Perciò egli implora i genitori, che sarebbe paragonabile a pregare, implora loro a non farlo continuare la cura. Però i genitori, sapendo che la chemio sta portando buoni risultati, non fanno come egli chiede. Nonostante che ogni volta lui li implora di non portarlo in ospedale, ogni volta, lo portano in ospedale, rifiutando di fare come egli chiede.

Come potrebbe quel bambino avere pace? Come potrebbe non vedere male i suoi genitori?

La CHIAVE sta, NON nel capire la chemioterapia, che onestamente non è capace a capire, ma nel FIDARSI dei suoi genitori. Ovvero, egli avrà pace se confida nell’AMORE dei suoi genitori, e nella loro SAGGEZZA.

Se egli ha fede nei suoi genitori, può avere profonda pace, anche in mezzo alle sue sofferenze. La sua pace, anche in mezzo alle sofferenze, sta nel fidarsi dei suoi genitori.

Reclute

Un altro esempio: Immaginiamo che c’è una guerra terribile, con la coscrizione militare. I giovani che vengono presi come soldati non hanno alcuna esperienza come soldati. Tanti non sono fisicamente in forma.

L’addestramento militare di base è molto intenso e pesante, e dura tre mesi. L’ufficiale con l’incarico di addestrare i giovani è stato nella guerra. Ha visto molto dei suoi compagni morire davanti ai suoi occhi. Egli sa quanto è pericoloso, quanto il nemico è terribile. Egli ha un grande cuore per le reclute, e con tutto il suo cuore, vuole prepararle il più possibile a poter sopravvivere.

Le giovani reclute NON capiscono la guerra. Non riescono veramente a comprendere quello che li aspetta. L’addestramento è molto molto difficile. A volte, è doloroso. Devono spingersi all’estremo.

Le reclute vedono quanto è difficile e doloroso l’addestramento. NON vedono i pericoli della guerra.

Le reclute implorano il loro comandante di alleggerire l’addestramento. Gli chiedono questo giorno dopo giorno. A loro, sembra che non c’è la faranno. A volte, l'addestramento è così duro che si sentono di svenire a volte anche a morire. Ma l’ufficiale continua a spingerli, molto più di quanto loro credono giusto.

Come reagiranno?

Alcuni ascoltano di cuore quello che egli li racconta della guerra, quando li racconta quanto terribile è il nemico, quanto i pericoli sono gravi, e quanto questo addestramento serve. Crederanno quello che egli dice, anche se non sono mai stati in una guerra. Quelle reclute che hanno fede nel ufficiale che li addestra avranno pace, apprezzeranno molto il loro ufficiale. Fidandosi di lui, fidandosi del suo cuore per loro, e della sua sapienza, credendo che egli sa quale addestramento è giusto, avranno pace in mezzo alle dolorose difficoltà.

Altri non rifletteranno su quello che egli dice. Piuttosto, i loro pensieri saranno rivolti a quello che stanno passando i quei giorni. Quindi, nonostante che lui parla anche a loro, in realtà, non si impegneranno a credere né a pensare a fondo di come sarà la guerra. Focalizzano su quanto è duro l’addestramento.

Il primo gruppo apprezza molto il loro ufficiale. Invece, il secondo gruppo comincia quasi ad odiarlo.

La differenza sta nel umilmente credere di cuore a quello che l’ufficiale dichiara, e pensare a quello. Sta nel fidarsi del suo cuore per loro, e della sua saggezza, credendo che egli sa quello che li serve. È impossibile per queste reclute di capire a fondo la guerra, non essendoci mai stati. Quindi, o hanno fede in quello che l’ufficiale li dice, e non hanno fede in lui e piuttosto si appoggiano sul loro intendimento.

Se confidano in Lui, avranno pace. Se non confidano in lui, non avranno pace, e arriveranno ad avere rancore.

Sia questo, che l’esempio del bambino, sono buoni esempi, che possono aiutarci molto a capire l’opera di Dio nelle nostre vite, e perché spesso Dio NON risponde alle nostre preghiere nel modo che abbiamo chiesto noi.

Dio vede quello che noi non vediamo. Dio ci ama, e lo scopo di Dio per noi è buono, perfetto e saggio. Però, è uno scopo eterno, non solo terreno.

Invece, molto spesso, quello che noi preghiamo e desideriamo sono desideri che riguardano il presente, non il futuro. Preghiamo, chiedendo Dio di poter camminare in una via meno dolorosa e meno difficile. Noi guardiamo a quanto la via è difficile.

Al contrario, Dio guarda dove la via ci porta, e ci fa camminare nella via che porta alla vera benedizione, che dura per l’eternità.

Qual è lo scopo di Dio per noi

Consideriamo qual è lo scopo di Dio per noi. Dove ci sta portando?

Dio ci salva per darci una bella vita sulla terra? Questo è il suo scopo?

Oppure, Dio ho uno scopo molto, molto più grande di questo?

Se leggiamo la Bibbia, possiamo vedere che lo scopo di Dio per noi è infinitamente e eternamente più grande che darci una vita più facile sulla terra. Piuttosto, lo scopo di Dio per noi nella nostra salvezza è di prepararci per l’eternità con Lui.

Leggo alcuni brani, che ci aiutano a capire qual è lo scopo di Dio nelle nostre vite. È importantissimo capire quello che Dio sta facendo in noi. La Bibbia ce lo dice ripetutamente. È come quell’ufficiale che addestrava le reclute. Egli spiegava sempre a loro quello che stava facendo. Però, non tutti ascoltavano di cuore. Ascoltiamo quello che Dio ci dichiara. Guardiamo vari brani che possono aiutarci.

Una parte di Efesini 5 parla ai mariti. Però, in quel discorso, troviamo una descrizione di quello che Cristo sta facendo con la Chiesa, l’insieme di tutti i veri credenti, quindi, in noi che siamo salvati. Mentre leggo, notate quello che Cristo sta facendo.

25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla, avendola purificata col lavacro dell’acqua per mezzo della parola, 27 per farla comparire davanti a sé una chiesa gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile.” (Efesini 5:25-27)

Avete capito? Cristo ci sta purificando, per farci diventare una chiesa gloriosa, senza macchia o ruga, ma affinché siamo santi e irreprensibili. Questo riguarda ogni singolo credente.

Gesù Cristo si serve principalmente delle prove e delle difficoltà per fare questo. Quello che Cristo sta facendo in noi non è di togliere le difficoltà e darci una vita per facile, piuttosto è di santificarci.

In Efesini 4, leggiamo quello che Cristo sta facendo nelle chiese locali. Egli ha dato uomini, oggi evangelisti, e soprattutto pastore-dottori, per portare avanti la sua opera. Leggo Efesini 4:11-15.

“11 Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo, 13 finché giungiamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo, 14 affinché non siamo più bambini, sballottati e trasportati da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l'astuzia che mira ad usare insidie di errore, 15 ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa in colui che è il capo, cioè Cristo.” (Efesini 4:11-15)

È chiaro qua: quello che Cristo sta facendo è di portarci alla piena maturità, alla statura della pienezza di Cristo. Questo comporta tante prove e difficoltà e dolori. Ma è un’opera con risultati che dureranno per tutta l’eternità.

In 1Corinzi 1:7,8, leggiamo ancora di quello che Cristo sta facendo in noi che siamo salvati. Leggo.

“7 così che non vi manca alcun dono mentre aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo, 8 il quale vi confermerà fino alla fine, affinché siate irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo.” (1Corinzi 1:7-8)

Di nuovo, vediamo che l’opera di Dio è farci arrivare ad essere irreprensibili al ritorno di Cristo. Ricordate che nessun vedrà il Signore, ovvero, nessuno sarà salvato, senza la santificazione. Dio non salva mai senza anche santificare. Ricordate Ebrei 12:14

“Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore,” (Ebrei 12:14 LND)

La santificazione è assolutamente essenziale. Ripetutamente, la Bibbia ci insegna che le prove sono lo strumento per perfezionarci. Leggo, come esempio, Giacomo 1:2-4.

“2 Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate in prove di vario genere, 3 sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 4 E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti.” (Giacomo 1:2-4)

Le prove, i dolori, e tutto quello che dobbiamo passare, sono strumenti nelle mani di Dio per perfezionarci, ovvero, per santificarci.

La nostra santificazione non è solo un’opera di Dio, deve essere anche il NOSTRO impegno. Per esempio, in 2Pietro 3, leggiamo del ritorno di Cristo. Notate che siamo comandati a impegnarci ad essere immacolati al ritorno di Cristo, ovvero santificati. Leggo 2Pietro 3:14.

“Perciò, carissimi, aspettando queste cose, fate in modo di essere trovati da lui immacolati e irreprensibili, in pace.” (2Pietro 3:14 LND)

Dobbiamo impegnarci, con tutto il nostro cuore, alla santificazione.

Attenzione: è come quelle reclute. Se il loro desiderio è solo di diventare i più bravi soldati possibile, il loro impegno NON sarà di alleggerire il loro addestramento. Similmente, se il nostro traguardo è di arrivare alla santificazione, il nostro impegno NON sarà di avere meno sofferenza, o meno dolore. Quello non sarà il nostro traguardo. Saremo focalizzati sulla santificazione.

Leggo Efesini 5:17, e poi 1Tessalonicesi 4:3, che ci esortano alla santificazione.

“Non siate perciò disavveduti, ma intendete quale sia la volontà del Signore.” (Efesini 5:17 LND)
“Poiché questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione; che vi asteniate dalla fornicazione.” (1Tessalonicesi 4:3 LND)

Dobbiamo impegnarci per conoscere la volontà di Dio in ogni situazione. E qual è la volontà di Dio? La nostra santificazione. Dobbiamo dedicarci a questo, dobbiamo impegnarci per questa traguardo. Leggo il comandamento in 1Pietro 4.1,2.

“1 Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare, 2 per vivere il tempo che resta nella carne non più nelle passioni degli uomini, ma secondo la volontà di Dio.” (1Pietro 4:1-2 LND)

In una guerra, un soldato non deve cercare la via più facile, o la via con meno dolori. Deve cercare la via che porta alla vittoria, la via che porta gloria alla sua patria.

Noi siamo soldati nel regno di Dio. Dio ci ha fatto diventare cittadini di cielo. Come soldati terreni fanno, dobbiamo impegnarci con tutto il nostro cuore per la santificazione, per la nostra patria, il regno di Dio, il cielo. Ci saranno sofferenze, ma passeranno. Dedichiamoci a vivere per la gloria di Dio. Miriamo e preghiamo questo, in ogni situazione.

Si può pregare per sollievo

Questo non vuol dire che non dobbiamo mai pregare per sollievo.

Viviamo in questi corpi terreni. Il dolore, di tutti i tipi, è difficile sopportare. Dio è un buon Padre, pieno di compassione. Possiamo pregare, e chiedere aiuto, chiedere sollievo, e anche chiedere a Dio di togliere una prova. Però, e questo è molto importante, vogliamo e dobbiamo chiedere in modo che confidiamo in Dio, anche se la sua risposta è di NON togliere il dolore o la prova.

Voglio considerare due esempi di questo.

Il primo è l’apostolo Paolo. In 2Corinzi 12, Paolo spiega che aveva ricevuto l’immenso privilegio di essere stato portato in cielo. Poi, spiega che per proteggerlo dalla superbia, Dio gli aveva dato una spina nella carne, un messaggero di Satana. Evidentemente, questo dolore era terribile, probabilmente molto più terribile dei dolori normali. Notiamo che Paolo pregava, ben tre volte, chiedendo a Dio di togliere questo dolore. Leggo 2Corinzi 12:7-8.

“7 Inoltre, affinché non m’insuperbisca per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana per schiaffeggiarmi, affinché non m’insuperbisca. 8 A questo riguardo ho pregato tre volte il Signore che lo allontanasse da me.” (2Corinzi 12:7-8)

Questo è incredibile. Paolo soffriva, evidentemente terribilmente. Ben tre volte chiese a Dio di togliere questa sofferenza.

È difficile immaginare la sua sofferenza. Chiedeva, convinto di non farcela. Quando non c’era risposta, chiedeva ancora. Ancora nessuna risposta. Chiedeva ancora. Poi, il Signore gli rispose.

Però, la risposta non era un “sì”. Piuttosto, era un “no”; ma non un “no” duro. No, era un “no” con una spiegazione, un “no” spiegando a Paolo una verità fondamentale, non solo per Paolo, ma per noi. Infatti, è per questo che Dio ha accluso questo nella Bibbia. È esattamente la verità che serve a ognuno di noi che è credente. Leggo la risposta di Dio a Paolo, nella prima parte del versetto 9.

“9 Ma egli mi ha detto: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è resa perfetta nella debolezza". (2Corinzi 12:9)

Paolo chiedeva al Signore di togliere questa prova dolorosa. Il Signore gli risposte di no.

Ma questo non era una mancanza di amore. Anzi, è amore, perché la potenza del Signore è resa perfetta nella nostra debolezza.

Non esiste NULLA paragonabile ad avere la potenza del Signore perfezionata in noi. Quello vale più di tutto il dolore nel mondo.

Infatti, quando Paolo ha capito questa lezione, ha cambiato tutto per lui. Leggo quello che scrive, iniziando sempre con il versetto 9:

Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle distrette per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte.” (2Corinzi 12:9-10).

Quello che è vero per Paolo, è vero per ogni vero figlio di Dio. È proprio nelle sofferenze, nelle nostre debolezze, che conosciamo la potenza di Dio all’opera in noi. E questo è quello che veramente vale nella vita. Questo è quello che rende la vita veramente benedetta.

Noi vogliamo che i dolori siano tolti. Dio vuole darci molto, molto di più. Perciò, spesso, risponde “no” alle nostre preghiere, per darci i doni più grandi, come farci conoscere la sua potenza in noi.
Quando comprendiamo questo, possiamo dire, come Paolo, che ci dilettiamo nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle distrette per amore di Cristo. Sono tutte cose che prima chiedevamo a Dio di togliere. Ma se comprendiamo quello che Dio sta facendo, proprio tramite queste cose dolorose, allora, possiamo trovare grande diletto, grande gioia, anche in queste cose.

La gioia non è a cause del dolore, la gioia è perché sappiamo che Dio è all’opera in noi tramite i dolori. La gioia arriva quando pensiamo all’opera eterna di Dio, non al dolore temporaneo.

Gesù nel giardino

Certamente, un altro esempio molto potente è Gesù Cristo, nel giardino, poco prima di essere arrestato e poi mandato alla croce.

Gesù sapeva quello che lo aspettava. Sapeva che non solo stava per essere oltraggiato, e poi ucciso dagli uomini, ma infinitamente peggio, stava per subire l’ira di Dio, al posto di uomini peccatori.

Perciò, ben tre volte, nel giardino, pregava come troviamo in Matteo 26. Leggo le prime due di queste preghiere.

“E andato un poco in avanti, si gettò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu".” (Matteo 26:39 LND)
“Si allontanò di nuovo per la seconda volta e pregò, dicendo: "Padre mio, se non è possibile che questo calice si allontani da me senza che io lo beva sia fatta la tua volontà!".” (Matteo 26:42 LND)

Gesù Cristo stesso pregava, chiedendo a Dio di togliere la sua prova. Però, e questo è molto importante, sempre aggiungeva la richiesta che la volontà di Padre fosse fatta, non la sua.

Quindi, la preghiera di Gesù non era una preghiera di disperazione volendo a tutti i costi una risposta affermativa. Piuttosto, la sua preghiera era di presentare il suo cuore a Dio, e poi, confidare in qualsiasi risposta che il Padre gli avrebbe dato.

È essenziale capire questo. Certamente possiamo chiedere a Dio di toglierci una prova. Però, è importante che cerchiamo la nostra pace in DIO, e non nell’esito che vogliamo noi. Se cerchiamo la pace nel avere i pesi tolti, allora, Cristo non è la nostra pace. Ma la vera pace non esiste in alcuna situazione, se non solo in Gesù Cristo.

Dio non toglie ogni peso

Quindi, quando preghiamo, se quello che vogliamo è che Dio toglie un nostro peso, una situazione difficile e doloroso, molte volte, Dio NON esaudirà quella preghiera.

Se preghiamo, chiedendo a Dio di togliere i nostri pesi, ma non accludiamo, di cuore, la richiesta che la volontà di Dio sia fatta, molto spesso, stiamo cercando la pace nel posto sbagliato.

Infatti, tante, tante persone sono deluse che Dio non toglie i loro pesi, nonostante che Gli chiedono costantemente.

Quante mogli pregano per anni per Dio di fare diventare i loro mariti meno cattivi, ma spesso Dio non toglie quel peso.

Quanto persone con problemi fisici pregano per anni per Dio di guarirli, ma spesso Dio non toglie quel peso.

Spesso, persone con lavori difficili pregano, anche per anni, ma Dio non toglie quel peso, il lavoro non migliora.

Certamente, a volte, Dio risponde, potentemente, a toglie pesi terribili. Quando una risposta affermativa è la cosa migliore, che porta avanti l’opera di Dio in noi, Dio esaudisce la preghiera. Vediamo questo volta dopo volta nella Bibbia.

Però, molto spesso, quando le nostre richieste sono per Dio di togliere certi pesi, Dio NON toglie quei pesi, perché fanno parte delle prove che Dio usa per santificarsi.

Il peso giusto

Però, se è vero che Dio non toglie ogni peso, perché nel suo piano, le prove e i pesi ci servono, è anche vero che c’è una preghiera che Dio esaudisce sempre. C’è un peso, un peso terribile, che Dio è sempre pronto a togliere subito.

Se tu chiedi a Dio, di cuore, di togliere questo peso, tu puoi restare sicuro che Dio risponderà subito alla tua preghiera. Egli toglierà subito questo peso.

Qual è il peso che Dio toglierà subito, ogni volta?

Dio toglierà il peso del nostro peccato. Se ci ravvediamo di cuore, e confessiamo il nostro peccato, Dio toglierà peso del nostro peccato, perdonandoci e purificandoci.

Quindi, la domanda: Tu vedi il tuo peccato come il tuo peso più grande? Tu vuoi essere liberato dal peso del tuo peccato, più da qualsiasi altro peso?

Questo è il cuore che Dio desidera in noi. Questo è il cuore che conoscerà il perdono, e la pace di Dio, e la gioia della vita cristiana.

Qual è il tuo peso più grande? Quello dimostra la realtà della tua condizione spirituale.

Leggo Salmo 65:1-3.

“1 A te, o DIO, spetta la lode in Sion; e saranno adempiuti i voti davanti a te. 2 A te, che esaudisci la preghiera, verrà ogni creatura. 3 I peccati mi avevano sopraffatto, ma tu provvedi il perdono per le nostre trasgressioni.” (Salmo 65:1-3 LND)

Il Salmista era sopraffatto dal suo peccato, ma Dio lo perdonò. Leggo Salmo 38:4 e 40:12. Notate come il peccato aggravava il salmista.

“Le mie iniquità infatti superano il mio capo; sono come un grave carico, troppo pesante per me.” (Salmo 38:4 LND)
“Poiché mali innumerevoli mi circondano; le mie iniquità mi hanno raggiunto e non posso vedere; sono più numerosi dei capelli del mio capo, e il mio cuore vien meno.” (Salmo 40:12 LND)

Dobbiamo capire che i nostri peccati sono il peso più terribile della nostra vita. Leggo una parte di Salmo 51. Notiamo come Davide era afflitto del suo peccato, consumato con quel peso, desiderano il perdono per il peccato.

“1 Abbi pietà di me, o DIO, secondo la tua benignità; per la tua grande compassione cancella i miei misfatti. 2 Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. 3 Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti.” (Salmo 51:1-3 LND)

In tutti questi brani, e tanti altri, il punto è chiaro:

Quello che dovrebbe pesarci, più di qualsiasi altra cosa, è il nostro peccato.

Quando le prove e le difficoltà della vita sono i nostri pesi più grandi, siamo messi male spiritualmente. Piuttosto il nostro peccato dovrebbe sempre essere quello che ci pesa di più. Allora, conosceremo la pace di Dio nelle difficoltà della vita.

Certamente, possiamo portare ogni peso a Dio. Ma dobbiamo pregare come pregava Gesù: facendo conoscere a Dio le nostre richieste, con preghiere e suppliche, accompagnato con ringraziamento, ma anche con l’umiltà di accettare quello che Dio sceglie di fare, confidando in Lui.

Non dobbiamo cercare la nostra pace nelle circostanze, ma piuttosto, in Gesù Cristo solo. Chiediamo pure a Dio di togliere i nostri pesi, ma accettiamo un “no” con la stessa fede che accettiamo un “sì”. Confidiamo nell’amore di Dio, nella potenza di Dio, e nella saggezza di Dio.

Quindi, la mia domanda, per ciascuno di noi che ci chiamiamo credenti è: il tuo peso più grande è qualche problema o difficoltà, oppure, è il tuo peccato?

Dio non toglierà il peso di ogni problema, ma toglierà sempre il peso del nostro peccato, quando confessiamo di cuore il peccato.

Dio perdona, per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Ecco perché è vero la dichiarazione verità in 1Giovanni 1:8.

Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. (1Giovanni 1:8)

Grazie a a Dio. O che possiamo sentire il peso dei nostri peccati.