Aiuto Biblico

l'Amore è sacrificare

1 Tessalonicesi 2:1-2,8-12,17 - 3:2 ed altri brani

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 1 novembre 2020, – cmd dmp –
Descrizione: la vera vita cristiana è una vita di amore per gli altri, al punto di sacrificarsi.
parole chiave: amore, amare, affetto fraterno, come amare, il vero bene.

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Intro

Qual'è la forza più potente nel mondo, quella che fa più bene di qualsiasi altra cosa, quella che dà più gioia, quella che dura di più, e resiste nelle difficoltà più profonde? Qual'è la qualità che ci fa assomigliare a Dio, che è fondamentale per ogni vero credente?

L’amore. L’amore è più potente di qualsiasi altra cosa. Noi possiamo amare, perché Dio ci ha amato per primo. Noi possiamo amare perché siamo stati creati nell’immagine di Dio, e Dio è amore. Il vero amore è un frutto essenziale della vera salvezza.

Oggi, vogliamo vedere un esempio dell’amore nell’apostolo Paolo. Paolo era un Apostolo, e Dio ci insegna molto tramite Lui. Però Paolo non solo insegnava, Paolo amava, amava profondamente. E Dio ci ha dato Paolo come esempio. Lo dichiara varie volte. Per esempio, in Filippesi 4:9, Paolo scrive:

“9 Quelle cose che avete imparato, ricevuto e udito da me e veduto in me, fatele, e il Dio della pace sarà con voi.” (Filippesi 4:9)

Oggi, vogliamo capire di più dell’amore di Paolo, affinché possiamo anche noi amare di più così. E se viviamo così, allora, il Dio della pace sarà con noi.

Vogliamo considerare quello che Paolo fece per curare i credenti di Tessalonica. Inizio spiegando un po’ del contesto, che ci aiuterà a capire l’amore di Paolo.

Vediamo l’amore di Paolo nel fatto che scelse di rimanere solo, in modo che Sila e Timoteo potevano andare e curare nuovi credenti.

È abbastanza certo che Paolo era a Corinto quando scrisse la prima Epistola ai Tessalonicesi, poco tempo dopo che Paolo aveva evangelizzato loro. Seguite mentre racconto quello che sappiamo degli avvenimenti. Vedremo che era un grande sacrificio per Paolo restare solo, alla luce di tutto quello che aveva subito.

In Atti 16 leggiamo che Paolo era a Filippi. Aveva Sila e Timoteo con sé. Insieme a Sila, fu battuto e poi messo in prigione. Quella notte, Dio mandò un terremoto miracoloso, furono liberati. Lasciando Filippi il giorno dopo, giunsero a Tessalonica. Per tre sabati, Paolo e Sila predicarono nella sinagoga. Dio salvò un gran numero di persone, la maggior parte delle quali erano Gentili. Probabilmente per qualche tempo continuarono ad insegnare a questi nuovi credenti fuori della sinagoga. I Giudei erano molto gelosi, e misero in subbuglio la città, e Paolo, Sila e Timoteo furono obbligati a lasciare la giovane chiesa dei Tessalonicesi.

Da Tessalonica andarono a Berea, però, alcuni dei Giudei di Tessalonica vennero a Berea per ostacolare la predicazione e agitare la folla contro Paolo. A causa della durezza della persecuzione, Paolo fu costretto a lasciare Berea. Nonostante era molto difficile viaggiare da soli, per amore di questi giovani credenti, Paolo lasciò Sila e Timoteo a Berea, affinché potessero fortificare la giovane chiesa, e andò da solo ad Atene.

Paolo stava molto male da solo ad Atene, vedendo tutta l’idolatria. Sembra che dopo un po’ di tempo, Timoteo e forse anche Sila, raggiunsero Paolo ad Atene.

Avere Timoteo e Sila con sé era una grande consolazione. Eppure, per amore dei giovani credenti, e vogliamo notare l’amore di Paolo, da quello che possiamo capire, da Atene Paolo mandò prima Timoteo e poi Sila indietro per visitare e curare quelle chiese appena nate, per vedere come stavano e per fortificarle.

Fratelli e sorelle, è importante fermarci per renderci conto quanto sarebbe stato difficile per Paolo mandare Timoteo e Sila in missione. Paolo aveva già subito terribili persecuzioni. Stava evangelizzando in zone di profonde tenebre. Sapeva che rischiava la persecuzione in qualsiasi momento.

Dopo una breve sosta ad Atene, Paolo proseguì da solo per la città di Corinto. Timoteo e Sila erano via, in missione, mandati da Paolo per curare i credenti che Paolo amava. Finalmente, Timoteo lo raggiunse dalla Tessalonica, come leggiamo in 1 Tessalonicesi 3:6. Notate il cuore di Paolo.

“6 Ma ora che Timoteo da voi è ritornato a noi e ci ha riferito buone notizie della vostra fede e amore, e che voi conservate sempre un buon ricordo di noi e desiderate grandemente vederci, come anche noi desideriamo vedere voi,” (1Tessalonicesi 3:6)

In questo versetto, vediamo qualcosa del grande amore che Paolo aveva per questi credenti. Ricordate che aveva conosciuto loro solo per poche settimane. Però, avendo un cuore simile al cuore di Gesù Cristo, Paolo aveva già un profondo amore per loro.

In Atti 18, leggiamo che Sila si è riunito con Paolo a Corinto dopo aver visitato altre chiese della Macedonia. Leggo Atti 18:1-5, in cui troviamo Paolo a Corinto.

“1 Dopo queste cose Paolo partì da Atene e venne a Corinto. 2 E, trovato un certo Giudeo, di nome Aquila, originario del Ponto, venuto di recente dall’Italia insieme a Priscilla, sua moglie (perché Claudio aveva ordinato che tutti i Giudei partissero da Roma), si recò da loro. 3 Or siccome era dello stesso mestiere, andò ad abitare con loro e lavorava; per professione infatti essi erano fabbricanti di tende. 4 Ogni sabato discuteva nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci. 5 Quando Sila e Timoteo giunsero dalla Macedonia, Paolo era spinto nello spirito a testimoniare ai Giudei, che Gesù era il Cristo.” (Atti 18:1-5 LND)

Per capire il cuore di Paolo, dobbiamo ricordare che Paolo aveva già subito gravi e dolorose persecuzioni. Quindi, trovarsi in una città pagana, rischiando la persecuzione, mandare i suoi unici collaboratori, Sila e Timoteo, a curare giovani credenti altrove, restando solo, era un grande sacrificio, e un atto di profondo amore per questi giovani credenti.

Tenete questo in mente, mentre leggiamo il nostro brano di oggi, 1Tessalonicesi 2:17 a 3:2, per capire meglio il cuore di Paolo, il cuore che dobbiamo avere anche noi.

Mentre leggiamo questo brano, e vedendo ancora di più del grande amore che Paolo aveva per questi credenti, mi colpisce una cosa.

Se Paolo aveva un amore così grande nei riguardi di questi credenti, quanto più grande è l’amore di Cristo per noi? Mentre consideriamo il grande amore di Paolo per questi credenti, ricordiamo che è solo un piccolo esempio dell’amore di Cristo per noi.

3:1-2

In questo brano, Paolo sta scrivendo ai giovani credenti che aveva da poco evangelizzato a Tessalonica. Paolo racconta di come aveva scelto di restare solo, per provvedere per la loro cura, mandando Timoteo e Sila a fortificare loro e le altre chiese della Macedonia. Mentre leggo questo brano, seguite e notate il cuore di Paolo per loro, e quanto grande è il suo amore per loro. Leggo 1Tessalonicesi 2:17 fino al 3:2.

“17 Or noi, fratelli, privati di voi per un breve tempo, di persona ma non col cuore, ci siamo maggiormente preoccupati, spinti da un grande desiderio di vedere il vostro volto. 18 Perciò abbiamo voluto, almeno io Paolo, non solo una ma ben due volte, venire da voi, ma Satana ce lo ha impedito. 19 Qual'è infatti la nostra speranza, o gioia, o corona di gloria? Non siete proprio voi, davanti al Signor nostro Gesù Cristo alla sua venuta? 20 Voi siete infatti la nostra gloria e gioia. 3:1 Perciò, non potendo più resistere, fummo contenti di essere lasciati soli in Atene, 2 e mandammo Timoteo, nostro fratello e ministro di Dio, e nostro compagno d’opera nell’evangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede,” (1Tessalonicesi 2:17 – 3:2 LND)

Come abbiamo appena visto, Paolo si trovava ad Atene, e preferiva restare solo là per mandare Sila e Timoteo a prendersi cura dei credenti delle varie chiese, tanto era grande il suo amore e la sua premura per loro.

Voglio leggere quello che Paolo aveva scritto ai Tessalonicesi in 1Tessalonicesi 2:1,2, e poi 8.

1 Voi stessi infatti, fratelli, sapete che la nostra venuta fra voi non è stata vana. 2 Ma, dopo aver prima sofferto e aver ricevuto oltraggi a Filippi, come sapete, noi abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi l’evangelo di Dio in mezzo a tante lotte. (1Tessalonicesi 2:1,2 LND)
8 Così, nel grande affetto che nutrivamo per voi, eravamo disposti di comunicarvi non solo l’evangelo di Dio, ma anche la nostra stessa vita, perché ci eravate divenuti cari. 9 Voi, fratelli, vi ricordate infatti della nostra fatica e travaglio, come lavorando giorno e notte per non essere di peso a nessuno di voi, abbiamo predicato tra voi l’evangelo di Dio. 10 Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, come ci siamo comportati santamente, giustamente e senza biasimo verso di voi che credete. 11 E sapete anche che, come fa un padre con i suoi figli, noi abbiamo esortato, consolato e scongiurato ciascuno di voi, 12 a camminare in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e gloria. (1Tessalonicesi 2:8-12 LND)

Quanto è chiaro l’amore profondo di Paolo per questi credenti. Ricordate che aveva conosciuto loro da poco. Eppure, avendo Paolo un cuore come il cuore di Cristo, Paolo aveva un profondo amore e affetto per loro.

Vediamo che Paolo aveva il coraggio in Dio di andare da loro, in mezzo a tante lotte. L’amore non è solo qualcosa che si fa quando è comodo. Si vede l’amore più di tutto quando è faticoso, come lo era per Paolo.

Paolo non solo aveva dato l’evangelo a loro, ma con Timoteo e Sila, avevano dato loro stessi. Il vero amore dà tutto. Il vero amore dà fino al punto di affaticarsi. Questo è l’esempio che Dio ci dà in Paolo.

v.1 Preferimmo rimanere soli

Voglio rileggere su 1Tessalonicesi 3:1. Tenete in mente che per Paolo, avendo subito terribile persecuzione, essendo così solo, avere Timoteo e Sila con lui era un’immensa consolazione ed aiuto. Capire questo ci aiuta a comprendere meglio il profondo amore di Paolo per questi credenti, in quanto era pronto a rimanere solo per poter mandare loro a curarli. Leggo 1Tessalonicesi 3:1.

1 Perciò, non potendo più resistere, fummo contenti di essere lasciati soli in Atene, (1Tessalonicesi 3:1 LND)

Cosa intende Paolo, dicendo che non poteva più resistere? Paolo aveva un amore così profondo per questi credenti che era difficilissimo per lui non sapere come stavano. Non poteva resistere, il desiderio di sapere come stavano era così forte che Paolo non poteva resistere.

Inoltre, non poteva resistere senza dare loro un aiuto spirituale. Sapeva che erano giovani nella fede, sapeva che avevano già subito forti persecuzioni, e che probabilmente stavano subendo persecuzione anche adesso. Però, Paolo aveva un profondo desiderio di fortificare loro nella fede. Non poteva più resistere.

Visto che non era possibile andare per Paolo, Paolo non poteva resistere, e preferiva sacrificarsi, preferiva restare solo, per poter mandare cura a loro. Per questo, mandò Timoteo e Sila a curare loro e le altre giovani chiese della Macedonia.

Paolo preferiva soffrire, restando solo, pur sapendo che avrebbe potuto di nuovo soffrire persecuzioni terribili, per cercare di proteggere la loro giovane fede.

Tu, sei pronto a sacrificarti per il bene spirituale degli altri? Se insieme a questo accludiamo le tante sofferenze terribili di Paolo, i nostri sacrifici sono molto, molto più leggeri. Però, resta la domanda: tu sei pronto a sacrificarti per il bene spirituale degli altri?

Il vero amore è pronto a sacrificare. Paolo era pronto a sacrificarsi.

Prego che ognuno di noi esaminerà il proprio cuore. Prego che possiamo amare gli uni gli altri di cuore.

Quanto è costato a Paolo rimanere solo.

Quanto costò a Paolo rimanere solo! All’inizio, Sila era con lui, e poi, poco dopo, mandò anche Sila a prendersi cura di un’altra chiesa; allora Paolo rimase veramente solo, senza alcuna comunione. In mezzo ad una città pagana, senza alcun credente, avendo da poco subito una terribile persecuzione, era terrificante rimanere solo. Infatti, Paolo era così pieno di timore mentre era a Corinto che il Signore Gesù Cristo gli è apparso in visione, per fortificare la sua fede. Leggiamo di questo in Atti 18:9,10. Questo mentre Paolo era a Corinto. Leggo.

“9 Una notte il Signore in visione disse a Paolo: "Non temere, ma parla e non tacere, 10 perché io sono con te e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male poiché io ho un grande popolo in questa città".” (Atti 18:8-10 LND)

Gesù Cristo parlò direttamente a Paolo, come Apostolo, in quell’occasione, perché Paolo era così pieno di paura che aveva grandemente bisogno di questo incoraggiamento.

Allora, se teniamo questo in mente, ci aiuta a capire quanto era un sacrificio immenso per Paolo mandare Timoteo e Sila a curare i giovani credenti. Quel sacrificio ci mostra la profondità dell’amore di Paolo per loro.

L’importanza di notare questi esempi

Questo è un esempio potente che può stimolarci molto, e può aiutarci a capire meglio cosa vuol dire amare il nostro prossimo come noi stessi.

Eppure, quando leggiamo la Bibbia, è molto facile non notare lezioni come queste. Spesso, quando leggiamo, stiamo cercando dottrine. E certamente, è importante capire le dottrine correttamente. Però, è anche importante notare gli esempi che Dio ci dà nella Bibbia, esempi da imitare, come l’amore di Paolo, e poi anche esempi da evitare.

Gli esempi che Dio ci dà tramite uomini e donne che vivevano per fede, possono aiutarci molto a capire come vivere. Cioè, è facile imparare il comandamento di amare il nostro prossimo come noi stessi. Ma sono esempi come questo di Paolo che ci aiutano a capire cosa vuol dire in pratica, e ci aiutano a capire che il vero amore è un sacrificio.

Pensiamo al sacrificio di Paolo

Considerate il fatto che una parte fondamentale della crescita di un vero credente è avere contatto con altri credenti, che ci aiutano e ci stimolano a vedere più di Cristo. Abbiamo bisogno di altri per vedere più di Dio. Abbiamo bisogno degli altri per vedere più del nostro peccato. Abbiamo bisogno gli uni degli altri per ricordare le promesse, per avere pensieri giusti, per tenere gli occhi su Cristo. Effettivamente, tranne i casi in cui per malattia o persecuzione la comunione è impossibile e in cui Dio dà una grazia speciale, è impossibile camminare bene in Cristo, e crescere nella fede se non abbiamo vera e regolare comunione gli uni con gli altri.

Paolo sapeva questo, e sapeva che i giovani credenti di Tessalonica, e le altre nuove chiese, avevano bisogno di aiuto.

Perciò Paolo era disposto a sacrificarsi, nel suo caso restando solo ad Atene e Corinto, per mandare Timoteo e Sila a visitare quelle chiese.

Il vero amore costa sempre. Il vero amore è un sacrificio, in un modo o nell’altro.

Grazie a Dio per l’amore di Gesù Cristo. E grazie a Dio per l’amore di coloro che ci hanno proclamato Cristo, e che ci curano e aiutano spiritualmente.

Non solo Paolo amava loro, ma questi giovani credenti avevano già imparato ad amare così. In 1Tessalonicesi 1:2-4, Paolo ringrazia Dio per le fatiche del loro amore. Mentre lo leggo, notate come Paolo descrive il loro amore.

2 Noi rendiamo di continuo grazie a Dio per tutti voi, facendo di voi menzione nelle nostre preghiere, 3 ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio e nostro Padre, 4 conoscendo, fratelli amati da Dio, la vostra elezione, (1Tessalonicesi 1:2-4)

Avete notato che Paolo ricordava sempre nelle sue preghiere la fatica del loro amore?

Il loro amore non era un semplice sentimento, né solo un pensiero. Era un impegno, un impegno al punto di sacrificarsi, di faticare.

Il tuo amore è così? Si potrebbe descrivere il tuo amore come la fatica del tuo amore?

Dio ci chiama ad amare il nostro prossimo come amiamo noi stessi. Quell'amore è un amore di sacrificio. Questo è l’amore che ci fa assomigliare a Cristo.

esempio di genitori

A volte, vediamo un esempio in buoni genitori dell'amore fino al punto di sacrificarsi. Allevare veramente bene i figli con amore è un sacrificio. Può richiedere di restare svegli la notte quando il bambino è ammalato. Vuol dire rinunciare alle cose che vorrebbero fare perché vogliono curare bene il figlio. Vuol dire essere costanti nella disciplina, anche quando nella carne si preferisce lasciare stare. Un buon genitore si sacrifica per amore dei suoi figli. Ed è così che dobbiamo amare gli uni gli altri.

il Buon Samaritano

Quando Gesù diede il comandamento di amare il nostro prossimo come noi stessi, e fu chiesto chi è il nostro prossimo, rispose con l’esempio del buon samaritano. Quest’uomo si trovava in viaggio. Quando vide un estraneo ferito, per terra sulla strada, scese dal suo asino, lo curò, lo mise sull’asino, e camminò finché non arrivarono ad un albergo. Lì, pagò il conto perché l’uomo venisse curato, promettendo di pagare qualunque ulteriore spesa al suo ritorno. Sacrificò tempo e soldi per curare l’uomo ferito. L’amore che aveva lo ha spinto a sacrificarsi, così come ogni vero amore è faticoso, e spesso è un sacrificio.

Fratelli e sorelle, Gesù ci dà questo esempio, per aiutarci a capire l’amore che Dio ci chiama ad avere.

L’amore fraterno

La Bibbia è piena di comandamenti di amarci a vicenda. Leggo Romani 12:10.

“Nel amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri; ….” (Romani 12:10 LND)

Dobbiamo amarci teneramente. Questo è un amore visibile, un profondo affetto, che viene dal profondo del nostro cuore.

L’amore non è solo impegnarci per gli altri, anche se comprende questo. L’amore non è solo impegnarci al punto di sacrificarci, anche se il vero amore porta a fare sacrifici. Il vero amore è anche un profondo affetto fraterno, che viene dal profondo del cuore. Questo affetto vuol dire che il solo vedere l’altra persona ti dà gioia. Vuol dire avere un cuore legato all’altra persona. Qua, non si tratta solo di chi fa parte della tua famiglia. Qua, Dio ci insegna ad avere questo amore verso gli altri credenti. Questo amore produce quello che leggiamo in Romani 12:15. Ve lo leggo.

“Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono.” (Romani 12:15 LND)

Dovremmo avere un tale amore per gli altri che la loro gioia è la nostra gioia, e la loro tristezza è la nostra tristezza. Questo è l’amore cristiano che Dio ci comanda di avere.

Io non amo quanto voglio, quanto Dio ci mostra. Però, ho visto, anche negli ultimi mesi, che quando ho implorato Dio di darmi più amore, Dio ha cambiato il mio cuore. Mi ha dato un amore profondo che non avevo prima. Quindi, ringrazio Dio, che non solo ci dà il comandamento, ma quando chiediamo nella preghiera, Egli cambia il nostro cuore, per aiutarci ad amare come Egli ci comanda.

esempio di Gesù Cristo:

Certamente, se vogliamo sapere come amare, soprattutto, dobbiamo guardare a Gesù Cristo. Gesù si è sacrificato totalmente, per noi. Noi eravamo nemici. Ma il suo amore Lo ha spinto a sacrificarsi totalmente per noi. E anche ora, Gesù mostra il suo amore, vivendo sempre per intercedere per noi.

Quando ti sembra difficile amare, e in verità, a volte ci è difficile, guarda a Gesù Cristo. Pensa al suo amore per noi. Allora, troverai che puoi amare, anche quando nella carne è difficile.

Esempi del vero amore

Il vero amore si dedica al vero bene degli altri, non come dovere, ma come desiderio del cuore. Leggo alcuni esempi del vero amore. Leggo Filippesi 2:1-4.

1 Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, se qualche conforto d’amore, se qualche comunione di Spirito, se qualche tenerezza e compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente 3 non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. 4 Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri. (Filippesi 2:1-4 LND)

Questa è una vita di amore. Un altro brano è Romani 14:19, che ci insegna come impegnarci nella vita.

Perseguiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca. (Romani 14:19 LND)

Viviamo per edificare gli uni gli altri. Poi, c’è 1Corinzi 10:24.

Nessuno cerchi il proprio interesse, ma ciascuno cerchi quello altrui. (1 Corinzi 10:24 LND)

Gesù Cristo ha vissuto per il nostro bene. Viviamo noi per il vero bene eterno degli altri. Un altro brano che spiega una vita di vero amore è 1Corinzi 10:32-33.

“32 Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio; 33 come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio, ma quello di molti, affinché siano salvati.” (1 Corinzi 10:32-33 LND)

Il vero amore vuol dire vivere per il vero vantaggio, il bene eterno, degli altri, in ogni decisione. Chi vive così, vive vicino a Gesù Cristo, e porta frutto che dura per l’eternità.

Vuoi una vita che conta? Ama, ama veramente gli altri, non solo quando è facile, ma anche quando è un grande sacrificio. Ama, e così, avrai più di Cristo.

Ostacoli e aiuti

Sappiamo tutti che questo insegnamento va contro la mentalità del mondo, e va anche contro la nostra natura umana. Di natura, siamo egoisti, vogliamo cercare quello che va a nostro vantaggio, cerchiamo il nostro interesse. Non solo siamo così di natura, ma il mondo ci incoraggia a essere così, cioè, il mondo ci incoraggia a vivere in modo egoistico.

Allora come dobbiamo fare? Come possiamo amare come dovremmo? Come possiamo superare la nostra tendenza naturale ad essere egoisti?

Grazie a Dio che non siamo soli in questa guerra. Abbiamo lo Spirito Santo in noi. Egli ci sta trasformando. Egli ci mostra il nostro peccato, in modo che possiamo rivolgerci a Dio e chiedere perdono quando agiamo con egoismo.

Abbiamo gli esempi della Bibbia, come quello di Paolo, e soprattutto Gesù Cristo stesso, di cosa vuol dire cercare il bene degli altri, anziché solo il nostro. Oltre a Cristo, ci sono tanti altri esempi, come Paolo, Timoteo e Sila.

Poi, abbiamo l’esempio di persone che Dio mette nella nostra via. Tutti abbiamo visto esempi di persone che hanno agito per amore degli altri, pensando al bene degli altri.

Fratelli, ciascuno di noi, individualmente, e poi tutti noi, come chiesa, abbiamo ricevuto molto amore da altri che hanno preferito pensare al nostro bene anziché cercare i loro interessi. Abbiamo ricevuto cura e benedizione come frutto dei sacrifici di altri. Soprattutto, abbiamo tutti ricevuto grande beneficio eterno dal sacrificio di Cristo Gesù, e dal suo ministero di intercedere per noi ora.

Oh che possiamo abbondare in ringraziamento a Dio per le sue cure che ci ha dato tramite gli altri! Quando i problemi sembrano tanti, fermiamoci a ricordare le tenere cure di Dio, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Fermiamoci a riflettere sopra ogni cosa su tutto quello che Cristo ha fatto per noi. Alla luce di tutto ciò, anziché lamentarci per le prove e per i problemi, abbondiamo in ringraziamento per l’amore di Dio tanto visibile nei sacrifici di Cristo, e nelle cure che riceviamo da tante persone nel nome di Cristo.

Poi, oltre a ringraziare, impegniamoci ad amare gli altri, in modo pratico, pensando al loro bene, e non al nostro. Oh che possiamo essere pronti a sacrificarci per il bene degli altri! Seguiamo le orme di Cristo. Impegniamoci per il bene degli altri.

L’amore è costoso. L’amore è faticoso. L’amore ci spinge a fare quello che non è comodo per noi. Però, l’amore è quello che Dio usa per portare frutto per la sua gloria.

Io prego che ciascuno di noi che ha Gesù Cristo, possa crescere nell’amare al punto di affaticarsi, al punto di sacrificarsi, e così che possiamo essere strumenti nelle mani di Dio per compiere opere che dureranno per tutta l’eternità.

Grazie a Dio che Cristo ci ama così. Camminiamo nel vero amore.