Aiuto Biblico

Amatevi intensamente, parte 2

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 29 marzo 2017, – cmd ag–
Descrizione: Dio ci comanda di amare il nostro prossimo come noi stessi. Una descrizione del vero amore.
Parole chiave: amore cristiano, come amare, amatevi intensamente, amare il prossimo

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Nell’ultimo insegnamento, abbiamo iniziato a considerare il comandamento di amare il nostro prossimo come noi stessi. Voglio rileggere il brano quando a Gesù fu chiesto qual è il comandamento più grande.

“35 E uno di loro, dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova, dicendo: 36 "Maestro, qual è il grande comandamento della legge?". 37 E Gesù gli disse: ""ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente". 38 Questo è il primo e il gran comandamento. 39 E il secondo, simile a questo, è: "ama il tuo prossimo come te stesso". 40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti,"” (Matteo 22:35-40 LND)

Nell’ultimo insegnamento, abbiamo visto che il comandamento di amare il nostro prossimo come noi stessi è fondamentale nella vita di un vero cristiano. Non è solo un buon consiglio. È fondamentale per chiunque è un vero figlio di Dio. Dobbiamo amare gli uni gli altri, sia coloro che sono facili da amare, sia coloro che sono difficili da amare. Se siamo veramente in Cristo, dobbiamo amare.

Però, cos’è il vero amore? Cosa vuol dire, in pratica, veramente amare qualcuno? Prima di tutto, ricordiamo la definizione dell’amore: impegnarsi per il vero bene di qualcuno. Quindi, il vero amore è molto più di un sentimento. Il vero amore è un impegno, un impegno a promuovere il vero bene di un altro. A volte quel bene non sarà ciò che la persona vuole. Per esempio, se siamo veramente salvati in Cristo, Dio non risponde a tutte le nostre preghiere, perché Dio sta facendo un lavoro eterno che va molto oltre al toglierci i problemi. Dei buoni genitori non fanno tutto ciò che il figlio chiede loro, ma fanno quello che ritengono di essere per il suo bene. Ma in realtà, fanno molto più di ciò che il figlio chiede. Si sacrificano per il vero bene del figlio.

E così è l’amore che dobbiamo avere gli uni per gli altri. Dobbiamo impegnarci, al punto di sacrificio, per il bene degli altri.

Il vero amore non è solo un impegno, riguarda il cuore che si ha verso una persona. Oggi, vorrei considerare insieme una descrizione dell’amore, per aiutarci a capire dove abbiamo amore, e dove manchiamo l’amore.

Cioè, vogliamo considerare come la Parola di Dio descrive il vero amore. Solo così possiamo capire se amiamo veramente, o se manchiamo l’amore.

Per capire cos’è l’amore che dobbiamo avere gli uni gli altri, non c’è brano più chiaro di 1Corinzi 13. Guardiamo 1Corinzi 13:1-7. Prima di tutto, leggo i versetti da 1 a 3. In questi versetti, Paolo presenta alcuni esempi di iperbole, per spiegare che nonostante quanto uno possa fare nella sua vita che potrebbe sembrare di renderlo un buon credente, se non ha il vero amore, tutte le sue buone opere non gli giovano a nulla. Leggo.

“1 Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, diventerei un bronzo risonante o uno squillante cembalo. 2 E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. 3 E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non avessi amore, tutto questo niente mi gioverebbe.”

Senza il vero amore, tante altre qualità spirituali non valgono nulla.

Avere tanti doni spirituali, e tanta fede, e molta conoscenza di dottrina, ed essere zelante nelle opere buone, tutto ciò non vale nulla se non c’è il vero amore. Uno che non ha vero amore, per quanto possa impegnarsi per l’opera di Dio, in realtà non sta bene spiritualmente, ma sta molto male.

Come riconoscere l'amore

L’amore è essenziale, e questo brano descrive soprattutto l’amore gli uni per gli altri. Leggiamo e consideriamo questa descrizione, per riconoscere se abbiamo vero amore o no. Leggiamo dal v.4.

“4 L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, 5 non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non tiene conto del male; 6 non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità, 7 tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.” (1Corinzi 13:1-7).

È chiaro che qui si tratta di amore gli uni per gli altri. Non possiamo amare Dio se non amiamo gli uni gli altri. In 1Giovanni 4:20 leggiamo:

“Se uno dice: "Io amo Dio," e odia il proprio fratello, è bugiardo; chi non ama infatti il proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede?” (1Giovanni 4:20 LND)

Allora, consideriamo gli aspetti del vero amore, per vedere se amiamo veramente gli altri, perché solo così possiamo riconoscere di amare veramente Dio. Iniziamo con la prima qualità del vero amore.

L'amore è paziente

L'amore è paziente. La parola usata qui descrive uno che subisce molto, ma continua ad amare colui dal quale subisce la sofferenza. Questa parola descrive uno che pur soffrendo a causa di peccati commessi da un altro nei suoi riguardi, continua ad avere bontà, affetto, benevolenza, ed impegno nei confronti di quella persona. Cioè, descrive una persona che subisce da un altro, ma non si irrita, e sopporta le ingiustizie, continuando ad amare l’altra persona. Continue ad impegnarsi per il bene dell’altro, con gioia, spinta dall’amore, nonostante il male che l’altro gli ha fatto. L’amore è paziente.

L'amore è benigno

L'amore è benigno. Questa parola descrive una gentilezza, una tenerezza, il contrario dell'essere brusco o severo. Essere benigno significa, fra l'altro, non fare il male, anche a chi fa del male a te. L'amore non fa del male, nonostante come l'altra persona si comporti. L’amore non reagisce, ma agisce. Rimane benigno, non solo con le persone gentili, ma con tutti.

L'amore non invidia

Poi, leggiamo che l’amore non invidia. Il vero amore non invidia.

Allora, invidiare è una parola che può essere sia negativa che positiva. Vuol dire “bollire” o “ardere”. Si può ardere o essere zelante per una cosa buona, come le buone opere.

In questo caso, però, invidiare è usato in senso negativo. La parola “invidia” in questo versetto descrive uno che ha un cuore pieno di pensieri negativi verso un altro, uno che sta male a causa di qualcun altro.

Spesso, teniamo l'invidia nascosta nel cuore. Possiamo avere invidia perché gli altri o anche solo una persona in particolare ha qualcosa che noi non abbiamo. Per esempio, possiamo invidiare perché qualcuno altro ha qualcosa di materiale che noi non abbiamo, o perché ha un lavoro o una situazione di vita che sembra meno difficile della nostra, o perché possiede una casa che noi non abbiamo, o una salute meglio della nostra, o perché viene più apprezzata dagli altri di quanto lo siamo noi. Possiamo invidiare per tanti motivi. Ma se c'è invidia, non c'è vero amore.

L'amore non invidia, piuttosto, l'amore gioisce quando l'altro sta bene. Infatti, se ho vero amore, più gli altri sono benedetti, più io sto bene. Perciò, chi ama veramente, si impegna con grande fatica a promuovere il bene degli altri.

L'amore non si mette in mostra

Poi, leggiamo che il vero amore non si mette in mostra. Oggi, viviamo in un’epoca in cui è considerato giusto mettersi in mostra.

Mettersi in mostra descrive una vita in cui si fanno cose per essere notati. Di natura, volendo gloria per noi stessi, anziché voler dare la gloria a Dio, vogliamo essere notati dagli altri. Quindi, in qualche modo, cerchiamo di metterci in mostra.

Ci sono mille modi in cui cerchiamo di metterci in mostra.

Per esempio, se uno vuole sempre parlare di sé, e vuole parlare della sua situazione, si sta mettendo in mostra.

Ci si mette in mostra con il modo di vestirsi. Tanti vestiti, e gioielli, e modi da fare con i capelli, sono fatti proprio per attirare l’attenzione. Cercare l’attenzione con l’apparenza è mettersi in mostra. Per esempio, certi tagli di capelli per maschi sono fatti per farsi notare. Molti dei vestiti da donne sono fatti per mettere in mostra. Voler mettersi in mostra vuol dire non amare gli altri, perché il vero amore non si mette in mostra.

Si può cercare di mettersi in mostra nel modo di comportarsi, o nell’essere più bravi degli altri, con lo scopo di essere notato. Può essere di fare buone opere con lo scopo di essere notato. Può essere nel cercare di far ridere gli altri. Si può mettersi in mostra in tanti modi diversi, quelli più palesi, e quelli più subdoli.

Il vero amore NON si mette in mostra. Non fa nulla per essere notato dagli altri, perché il vero amore non vuole essere notato, piuttosto vuole promuovere il bene degli altri.

Attenzione: questo non significa che uno non deve mai parlare di sé. L'apostolo Paolo, davanti alle accuse false nei suoi riguardi, fu costretto a parlare di se stesso e di quello che Dio aveva fatto tramite lui. Ma il suo scopo non era di mettersi in mostra, ma era di aiutare i credenti a capire che era stato mandato da Dio per dare loro guida ed insegnamento. Quindi, ci sono dei casi in cui è giusto parlare di sé. Però, il vero amore non si gonfia, non si mette in mostra, ma piuttosto si concentra sugli altri.

Non si gonfia

Inoltre, l'amore non si gonfia. Il “mettersi in mostra” descrive ciò che uno compie per essere visto dagli altri, il “gonfiarsi” invece descrive quello che uno pensa di sé. Entrambe sono espressioni dell'orgoglio. Il vero amore non si gonfia, non concentra i pensieri su se stesso, sui propri diritti, su quanto si merita. Piuttosto, il vero amore riempie i suoi pensieri con ciò che porterà del bene agli altri e la gloria a Cristo.

Non si comporta in modo indecoroso

L'amore non si comporta in modo indecoroso. Questa parola descrive quello che è inappropriato o vergognoso, quello che non è conforme alla dignità. Troviamo la stessa parola in 1Corinzi 7:36, dove viene tradotta con “sconveniente” nella LND e “indecoroso” nella NRV.

“Ma, se alcuno pensa di fare cosa sconveniente verso la propria figlia vergine se essa oltrepassa il fiore dell’età, e che così bisogna fare, faccia ciò che vuole; egli non pecca; la dia a marito.” (1Corinzi 7:36 LND)

Non comportarsi in modo indecoroso, significa che ci si comporta piuttosto in modo decoroso, o dignitoso. L'amore è attento a come si comporta. Per esempio, se veramente ami, hai un rapporto corretto e dignitoso verso tutti, verso coloro che sono sopra di te, e verso coloro che sono sotto di te. Un comportamento decoroso è un comportamento corretto, nei riguardi per esempio del coniuge, nei riguardi dei genitori, dei figli, della guida di chiesa, degli altri membri di chiesa, uomini con donne, con tutti.

Non cerca le cose proprie

L'amore non cerca le cose proprie. Questo è totalmente il contrario di quella che è la nostra tendenza naturale, e di quello che ormai è l'andazzo della società. L'amore non vive per se stesso. Vive per il bene degli altri.

Chiaramente, questo non significa che uno non può pensare a se stesso in alcun modo, ma descrive piuttosto il cuore della persona. Il vero amore ha veramente al cuore il bene degli altri, e perciò si impegna a cercare il loro bene. Per esempio, la Bibbia insegna che ogni credente ha dei doni spirituali, e tutti i doni servono per l'edificazione reciproca. Quindi, un aspetto dell'amore è di impegnarsi, attivamente, per usare i propri doni per il bene degli altri. Il vero amore si impegna al punto di affaticarsi. Quindi, se tu non ti stai impegnando per gli altri regolarmente, è quasi certo che non sai veramente amare.

Non si irrita: non si inasprisce

L'amore non si irrita, non si inasprisce. Quando succedono le cose brutte, quando le persone ci fanno del male, quando peccano contro di noi, se abbiamo vero amore, non ci inaspriremo, e non ci irriteremo. Se invece la tua tendenza è di inasprirti, se ti irriti, se scatti con gli altri, sappi che manchi il vero amore! Questo è da riconoscere come peccato e da confessare.

Non tiene conto del male

Arriviamo ora ad un aspetto estremamente importante del vero amore. Questo è un campo dove tanti credenti lasciano il peccato nella loro vita.

Il vero amore non tiene conto del male. Questo è un aspetto importantissimo del vero amore, e voglio cercare di spiegarlo bene, perché credo che questo sia un campo in cui tanti credenti mancano il vero amore. Allora, consideriamo attentamente questa verità.

Prima di tutto, dobbiamo capire il significato delle parole “non tenere conto del male”. In questo contesto, questa frase vuol dir di non mettere in conto. Oppure, si potrebbe tradurla con “non imputare”, come non si imputa un reato a qualcuno. Nel vocabolario vuol dire anche “non ricordare più”.

Nel senso positivo, tener conto, o imputare vuol dire mettere in conto di qualcuno in senso positivo. Invece, “non imputare” vorrebbe dire, pensando ad un peccato commesso contro di te, come se fosse un debito, che non si imputa, non si mette in conto di quella persona. Lo lasci stare completamente, come se non fesso mai esistito. Questo è il senso di non tener conto.

Per esempio, troviamo questo parole in Romani 2:26, dove viene tradotto “reputata”. Ve lo leggo:

“Perciò se un incirconciso osserva gli statuti della legge, non sarà la sua incirconcisione reputata circoncisione?” (Romani 2:26 LND)

In altre parole, l’incirconcisione di quella persona sarà imputata, o messo in conto, come circoncisione.

Troviamo la stessa parola in Romani 4:5, parlando della fede di chi crede.

“invece colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli è imputata come giustizia.” (Romani 4:5 LND)

Quando uno ha vera fede, la sua fede viene imputata, o contata, come giustizia. Viene messa nel suo conto.

Troviamo un uso di questo termine che ci dà grande gioia in 2Corinzi 5:19, dove impariamo che Dio non imputa i nostri falli sul nostro conto, quando siamo in Cristo. Vi leggo questa meravigliosa verità.

“poiché Dio ha riconciliato il mondo con sé in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posto in noi la parola della riconciliazione.” (2Corinzi 5:19 LND)

Le parole “non imputa” sono le stesse parole che nel nostro brano vengono tradotte “non tiene conto”.

Quando siamo riconciliati in Cristo, Dio non imputa i nostri falli al nostro conto.

In 2Timoteo, Paolo prega che il fatto che era stato abbandonato non venga imputato a coloro che lo avevano abbandonato. Vi leggo 2Timoteo 4:16.

“Nella mia prima difesa nessuno è stato al mio fianco, ma mi hanno tutti abbandonato; questo non venga loro imputato.” (2Timoteo 4:16 LND)

Prego che abbiate capito il senso di questa parola: indica quando c’è un peccato, ma non viene considerato, non viene contato, non viene messo nel conto di chi lo ha commesso.

Applicazione

Adesso, capendo meglio il senso delle parole, consideriamo il senso della frase “l’amore non tiene conto del male”.

Il contesto è che qualcuno ti fa del male. Ti ferisce, fa qualcosa di ingiusto nei tuoi confronti.

Allora, biblicamente, hai solo due opzioni. Se è un peccato grave abbastanza che danneggia il vostro rapporto, e tu vuoi salvare il rapporto, puoi andare dalla persona, come leggiamo in Matteo 18:15.

“"Ora, se il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello;” (Matteo 18:15 LND)

Ci sono casi in cui bisogna chiarire un peccato. È molto importante che il tuo scopo sia per guadagnare il tuo fratello, e non per avere ragione. Non è per vincere. Lo scopo per cui si va dal fratello è per guadagnare il fratello. Ed è anche importante capire che serve andare subito. Più tempo passa è più difficile diventa per entrambi di ricordare gli avvenimenti. Se tu aspetti un mese, diventa quasi impossibile ricordare quello che era successo. Quindi, normalmente, se è il caso di andare da un fratello, è giusto andarci entro qualche giorno.

Però, nella grande maggioranza dei casi, non serve andare. Invece, l’amore non tiene conto del male, ovvero, non imputa quel male nel conto di quella persona.

In altre persone, il vero amore ti spinge a cancellare dal cuore e dalla mente il male che un altro fa contro di te. In questo caso, non stai più male per quel male o peccato, perché non lo hai imputato al conto di quella persona. Lo hai lasciato a Dio, e non ci pensi più.

Esempi di questo:

Gesù sulla croce, i soldati Lo avevano appena maltrattato, e poi, lo avevano inchiodato alla croce. Notate la preghiera di Gesù per loro:

“33 E quando giunsero al luogo, detto del Teschio, là crocifissero lui e i malfattori, l’uno a destra e l’altro a sinistra. 34 E Gesù diceva: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno". Poi, spartite le sue vesti, le tirarono a sorte.” (Luca 23:33-34 LND)

Ciò che avevano fatto era un terribile peccato contro Gesù, ma Gesù non ha tenuto conto di quel male nei suoi confronti. Questo è ciò che fa il vero amore.

Più tardi, in Atti, leggiamo di come i Giudei del sinedrio odiarono Stefano, al punto che lo trascinarono fuori città e lo lapidarono a morte. Notate come Stefano reagì a questo peccato contro di sé. Leggo Atti 7:58-60.

“58 e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. E i testimoni deposero le loro vesti ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59 Così lapidarono Stefano, che invocava Gesù e diceva: "Signor Gesù, ricevi il mio spirito". 60 Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: "Signore, non imputare loro questo peccato". E, detto questo, si addormentò.” (Atti 7:58-60 LND)

Stefano non imputò quel male a loro. Questo è l’amore che Dio ci comanda di avere.

Dio ci comanda di non tener conto del male che gli altri credenti fanno contro di noi. In altre parole, non dobbiamo tenere quei mali in mente. Non dobbiamo pensarci più. Non dobbiamo lasciare che quei mali influiscano il nostro giudizio su quella persona.

Questo è il vero amore, questo è l’amore che Dio ci comanda di avere. Questo è l’amore che Dio ha nei nostri confronti.

Quindi, è un peccato tenere in mente vecchi mali che altri ci hanno fatto.

O andiamo dalla persona subito per risolvere, o cancelliamo quell’offesa, non imputandola al conto di quella persona.

Questo è ciò che fa il vero amore. Questo è ciò che Dio ci comanda, quando ci comanda di amare il nostro prossimo come noi stessi.

Conosco persone che hanno subito gravi mali. Abbiamo un’amica il cui marito l’ha tradita, e l’ha divorziata, e si è messo con un’altra donna. Però, si vedono tutte le settimane, a causa dei figli. Quindi, lui ha fatto un terribile male nei confronti di lei. Ma lei non imputa quel male al conto di lui. Ha lasciato tutto a Dio, e così, lei non porta rancore, e può avere bontà nei confronti di lui. Lei è tranquilla, perché non ha quel male nel suo cuore.

Infatti, quando si imputa il male che qualcuno fa contro di te, quel male resta nel tuo cuore, ed effettivamente, tu diventi schiavo di quel male. In realtà, se tu tiene conto dei mali che subisci, tu avrai una forma di rancore, e sarai schiavo di quel rancore. Non avrai il vero amore.

Allora a ciascuno chiedo:

tu hai persone nella tua vita, per i quali nel tuo cuore tieni conto di mali veri o presunti che ti hanno fatto? Hai difficoltà a rapportarti con certe persone, perché secondo te, ci sono tante situazioni dal passato che ti pesano?

Se è così, allora, tu non sai ancora amare come Dio ci comanda, e come Dio ci ama.

Il vero amore non tiene conto del male. Se non hai il vero amore, confessa questo a Dio, e chiediGli di cambiare il tuo cuore.

Non si rallegra dell'ingiustizia (non gioisce)

Continuando con il nostro brano, il vero amore non si rallegra dell'ingiustizia. Non trova alcun piacere quando gli altri sbagliano o peccano. Quando invece c'è invidia, e il desiderio di vantarsi, ci si rallegra quando un altro sbaglia, credendo che quell'errore ti metterà in una luce migliore.

Ma il vero amore non si rallegra mai dell'ingiustizia, perché vuole il bene di tutti.

Gioisce con la verità

Infatti, il vero amore gioisce con la verità. La parola “verità” qui non è solo la verità in contrasto con la menzogna, ma indica tutto quelle verità che riguardano Dio, le virtù e la moralità, quindi, tutto ciò che è puro e vero e degno di lode. Il vero amore gioisce in queste cose, e trova gioia quando vede la verità in altri.

Tollera ogni cosa

Il vero amore tollera ogni cosa. La parola greca usata qui significa letteralmente “coprire”, e nella forma sostantiva si usa per indicare una copertura o un tetto. Il significato quindi è di coprire con il silenzio gli sbagli degli altri.

In altre parole, il vero amore copre ogni cosa, nel senso che il vero amore non annuncia i peccati degli altri, per non metterli in una brutta luce, ma li copre. “Tollerare” non significa stringere i denti e non dire niente, ma piuttosto vuol dire avere tanta tenerezza e bontà nei confronti dell'altra persona che sbaglia o che ti fa male, al punto che si cerca di aiutarla, senza metterla in una brutta luce. Chiaramente, questo non esclude quelle situazioni in cui è necessario testimoniare di un peccato. Ci sono casi in cui la chiesa stessa deve disciplinare qualcuno, e in quei casi, i suoi peccati vengono elencati pubblicamente. Però, soprattutto nei rapporti fra le persone, il vero amore tollera ogni cosa, e cerca di non mettere l'altra persona in una brutta luce, ma cerca piuttosto di aiutarla a crescere.

Crede ogni cosa

Il vero amore crede ogni cosa. Il senso qua non è che crede ciecamente a qualsiasi cosa. Se una persona si è dimostrata bugiarda, non si può credere ciecamente a tutto ciò che ti dice. Il senso qua, piuttosto, significa che fin quando sia possibile, si crede il bene. Se si può vedere una situazione in due modi, uno in positivo e uno in negativo, l'amore crede il bene, finché lo può fare.

Tanti credenti peccano, mancando il vero amore, perché quando una situazione non è chiara, quando ciò che uno ha detto non è chiaro, anziché credere il bene, presumono che intendeva la cosa negativa. Fare così è mancare il vero amore. Il vero amore crede ogni cosa, ovvero, crede il bene.

Spera ogni cosa

Similmente, l'amore spera ogni cosa. Quando vede del peccato in qualcuno, comunque spera che ci sarà qualche spiegazione per chiarire la cosa.

In altre parole, il vero amore non vuole vedere il male, se non è assolutamente necessario. Quindi, finché c'è la possibilità, il vero amore sceglie di credere il bene e di sperare il bene. Tu, hai il vero amore verso tutti?

Sopporta ogni cosa

Infine, il vero amore sopporta ogni cosa. In altre parole, porta i pesi che gli altri danno. Non importa quanto altri fratelli o sorelle peccano, il vero amore continua ad amare, continua ad agire con bontà, continua a impegnarsi con gioia per portare del bene a quella persona. Non permette al negativismo o al rancore di avere posto nel suo cuore. Questo è sopportare ogni cosa. Questo è il vero amore. Tu, ami così? Hai il vero amore?

Allora

Considerando ciò che è il vero amore, ti chiedo: hai vero amore? Hai il vero amore, l’amore che Dio ci descrive in questo brano? Possono le persone intorno a te riconoscere in te l'amore di Cristo?

Io credo che ciascuno di noi può riconoscere rapporti in cui manchiamo il vero amore, e quindi, in quei casi, siamo nel peccato. È peccato non amare come Dio ci comanda.

Cosa dobbiamo fare i questi casi?

Dobbiamo riconoscere che il nostro peccato non è dovuto al fatto che la situazione è difficile. Il nostro peccato è dovuto al fatto che c’è ancora peccato nel nostro cuore.

Allora, dobbiamo confessare quel peccato. Non dobbiamo scusarci, per esempio, NON dobbiamo dire qualcosa come: “Oh Signore, perdonami. Non sto amando come dovrei. Tu sai che vorrei amare così ma mi è difficile con quella persona.”

Fratelli e sorelle, quello NON è confessare il peccato. Quello è giustificare il peccato. Confessare il peccato è prendere piena responsabilità per il nostro peccato, riconoscendo che viene dal nostro cuore.

Quando confessiamo il nostro peccato, veramente confessiamo i nostri peccati a Dio, prendendo piena responsabilità, e guardando a Cristo come Chi può ottenerci il perdono, allora, Dio è fedele e giusto da perdonarci e purificarci.

Nel caso dell’amore, un frutto del vero perdono è che cominciamo ad amare veramente, come questo brano descrive.

Però, forse mi dici che è difficile amare così?

È difficile solo quanto NON guardiamo alla gravità dei nostri peccati contro Dio, e alla grandezza del perdono in Gesù Cristo.

Chi considera in modo giusto i propri peccati, e poi, l’immensità dell’amore di Dio nel perdono che c’è in Gesù Cristo, non avrà difficoltà ad amare gli altri come Dio ci comanda.

Quindi, quando ti è difficile amare, è molto probabile che non stai riconoscendo la gravità dei tuoi peccati.

Oh che possiamo vedere i nostri peccati, e trovare il perdono in Cristo, per poter amare gli altri come Dio ama noi! Questo è il frutto della vera salvezza.