Aiuto Biblico

Aiutarci a vicenda

Vari brani

sermone di Marco de Felice, www.Aiutobiblico.org per mercoledì, 19 aprile 2023, – cmd dp –

Audio:

Tu sei mai scoraggiato? Sei mai agitato? Hai mai difficoltà ad avere fede? Hai mai una prospettiva sbagliata, che ti porta tanti problemi?

La vita è una guerra contro pensieri storti. La vita dovrebbe essere una guerra contro i pensieri storti, perché l’alternativa è di non combattere i pensieri storti e solo tenerli.

Ci serve aiuto:

… per avere pensieri giusti (riconoscere i pensieri sbagliati). I nostri pensieri sbagliati ci filano perfettamente nella nostra mente.

… per ricordare le promesse di Dio.

… per vedere più di Dio.

… per avere più fede. Ricordiamo gli uni gli altri della fedeltà di Dio sia nella Bibbia che nella nostra vita.

… per riconoscere i nostri peccati (per poterli confessare).

Da dove viene questo aiuto? Da DIO.

Attraverso quale mezzo?

La Bibbia ci spiega che questo aiuto viene gli uni dagli altri. Aiutare gli uni gli altri in questa guerra contro i falsi pensieri fa parte dell’amore. È una fatica. Non è facile e non è sempre apprezzato. Viene con sacrificio perché devi trovare il tempo.

“14 Tutta la legge infatti si adempie in questa unica parola: "Ama il tuo prossimo come te stesso".” (Galati 5:14-15 LND).

Quando abbiamo pensieri falsi, abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti, perché anche se al momento non vediamo, non vorremo continuare a vivere con i pensieri falsi.

Aiutarci a vicenda è una fatica perché spesso, purtroppo, siamo convinti dei nostri pensieri falsi e non vogliamo aiuto, anche perché i nostri pensieri falsi soddisfano la carne. Poi, se qualcuno dovesse venire da noi per aiutarci, spesso reagiamo nella carne facendo del male contro quella persona. Così, le persone tendono a non venire per parlarci. In base a come riceviamo l’aiuto, le persone possono esitare o meno di venire. Andare a parlare con il nostro prossimo è amore ed anche un modo di servire.

Iniziamo guardando le parole di Gesù in Giovanni 13. Questo capitolo descrive l'ultima cena che Gesù ebbe con i suoi discepoli prima di andare alla croce. Durante quella cena, Gesù lavò i piedi ai discepoli, che era una pratica normale che i servi facevano per i padroni e gli ospiti. Facendo questo, Gesù mostrava la necessità di servire gli uni gli altri, nonostante il fatto che Lui è il Signore. Leggo Giovanni 13:14.

“13 Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.” (Giovanni 13:14 LND)

Con questo comandamento, Gesù ci insegna che dobbiamo servire gli uni gli altri. Nessuno deve ritenersi troppo importante da non servire gli altri, perché Gesù, il Signore, si presenta come esempio, mostrandoci come dobbiamo vivere. Quindi, per crescere insieme come corpo, dobbiamo essere pronti a servire gli uni gli altri, anche nei lavori che sono umili.

Il motivo per cui dobbiamo fare questo è perché alla base dei nostri rapporti ci deve essere l'amore gli uni per gli altri. Vi leggo quattro versetti, Giovanni 13:34,35, e poi Giovanni 15:12. Dicono quasi la stessa cosa, ed è un messaggio estremamente importante che troviamo in tanti altri brani. Ve li leggo:

“34 Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri. 35 Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri".” (Giovanni 13:34-35 LND)
“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi,” (Giovanni 15:12 LND)

Il messaggio qui è importante, ed è uno degli insegnamenti più importante di tutta la Bibbia. Come membra gli uni degli altri, la base del nostro rapporto deve essere l'amore. Dobbiamo amarci gli uni gli altri. Il vero amore è quello che vediamo in Dio: un profondo desiderio per il vero bene della persona amata, un desiderio che ci spinge ad impegnarci per ottenere quel bene. Darci pensieri veri anziché pensieri falsi, non è che una parte dell’amore di Dio, per mezzo di Cristo

Questo comandamento di amarci gli uni gli altri è un comandamento di impegnarci per il bene gli uni degli altri. L'amore si impegna al punto di sacrificarsi per il bene dell'altro. Una parte di questo amore è di insegnare la verità gli uni agli altri per poter aiutare gli uni gli altri con i falsi pensieri. Questa è la vita benedetta, questa è la vita in cui Dio è glorificato in noi, questa è la vita che promuove la crescita del corpo di Cristo, compresa la nostra crescita. Solo così possiamo avere stretta comunione con Dio, perché ci fa imitare Gesù Cristo. Quindi, la base dei nostri rapporti dev'essere il vero amore gli uni per gli altri.

Vi leggo Romani 12:10. Questo è un brano che fa parte di una serie di insegnamenti su come vivere la vita cristiana.

“Nell’amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri quanto all’onore fate a gara nel renderlo gli uni agli altri.” (Romani 12:10 LND)

Abbiamo già visto l'importanza di amarci gli uni gli altri, un amore attivo, un amore che porta frutto. Qui, impariamo che dobbiamo amarci teneramente. È importante l'impegno, ed è anche importante la tenerezza, come la vediamo in una mamma con un bimbo piccolo.

Abbiamo anche visto che amarsi comprende l'impegno per il vero bene dell’altra persona. E se una persona sta credendo delle menzogne ed ha paura, ha un cuore afflitto oppure è turbato, qual è il vero bene per quella persona? Aiutare quella persona a riconoscere che non sta vedendo Dio, sta escludendo Dio dai suoi pensieri e che non sta confidando in Dio. Questo è un falso pensiero perché la persona non sta vedendo la presenza, la cura e le promesse di Dio che esistono. Allora, amare, volere bene, vuol dire trasmettere a quella persona le verità che gli mancano.

In Romani 12:16 troviamo un comandamento che ci aiuta a capire meglio come possiamo onorare gli uni gli altri. Ve lo leggo:

“Abbiate tra voi un medesimo sentimento; non aspirate alle cose alte, ma attenetevi alle umili; non siate savi da voi stessi.” (Romani 12:16 LND)

Aiutare veramente gli uni gli altri non può gonfiarti, perché se lo fai con quel cuore, non lo stai facendo per amore e non porterà frutto.

Vi leggo anche Filippesi 2:3, che ci comanda una cosa simile:

“2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente 3 non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso.” (Filippesi 2:2-3 LND).

Dio ci vieta fortemente di fare qualunque cosa per rivalità o per vanagloria. Quanto è importante che comprendiamo quanto l'orgoglio è un peccato terribile, che danneggia terribilmente la nostra anima, e danneggia il corpo di Gesù Cristo! Quando vogliamo essere visti bene, quando ci preoccupiamo di ciò che gli altri pensano di noi, quando cerchiamo di vantarci di qualcosa, anziché edificare il corpo di Cristo, questo modo di fare danneggia ciò per cui Cristo è morto. Anziché vivere così, Dio ci comanda di avere uno stesso amore, uno stesso accordo, e uno stesso modo di pensare desiderando la gloria di Dio ed il bene degli altri.

Poi, dobbiamo fare tutto con umiltà, stimando gli altri più di noi stessi. Questa è la vita di un vero credente che cammina in Cristo. Se ci stimiamo veramente gli uni gli altri, non considereremo le nostre cose come più importanti di quella persona. Stimare gli uni gli altri vuol dire prendere del tempo da dedicare ad una persona quando vediamo che ha pensieri storti e non sta vedendo Dio. Se non prendiamo tempo per quella persona, anche se abbiamo poco tempo, possiamo veramente dire di amarla e stimarla?No. Amare e stimare più di noi stessi vuol dire che ci impegniamo per ascoltare e capire perché una persona sta male, che è spesso legato a falsi pensieri. Poi, consideriamo che quello che avevamo da fare era importante ma non quanto curare quel fratello o quella sorella nella fede. Oh che possiamo capire l’importanza di ogni anima e capire che amare non è quando ho tempo libero. Anzi, è un sacrificio.

In Romani 14, Paolo insegna come dobbiamo essere pronti a sacrificare i nostri diritti e le nostre preferenze per non far inciampare un fratello più debole. Leggo tre versetti che rendano chiaro il suo insegnamento, Romani 14:13, 19 e Romani 15:1.

“Perciò non giudichiamo più gli uni gli altri ma piuttosto giudicate questo: di non porre intoppo o scandalo al fratello.” (Romani 14:13 LND)
“Perseguiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca.” (Romani 14:19 LND)
“Ciascuno di noi compiaccia al prossimo nel bene, per l’edificazione,” (Romani 15:2 LND)

Consideriamo l’insegnamento in questi versetti: “… non porre intoppo o scandalo… Perseguiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca.” Tra l’altro “l’edificazione reciproca” riguarda anche i pensieri falsi. Ci aiutiamo ad avere pensieri veri perché viviamo con pensieri falsi.

Ciascuno di noi compiaccia al prossimo nel bene…” Questo vuol dire che non teniamo conto delle cose che abbiamo da fare o se la persona che aiutiamo capisce subito o meno. Anziché vivere per ottenere ciò che è la nostra preferenza, oppure i nostri diritti, il vero amore cristiano ci porta a sacrificarci per poter edificare gli altri. Dobbiamo avere un immenso impegno per l'edificazione gli uni degli altri, perché questo è mettere in pratica l'amore.

Abbiamo letto in Romani 12 e 1Corinzi 12 che siamo un unico corpo in Cristo. In 1Corinzi 12:25 leggiamo che dobbiamo avere una medesima cura gli uni per gli altri. Ve lo leggo:

“affinché non vi fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero tutte una medesima cura le une per le altre.” (1Corinzi 12:25 LND).

Un aspetto importante dell'amore cristiano è di impegnarci a servire gli altri ed a cercare il loro bene. È importante non vederci come individui ma come parte di un corpo unico. Non dobbiamo usare la nostra libertà in Cristo per vivere per conto nostro o per la nostra famiglia.

Che cosa sarebbe amore in un caso in cui i genitori hanno programmato di trascorrere del tempo di famiglia, però c’è una persona sola e bisognosa di appoggio ed amore? In quella situazione, come potrebbero quei genitori trasmettere l’amore per gli altri ai loro figli? L’amore non è quando si finiscono di fare le proprie cose. L’amore è intervenire quando c’è bisogno. Che cosa faceva Gesù quando vedeva la folla bisognosa ma stava per portare i discepoli in un posto tranquillo? Andava avanti con i Suoi programmi con i discepoli? Ha detto alla folla di aspettare finché non sarebbe tornato dalla “gita” con i Suoi discepoli? Ha abbandonato il suo programma per curare i bisogni della folla. Questo serviva non solo per curare le pecore senza pastore ma anche per insegnare ai Suoi discepoli, ed anche a noi, come bisogna vivere.

Alcuni brani che parlano di questo sono Galati 5:13, Galati 6:2, e 1Tessalonicesi 5:15. Vi leggo questi versetti, e poi parliamo di com'è la vita cristiana vissuta così.

“Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà; soltanto non usate questa libertà per dare un’occasione alla carne ma servite gli uni gli altri per mezzo dell’amore.” (Galati 5:13 LND)

Siete liberi in Cristo ma non usate questo per vivere egoisticamente. “… servite gli uni gli altri per mezzo dell’amore.

“Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.” (Galati 6:2 LND)
“Guardate che nessuno renda male per male ad alcuno; anzi procacciate sempre il bene gli uni verso gli altri e verso tutti.” (1Tessalonicesi 5:15 LND)

“Procacciate” è un verbo forte che indica l’azione che ha il cacciatore quando cerca ed insegue la sua preda. Quindi, “… procacciate sempre il bene gli uni verso gli altri…” indica un grande impegno nel cercare il bene degli altri e non quando ho finito di fare le mie cose.

Abbiamo tutti bisogno di sentire le verità di Dio gli uni dagli altri, per avere pensieri giusti. E quindi, come ci comanda questo versetto, dobbiamo parlare gli uni con gli altri di queste verità. Ci sono tanti brani che ci comandano questo modo di vivere, per esempio, 1Tessalonicesi 4:18, e 1Tessalonicesi 5:11. Ve li leggo:

“Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.” (1Tessalonicesi 4:18 LND)
“Perciò consolatevi gli uni gli altri ed edificatevi l’un l’altro, come già fate.” (1Tessalonicesi 5:11 LND)

Il contesto di 1Tessalonicesi 4:18 è la tristezza che arriva quando muoiono i nostri cari, quando non abbiamo in mente cosa succede dopo, il che ci lascia scoraggiati e confusi. Bisogna consolare chi si trova in questa situazione con le verità della Parola di Dio. Il passo in 5:11 ci comanda di consolarci e anche di edificarci gli uni gli altri. È importantissimo che abbiamo un vero impegno di edificare gli uni gli altri. Questo vuol dire utilizzare il tempo che passiamo insieme per aiutare gli uni gli altri a vedere di più le verità di Dio. Questo non è qualcosa da fare solamente ogni tanto, ma dovrebbe essere l'aspetto più importante dei nostri rapporti gli uni con gli altri come membra del corpo di Gesù Cristo.

A ciascuno chiedo: tu stai vivendo così? Se la risposta è no, allora, prima di tutto devi riconoscere questo come peccato, e poi confessarlo a Dio, per poi impegnarti specificamente e seriamente a poter edificare gli altri. Viviamo così, perché ci porterà grandi benefici in Cristo.

Consolare

Un modo in cui possiamo aiutare, incoraggiare ed amare gli uni gli altri è con la consolazione.

2 Corinzi 1:3-11

3 Benedetto sia Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione, 4 il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché, per mezzo della consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare coloro che si trovano in qualsiasi afflizione. 5 Poiché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così per mezzo di Cristo abbonda pure la nostra consolazione. 6 Ora se siamo afflitti, ciò è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, ciò è per la vostra consolazione e salvezza, che operano efficacemente nel sostenere le medesime sofferenze che patiamo anche noi. 7 La nostra speranza a vostro riguardo è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, così sarete anche partecipi della consolazione. 8 Perché non vogliamo, fratelli, che ignoriate la nostra afflizione che ci capitò in Asia, come siamo stati eccessivamente gravati al di là delle nostre forze, tanto da giungere a disperare della vita stessa. 9 Anzi avevamo già in noi stessi la sentenza di morte, affinché non ci confidassimo in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti, 10 il quale ci ha liberati e ci libera da un sì grande pericolodi morte, e nel quale speriamo che ci libererà ancora nell’avvenire, 11 mentre anche voi vi unite a noi per aiutarci in preghiera, affinché siano rese grazie per noi da parte di molti, per il beneficio che ci sarà accordato tramite la preghiera di molte persone. (2 Corinzi 1:3-11 LND)

Abbiamo tutti bisogno di consolazione in certi momenti. E com’è che Dio ci consola? Tramite gli altri. E con la consolazione che abbiamo ricevuto, ci permette di consolare anche altri. Dio ci consola affinché siamo anche noi in grado, con la consolazione che abbiamo ricevuto, di consolare altri.

Qualifiche

Siamo sempre in grado di aiutare altri che hanno falsi pensieri? No. Romani 15:14 parla di due qualifiche che servono per poter aiutare altri con i loro pensieri:

14 Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni d’ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri. (Romani 15:14 LND)

Quali sono le due qualifiche?

La prima, “pieni di bontà” che vuol dire “ripieni di Spirito Santo”. È una persona che cammina con purezza di cuore e che non è ripiena di egoismo e di orgoglio. Uno “pieno di bontà” è ripieno dello Spirito e di santità, ed ha visto e confessato i suoi peccati, che gli permette di essere pieno di bontà.

Quindi, se uno sta camminando nel peccato, anche se è bravo a conoscere la Bibbia, non è adatto a dire le parole che servono perché non è guidato dallo Spirito.

E secondo, “ripieni d’ogni conoscenza” vuol dire che le parole che vengono dette e condivise, sono parole giuste e non secondo l’esperienza umana.

Per esempio: abbiamo tutti gli stessi pesi? A volte ciò che è un peso per una persona non lo è per un’altra. Anni fa, in chiesa, tutti i nostri figli avevano lo stesso modo di vedere i cani? No. C’era una bambina terrorizzata dai cani mentre gli altri erano tranquilli ed eccitati di vedere i cani. Siamo diversi.

“Ripieni d’ogni conoscenza” si riferisce alla conoscenza di Dio. Se uno ha una prova, ma non è veramente una prova difficile in confronto ad altre prove, aiuta dire a quella persona: “questa non è una prova veramente pesante. Cosa succederà un domani quando avrai una prova davvero pesante e difficile?” Questo è un consiglio che viene da Dio o è un consiglio carnale?

Umanamente è vero che non è una prova pesante, ma questo modo di parlare è dare la consolazione di Dio? No, è piuttosto una risposta piena di orgoglio perché la persona implica che lei non sentirebbe il peso di quella prova se fosse nei panni dell’altra. Ma tutte le cose che agitano una persona, agitano anche gli altri? Questa non è la consolazione di Dio, ma solo un modo di comunicare che sei più spirituale dell'altro, quando invece non sei né pieno di bontà né ripieno d'ogni conoscenza.

Sto veramente aiutando se dico alla bambina: “Ma no, dai, il cane non ti fa niente. Guarda l’altra bambina che non ha paura. Dai.” La sto veramente aiutando? No, perché non sto facendo vedere Dio.

Come aiutare

Bisogna piuttosto capire che è una prova per quella persona e, simpatizzando con lei, aiutarla ad avere pace dicendo: “io so che questa è una prova per te, ma voglio aiutarti a vedere Dio che sta con noi in ogni prova.”

Non minimizziamo la prova dell’altra persona. Dio gestisce le nostre prove. Quello che per te potrebbe essere una prova molto leggera, per un’altra persona potrebbe essere molto pesante.

Pensa alla donna ipocondriaca che considera ogni nuovo sintomo o problema una malattia grave oppure la mamma che si preoccupa perché i figli escono e non tornano all’orario previsto. È veramente una consolazione dire a quella donna o quella mamma che non devono preoccuparsi minimamente, che non è niente e che tutto andrà bene? Possiamo assicurare le persone di queste cose? Abbiamo sentito o capito da Dio che in queste situazioni tutto andrà bene?

Questo modo di parlare è dare una falsa pace perché non sappiamo se tutto andrà bene. È dare false promesse e comunicare che la pace non deve essere in Dio, ma nelle circostanze e che non succederà niente. È dire che la pace non viene da Dio, ma dal fatto che tutto vada bene. In fin dei conti, è un modo di aiutare quella persona a non guardare a Dio.

Sarebbe giusto dire con bontà a quella donna, o a quella mamma, che potrebbe succedere qualcosa di brutto, ma che Dio ha promesso di stare con loro e che le loro vite sono nelle Sue mani. La cura non è dire che non succederà nulla. Forse succederà il peggio. La cura è di aiutare a guardare a Dio e fidarsi di Lui, pregando insieme a loro di accettare quello che Dio farà.

Quando diamo l’aiuto giusto, con ogni conoscenza, questo fortifica la fede di quella persona. Avere una fede più forte la aiuterà quando affronterà una prova più grande.

Dobbiamo venire incontro gli uni agli altri con amore.

Colossesi 3:16,17 dice:

“16 La parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia nei vostri cuori al Signore.” (Colossesi 3:16 LND).

In Romani 15:14 abbiamo letto di essere ripieni d’ogni conoscenza mentre in questi versetti di Colossesi dice di essere pieni della parola di Cristo “in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri…”. Quindi, istruendo ed esortando gli uni gli altri in base alle verità di Dio.

Galati 6:1 dice

“1 Fratelli, se uno è sorpreso in qualche fallo, voi che siete spirituali, ristabilitelo con spirito di mansuetudine. Ma bada bene a te stesso, affinché non sii tentato anche tu.” (Galati 6:1 LND)

Torniamo alla bambina terrorizzata dai cani, che ha davanti a sé un cane che è chiaramente un pezzo di pane che vuole solo coccole. Certo, la bambina sta credendo ad una menzogna, però non devo disprezzarla. Voglio aiutarla con uno spirito di mansuetudine. Quante volte ho avuto anch’io falsi pensieri in altri campi. Quante volte non ho guardato a Dio e ho avuto timore affrontando certe prove. Dio è più grande delle mie prove ma se io non ho avuto fede, anche se era una grande prova, come posso disprezzare la prova di qualcun altro anche se la considero una piccola prova?

Dobbiamo aiutare gli uni gli altri con amore. L’amore richiede sacrificio ed impegno. Richiede tempo per conoscere i pensieri degli altri. Di solito non puoi capire i pensieri falsi di una persona solo salutandola la domenica in chiesa. Per poter amare, dobbiamo passare del tempo gli uni con gli altri per riconoscere i pensieri falsi. Poi, essendo pieni di bontà e d’ogni conoscenza possiamo aiutare gli uni gli altri. È un sacrificio, ma ne vale la pena. Edifichiamoci gli uni gli altri.

Ostacoli

Quali sono gli ostacoli che impediscono di vivere così?

Essere consumati con le nostre cose. Questo è egoismo e mancanza di amore. La vita è piena ma l’amore supera gli impegni, perché riconosce quello che è veramente importante.

Essere organizzati male ci ostacola dall'amare. Quindi, anche se uno volesse aiutare, visto che spreca tanto tempo, non può liberarsi facilmente perché cerca disperatamente di compiere le cose fondamentali nel poco tempo che gli rimane.

Non conoscere le verità di Dio ci ostacola.

Poi, l’orgoglio ci ostacola. Un aspetto dell’orgoglio che ci ostacola dall’amare è quello di credere di sapere quello che in realtà non sappiamo. Nell’orgoglio magari uno darebbe consolazione, come se sapesse, ma essendo privo di conoscenza di quello che è la cosa giusta.

Conclusione

Quindi, cresciamo affinché “la parola di Cristo abiti in noi copiosamente, in ogni sapienza” così, con un cuore puro, possiamo aiutare gli altri ad avere pensieri giusti, pregando che Dio mandi altri ad aiutare noi. Così possiamo edificarci gli uni gli altri come Dio ci comanda.

Che Dio ci aiuti a vivere così.