Aiuto Biblico

Riconoscere un cuore ingannevole

Geremia 17:9,10; Salmo 51 ed altri brani

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 9 marzo 2016, – cmd na –
Descrizione: Come riconoscere un cuore ingannevole, soprattutto in noi stessi, ma anche negli altri.
Parole chiave: cuore, ingannevole, ingannare, ipocrisia, falsa spiritualità, falsi ragionamenti, vita cristiana.

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Molto spesso, a causa del nostro orgoglio, ci presentiamo per quello che, in realtà, non siamo. Facciamo tantissimi ragionamenti falsi, per non riconoscere e ammettere la realtà della nostra condizione. Vogliamo crederci migliori di quello che siamo. Prima di tutto, cerchiamo di convincere noi stessi. E poi, secondariamente, cerchiamo di convincere gli altri. Ma, soprattutto, cerchiamo di convincere noi stessi che siamo quello che, in realtà, noi non siamo! Però, se noi viviamo così, avremo una delusione terribile quando ci troveremo davanti a Gesù Cristo.

Nell'ultimo studio, abbiamo considerato l'importanza di avere un concetto sobrio di noi stessi, cioè, un concetto onesto, un concetto reale, non conforme a quello che la nostra carne vorrebbe farci avere. Oggi, vorrei continuare su questo argomento, parlando di alcuni esempi di come possiamo ingannare noi stessi.

Negli anni, ho sentito tantissime dichiarazioni da persone che cercavano di mostrarsi spiritualmente in buone condizioni, quando, invece, stavano veramente male, senza riconoscerlo. Quindi, condivido con voi alcuni esempi di come parlano le persone quando stanno male, ma vogliono credere di stare bene davanti a Dio.

Dio conosce il mio cuore

Una dichiarazione che quasi sempre dimostra un cuore che è lontano da Dio è quando si parla con qualcuno e, menzionandogli in qualche modo un suo peccato, costui dichiara:"Dio conosce il mio cuore!".

Questa dichiarazione viene pronunciata soprattutto quando si parla con qualcuno di un suo peccato. Magari si spiega a questo qualcuno che si sta comportando male o che è ripieno d'orgoglio o qualcos'altro del genere. E magari ancora, si cerca di dire questo in modo chiaro ed anche gentile, ma la persona non vuole sentir parlare di queste cose negative che lo riguardano. E, perciò, per rifiutare la veridicità di quello che hai detto, dichiara con fermezza: "Dio conosce il mio cuore!".

In quel contesto, il significato della sua dichiarazione è che Dio sa che il suo cuore è puro, Dio sa che lui è buono, Dio sa che non è come dici tu, perché lo stai vedendo in modo negativo, quando, invece, ha un buon cuore e Dio lo sa benissimo che il suo cuore è buono.

Quindi, quella frase viene detta da una certa persona per contraddire chi osa dire qualcosa di negativo di quella stessa persona. Essa implica che tu non vedi il suo cuore, mentre Dio lo vede. E, perciò, tu non puoi dire che cammina male, visto che tu non vedi il cuore di quella persona. Di contro, invece, Dio, che vede tutto, vede il suo cuore e sa che ha un cuore buono. Questo sta dicendo.

Questo è il senso di chi pronuncia una tale affermazione. Ma è vero? Cioè, certamente è vero che Dio vede il cuore e conosce il cuore di quella persona, come conosce il cuore di ciascuno di noi. Dio sa ogni cosa di ogni persona. Quindi, in sé, è assolutamente vero che Dio conosce il suo cuore. Però, quella dichiarazione non implica solamente che Dio conosce il suo cuore, ma implica che Dio, pur vedendo il suo cuore, ne è contento, perché il suo cuore è puro. E qui, la persona sta ingannando se stessa terribilmente.

Prima di tutto, quando parliamo del nostro cuore, teniamo ben presente nella nostra mente quello che Dio ci dichiara tramite il profeta Geremia in Geremia 17:9,10. Questo brano è molto importante. Ve lo leggo:

Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa è insanabilmente malato; chi lo può conoscere? Io, l'Eterno, investigo il cuore, provo le reni, per rendere a ciascuno secondo le sue vie secondo il frutto delle sue azioni. (Geremia 17:9,10 LND)

Chi dichiara che Dio conosce il suo cuore come modo per difendersi da qualcuno che gli parla del suo peccato, non conosce il proprio cuore e, presumendo che Dio vede bene il suo cuore, non capisce che, piuttosto, Dio vede il male che c'è.

Di natura, il nostro cuore non è puro, di natura, il nostro cuore è marcio. È per questo che abbiamo bisogno della santificazione, santificazione che Dio opera in noi per mezzo dello Spirito Santo.

Il problema è che Dio conosce il nostro cuore a fondo ed esso non è mai come dovrebbe essere. Davanti ad un Dio tre volte santo, il nostro cuore è sempre mancante.

Il re Davide aveva peccato. Per un certo periodo di tempo, egli tenne nascosto il suo peccato. Ma, poi, Dio mandò lui il profeta Nathan, che gli parlò del suo peccato. Allora, anziché rispondere giustificandosi, dichiarando che Dio conosceva il suo cuore, Davide si umiliò, proprio perché sapeva che Dio conosce il suo cuore. Cioè, il fatto che Dio conosce il nostro cuore non ci dà mai spazio per giustificarci, ma, piuttosto, per umiliarci. Ascoltate la preghiera di Davide, dopo che Nathan gli aveva parlato del suo peccato. Questo è come un vero credente deve rispondere quando uno gli parla del suo peccato. Leggo il Salmo 51:1-15:

“1 «Al maestro del coro. Salmo di Davide, quando il profeta Nathan venne a lui, dopo che egli aveva peccato con Bathsceba.» Abbi pietà di me, o DIO, secondo la tua benignità; secondo la tua grande compassione cancella i miei misfatti. 2 Lavami completamente dalla mia iniquità e purificami dal mio peccato. 3 Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti. 4 Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi. 5 Ecco, io sono stato formato nell’iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato. 6 Ecco, a te piace la verità che risiede nell’intimo, e m’insegni la sapienza nel segreto del cuore. 7 Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve. 8 Fammi sentire gioia e allegrezza; fa’ che le ossa che hai spezzato festeggino. 9 Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. 10 O DIO crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo. 11 Non rigettarmi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. 12 Rendimi la gioia della tua salvezza, e sostienimi con uno spirito volenteroso. 13 Allora insegnerò le tue vie ai trasgressori, e i peccatori si convertiranno a te. 14 Liberami dal sangue versato, o DIO. DIO della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà con giubilo la tua giustizia. 15 O Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode. 16 Tu infatti non prendi piacere nel sacrificio altrimenti te l’offrirei, né gradisci l’olocausto. 17 I sacrifici di DIO sono lo spirito rotto; o DIO tu non disprezzi il cuore rotto e contrito. 18 Fa’ del bene a Sion, per la tua benevolenza, edifica le mura di Gerusalemme. 19 Allora prenderai piacere nei sacrifici di giustizia, negli olocausti e nelle offerte da ardere interamente, allora si offriranno torelli sul tuo altare.” (Salmo 51:1-19 LND)

Che cosa abbiano visto in questo brano per quanto riguarda il modo in cui Davide vedeva il proprio cuore e quello che lui capiva dal fatto che Dio conosceva il suo cuore? Davide riconosceva pienamente che Dio conosceva il suo cuore, ma ciò non era qualcosa che lo poneva nel giusto davanti a Lui; piuttosto, per Davide, il fatto che Dio conosceva il suo cuore a fondo, metteva il suo peccato in evidenza. Sapeva che, davanti a Dio, non c'era alcuno scampo, sapeva che, davanti a Lui, tutto il suo peccato era visibile. Poteva nascondersi dalle persone fino a un certo punto, poteva negare a se stesso di essere nel peccato. Però, davanti a Dio, tutto era visibile. Perciò, chi dice che Dio conosce il proprio cuore, e lo dice come una forma di difesa, sta vivendo una menzogna e sta ingannando se stesso.

Se qualcuno ti accusa di peccato, ma la loro accusa è totalmente falsa e senza fondamento, la difesa non è di dire che Dio conosce il tuo cuore, perché il problema è che, anche se quell'accusa non è vera, avrai altri peccati nel tuo cuore. Se veramente l'accusa è falsa, si può spiegare che l'accusa è falsa, ma non bisogna vantarsi di avere un cuore completamente puro. Infatti, molto spesso, quando qualcuno ci parla di un nostro peccato, anche se qualche dettaglio di quello che dice può essere sbagliato, abbiamo comunque commesso qualche peccato che costui ha visto. Quindi, è quasi sempre un chiaro frutto d’ipocrisia ed orgoglio se qualcuno si difende, dichiarando che Dio conosce il suo cuore.

Devo Pregare, voglio Tempo Solo con Dio

C’è qualcos’altro che, spesso, viene detto e che sembra essere molto spirituale ma, in realtà, spesso, nasconde un cuore di peccato. Questo succede quando una persona dice ad un’altra che vuole parlare con quest’ultima di una situazione di peccato e costei rifiuta di prendere del tempo per farlo, dicendo che vuole solo prendersi del tempo da solo, con Dio, per pregare. Certamente, questo sembra molto spirituale, che la persona vuole prendere del tempo con Dio. Però, in questo caso, quella non è la volontà di Dio. Piuttosto, la persona dovrebbe, anzitutto, ascoltare quello che ha da dire l’altra che le vuole parlare del suo peccato.

Cioè, pregare non è sempre quello che Dio vuole da noi come priorità. Quando abbiamo peccato non confessato nella nostra vita, un peccato che commettiamo di continuo, la soluzione non è pregare, la soluzione è di togliere il peccato. Quindi, usando l'esempio di due credenti, possiamo capire questo: Giorgio va da Stefano e gli dice che vorrebbe parlare con lui di un peccato che ha visto nella sua vita. Stefano rifiuta di prendersi del tempo per parlare con Giorgio e, piuttosto, dichiara che vuole solo pregare e mettersi a posto con Dio.

Il problema è che egli non ha ascoltato quello che ha da dirgli Giorgio, il che potrebbe permettergli di capire veramente il suo peccato. Stefano finge di essere molto spirituale, dicendo che vuole pregare, ma, in realtà, le cose non stanno proprio così.

Trovate come il libro di Giosuè, capitolo 7. Nei capitoli precedenti, Dio aveva dato una grandissima vittoria al popolo d'Israele contro la città fortificata di Gerico. Però, Dio aveva ordinato agli Israeliti di non prendere alcun bottino per loro, ma, piuttosto, di votare tutto allo sterminio.

Capite che uno dei figli di Israele disubbidì al comandamento di Dio. E, per questo, l'ira dell'Eterno si accese contro i figli d'Israele. Leggo Giosuè 7:1:

“Ma i figli d’Israele commisero una trasgressione circa le cose votate allo sterminio, perché Akan, figlio di karmi, figlio di Zabdi, figlio di Zerah, della tribù di Giuda, prese delle cose votate allo sterminio, e l’ira dell’Eterno si accese contro i figli d’Israele.” (Giosuè 7:1 LND)

A quel punto, i figli d'Israele andarono a combattere un piccolo paese di nome Ai. Nonostante il fatto che esso fosse un paese piccolo, Dio fece sì che gli Israeliti venissero sconfitti dai pochi uomini di Ai. Giosuè era gravemente turbato. Egli, infatti, non capiva perché non avevano avuto vittoria. Così, si mise a pregare tutto il giorno, fino alla sera. Ma la preghiera non era quello che Dio voleva da lui. Leggo i versetti 6-13:

“6 Giosuè allora si stracciò le vesti e si gettò col viso a terra, davanti all’arca dell’Eterno fino alla sera, lui e gli anziani d’Israele, e sparsero polvere sul loro capo. 7 Quindi Giosuè disse: "O Signore, Eterno perché hai fatto passare il Giordano a questo popolo per darci nelle mani degli Amorei e farci perire? Oh, ci fossimo accontentati di restare al di là del Giordano! 8 Oh Signore che posso dire dopo che Israele ha voltato le spalle ai suoi nemici? 9 I Cananei e tutti gli abitanti del paese lo verranno a sapere, ci accerchieranno e faranno sparire il nostro nome dalla terra; che farai tu allora per il tuo grande nome?". 10 Ma l’Eterno disse a Giosuè: "Alzati! Perché rimani prostrato con la faccia a terra? 11 Israele ha peccato; essi hanno trasgredito il patto che io avevo loro comandato; hanno perfino preso delle cose votate allo sterminio, e hanno rubato e mentito; e poi le hanno messe fra i loro bagagli. 12 Per questo i figli d’Israele non possono tener fronte ai loro nemici, e hanno voltato le spalle davanti ai loro nemici, perché sono divenuti essi stessi maledetti. Io non sarò più con voi, se non distruggete le cose votate allo sterminio di mezzo a voi. 13 Levati, santifica il popolo e digli: Santificatevi per domani, perché così ha detto l’Eterno, il DIO d’Israele: "O Israele, in mezzo a te ci sono delle cose votate allo sterminio. Tu non potrai tener fronte ai tuoi nemici, finché non abbiate tolto le cose votate allo sterminio di mezzo a voi.” (Giosuè 7:6-13 LND)

Avete visto? Dio ha rimproverato Giosuè perché stava pregando. Quando c'e del peccato non abbandonato, la preghiera non è quello che Dio vuole. Piuttosto, Dio vuole che la persona toglie il peccato dalla propria vita. Dio aveva mandato una forma di disciplina sui figli d'Israele, a causa del loro peccato. Era inutile, per Giosuè, pregare che Dio togliesse la disciplina. Piuttosto, Giosuè doveva togliere il peccato dall'accampamento.

In questo, vediamo un importante principio. Quando abbiamo peccato nella nostra vita, quello che serve primariamente non è di metterci a pregare ma è, piuttosto, di togliere il peccato. Solo allora possiamo metterci a pregare Dio.

E, quindi, quando qualche credente sta peccando e, magari, qualcun altro vuole parlare con quel credente del suo peccato, rifiutarsi di ascoltare quello che l'altro ha da dire, dicendo che, piuttosto, preferisce pregare, per quanto potrebbe sembrare una scelta spirituale, in realtà, è, per quel credente un modo che egli usa per rifiutarsi di ascoltare. Spesso, questa è una forma subdola d’orgoglio. Quello che dovrebbe fare un tale credente è, piuttosto, ascoltare attentamente quello che l'altro ha da dire, perché ciò potrebbe aiutarlo a capire il suo peccato. Infatti, solo così facendo, un tale credente può abbandonare quel peccato e tornare a Dio. Allora, sarà pronto a pregare veramente a Dio.

Prenderò Tempo con Dio, Dio mi Guiderà

C'è un altro modo attraverso il quale le persone fingono di essere molto spirituali quando, in realtà, stanno camminando nella carne. Questo accade quando si verifica una situazione in cui non hanno camminato bene, ma non vogliono parlarne con altri. Piuttosto, dicono che vogliono prendere del tempo da sole per parlarne con Dio.

Certamente, come pratica, in genere è estremamente importante prendere del tempo da soli per stare alla presenza di Dio. Dovremmo prendere del tempo tutti giorni per stare da soli con Dio. Però, quando abbiamo peccato, spesso, non è assolutamente il caso di iniziare prendendo del tempo per stare da soli con Dio. Ciò perché Dio ha stabilito tutta un'altra via, vale a dire, quella dell'ammonizione e della riprensione. Cioè, quando pecchiamo, spesso, è perché siamo arrivati ad avere ragionamenti falsi. Ci siamo autoconvinti che un certo comportamento o una certa decisione va bene, quando, in realtà, va male.

A quel punto, non vediamo più la situazione alla luce delle verità di Dio. Anzi, molto spesso, non avevamo mai veramente visto tutti i principi di Dio che riguardano quella situazione. E, perciò, per curarci, lo Spirito Santo mette nel cuore di qualcun altro di venirci accanto per parlarci del nostro peccato e dei nostri ragionamenti sbagliati.

Certamente, nella carne, non vogliamo sentire queste cose. Questa è una reazione del nostro orgoglio. Perciò, quando qualcuno comincia a parlarci di qualcosa, nella nostra vita, che non va bene, una tendenza carnale è di non voler ascoltare quello che costui ha da dire. Però, vogliamo presentarci ad una tale persona come se fossimo spirituali e quindi, per evitare di dover ascoltare cose che non vogliamo sentire, diciamo qualcosa del tipo:"Senti, al momento, preferisco solo stare da solo con Dio. Possiamo parlare più avanti. Dio mi guiderà.".

Questa è una risposta carnale nella maggioranza delle volte e ciò perché Dio ha stabilito tutta un'altra via. Dio mette delle persone nella nostra vita per aiutarci a capire meglio le sue verità e come i nostri ragionamenti sono sbagliati. Per esempio, quando l'apostolo Paolo scrisse ai credenti di Roma, visto che stavano camminando bene, dichiarò che erano in grado anche di ammonirsi a vicenda. Questo ammonimento è estremamente importanti per capire dove abbiamo sbagliato. Voglio leggere questo versetto, versetto che troviamo in Romani 15:14:

“Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni d’ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri.” (Romani 15:14 LND)

Visto che questi credenti erano maturi, camminavano bene e conoscevano bene le verità di Dio, che è il senso di essere ripieni d'ogni conoscenza, Paolo dichiara che erano capaci ad ammonirsi gli uni gli altri.

Quindi, quando un credente, che cammina bene, viene nella tua vita e vuole parlarti di qualcosa che non va bene, rifiutarsi di ascoltarlo dicendogli che vuoi passare del tempo con Dio da solo, non è una reazione spirituale, ma, piuttosto, è una reazione carnale. Quello che serve è, prima di tutto, ascoltare quello che una persona ha da dire. Allora, con quell'aiuto, con quella spiegazione per aiutarti a capire meglio i tuoi ragionamenti sbagliati, sarai in grado di passare del tempo, da solo, con Dio per mettere la situazione davanti a Lui.

Però, visto che hai scelto tu di camminare in un modo sbagliato, non devi avere l'orgoglio di pensare che sei in grado di capire per conto tuo, tutto quello che, prima, non avevi capito. Hai bisogno, piuttosto, di umiliarti per ascoltare quello che l'altro ha da dirti. Poi, hai bisogno di metterti davanti a Dio per riconoscere più a fondo il tuo orgoglio e, successivamente, di capire quello che deve cambiare nella tua vita per tornare a camminare in ubbidienza a Dio e nella luce.

Perciò, quando qualcuno non vuole isolarsi con te perché dice che vuole passare del tempo solo con Dio, è importante riconoscere che, molto spesso, questa non è una posizione spirituale, ma è, piuttosto, una posizione carnale.

Dio Mi Guiderà

C'è una variazione di questo tipo di comportamento che sembra spirituale ma che, in realtà, è quasi sempre molto carnale. Questa si mette in atto quando una persona non vuole ascoltare l'insegnamento o i consigli e, per giustificarsi, dichiara: "Dio mi guiderà".

Fratelli e sorelle, è importante riconoscere che questa è una dichiarazione carnale e che proviene dall’orgoglio. Certamente, Dio guida, ma come guida? Dio non guida come vogliamo noi, Dio non ci guida in modo mistico, mettendoci in testa quello che dobbiamo fare. Dio ci guida tramite i mezzi che Dio stesso ha stabilito. Quando noi rifiutiamo i mezzi che Dio ha stabilito, non dobbiamo credere che Dio ci guiderà attraverso qualche mezzo che abbiamo scelto noi. Dio è geloso della Sua gloria e, se noi disprezziamo i mezzi che Egli ci ha dato, non ci darà altri mezzi.

Allora, com'è che Dio guida? Dio ci guida principalmente tramite la sua Parola.

E, molto spesso, per non dire solitamente, soprattutto quando abbiamo peccato, Dio si serve di altre persone per farci capire il nostro peccato e le verità che non avevamo visto.

Cioè, quando abbiamo peccato, abbiamo bisogno degli altri nella nostra vita. Abbiamo bisogno di ascoltare quello che altri credenti hanno da dire, perché così possono aiutarci a capire come e dove abbiamo peccato. Possono aiutarci a capire i nostri ragionamenti sbagliati. Possono aiutarci a capire come siamo arrivati a quel punto.

Pensateci con me. Solitamente, quando arriviamo nel peccato, soprattutto un peccato che riguarda una decisione o un comportamento, ciò avviene perché abbiamo nutrito per molto tempo dei ragionamenti sbagliati e non abbiamo capito o visto perché un certo comportamento andava contro i principi di Dio.

Allora, se mi chiudo da solo nella mia camera pregando Dio, se non avevo visto prima un qualcosa di peccaminoso, non avviene certo che Dio mi mostrerà in modo mistico quel qualcosa in quel momento. Piuttosto, solitamente, Dio si serve d'altri credenti che possano venirmi accanto per aiutarmi a vedere quello che io non avevo visto.

Però, nel nostro orgoglio, spesso non vogliamo ascoltare gli altri. E quindi, per nascondere il peccato e sembrare spirituali, diciamo che vogliamo solo passare del tempo con Dio in preghiera e che Dio ci guiderà.

Questo potrebbe andare bene se io ho già capito benissimo il mio peccato quando l'ho commesso. Cioè, pregare può essere un modo per confessare il mio peccato, quando io ho già visto il mio peccato da solo, prima di averlo commesso. A quel punto, l'ho commesso, pienamente cosciente che stavo peccando. Certamente, in quel caso, il mio tempo da solo non è per avere guida da Dio, perché Dio mi aveva già guidato, prima che avevo peccato. In un certo senso, non ho bisogno di Lui, ma ho bisogno solo di ravvedermi.

Invece, se io non avevo riconosciuto il mio peccato, allora, ho bisogno di guide, ma, solitamente, Dio mi dà quella guida tramite altre persone che mi aiutano a capire ciò che devo capire dalla Parola di Dio e mostrandomi i miei ragionamenti sbagliati, dove ho sbagliato e qual è la via giusta secondo il consiglio di Dio.

Quindi, quando ho camminato in un certo modo senza riconoscere che quel modo è peccaminoso, solitamente è molto carnale, da parte mia, rifiutare di ascoltare chi vuole aiutarmi a vedere il mio peccato, dicendo che mi metterò da solo in preghiera davanti a Dio e che Egli mi guiderà. È importante riconoscere che questo comportamento non è spirituale, ma viene dalla carne.

Piuttosto, quando abbiamo preso una decisione sbagliata, può esserci molto utile quello che ci può dire un credente più maturo che conosce bene la Parola di Dio e sa applicarla alla vita. Questo è uno dei mezzi più normali che Dio usa per darci guida. Non scartiamo un mezzo che viene da Dio!

Vi ho già letto Romani 15:14, in cui Paolo parlava del fatto che quei credenti, ben fondati nella Parola di Dio e con un buon cammino, erano capaci ad ammonirsi gli uni gli altri. Ci sono tanti altri brani che parlano di questo. Per esempio, Colossesi 3:16 afferma che:

“La parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia nei vostri cuori al Signore.” (Colossesi 3:16 LND).

In 1Tessalonicesi 5:14, leggiamo:

“Ora, fratelli, vi esortiamo ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli e ad essere pazienti verso tutti.” (1Tessalonicesi 5:14 LND).

I disordinati sono coloro che camminano male in qualche campo della vita. Costoro hanno bisogno di essere ammoniti. Se uno dice che non vuole ascoltare, perché cercherà per conto suo la guida di Dio, costui assume una posizione di orgoglio, anziché una posizione di spiritualità.

Non sono Pronto

Brevemente, vorrei menzionare un altro ragionamento veramente terribile che viene spesso usato per scusare il proprio peccato. Ho sentito varie volte, negli anni, una dichiarazione così terribile che mi ha fatto stare molto male, una dichiarazione che va totalmente contro quello che Dio c'insegna nella Bibbia. Tale affermazione viene pronunciata da un individuo quando gli viene spiegato il suo peccato, ma non vuole veramente abbandonarlo; allora, costui dice qualcosa del genere: "So che è peccato, ma non sono pronto a lasciarlo ancora!".

Fratelli e sorelle, chi dice questo mette veramente in dubbio il fatto stesso di essere salvato. In Luca 6:46, Gesù dichiara:

“Ora, perché mi chiamate, Signore, Signore, e non fate quello che dico?” (Luca 6:46 LND)

In altre parole, Gesù sta dicendo che, chi non fa quello che Egli comanda, non ha Cristo come Signore.

L'epistola di 1Giovanni è ripiena di versetti che dimostrano che, chi non cammina in ubbidienza, non è veramente salvato. Per esempio, in 1Giovanni 2:3-5, leggiamo:

“3 E da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice: "Io l’ho conosciuto," e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. 5 Ma chi osserva la sua parola, l’amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui.” (1Giovanni 2:3-5 LND)

Leggo anche 1Giovanni 3:6-9:

“Chiunque dimora in lui non pecca: chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto. 7 Figlioletti, nessuno vi seduca: chi pratica la giustizia è giusto, come egli è giusto, 8 Chiunque commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca dal principio; per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. 9 Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché il seme di Dio dimora in lui e non può peccare perché è nato da Dio.” (1Giovanni 3:7-9 LND)

In realtà, ci sono tanti altri versetti simili, ma il punto di essi è chiaro. Chi dice che non è pronto ad obbedire ad un comandamento, rivela di non essere salvato. Cioè, in base a questo chiaro insegnamento, un vero credente non può pronunciare una affermazione del genere. L'ubbidienza non è facoltativa per un vero credente. Quindi, se qualcuno dice che sa che un certo comportamento è sbagliato, ma non è ancora pronto ad abbandonarlo, non c'è alcun vero frutto che costui è veramente salvato. E, quando una persona così, dichiara, con grande forza, di sapere di essere un figlio di Dio, si sta basando sulla carne e non sulla verità di Dio.

Conclusione

Ci sarebbero tanti altri esempi che potremmo citare, ma il mio desiderio è che possiamo riconoscere, prima di tutto in noi stessi e poi anche gli uni negli altri, quando un ragionamento o una dichiarazione è falsa.

Spesso, quando uno non sta camminando con Dio, nel suo orgoglio, non vuole ammetterlo e dichiara tante cose che sembrano spirituali, ma, in realtà, sono modi per nascondere il peccato e per non umiliarsi. È importante che riconosciamo questo punto come dicevo e prego che ognuno di noi possa riconoscere tutto ciò nella propria vita. Dobbiamo sempre valutare se la nostra posizione è veramente una posizione biblica.

Ed è molto importante riconoscere questo pure gli uni negli altri. Se una persona si sta comportando così, è un atto d'amore, per me, riconoscere questo per non incoraggiare quella persona ad andare avanti in quel falso e pericoloso ragionamento.

La mia preghiera è che possiamo camminare umilmente, non rifiutando l'aiuto che Dio ci dà per aiutarci a vedere e abbandonare i nostri peccati. Umiliamoci davanti a Dio e accettiamo la riprensione e l'ammonimento di cui abbiamo bisogno. Così, possiamo camminare veramente in santità, per avere la preziosa comunione con Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore.