Aiuto Biblico

Non tutti i "credenti" sono salvati

Descrizione: Molti di coloro che chiamiamo credenti non sono salvati. Dobbiamo esaminarci, in base alla Parola di Dio. Solo chi cammina in ubbidienza è salvato.
sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 1 settembre 2018, – cmd si –
parole chiavi: salvezza, ubbidienza, falsi credenti, non salvati, giudizio, confessare il peccato

Audio:

Quello in cui tu credi, il modo in cui tu vedi la vita cristiana, viene veramente dalla Bibbia, o è frutto del tuo ragionamento, o di quello di qualcun altro?

A ciascuno chiedo: tu sai se quello in cui credi è vero? È così secondo Dio? Oppure, ti basi sul TUO intendimento?

In Proverbi 3:5 leggiamo:

“Confida nell’Eterno con tutto il tuo cuore e non appoggiarti sul tuo intendimento;” (Proverbi 3:5 LND)

È stoltezza quando confidiamo nel nostro intendimento. Da giovane, io credevo nei miei ragionamenti, ma grazie a Dio, Egli mi ha mostrato il mio peccato. Dobbiamo fondare i nostri pensieri sulla verità di Dio.

Chi è veramente salvato?

Fra tutti gli argomenti che ci sono da valutare, il più importante in assoluto è: chi è veramente salvato?

Basta che una persona dica di credere in Gesù Cristo come Signore e Salvatore? É così che sappiamo che è salvata? Deve comportarsi in un certo modo? Oppure basta che creda?

In tanti anni ho sentito molte persone dire che quando arriveremo in cielo saremo sorpresi nel trovarci alcune persone che non avremmo mai pensato di trovarci. Cioè, quello che molto spesso si dice, quello che tanti presumono, è che ci sono tante persone salvate che noi pensiamo invece che non lo siano.

In altre parole, tanti presumono che ci sono più persone salvate di quello che sembra. Presumono che tanti di quelli che sembrano non essere salvati, in realtà lo sono, perché nei loro cuori credono in Gesù Cristo. Io ho sentito questo tante, tante volte. E per anni, mi è sembrato corretto. La grazia di Dio è immensa, Dio salva dei terribili peccatori.

Ma poi, ho voluto esaminare se questa convinzione fosse veramente fondata sulla Bibbia. È ciò in cui tanti credono, ma è veramente questo che è insegnato nella Bibbia? Troviamo nella Bibbia che ci sono persone che non sembrano credenti, ma che in realtà sono credenti?

Consideriamo questo pensiero. Si presume che se una persona crede veramente in Gesù Cristo sia salvata, anche se il suo modo di parlare, di comportarsi e le sue scelte di vita non sono conformi alla vita cristiana. Secondo questo pensiero, dentro il cuore di questa persona c’è fede in Gesù e perciò è veramente salvata, nonostante abbia una vita di peccato.

In altri termini, questo pensiero presume che uno può essere salvato se crede veramente nel suo cuore, anche se quella fede non produce una vita trasformata. Solitamente, insieme a questo pensiero c'è anche il pensiero che non bisogna giudicare gli altri.

È essenziale che esaminiamo questo pensiero alla luce di quello che insegna la Bibbia. Solo perché un pensiero sembra giusto a noi non vuol dire che sia vero. Quindi, che cosa dichiara Dio su questo argomento, nella Bibbia?

In realtà, la Bibbia dice molto su questo argomento, e lo dice in modo molto chiaro. Guardiamo alcuni brani che ne parlano.

Inizio con Matteo 7:21, brano in cui Gesù fa una dichiarazione estremamente importante che riguarda questo discorso. Ve lo leggo.

“21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 7:21)

Questa è una dichiarazione importantissima e pesante. Gesù dichiara che non è detto che chi dice di credere in Gesù Cristo sia un vero credente, ma lo è chi ha una vita di ubbidienza. Solo quelle persone entreranno nel regno di Dio. Cioè, Gesù sta dichiarando in modo categorico che chi dice di essere salvato ma non ha una vita di ubbidienza a Dio non andrà in cielo. In altre parole, quella persona andrà nel lago di fuoco per essere tormentata. Gesù continua questo discorso nei versetti 22 e 23. Leggo.

“22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?" 23 E allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità".” (Matteo 7:22-23 LND)

Notate che molti si presenteranno a Cristo convinti di essere salvati, avendo fatto anche grandi opere nel nome di Cristo, ma Gesù dichiarerà di non averli mai conosciuti.

Notate che Gesù non dice che hanno perso la salvezza. Dice che nonostante si stiano presentando come salvati, essi non lo sono mai stati. Gesù non li ha mai riconosciuti come suoi. Molto spesso, se una persona che si presume sia salvata, abbandona la vita cristiana, si pensa che abbia perso la salvezza. In realtà, in un caso del genere, questo rivela che non è mai stata veramente salvata.

Luca 13: molti saranno chiusi fuori

Se andiamo avanti, fino a Luca 13:22-28, Gesù esorta le persone a sforzarsi di entrare nel regno di Dio. Notate che anche qui, molti di coloro che si definiscono credenti, seguaci di Gesù, non sono salvati. Leggo .

“22 Ed egli andava in giro per città e villaggi insegnando, e intanto si avvicinava a Gerusalemme. 23 Or un tale gli chiese: "Signore, sono pochi coloro che si salvano?". Egli disse loro: 24 "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. 25 Una volta che il padrone di casa si è alzato ed ha chiuso la porta, voi allora, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: Signore, Signore, aprici ma egli, rispondendo, vi dirà: "Io non so da dove venite". 26 Allora comincerete a dire: "Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze". 27 Ma egli dirà: "Io vi dico che non so da dove venite, via da me voi tutti operatori d’iniquità 28 Lì sarà pianto e stridor di denti, quando vedrete Abrahamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, mentre voi ne sarete cacciati fuori.” (Luca 13:22-28 LND)

La dichiarazione di Cristo è chiara. Ci saranno molte persone che vorranno entrare in cielo e saranno respinte. Queste persone diranno di aver creduto in Gesù, diranno di aver ascoltato il Suo insegnamento, e aver mangiato con Lui, il che significa avere comunione con Cristo. Quindi, queste persone dicono di essere credenti. Ma saranno respinte in cielo, e mandate al tormento eterno.

Quindi, vediamo ancora che molti di coloro che si considerano cristiani non sono veramente salvati.

Non dobbiamo dare per scontato di essere salvati. 1Giovanni è stata scritta proprio per aiutarci a valutare se siamo veramente salvati o no. Vi consiglio di leggerla tutta con attenzione. Leggo 2Giovanni 2:3-5. In questa epistola, si usa il termine “conoscere Cristo” per descrivere la condizione di essere veramente salvati. Notate che ci saranno coloro che diranno di essere credenti, ma non lo sono veramente. Il metro per determinare chi è un vero credente è una vita di ubbidienza, come Gesù dichiara in Matteo 7. Leggo.

“3 E da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice: "Io l’ho conosciuto," e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. 5 Ma chi osserva la sua parola, l’amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui.” (1Giovanni 2:3-5 LND)

Sappiamo di aver veramente conosciuto Gesù Cristo, ovvero, sappiamo di essere veramente salvati, se abbiamo una vita di ubbidienza ai comandamenti, ovvero, una vita di santità. Senza questo, non possiamo dire di essere salvati.

Chi dice di conoscere Cristo, ovvero, chi dice di essere salvato, ma non osserva i comandamenti, è un bugiardo, e la verità non è in lui.

Troviamo lo stesso insegnamento più volte in 1Giovanni. Troviamo questo insegnamento anche in Giacomo 2, in cui si spiega che la vera fede, la fede che salva, produce sempre opere.

“14 A che giova, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? 15 Or, se un fratello o una sorella sono nudi e mancano del cibo quotidiano, 16 e qualcuno di voi dice loro: "Andatevene in pace, scaldatevi e saziatevi," ma non date loro le cose di cui hanno bisogno per il corpo, a che giova? 17 Così è pure della fede; se non ha le opere, per se stessa è morta.” (Giacomo 2:14-17 LND)

Questo brano dichiara, in modo molto categorico, che la vera fede produce sempre opere della fede. Se non ci sono le opere della fede, quella fede è una fede morta, che non salva.

Guardiamo ancora un brano, Ebrei 12:14. Questo brano dice che cosa ci deve essere per poter dire di essere salvati. Leggo.

“Procacciate la pace con tutti – e la santificazione, senza la quale – nessuno vedrà il Signore,” (Ebrei 12:14 LND)

Nella Bibbia, vedere il Signore è un altro modo per descrivere la vera salvezza. Chi è salvato vedrà il Signore. Chi non è salvato non vedrà il Signore.

Quindi, in questo brano, Dio ci dichiara che chi è senza la santificazione non vedrà il Signore, ovvero, non sarà salvato.

Quindi, se uno dice di essere salvato, ma non cresce nella santificazione, inganna se stesso. Serve la santificazione in ogni campo della vita

Questo non vuol dire che non pecchiamo più. In 1Giovanni, leggiamo che cadiamo nel peccato. Però, è chiaro da 1Giovanni che un vero credente non vive più nel peccato. Confessa i suoi peccati, li abbandona.

Se chi dichiara di essere un credente non confessa certi peccati, la chiara evidenza che tutti questi brani ci mostrano è che non si può presumere che sia veramente salvato, per quanto possa essere attivo in chiesa e vivere da credente in certi aspetti della vita.

Allora, è salvato chi non cammina bene?

Allora, alla luce di questi brani, e ce ne sono altri simili, torniamo adesso a quel modo tanto comune di pensare che abbiamo considerato all’inizio.

È biblica la posizione secondo la quale ci saranno persone salvate che non sembrano salvate da come vivono? È biblico il pensiero che saremo sorpresi in cielo, vedendo là persone che non immaginavamo salvate da come vivevano sulla terra?

La risposta è “NO”. Questo non è un pensiero biblico. Anzi, è proprio il contrario di quello che la Bibbia insegna.

La Bibbia insegna che ci saranno molti che si definiscono credenti, che possono anche essere attivi nelle chiese, che possono conoscere bene la Bibbia, magari che amano parlare di Dio, ma, che non sono veramente salvati.

Nella Bibbia, non troviamo alcuna indicazione di persone che non sembrano salvate e che invece sono salvate. Piuttosto troviamo molti chiari insegnamenti secondo i quali ci saranno molti che si dichiarano salvati per fede, ma che non sono veramente salvati.

In 1Giovanni 2:18,19, leggiamo che ci saranno persone nelle chiese che si presentano come credenti ma che non sono veramente salvate. Leggo.

“18 Fanciulli, è l’ultima ora. E, come avete udito, l’anticristo deve venire, e fin da ora sono sorti molti anticristi; da questo conosciamo che è l’ultima ora. 19 Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri.” (1Giovanni 2:18-19 LND)

Notate che tra i non salvati ci saranno alcuni che sono in mezzo a noi, che sembrano essere dei nostri. Persone che si trovano in mezzo ai veri credenti, che sembrano essere veri credenti. Però poi, ad un certo punto, che può essere anche dopo anni, escono. Solo allora diventa chiaro che in realtà, non erano dei nostri, ovvero, che non erano veramente salvati. Di nuovo, ci sono coloro che sembrano salvati che non sono salvati.

Mettiamo insieme tutto questo

Mettendo insieme tutto questo, è chiaro che molti che si dicono credenti, persone che dicono che Gesù Cristo è il loro Signore, non sono veramente salvati.

Invece, SOLO coloro che ubbidiscono ai comandamenti di Dio saranno salvati. La salvezza non arriva per mezzo dell’ubbidienza, ma per mezzo della FEDE. Però, la vera salvezza PRODUCE sempre una vita di ubbidienza. Se non c’è una vita di ubbidienza, non c’è vera salvezza. Una vita di ubbidienza produce santità, senza la quale non c’è la salvezza. La vera salvezza produce anche buone opere.

Nessuno deve credersi salvato, se non c’è questo chiaro frutto. E, non dobbiamo incoraggiare qualcuno a credersi salvato, se non ha questo frutto.

La necessità di esaminarci

Dio ci comanda di esaminarci, per vedere se siamo veramente salvati. Il METRO che dobbiamo usare per misurarci sono le verità che abbiamo visto oggi. Leggo 2Corinzi 13.

“Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi stessi che Gesù Cristo è in voi? A meno che non siate riprovati.” (2Corinzi 13:5 LND)

Ogni persona che si considera salvata deve esaminare la proprio vita, in base al metro biblico, che abbiamo visto oggi.

Non dobbiamo solo presumere di essere salvati perché ad un certo punto nella vita abbiamo detto di credere, o abbiamo fatto una professione di fede. La vera salvezza produce una vita trasformata, una vita di santità, una vita diversa da prima.

Esempi

Nonostante la Bibbia sia chiara su questo discorso, tante persone che si presentano come credenti rifiutano di ubbidire a certi comandamenti di Dio. Certamente, non ammettono che stanno rifiutando di ubbidire. Trovano sempre qualche scusa, qualche giustificazione. In realtà essi rifiutano di ubbidire ai comandamenti di Dio. In quella condizione, il frutto della loro vita è che essi non sono salvati. Gesù dichiara che non è chi DICE di essere salvato che è salvato, ma chi ubbidisce ai Suoi comandamenti.

Vi racconto alcuni esempi che ho visto negli anni, di peccati in cui persone che dicono di essere credenti continuano a camminare.

Per esempio, vi leggo un brano che conosciamo bene, 1Corinzi 6:9,10.

“9 Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, 10 né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio.” (1Corinzi 6:9-10 LND)

Questo brano è categorico. Chi vive in uno di questi peccati non andrà in cielo. Non ci sono scuse, non ci sono eccezioni, non ci sono giustificazioni.

Per esempio, nessun fornicatore o adultero andrà in cielo. Negli anni, ho parlato con persone che erano dei fornicatori, o degli adulteri, però, si giustificavano. Più volte ho sentito giovani coppie dire che, visto che si amavano, andava bene per loro avere un rapporto che Dio riserva solamente per il matrimonio. La loro giustificazione non cambia il fatto che Dio dichiara che essi non andranno in cielo.

È molto triste, ma ho anche parlato con persone che commettevano adulterio, e che si giustificavano. C’è chi ha detto di aver sposato la persona sbagliata. Qualcun altro ha detto di non amare più il proprio coniuge, così si sente libero di soddisfare il desiderio di trovare qualcuno da amare. C'è chi dice che la moglie non gli basta. Di nuovo, ognuno può ragionare come vuole, ma ciò non cambia quello che Dio dichiara, che nessun adultero erediterà il regno di Dio.

Questo brano parla anche di idolatri. Ci sono persone attaccate alla cosiddetta Madonna, o a qualche santo. Si giustificano, dicendo che quell'idolo li aiuta ad arrivare a Gesù Cristo. Ma il fatto è che Dio dichiara che c'è un solo mediatore fra Dio e gli uomini, che è Gesù Cristo. Perciò, inventare un mediatore nostro è ribellione contro Dio, ed è idolatria. Nessun idolatra erediterà il regno di Dio.

Il brano menziona i ladri. In Romani 13, Dio ci comanda in modo categorico di pagare i tributi, ovvero le tasse, le imposte, e di onorare coloro che hanno autorità sopra di noi. Chi non ubbidisce, non andrà in cielo. Eppure, tante persone che si definiscono credenti disubbidiscono a questo comandamento, e così rubano allo stato. Che terribile sorpresa al giorno di giudizio.

Mentire

Vi leggo un altro brano simile, Apocalisse 21:7,8, che parla di un altro peccato che è molto comune nella nostra società: la menzogna. Per il mondo, mentire non è un problema. E ho conosciuto varie persone che si definiscono credenti, talvolta persone molto attive nelle loro chiese, che sostenevano che quando è necessario, secondo il loro giudizio, va bene mentire. Magari non usano la parola “mentire”, giustificandosi dicendo che stanno solo esagerando. Oppure, nascondono certe fatti per far credere una cosa diversa dalla verità, senza mentire in modo diretto. Forse, per loro, quello non è mentire. Ma, è mentire, perché è far credere appositamente quello che non è vero. E la Bibbia dichiara che tutti i bugiardi saranno mandati al lago di fuoco. Leggo.

“7 Chi vince erediterà tutte le cose, e io sarò per lui Dio ed egli sarà per me figlio. 8 Ma per i codardi, gl’increduli, gl’immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda".” (Apocalisse 21:7-8 LND)

Il fatto che uno che si definisce credente abbia le sue scuse non cambia la realtà: tutti i bugiardi vengono mandati al tormento eterno.

Carissimi, non dobbiamo credere ai nostri ragionamenti. Se noi abbiamo ragionamenti che giustificano il peccato, credendo che sia possibile essere veramente salvati pur avendo questi o altri peccati nella vita dobbiamo capire che questo pensiero non viene da Dio. È un pensiero falso, che porta alla morte eterna.

Non confessare il peccato agli altri

Voglio menzionare un altro peccato che si trova spesso in persone che si definiscono credenti. Ho già parlato di questo ultimamente. Continuare a rifiutare di ubbidire ai comandamenti di Dio vuol dire non essere veramente salvati.

Parlo del peccato di non confessare i nostri peccati gli uni agli altri. Dio ci comanda di confessare i nostri peccati gli uni agli altri. Per esempio, in Giacomo 5:16 troviamo il comandamento:

“Confessate i vostri falli gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinché siate guariti; molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia.” (Giacomo 5:16 LND)

Questo non è un suggerimento, è un comandamento di Dio, che troviamo in tanti brani, in forme diverse. Per esempio, chiedere perdono comprende, necessariamente, confessare il peccato all’altra persona. Questo fa parte del comandamento di Gesù in Luca 17:3,4.

“3 State attenti a voi stessi! Se tuo fratello pecca contro di te, riprendilo; e se si pente, perdonagli. 4 E se anche peccasse sette volte al giorno contro di te, e sette volte al giorno ritorna a te, dicendo: "Mi pento," perdonagli".” (Luca 17:3-4 LND)

In questo brano, Gesù sta insegnando che il fratello che aveva peccato deve andare a colui contro il quale aveva peccato, chiedendo perdono. Poi, l’altra persona deve perdonarlo. Qui, è implicito che se colui che ha peccato non viene a chiedere perdono, non viene perdonato. Questo è uguale nel nostro rapporto con Dio, perché leggiamo che se confessiamo i nostri peccati, Dio è fedele da perdonarci. Quello che è implicito in quel versetto è che dobbiamo chiedere perdono gli uni agli altri, per poter essere perdonati.

Un brano parallelo è l'insegnamento di Gesù in Matteo 18:15-17. Si tratta di quando uno pecca contro un altro. Come in Luca 17, il secondo va dal primo per riprenderlo, affinché il primo si umili e confessi il peccato all’altro. Seguite mentre leggo.

“15 "Ora, se il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello; 16 ma se non ti ascolta, prendi con te ancora uno o due persone, affinché ogni parola sia confermata per la bocca di due o tre testimoni. 17 Se poi rifiuta di ascoltarli, dillo alla chiesa; e se rifiuta anche di ascoltare la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano.” (Matteo 18:15-17 LND)

Il peccato rovina un rapporto, finché chi ha peccato non confessa all’altro e ne chiede perdono. Quindi, chi subisce il peccato, volendo salvare il rapporto, va dal fratello, cercando di convincerlo del suo peccato. Se egli non ascolta, porta dei testimoni. Se non ascolta nemmeno loro, tutta la chiesa cerca di convincerlo a riconoscere e confessare il suo peccato. Se egli rifiuta, non viene più considerato un credente. Ed è giusto non considerarlo un credente, perché non sta ubbidendo al comandamento di Dio di confessare il peccato ai fratelli. E perciò, non può dire che Gesù Cristo è il Suo Signore.

Matteo 5: l’offerta a Dio

Guardiamo un ulteriore brano che riguarda questo argomento. Se noi non confessiamo i nostri peccati agli altri, il nostro rapporto con Dio è ostacolato. Leggo le parole di Gesù Cristo in Matteo 5:23-26.

“23 Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, 24 lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta. 25 Fa’ presto un accordo amichevole con il tuo avversario, mentre sei sulla via con lui, che talora il tuo avversario non ti dia in mano del giudice e il giudice ti consegni alla guardia e tu sia messo prigione 26 In verità ti dico, che non uscirai di là finché tu non abbia pagato a l’ultimo centesimo.” (Matteo 5:23-26 LND)

Il senso di questo brano è chiaro ed è forte. Quando Gesù parla di un fratello che ha qualcosa contro di te, è un modo per dire che tu hai peccato contro quel fratello. Allora, il senso del discorso di Gesù è chiaro. Finché tu non vai da tuo fratello per chiedergli perdono per il tuo peccato contro di lui, Dio non accetta la tua offerta. La tua adorazione, le tue preghiere, le tue buone opere, non vengono accettate da Dio se tu non hai confessato il tuo peccato al fratello contro il quale hai peccato.

Non possiamo giustificare il rifiuto di confessare i nostri peccati agli altri, come non ci sono giustificazioni che ci permettono di mentire.

Se qualcuno dice di essere un vero credente ma non confessa i suoi peccati alle persone contro le quali ha peccato, se questo è il suo modo di vivere, allora quella persona non è veramente salvata. Questa non è un'opinione mia, questo è quello che dichiara Gesù Cristo quando dice che solo coloro che ubbidiscono ai suoi comandamenti entreranno in cielo.

Quindi, è assolutamente necessario per ogni vero credente confessare i suoi peccati agli altri. Anche questo è frutto della vera salvezza.

Non ci sono scuse o giustificazioni

Noi abbiamo elencato solo alcuni esempi di peccati. Se si tratta dell'adulterio, se si tratta del non pagare le tasse, se si tratta di non confessare un peccato, se si tratta di mentire, il principio è sempre lo stesso. Se un credente rifiuta di ubbidire ad un comandamento di Dio, non può più dire di essere veramente salvato.

Ci sono persone che dicono che è più facile per altri credenti ubbidire ad un certo comandamento che per loro, giustificando così la propria disubbidienza. Ma dire che altri riescono più facilmente, è dichiarare che Dio è un bugiardo. Ascoltate 1Giovanni 5:3:

“Questo infatti è l'amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1Giovanni 5:3)

I comandamenti di Dio non sono gravosi per un vero credente. Inoltre, in 1Corinzi 10:13 leggiamo:

“Nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere.” (1Corinzi 10:13 LND)

Dio non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze. Quindi, se una persona è un vero credente, per quanto possa sembrare difficile chiedere perdono, non sarà impossibile grazie alla forza che Dio ci dà. Se una persona insiste nel dire che non riesce a chiedere perdono, e se questo è vero, rivela di non essere veramente nato di nuovo. Un vero credente può chiedere perdono agli altri, e chiederà perdono agli altri.

Che terribile offesa contro Dio quando una persona che si dichiara credente giustifica il proprio peccato. Ho sentito tante persone dire che non riescono a pagare le tasse, nonostante ciò sia comandato da Dio. Ho sentito persone dire che non riescono a non mentire in certe situazioni, anche se è vietato da Dio. Ho sentito persone dire che non riescono a fare a meno di commettere certi peccati sessuali, anche se è vietato da Dio. Ho sentito persone dire che non riescono a chiedere perdono agli altri, anche se è comandato da Dio.

In tutti questi casi, e tanti altri, la realtà è che queste persone, se continuano su quella strada, dimostrano di non essere veramente salvate.

La Grazia di Dio: il perdono

Questi brani sono categorici. Chi continua a camminare in qualsiasi peccato non è salvato. Però, per chi si ravvede di cuore, c’è il perdono. Ravvedersi comprende abbandonare il peccato, e non camminare più nella disubbidienza. Chi fa questo, viene perdonato e lavato. Seguite mentre leggo 1Corinzi 6:11, che segue quel brano che parla di tanti tipi di peccatori.

“Or tali eravate già alcuni di voi; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio.” (1Co 6:11 LND)

Gesù è venuto per salvare peccatori. Se una persona pecca in uno di questi modi, e si ravvede, il che vuol dire che abbandona il suo peccato e si aggrappa a Gesù Cristo, viene perdonata, viene lavata, viene santificata e giustificata, e non è più quello di prima. Per esempio, se uno era un fornicatore, confessa il suo peccato, si ravvede, e abbandona il suo peccato, non è più un fornicatore. Perciò, può andare in cielo.

È fondamentale capire che chiedere perdono non vuol dire chiedere perdono ma continuare nel peccato. Vuol dire abbandonare il peccato. Il vero ravvedimento non è solo una questione di parole, ma un cambiamento di cuore e di comportamento.

E quindi, se tu riconosci che tu non stai ubbidendo a Dio in qualche campo, forse uno dei peccati che ho menzionato oggi, o forse in un altro peccato, non deve disperarti e accettare semplicemente di non essere salvato. Gesù Cristo è venuto per salvare i peccatori.

Certamente, devi capire che se tu continui a vivere così, in base al chiaro insegnamento della Bibbia, per quanto tu puoi dichiarare di essere un credente, tu non sei salvato, e non andrai in cielo. Infatti, è per questo che Gesù dichiara che molti, e voglio ripetere la parola molti, lo chiamano Signore Signore, ma non entreranno in cielo, perché non ubbidiscono ai comandamenti di Dio.

Però, per la grazia e misericordia di Dio, sei tu ti trovi in queste condizioni, e tu ti umili davanti a Dio, e confessi veramente il tuo peccato, che comprende abbandonare il peccato, allora, tu sarai perdonato e salvato.

Confessare il peccato vuol dire cambiare direzione. Se tu mentivi, devi iniziare a dire la verità. Se tu sei in un rapporto impuro, devi abbandonare ogni impurità. Se tu non stavi pagando le tasse, deve iniziare a pagare tutte le tasse. Se tu non stavi confessando i tuoi peccati agli altri, tu devi confessare i tuoi peccati. Non siamo veramente ravveduti finché non cambiamo direzione.

Ogni nostro peccato è gravissimo, ma la grazia di Dio in Gesù Cristo è ancora più grande. In Cristo, c’è vero perdono, per chi veramente si ravvede, cambia direzione, e confessa il suo peccato.

Per chi non è salvato

Una parola per chi non si dichiara un credente. Certamente, se tu non sei un credente, e non dichiari di essere un credente, sei sulla via della perdizione. Senza il ravvedimento, senza un cambio di direzione nella vita, hai davanti a te il giudizio e la condanna eterna. Però, il sacrificio di Gesù è tale che anche tu puoi essere salvato, SE ti ravvedi e credi in Gesù Cristo. Dio ama salvare. Quindi, oggi è il giorno della salvezza. Ravvediti, umiliati davanti a Dio, confessa di tuoi peccati, e credi in Gesù Cristo come Signore e Salvatore, e tu sarai salvato.

Allora

Parlo di nuovo a chi tra di voi si dichiari credente. Non prendere con leggerezza la tua salvezza. Non innalzarti con orgoglio, rifiutando di esaminare la vera condizione del tuo cuore. Se c’è un campo nella tua vita in cui non ubbidisci a Dio, riconosci la gravità di questo, riconosci che se vai avanti così, la Bibbia dichiara che non sei salvato. Getta via ogni scusa e giustificazione. Umiliati davanti a Dio, e se serve, davanti agli uomini. Guarda a Gesù Cristo per la salvezza. In Gesù Cristo c’è perdono, se ci umiliamo di cuore.

Oh grazie a Dio per un Salvatore così, capace di salvare dei peccatori come noi. Grazie a Dio per Gesù Cristo.

Esaminati, con cuore umile.