Aiuto Biblico

Gioia nel dolore e nelle sofferenze

sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 21 marzo 2021, – cmd es –
Descrizione: Come avere gioia e pace nel dolore e nelle sofferenze, ricordando le verità di Dio, ringraziando.
parole chiavi:sofferenza, dolore, pace, gioia, ringraziamento

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Saresti d’accordo se dicessi che di natura, vogliamo stare bene e vogliamo avere gioia e pace?

Certo. Questo è normale, anzi, è naturale. Certamente vogliamo stare bene, con meno problemi e meno sofferenza possibile. Quando le cose vanno bene, spesso riusciamo ad avere un certo livello di gioia e pace.

Voglio parlare di come possiamo avere la gioia e la pace quando le cose NON vanno bene, ma piuttosto, quando abbiamo grandi sofferenze o dolore. Cioè, già in sé avere gioia non è sempre facile, con tutti i problemi della vita. Ma come possiamo avere gioia quando abbiamo grandi sofferenze? Possono essere sofferenze fisiche, per esempio, dolore terribile. Possiamo avere un cuore afflitto, quando qualcuno ci ferisce molto. Possono essere dolori e sofferenze di vari tipi. La vita porta grandissime sofferenze. Quello che voglio considerare è come possiamo avere gioia quando soffriamo o abbiamo tanto dolore.

Ascoltate bene, perché alla fine di questo sermone, voglio menzionare qualcosa che può darci gioia anche in mezzo al dolore più profondo. Quindi, state attenti a notare la chiave per avere gioia e pace quando soffriamo.

Serena ed io conosciamo tantissime persone. Abbiamo conosciuto varie persone con condizioni che provocano tanti dolori fisici, a volte costanti e che durano anni. Come può una persona il cui corpo è pieno di dolore avere gioia e pace?

Conosciamo anche tante persone con situazioni che spezzano il cuore. Come può una persona che sta vivendo una situazione terribile avere gioia e pace?

Voglio condividere dei principi biblici importanti che possano esserci di grande aiuto quando abbiamo grandi sofferenze. Questi principi sono validi qualsiasi sia la fonte delle nostre sofferenze. Se soffriamo fisicamente con dolore, se il nostro cuore è afflitto, a causa di qualche brutta situazione, qualsiasi sia la causa delle nostre sofferenze, questi principi possano esserci di grande aiuto, in modo che possiamo avere gioia e pace.

Forse proprio oggi ti trovi con grandi dolori. Questi principi sono per te. Ma anche se non hai grandi dolori oggi, è molto probabile che arriveranno. Quindi, questi principi sono importanti per ognuno di noi. Quindi, consideriamo come avere gioia e pace quando soffriamo.

Dio non risponde sempre quando Gli chiediamo di togliere il dolore

Quando ci troviamo con grande dolore, è normale che preghiamo chiedendo a Dio di togliere quel dolore. Lo facciamo tutti. E grazie a Dio, possiamo portare ogni peso a Dio, compreso i nostri dolori.

Però, è importantissimo tenere in mente che a volte, Dio non toglie il nostro dolore quando preghiamo chiedendoGli di toglierlo. A volte, nonostante quanto preghiamo e che preghiamo con fede, Dio sceglie di non togliere il nostro dolore come lo abbiamo chiesto.

Allora, è giusto domandarci perché. Cioè, Dio è onnipotente, perciò, Dio ha il potere di cambiare qualunque situazione nostra. Dio ha il potere di togliere ogni dolore dalla nostra vita. Dio potrebbe sempre togliere ogni dolore. In verità, Dio potrebbe far sì che nessun credente muore fisicamente. Ma Dio non fa questo. Perché?

Solo per chi è un figlio di Dio

Prima che spiego il motivo, è importante capire che le verità che condivido oggi sono solo per chi è diventato un vero figlio di Dio. Cioè, oggi voglio spiegare alcune delle meravigliose verità che Dio ci dà, ma solo per chi è un vero figlio di Dio.

Allora, la prima domanda è se tu sei un vero figlio di Dio. È troppo importante solo dire “sì” senza esserne sicuro. Bisogna avere una chiara base biblica per potere dire sì, io sono un figlio di Dio.

Cosa serve per essere un vero figlio di Dio? Devi riconoscere di essere un peccatore, colpevole e separato da Dio, e devi ravvederti. Devi credere che è impossibile per te di meritare la salvezza, e piuttosto, devi credere in Gesù Cristo come colui che è morto per pagare la condanna per i tuoi peccati. Se hai fatto questo veramente, allora, Dio ti ha perdonato, e ti ha fatto diventare un suo figlio. Cioè, se tu hai riconosciuto la gravità del tuo peccato, e che era impossibile per te di solo comportarti bene per togliere la tua condanna, e se tu dipende totalmente sull'opera di Gesù Cristo sulla croce per essere perdonato, allora, sei diventato un figlio di Dio.

Le verità che voglio condividere in questo sermone sono solo per chi è un figlio di Dio. Ma voglio dire che se tu non sei un figlio di Dio, tu puoi diventare un figlio di Dio, riconoscendo di non esserlo, riconoscendo di essere colpevole, separato da Dio, e credendo in Gesù Cristo come colui che ti offre perdono. Se tu fai quello, Dio ti farà diventare un vero figlio di Dio.

Dio è in controllo di tutto

Allora, parlando a chi è un figlio di Dio, quando consideriamo il dolore che dobbiamo affrontare, e teniamo in mente che Dio è onnipotente, e potrebbe togliere ogni dolore, certamente ci viene la domanda perché Dio non toglie il nostro dolore?

Iniziamo ricordando che Dio ci ama, Dio ci ama con un amore eterno, ci ama più di quanto possiamo comprendere. Inoltre, è fondamentale capire che Dio è onnisciente, la sua saggezza è perfetta. Dio non sbaglia mai in quello che decide. Dio fa tutto sempre in modo perfetto, sempre per portare avanti il suo piano perfetto in noi. In Romani 8:28,29 leggiamo che il bene che Dio compie è per conformarci all’immagine di Gesù Cristo. Ve lo leggo.

“28 Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento. 29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli.” (Romani 8:28-29 LND)

Dio sta compiendo un'opera eterna in noi, e gestisce tutto in modo perfetto per portare avanti la sua buon opera in noi. Dio ci ama, e non permetterà mai che abbiamo dolore inutile, se non serve.

Come ho menzionato prima, Serena ed io conosciamo persone con un livello di sofferenze che è difficile immaginare, a volte che dura da anni. Io non ho mai avuto quel livello di sofferenza. Ma posso dire che Dio, nella sua saggezza perfetta, e con il suo amore per me, mi ha permesso di avere varie condizioni fisiche che mi portano ad avere grandi dolori. Riesco a sopportare bene il dolore. Eppure, Dio mi permette di avere episodi di dolore che mi portano ad urlare. Recentemente ho anche pianto per il dolore. Varie volte sono anche svenuto a causa di quanto il dolore era forte. Quindi, non soffro come tanti, ma, in qualche modo, conosco anch’io il dolore fisico. Lo conosciamo tutti.

Il punto è che quando ho questi dolori terribili, per grazia, io ho profonda pace, proprio in mezzo alle sofferenze, perché mi aggrappo alle verità che voglio condividere con voi in questo sermone. Ogni vero credente può avere pace e gioia, in mezzo al dolore e la sofferenza, se conosce e si aggrappa alle verità di Dio. Questo è il mio desiderio per ciascuno di voi.

Ci sono delle verità fondamentali da tenere sempre in mente, e in modo particolare quando soffriamo. Se non pensiamo a queste verità, non avremo pace né gioia quando stiamo soffrendo. Quindi, queste verità sono fondamentali.

Dio non toglie sempre il dolore

La prima verità da tenere in mente quando consideriamo il nostro dolore è che Dio, nel suo grande amore e nella sua saggezza, non sempre toglie via il nostro dolore. Possiamo pregare chiedendo a Dio di togliere il nostro dolore, o quello che ci causa il dolore, ma è importantissimo che le nostre preghiere comprendono la richiesta, non solo di parole ma di cuore, che non la nostra ma la sua volontà sia fatta.

Ricordate quando Gesù stava nel giardino di Getsemani. Gesù conosceva già il dolore che stava per subire. Il dolore peggiore non era quello fisico, per quanto era terribile. Il dolore peggiore era di subire l'ira del Padre. Essendo Dio-uomo, Gesù conosceva il dolore che aveva davanti. Notiamo come che pregava. Pur essendo pienamente Dio, Gesù era anche pienamente uomo. La sofferenza era difficile per lui come è difficile per noi. Ma nel suo caso, la sua sofferenza era più di quanto qualsiasi essere umano aveva mai subito. Quindi, guardiamo quello che Gesù prega quando sapeva di dover subire questa terribile sofferenza e dolore. Questo è proprio quello che noi dobbiamo pregare. Leggo le parole che Gesù che pregava nel giardino prima di essere arrestato e poi mandato alla croce. Leggo da Matteo 26.

“E andato un poco in avanti, si gettò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu".” (Matteo 26:39 LND)
“Si allontanò di nuovo per la seconda volta e pregò, dicendo: "Padre mio, se non è possibile che questo calice si allontani da me senza che io lo beva sia fatta la tua volontà!".” (Matteo 26:42 LND)

Gesù pregava al Padre di togliere la sua sofferenza. Però, ed è fondamentale che riconosciamo questo, e che sia anche la nostra preghiera, pregava poi che fosse fatta la volontà del Padre. Nella sua preghiera, sta chiedendo che se quel dolore era la volontà del Padre, allora, lo accettava pienamente.

Quindi, per poter avere pace e gioia in mezzo alle sofferenze e il dolore, non dobbiamo solo pregare a Dio di togliere il dolore. Piuttosto, dobbiamo chiedere a Dio di togliere il dolore solo se è la sua volontà, e se no, dobbiamo pregare di accettare il dolore, chiedendo che sia fatta la sua volontà, anche se vuol dire che il dolore rimane.

Quando Dio lascia il dolore, sta facendo qualcosa di più grande

È importantissimo capire e ricordare che quando Dio, nella sua saggezza e amore per noi, sceglie di non togliere il nostro dolore, è perché egli sta compiendo un lavoro grande in noi. Ci sta mostrando più della sua potenza. È un privilegio immenso conoscere personalmente più della potenza di Dio all'opera in noi. E questo avviene soprattutto quando Dio lascia il nostro dolore.

L'apostolo Paolo era un vero uomo di Dio. Viveva totalmente per la gloria di Dio. Si impegnava con tutto il suo cuore per promuovere il regno di Dio e per portare altri alla salvezza. Nessuno di noi è paragonabile a Paolo, per quanto riguarda fedeltà a Dio, e avere un impegno per il regno di Dio. Eppure, Dio ha permesso a Paolo tantissime sofferenze, Paolo conosceva molto bene il dolore. Tre volte ha fatto naufragio, è stato lapidato, è stato frustrato. Conosceva la fame, conosceva il freddo, conosceva terribile dolore e sofferenza. Paolo conosceva veramente il dolore.

Però, Paolo è anche stato benedetto. Dio ha permesso a Paolo il privilegio di essere portato in cielo. Poi, successivamente, per proteggere Paolo dalla superbia, avendo ricevuto questo privilegio che altri non avevano, Dio ha mandato a Paolo un demone per dargli terribile dolore, e così proteggere Paolo dalla superbia. Il suo dolore era atroce, il suo dolore era peggio di tutti i dolori normali, perché non aveva origine fisico. Paolo era disperato. Era un dolore che sembrava impossibile sopportare. E perciò, ben tre volte Paolo pregava chiedendo a Dio di togliere il suo dolore. Voglio notare come il Signore ha risposto a Paolo, perché spesso, risponde a noi nello stesso modo. Trovate con me 2 Corinzi 12. Seguite attentamente mentre leggo dal versetto 7, e notate come il Signore risponde a Paolo.

7 Inoltre, affinché non m’insuperbisca per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana per schiaffeggiarmi, affinché non m’insuperbisca. 8 A questo riguardo ho pregato tre volte il Signore che lo allontanasse da me. 9 Ma egli mi ha detto: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è resa perfetta nella debolezza". Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle distrette per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte. (2Corinzi 12:7-10)

Paolo è un esempio per noi di come dobbiamo rispondere quando Dio scegli di lasciare il dolore o la sofferenza nella nostra vita. Tramite Paolo, capiamo che Dio ci fa conoscere la sua potenza nella nostra debolezza e nelle nostre sofferenze.

Io non sono arrivato a rispondere sempre come Paolo, ma mi impegno e prego di rispondere così ogni volta che Dio permette una situazione dolorosa nella mia vita, e nella sua saggezza e amore per me che scegli di lasciare quel dolore.

Quando Dio sceglie di lasciare un dolore nelle nostre vite, non è per mancanza di amore, non è perché non ci ascolta. Non è perché si è dimenticato di noi. È perché Dio sta usando quel dolore per il nostro vero bene, per farci conoscere di più la sua potenza dell’opera in noi.

E quindi, quando prego, faccio notare a Dio la mia richiesta, e poi chiedo a Dio di darmi la grazia di accettare qualunque sia la sua risposta . E quando Dio mi lascia il dolore, che mette in evidenza la mia debolezza, prego di conoscere di più dell'immensa potenza di Dio nella mia debolezza. Voglio conoscere di più Cristo. In realtà, lo conosco molto di più nella mia debolezza e nel dolore di quanto lo conosco quando la vita è facile.

Dio usa le prove

Ripetutamente la Bibbia ci insegna che Dio si serve delle nostre sofferenze e le afflizioni della vita, che comprendano chiaramente il dolore, per portare avanti la sua buona opera in noi. Cioè, sono proprio le afflizioni e il dolore che Dio usa per conformarci all'immagine di Gesù Cristo.

Ci sono tanti brani che parlano di questo. Per esempio, Giacomo 1:2-4 spiega che possiamo avere gioia nelle prove, quindi, nel dolore, sapendo quello che Dio sta facendo in noi in quei momenti. Leggo.

2 Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate in prove di vario genere, 3 sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 4 E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti. (Giacomo 1:2-4)

Avete visto? Possiamo gioire quando ci troviamo in prove, che comprendono grandi dolori, sapendo che la prova è una prova della nostra fede, e Dio usa quella prova per produrre costanza in noi, che compie la sua opera, per portarci sempre più verso la perfezione, che vuol dire la vera maturità in Gesù Cristo. Quindi, sono proprio le prove, come per esempio il dolore, che Dio usa per conformarci all'immagine di Gesù Cristo.

Come Chiesa, conosciamo bene 1Pietro 1:3-9, che parla della meravigliosa verità che abbiamo un'eredità in cielo, ma che le prove di adesso sono strumenti che Dio usa per prepararci per il ritorno di Cristo. Ricordate che le prove sono strumenti nelle mani di Dio. Leggo questo brano.

3 Benedetto sia il Dio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua grande misericordia ci ha rigenerati a una viva speranza per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti, 4 per un’eredità incorruttibile, incontaminata e che non appassisce, conservata nei cieli per voi, 5 che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi, per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi. 6 A motivo di questo voi gioite anche se al presente, per un po’ di tempo, se questo è necessario, dovete essere afflitti da varie prove, 7 affinché la prova della vostra fede, che è molto più preziosa dell’oro che perisce anche se vien provato col fuoco, risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo, 8 che, pur non avendolo visto, voi amate e, credendo in lui anche se ora non lo vedete, voi esultate di una gioia ineffabile e gloriosa, 9 ottenendo il fine della vostra fede, la salvezza delle anime. (1Pietro 1:3-9).

Anche questo brano ci ricorda che le afflizioni, che comprendono chiaramente anche il dolore di vari tipi, servono per fortificare e purificare la nostra fede, affinché la nostra fede purificata risulti a lode, onore e gloria al ritorno di Gesù Cristo.

Quanto è importante per noi di ricordare che l'opera di Dio in noi non è di darci una vita meno difficile né è di togliere le nostre sofferenze. Piuttosto, e grazie a Dio, l'opera di Dio in noi è di prepararci per il ritorno di Gesù Cristo, in modo che saremo pronti a passare l’eternità con Dio.

Senza la santificazione, nessuno vedrà Dio. E Dio si serve delle nostre prove e afflizioni per santificarci. Grazie a Dio per questo.

E perciò, quanto è importante capire che le sofferenze, il dolore e le afflizioni, sono tutti strumenti nelle mani del nostro Padre, strumenti che Egli adopera con saggezza e con amore, per prepararci per l'eternità con lui.

Possiamo capire tutto quello che Dio sta facendo ogni volta che abbiamo dolore o sofferenza? Certamente no. Quante volte vediamo nella Bibbia esempi di uomini di Dio che soffrivano senza capire quello che Dio stava facendo. Quante volte vediamo il popolo di Dio soffrire senza capire quello che Dio stava facendo. Dio non sempre spiega tutto quello che sta facendo. Dio vuole piuttosto che noi camminiamo per fede. Fede è fidarci di Dio, non perché capiamo, ma perché sappiamo chi è Dio.

Ci basta sapere che Dio ci dichiara che sta usando le sofferenze e il dolore per il nostro vero bene. Dio vuole che abbiamo fede che Dio sta facendo quello che dichiara, e che le promesse di Dio sono sicure.

Per esempio, Dio dichiara che non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze.

Dio promette che tutte le cose cooperano per il nostro bene eterno. Dio promette che non ci lascerà e non ci abbandonerà. Dio promette che completerà la sua opera in noi. Dio ci ha dato tante promesse meravigliose.

Quanto è fondamentale che crediamo alle promesse di Dio. Solo se abbiamo fede, e teniamo in mente quello che Dio sta facendo, possiamo avere gioia e pace in mezzo alle sofferenze.

Disciplina

Non c’è tempo in questo sermone di parlare a fondo della disciplina di Dio, ma voglio almeno menzionare che quando abbiamo grande sofferenze, è buono considerare se è disciplina da Dio.

Quando Dio ci mostra un peccato, o tramite la nostra coscienza, o nella nostra lettura, o tramite un insegnamento, o perché qualcuno ci ammonisce, è importante non chiudere gli occhi al peccato, ma piuttosto, dobbiamo riconoscerlo e confessarlo a Dio.

Se rifiutiamo di abbandonare un peccato, prima o poi Dio ci manderà la sua disciplina. Quando Paolo scrisse 1 Corinzi, parla del fatto che tanti continuavano a non abbandonare dei peccati. Notate quello che dice a proposito:

26 Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga. 27 Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore. 28 Ora ognuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva del calice, 29 poiché chi ne mangia e beve indegnamente, mangia e beve un giudizio contro se stesso, non discernendo il corpo del Signore. 30 Per questa ragione fra voi vi sono molti infermi e malati, e molti muoiono. 31 Perché se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati. 32 Ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, affinché non siamo condannati col mondo. (1Corinzi 11:26-32)

Il punto è che dobbiamo esaminarci, e se riconosciamo il peccato, dobbiamo confessarlo e abbandonarlo. Se non lo abbandoniamo, prima o poi Dio manderà la sua disciplina, che può comprendere perfino malattia o la morte.

Molto del nostro dolore non è disciplina. Però, quando abbiamo dolore che va avanti, è buono esaminarci, per riconoscere se c’è qualche campo della vita in cui rifiutiamo di abbandonare un peccato.

Ringraziamento

All’inizio del sermone, ho detto che alla fine, avrei parlato di qualcosa di estremamente importante, che ci permette di avere gioia e pace anche nel dolore e la sofferenza.

Che cos’è?

È di abbondare nel ringraziamento. Ringraziare, di cuore, ci porta ad avere gioia, e anche pace, anche quando soffriamo.

Ringraziare è una potente arma spirituale. Dà gloria a Dio, e riempia il cuore di gioia, perché ci fa focalizzare sulle benedizioni che abbiamo, che in realtà valgono infinitamente di più del dolore che stiamo subendo.

Però, quando stiamo soffrendo, quando il corpo è pieno di dolore, o il cuore è afflitto per qualche situazione brutta, per che cosa possiamo ringraziare?

La risposta è: possiamo ringraziare per quello che vale più di tutto, per quello che nessuna prova e nessun dolore può mai togliere: le benedizioni spirituali che abbiamo in Gesù Cristo.

In Efesini 1:3-8 leggiamo di alcuni di queste benedizioni.

“3 Benedetto sia Dio, Padre del Signor nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, 4 allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore, 5 avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, 6 a lode della gloria della sua grazia mediante la quale egli ci ha grandemente favoriti nell’amato suo Figlio, 7 in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, 8 che egli ha fatto abbondare verso di noi con ogni sapienza e intelligenza,” (Efesini 1:3-8 LND)

In Gesù Cristo, abbiamo OGNI benedizione spirituale, nei luoghi celesti. Siamo redenti, siamo stati adottati come figli amati, abbiamo il perdono dei nostri peccati, abbiamo le ricchezze della grazia di Dio. Abbiamo lo Spirito Santo in noi, abbiamo le meravigliose e sicure promesse di Dio. Quindi, in qualsiasi situazione o afflizione ci troviamo, abbiamo moltissimo per cui abbondare nel ringraziamento. E quando ringraziamo di cuore Dio, troveremo che il cuore sarà in pace, e avremo la gioia.

Quindi, se vuoi la gioia, anche quando hai dolore, riempi la tua vita con ringraziamento.

Esempio di una preghiera

Vorrei chiudere con un esempi di come pregare quando ci troviamo in mezzo a grande dolore o grande sofferenze. Questa preghiera è solo un esempio, ma voglio che sia un aiuto a come aggrapparci alle verità che abbiamo visto oggi. La cosa importante è di ricordare le verità di oggi. Allora, ascoltate mentre leggo un esempio di come pregare in mezzo a grande sofferenze o grande dolore . Chiuderò questo sermone con questa preghiera.

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O caro Padre, Dio sovrano e glorioso, Padre di ogni compassione e pieno di amore per noi, o Padre, tu conosci quanto è difficile per me di sopportare questo dolore. O Padre, sento di non farcela più. A me, questo dolore sembra insopportabile. Perciò, o Padre, tu che mi ami, tu che mi hai comprato con il prezzo di tuo Figlio Gesù Cristo, tu che dichiari che io sono amato e prezioso per te, ti chiedo di liberarmi da questo dolore terribile. Ti prego di darmi sollievo, in modo che posso andare avanti.

Però, o Padre, non conosco la tua volontà. Forse è per la tua volontà che io continuo a soffrire. Perciò, se nella tua perfetta volontà e amore per me questo dolore è la prova giusta, se è giusto che continua, allora, io accetto la tua volontà. Mi fido di te, anche se tu scegli a lasciare questo dolore della mia vita, anche se porta alla mia morte. So che mi ami, so che tutto quello che tu farai è per il mio bene eterno. Quindi, se è la tua volontà, ti prego di togliere questo dolore da me. Però, se non è la tua volontà, allora ti prego di darmi la grazia, giorno per giorno, anzi, ora per ora e minuto per minuto, di accettare e sopportare questo dolore.

O Padre, ti prego di usare questo dolore per portare avanti la tua buona opera in me. Usa questo dolore per portare gloria al tuo nome. Usa questo dolore per fortificare la mia fede e anche la fede di altri. Usa questo dolore per far crescere il tuo regno.

Padre, non voglio solo chiedere. Voglio anche ringraziarti. Voglio ringraziarti che tu sei con me. Voglio ringraziarti che tu non mi lascerai mai. Voglio ringraziarti che questa prova è tutto sotto il tuo controllo, fino al minimo dettaglio. Voglio ringraziarti che anche se io non riesco a capire come, tu stai controllando tutto in modo perfetto e non permetterai che io sia provato oltre alle mie forze, le forze che tu mi hai dato.

Grazie o Padre che questa sofferenza e dolore non è minimamente paragonabile al dolore del lago di fuoco, quel dolore che io merito, ma che non conoscerò mai perché Gesù Cristo ha subito quel dolore per me. Cioè, questo dolore sembra terribile, ma non è paragonabile né in peso né in quanto dura. Grazie per questa meravigliosa verità.

Quindi, grazie che sono amato da te, e che tu sei con me, e che questa prova finirà al momento perfetto. E nel frattempo, tu sarai sempre con me, mi farai del vero bene in tutto quello che porti nella mia vita.

Ti ringrazio e ti lodo e ti prego questo nel nome di Gesù Cristo, il mio e il nostro Signore e Salvatore. Amen.