Aiuto Biblico

L'Umiltà: Vivere per la gloria di Dio

1 Corinzi 10:31 e vari brani

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per mercoledì 18 febbraio 2015, – cmd dmp –
Descrizione: Dio ti ha creato per glorificare Lui, solo Lui, sempre Lui. Innalzare te stesso vuol dire ribellarti contro il piano di Dio per te. Se vuoi una vita benedetta e ricca, vivi per la gloria di Dio.
parole chiave: gloria, scopo della vita, cercare gloria, approvazione, onore dagli uomini, orgoglio.

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Ogni cosa è stata creata con uno scopo.

Esempi: il coltello, il bicchiere, un forno, il frigo, il martello, una sega, l'automobile, il telefonino, un letto e ogni altra cosa.

Ogni cosa ha il suo scopo, ed è stata fatta per quello. Se non viene usata per il suo scopo, è sprecata.

Qual'è lo scopo della nostra vita? Perché Dio ci ha salvato?

Lo scopo della vita è di glorificare Dio.

Lo scopo della nostra vita è di vivere alla gloria di Dio. Questo è quello che vediamo in tutta la Bibbia. Come esempio, seguite mentre leggo 1Corinzi 10:31. Questo è un comandamento, che vale per ogni persona nel mondo, e quindi, per ogni credente. Questo è il comandamento secondo il quale dobbiamo vivere.

“Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio.” (1Corinzi 10:31 LND)
“19 poiché ciò che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, perché Dio lo ha loro manifestato. 20 Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili. 21 Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno però glorificato né l’hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato.” (Romani 1:19-21 LND)

Onestamente, se noi seguissimo quello che dice questo versetto, non ci servirebbe alcun altro brano per farci capire in modo categorico e chiaro che tutto quello che noi facciamo, ogni conversazione, ogni impegno, ogni iniziativa, ogni desiderio, dovrebbe essere tutto fatto con un chiaro desiderio per la gloria di Dio! Cioè, Dio ci ha creati per portare gloria a lui, e a lui solo. Questo è lo scopo della nostra esistenza. Se noi viviamo per un altro scopo, se noi viviamo per noi stessi, la nostra vita è in ribellione rispetto allo scopo per cui Dio ci ha creato. Per quanto potrebbe sembrare una vita ricca, in realtà è una vita sprecata. Dio ci ha creati per godere di lui. Lo scopo della vita è di trovare la nostra gioia pienamente in Dio. Leggo anche Romani 11:36.

“Poiché da lui, per mezzo di lui e in vista di lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen.” (Romani 11:36 LND)

Questo brano ci insegna che Dio ha creato tutto per se stesso. Tutto è stato creato da Dio, e tutto esiste per Dio. Notate che il brano dichiara che da Lui, cioè da Dio viene tutto, per mezzo di Lui, tutto dipende totalmente da Dio, e poi in vista di lui sono tutte le cose. Tutte le cose esistono per un unico scopo, quello di glorificare Dio. Quindi tutto quello che esiste nell'universo, tutta questa immensa creazione, anche ogni persona, ogni persona è stata creata per Dio, in vista di Dio, per la gloria di Dio.

In realtà, perfino il giudizio di Dio dimostra la sua gloria. Troviamo questo in tanti brani nella Bibbia, per esempio in Romani 9:21-24.

“21 Non ha il vasaio autorità sull’argilla, per fare di una stessa pasta un vaso ad onore e un altro a disonore? 22 E che dire se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta pazienza i vasi d’ira preparati per la perdizione? 23 E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria, 24 cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili?” (Romani 9:21-24 LND)

Quello che dichiara questo brano è incredibile! Effettivamente, perfino il giudizio dei non salvati, nel quale Dio manifesterà la sua ira e la sua potenza nel giudizio, porterà gloria a Dio. E questo sarà un modo per innalzare ed evidenziare ancora di più le ricchezze della sua gloria verso coloro che Egli salva con misericordia. Cioè, il fatto di mostrare la grande ira di Dio e la sua potenza nel punire, punizione che ognuno di noi merita, tutto questo metterà più in evidenza le ricchezze della sua gloria verso di noi che siamo vasi di misericordia. E perciò, tutto quello che Dio ha fatto, anche il lago di fuoco, ogni individuo, tutto serve per la gloria di Dio.

E questo vuol dire che se viviamo per la nostra gloria, se viviamo per qualunque cosa oltre a glorificare Dio in tutto, stiamo peccando gravemente. Vuol dire che non abbiamo capito nulla, per quanto riguarda lo scopo della nostra vita e della nostra esistenza!

Quello che abbiamo letto che riguarda Dio il Padre, è vero anche in Dio il Figlio. Voglio leggere insieme Colossesi 1:13-17, in cui leggiamo di Gesù Cristo, e come tutto è stato creato in vista di lui, la stessa frase che abbiamo letto per quanto riguarda Dio in Romani 11. Seguite mentre leggo Colossesi 1:13-17.

Colossesi 1:13-17.

“13 Poiché egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio 14 in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati. 15 Egli è l’immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, 16 poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui, 17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.” (Colossesi 1:13-17 LND)

Notate che TUTTO È stato creato in vista di Cristo. Nulla che esiste, esiste per se stesso, tutto esiste per Cristo, il Signore. Quindi, vivere per se stessi è ribellione contro il piano di Dio per noi.

Tieni conto perciò che tu, tu sei stato creato in vista di Gesù Cristo. Cioè, tu sei stato creato per Gesù Cristo, la tua vita non è tua, tu sei stato creato da Cristo, esisti per mezzo di Cristo, ed esisti per Cristo, per la sua gloria. Perciò, la tua vita, e la mia vita, non appartengono a noi. Nessuno di noi è padrone della propria vita. Usare la propria vita in base ai propri desideri è ribellione contro il nostro creatore. E ci porta ad avere una vita sprecata e lontana dalla volontà di Dio.

Possiamo essere molto coinvolti in attività cristiane, e possiamo adoperarci molto per promuovere le cose di Dio, ma se stiamo facendo tutto per testa nostra, e non secondo quello che Dio ha stabilito per noi, in realtà non stiamo servendo Cristo, ma stiamo cercando di soddisfare i desideri dei nostri cuori. Questo non dà gloria a Dio.

Come dovremmo vivere?

Come dovremmo vivere? Visto che Dio ci ha creati per la sua gloria, quale dovrebbe essere il nostro cuore? Non possiamo vivere per qualcosa se non è ben presente nella vostra mente, se non è qualcosa di concreto e specifico.

Prima di tutto, parliamo del nostro cuore, e come dovrebbe essere il nostro cuore tutti giorni. Trovate con me il Salmo 115:1. Questo versetto ci ricorda qual'è il cuore giusto che deve avere chi è veramente salvato in Gesù Cristo. Seguite mentre leggo Salmo 115:1.

“Non a noi, o Eterno, non a noi ma al tuo nome dà gloria, per la tua benignità e per la tua fedeltà.” (Salmo 115:1 LND)

Qui, i credenti gridano a Dio, dicendo che non vogliono ricevere alcuna gloria per loro, ma vogliono che tutta la gloria vada a Dio solo! Riconoscono che non sono nulla, riconoscono che non hanno nulla che merita gloria e onore. E perciò, chiedono a Dio di non permettere che loro ricevono gloria, ma vogliono che la gloria vada solo a Dio.

Questo è il cuore che ogni vero credente dovrebbe avere. Se capita nella vita che delle persone ci innalzano, che vogliono in qualche modo innalzare noi anziché Dio, ci dovrebbe far stare male. Dovrebbe spingerci a spiegare loro che è Dio che merita la gloria, non noi.

Faccio un piccolo paragone, che spero possa almeno aiutarci a capire meglio.

Immagina una donna che prepara una cena per degli ospiti importanti, che non sono mai stati a casa sua. Visto che lei non ha molto tempo, una cara amica si offre di fare un dolce per lei che può servire per la cena. Il dolce viene molto bene, e dopo la cena queste persone cominciano a fare tantissimi complimenti di quanto è brava come cuoca, soprattutto per il dolce che le è venuto molto bene. Addirittura, dicono che cominceranno a spargere la voce in paese di quanto lei è bravissima a preparare i dolci.

Cosa diresti di lei se dovesse accettare questi complimenti, ringraziandoli per la loro gentilezza, lasciando intendere così che è stata lei a fare il dolce? Secondo voi, quale donna farebbe una cosa del genere?

Se lei ha un minimo di coscienza, non può tacere. Infatti, in realtà, tacere è una forma di mentire, perché lei sa che il suo tacere permette loro di continuare a credere una cosa falsa, che innalza lei anziché l'amica che ha veramente fatto il dolce.

Se lei ha una coscienza, dirà a loro subito che apprezza i complimenti, ma non è stata lei a preparare il dolce, bensì una cara amica. Lei non dovrebbe,in coscienza, tenere per sé un onore che in realtà appartiene all'amica.

Ed è così con noi e Dio. Non abbiamo nessuna capacità, o intelligenza, o qualsiasi altra cosa, che non ci è stata data da Dio, cioè, Dio è la fonte di ogni cosa di buono che abbiamo. Perciò, quando le persone ci fanno complimenti o apprezzamenti, quando parlano di quanto siamo bravi o intelligenti o capaci o forti o qualunque altra cosa, per noi, ricevere quei complimenti, oppure posso usare la parola gloria, è rubare da Dio. Accettare i complimenti dagli altri come se meritassimo noi quei complimenti, come se la capacità o la qualità per cui ci fanno i complimenti venisse da noi stessi, è un brutto peccato, il peccato di rubare gloria che appartiene solo a Dio!

In 1Corinzi 4:7, lo Spirito Santo guidò Paolo a condannare questa mentalità. Seguite mentre leggo 1Corinzi 4:7.

“Che cosa infatti ti rende diverso? Che cosa hai tu che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1Corinzi 4:7 LND)

Questo brano rende chiaro quello che è palese in tutta la Bibbia. Noi non abbiamo nulla, nessuna capacità, nessuna cosa che possediamo, nessuna intelligenza, nulla di valore che non abbiamo ricevuto da Dio. Cioè, tutto quello che abbiamo, lo abbiamo ricevuto da Dio, e perciò non ha origine in noi, ma in Dio. E come quella donna con il dolce. Lei lo ha potuto offrire agli ospiti, ma non era merito suo. E perciò, anche se è stata lei ad offrirlo agli ospiti, non veniva da lei, veniva dall' amica. Era giusto dare l'apprezzamento all'amica.

Similmente, Dio ci ha dato dell'intelligenza, ci ha dato della forza, ci ha dato delle capacità, ci ha dato dei doni spirituali, ci ha dato dei beni materiali, ci ha dato del tempo. Così tutto quello che noi abbiamo viene da Dio, non da noi. Quindi, accettare gloria o apprezzamento o complementi per quello che abbiamo come se fosse merito nostro, è un gravissimo peccato, e dimostra che noi vogliamo gloria per noi stessi. La gloria appartiene solo a Dio. Questo è grave. Questo è terribile, questo è ribellarsi contro lo scopo per cui Dio ci ha creato.

L'Esempio di Giovanni Battista

Se ricordate, Gesù dichiarò che fra quelli nati da donna, non c'era nessuno più grande di Giovanni Battista. Giovanni Battista era estremamente importante nel piano di Dio. Però, notate il cuore di Giovanni quando Gesù cominciò ad essere più conosciuto di lui. Trovate con me Giovanni 3:26-30. Giovanni Battista, che era effettivamente molto più importante di quanto noi lo saremo mai, ha un cuore che anche noi dovremmo avere. Seguite mentre leggo Giovanni 3:26-30.

“26 Così vennero da Giovanni e gli dissero: "Maestro, colui che era con te al di là del Giordano, a cui hai reso testimonianza, ecco che battezza e tutti vanno da lui". 27 Giovanni rispose e disse: "L’uomo non può ricevere nulla, se non gli è dato dal cielo. 28 Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: "Io non sono il Cristo, ma sono stato mandato davanti a lui". 29 Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ode, si rallegra grandemente alla voce dello sposo; perciò questa mia gioia è completa. 30 Bisogna che egli cresca e che io diminuisca.” (Giovanni 3:26-30 LND)

Giovanni è un esempio per noi di cosa vuol dire vivere per la gloria di Dio. Giovanni portava a compimento il suo incarico, mai cercando né accettando gloria per se stesso. Infatti, quando i farisei erano venuti a lui, non cercava in alcun modo di innalzare se stesso. Dichiarava che non era nessuno. Indicava sempre il Cristo. Questo nonostante Giovanni era molto importante. Ma lui capiva che non aveva nulla da se stesso. E perciò, la sua gioia era di vedere Gesù Cristo innalzato, non se stesso.

È questo il tuo cuore?

Servi Inutili – Vera Umiltà

Trovate adesso Luca 17:7-10. In questo brano, Gesù ci spiega come dovremmo vederci nei confronti di Dio. Cioè, spiega il cuore che dovremmo avere per quanto riguarda chi siamo. Come dovremmo vederci, se facciamo più degli altri, e facciamo bene? Seguite mentre leggo Luca 17:7-10.

“7 Ora chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge gli dirà quando è tornato a casa dai campi: "Vieni subito a metterti a tavola"? 8 Non gli dirà piuttosto: "Preparami la cena, rimboccati le vesti e servimi affinché io abbia mangiato e bevuto, poi mangerai e berrai tu 9 Ringrazierà forse quel servo perché ha fatto le cose che gli erano state comandate? Non lo penso. 10 Così anche voi, quando avrete fatto tutte le cose che vi sono comandate, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare".” (Luca 17:7-10 LND)

La cosa importante qui è notare l'umiltà di questi credenti, perché Gesù effettivamente sta parlando di come noi credenti dovremmo vederci davanti a Dio. Noi dovremmo avere una grande umiltà, e se noi facciamo tutto quello che Dio ci comanda, e in realtà siamo tutti mancanti e non facciamo così, ma se avessimo fatto tutto, non dobbiamo vederci come meritevoli di ringraziamenti o di qualche onore. Piuttosto dovremmo avere una grande umiltà e dire, ed anche semplicemente pensare: "siamo servi inutili. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare."

Questo è il cuore che Dio vuole in noi, perché Dio è geloso della sua gloria.

L'Esempio di Paolo

Fra gli uomini di Dio che troviamo nel Nuovo Testamento, non c'è nessuno che è stato usato da Dio più di Paolo. L'apostolo Paolo ha fatto più di tutti gli altri apostoli. Dio ha scelto di usare lui forse più di qualsiasi persona nella storia della Chiesa. Eppure, voglio che notiamo come Paolo parla di se stesso. Trovate con me 1Corinzi 15:10. Seguite mentre leggo, e notate il cuore di Paolo. Ricordate che effettivamente Paolo aveva fatto moltissimo, ma notate quello che lui tiene sempre in mente.

“Ma per la grazia di Dio sono quello che sono; e la sua grazia verso di me non è stata vana, anzi ho faticato più di tutti loro non io però, ma la grazia di Dio che è con me.” (1Corinzi 15:10 LND)

Paolo non nega che era stato usato da Dio più degli altri apostoli, ovvero che aveva faticato più di loro. Però, sia all'inizio che alla fine di queste sue dichiarazioni, metteva l'enfasi sul fatto che era la grazia di Dio che era con lui, e non lui. Cioè Paolo dava a Dio tutta la gloria. Quindi, quello che sto dicendo non è che uno deve negare quello che Dio ha fatto tramite lui. Quella è una falsa umiltà. Ogni tanto si sente qualcuno a cui si fa un certo apprezzamento, per esempio dicendo: grazie tanto, quello che hai fatto è stato veramente un immenso aiuto. E poi, l'altra persona, fingendo umiltà, dichiara che non era niente, che non era un grande aiuto. Questo non è altro che un forte orgoglio, che finge umiltà per poter ricevere altri complementi. Questo non è dare a Dio la gloria, non è attribuire a Dio tutto quello che e stato fatto.

Una risposta giusta sarebbe dire “Grazie a Dio che è stato un aiuto! La forza è venuta tutta da Dio, ed è Lui che voleva curarti così.”

Infatti, l'apostolo Paolo era così focalizzato su dare a Dio tutta la gloria che riconosceva che non aveva vita in se stesso, ma la sua vita dipendeva totalmente da Gesù Cristo. Trovate Galati 2:20, un brano che conosciamo bene. Pensate a quello che Paolo sta dicendo mentre ve lo leggo. Galati 2:20.

“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20 LND)

Paolo capiva che non aveva vita per conto suo, ma che la sua vita dipendeva totalmente da Gesù Cristo. Non solo Paolo non si vantava, e non accettava gloria per sé, ma Paolo capiva che non aveva nemmeno vita per conto suo, ma era Cristo che viveva in lui. Prego che possiamo noi comprendere questo, e vivere così, totalmente per la gloria di Dio!

Un altro brano in cui vediamo il cuore di Paolo, l'apostolo più usato da Dio, è Efesini 3:7-8. Seguite mentre leggo queste parole di Paolo, che ci mostra qualcosa del suo cuore, e della sua umiltà.

“6 affinché i gentili siano coeredi dello stesso corpo e partecipi della sua promessa in Cristo mediante l’evangelo, 7 di cui sono stato fatto ministro, secondo il dono della grazia di Dio che mi è stata data in virtù della sua potenza. 8 A me, il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare fra i gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo,” (Efesini 3:6-8 LND)

Paolo dice che è stato fatto ministro dell'evangelo, e possiamo ricordare che era un apostolo usato grandemente da Dio. Ma lui parla di questo come il dono della grazia di Dio che gli è stato dato. Paolo, credendo effettivamente questo, dichiara di essere il minimo di tutti i santi. Descrive nella sua lettera a Timoteo cheera il minimo di tutti i santi perché aveva perseguitato la Chiesa. Paolo non smetteva mai di essere meravigliato della grazia di Dio che gli aveva permesso di proclamare l'evangelo.

Paolo sapeva che tutto quello che aveva, e tutto quello che aveva potuto fare, era tutto per grazia. Paolo dava tutta la gloria a Dio! E così dobbiamo fare noi, per poter dimorare in Cristo. Questo è vero in ogni campo della nostra vita. Questo è vero in ogni nostro rapporto, con credenti e con non credenti! Siamo stati creati in Cristo Gesù per dare gloria a Dio. Questa è la vera vita cristiana.

L'Esempio di Gesù Cristo

Paolo anche se è stato grandemente usato da Dio, non era assolutamente nulla in confronto a Gesù Cristo! Gesù Cristo è Dio stesso, Dio incarnato, Dio in forma umana. Gesù viveva una vita perfetta, senza mai peccare. Gesù era pieno di gloria, la gloria di Dio in forma umana. Allora, alla luce di questo, voglio che consideriamo come Gesù viveva come uomo. Trovate con me Filippesi 2:2-11. Questo brano è un'esortazione per noi a vivere con umiltà, seguendo l'esempio di Gesù Cristo, che era umile nonostante fosse glorioso, cosa che noi non siamo. Leggo Filippesi 2:2-11.

“2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente 3 non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. 4 Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, 6 il quale, essendo in forma di Dio, non considerò rapina l’essere uguale a Dio, 7 ma annichilì se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. 9 Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.” (Filippesi 2:2-11 LND)

Se avete seguito questo brano, non servono tanti commenti. In contrasto con noi, che non abbiamo alcuna gloria in noi stessi, Gesù Cristo aveva ogni gloria, eppure si è umiliato. Quanto di più noi dovremmo camminare in umiltà, in ogni campo della vita, per dare tutta la gloria solo a Dio! Solamente il Signore è degno di gloria. Non dovremmo mai accettare gloria per noi stessi, perché ogni gloria appartiene a Lui.

Quanto è triste quando un credente cerca gloria per se stesso! Quella gloria può essere cercata palesemente, per esempio come parla di sé con altri, oppure può essere un desiderio del cuore, che tiene nascosto agli altri, ma è quello che realmente desidera. Può essere quello che lo stimola ad impegnarsi, a volte al punto di essere bravissimo e di compiere grandi cose. Però, finché un credente desidera gloria per se stesso, desidera essere visto bene dagli altri, desidera essere riconosciuto, non sta dando tutta la gloria a Dio.

Non Innalziamo Noi Stessi

In 2 Corinzi 10:12-16, l'apostolo Paolo mette in evidenza quanto è sbagliato innalzare noi stessi nella nostra mente. Trovate questo brano, e seguite mentre leggo, quello che in effetti è un'ammonizione o un rimprovero da parte di Dio attraverso le parole dell'apostolo Paolo. Leggo 2 Corinzi 10:12-16. Paolo sta parlando di alcuni servitori di Dio che cercavano di innalzare loro stessi. I principi valgono per qualsiasi credente che cerca di in innalzarsi in qualunque campo della vita. Leggo.

“12 Non osiamo infatti collocarci o paragonarci con alcuni di quelli che si raccomandano da se stessi, ma essi, misurandosi da se stessi e paragonandosi con se stessi, non hanno alcun intendimento. 13 Ma, quanto a noi, non ci vanteremo di cose oltre misura, ma secondo la misura della norma che il Dio della misura ha assegnato a noi, permettendoci di giungere fino a voi, 14 perché non ci estendiamo oltre i limiti, come se non fossimo giunti fino a voi, poiché siamo veramente giunti fino a voi con la predicazione dell’evangelo di Cristo. 15 E non ci vantiamo oltre misura delle fatiche altrui, ma nutriamo la speranza che, crescendo la vostra fede, noi saremo maggiormente considerati tra di voi secondo la nostra norma in modo traboccante, 16 così da evangelizzare anche in luoghi al di là del vostro, senza vantarci alla maniera d'altri di cose già preparate.” (2 Corinzi 10:12-16 LND)

Detto in parole semplici, Paolo sta mostrando la stoltezza e anche il peccato di coloro che volevano vantarsi. Mostrava che non avevano alcun intendimento coloro che si misuravano da se stessi o si paragonavano con se stessi. In altre parole, Paolo sta dicendo che quelle persone che si consideravano brave non capivano nulla. Paolo voleva che questi credenti capissero che lui era stato veramente usato da Dio, questo non per innalzarsi nei loro confronti, ma perché ascoltassero gli insegnamenti che Paolo aveva per loro. Però qui Paolo mostra quanto è pericoloso per un credente valutare se stesso. È anche giusto ed importante riconoscere le persone che Dio ha usato nella tua vita, per non perdere le cose che Dio ha ancora per te e che ricevi tramite loro. Paolo voleva che questi credenti riconoscessero l'importanza di non dare retta a coloro che innalzavano loro stessi, e che Paolo era stato usato da Dio nella loro vita, in modo da continuare ad ascoltare le verità che Dio aveva per loro tramite Paolo.

Come ci Vantiamo

Noi possiamo vantarci in qualsiasi campo della vita. Possiamo vantarci per la nostra intelligenza, o per qualche capacità. Possiamo vantarci per qualche abilità atletica. Possiamo vantarci per qualche talento, possiamo vantarci per la nostra forza, possiamo vantarci per qualcosa che possediamo. Possiamo vantarci per la nostra bellezza, o la nostra bravura in qualche campo.

Possiamo vantarci davanti a tutti, davanti a pochi, o solo nella nostra mente. Possiamo cercare gloria dagli uomini, o solo accettarla. Ma, in qualunque campo della vita, è sempre un peccato innalzare noi stessi, anziché Dio.

Conclusione

Noi siamo stati creati da Dio per uno scopo ben chiaro. Se non viviamo per lo scopo per cui Dio ci ha creati, viviamo male, e la nostra vita sarà sprecata, e viviamo in ribellione contro Dio.

In Luca 13:6-9 Gesù ci spiega come Dio vede gli uomini che non vivono per la sua gloria. Una vita che produce frutto è una vita che porta gloria a Dio. In questa parabola, il fico rappresenta Israele, il popolo di Dio. Dio aveva scelto loro per manifestare la sua gloria nel mondo. Invece, tanti di loro vivevano per la propria gloria. Qui Dio dichiara che chi non produce frutto, e frutto è quello che porta gloria a Dio, sarà sradicato. Questo è lo stesso messaggio che Gesù dichiara in Giovanni 15, quando dice che chi non porta frutto sarà tagliato via e bruciato. Leggo Luca 13:6-9. Ricordiamo che noi siamo il popolo di Dio.

“6 Or disse questa parabola: "Un uomo aveva un fico piantato nella sua vigna; venne a cercarvi del frutto ma non ne trovò. 7 Disse allora al vignaiolo: Ecco, sono già tre anni che io vengo a cercare frutto su questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché deve occupare inutilmente il terreno? 8 Ma quegli gli rispose e disse: Signore, lascialo ancora quest’anno, finché lo scalzi e gli metta del letame 9 e se fa frutto, bene; altrimenti, in avvenire lo taglierai"".” (Luca 13:6-9 LND)

Lo scopo della vita è di vivere per la gloria di Dio, portando frutto per Lui. Non vivere per la gloria di Dio è un grave peccato, ed è una vita sprecata. Vivere per la gloria di Dio è lo scopo della vita.

La cosa stupenda è che non devo essere una persona brava o ricca o molto capace per portare frutto per Dio. Posso essere la persona più semplice, con poca intelligenza, poca forza, pochi averi, poche capacità, pochi talenti, eppure io posso portare molto frutto. Portare frutto per Dio non dipende dalle capacità, o l'intelligenza o la forza che una persona ha. Portare frutto per Dio dipende dal dimorare in Cristo. Infatti, leggo, chiudendo, quello che Paolo dichiara ai credenti a Corinto, in 1 Corinzi 1, elencando che tipo di persone Dio tende a salvare.

Leggo 1 Corinzi 1:26-31.

“26 Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili, 27 ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; 28 e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono, 29 affinché nessuna carne si glori alla sua presenza. 30 Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, 31 affinché, come sta scritto: "Chi si gloria, si glori nel Signore"” (1 Corinzi 1:26-31 LND)

Questa è una buona notizia. Tu non devi essere nessuno agli occhi del mondo per poter portare molto frutto. Tu devi solo dimorare in Cristo.

Questa è la vera vita!

Allora due applicazioni.

Uno: confessiamo il nostro peccato ogni volta che accettiamo o cerchiamo gloria per noi stessi, anziché indirizzarla a Dio. Come la donna del dolce: se lei riceve quei complimenti, senza dire che il merito è dell'amica, sta peccando. Come noi se riceviamo complimenti senza dare la gloria a Dio. Confessiamo umilmente questo peccato. Cambiamo vita.

Secondo: non diamo gloria ad altri. Certamente possiamo fare veri apprezzamenti. È giusto fare apprezzamenti, è da Dio fare apprezzamenti. Ma apprezzamenti che danno gloria a Dio. Per esempio: Grazie di cuore, sei stato di immenso aiuto e incoraggiamento. Ringrazio Dio che Egli ha guidato le cose perché tu fossi nel posto giusto, per darti la capacità, e per darti il cuore per aiutarmi. Dio si è servito di te per essermi di grande incoraggiamento. Ringrazio te, e soprattutto, ringrazio Dio.

Va bene ringraziare profondamente gli altri, ma in un modo che chiaramente dà gloria a Dio, non che innalza l'uomo.

Che Dio ci aiuti a vedere che cercare gloria per noi stessi è un peccato, un peccato che ci allontana da Dio, e ci fa mancare la vera gioia. Abbiamo la vera gioia quando dimoriamo in Cristo, e così portiamo molto frutto alla gloria di Dio. Allora, la nostra gioia sarà completa, e avremo la gioia di Cristo.

Viviamo per la gloria di Dio, in tutto! A Dio solo la gloria!