Aiuto Biblico

Pollo al forno

come essere riconoscenti nel nostro modo di parlare

Studio di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org, 2009 --- cmd ag ---

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Insegnamento 1: Essere riconoscente

Quando costruisci una casa, quanto importa come e dove metti le fondamenta? È poco importante? Riguarda come verrà la casa? Se, anziché farle di 5 metri di larghezza, le fai di 2 metri di larghezza, per risparmiare un po' di calcestruzzo. Cambia qualcosa come metti le fondamenta? Cambia?

È fondamentale.

Voglio fare vari discorsi stasera ma uno riguarda il modo in cui io imposto, fondo, i miei discorsi. Cambia molto quello che viene costruito sopra, soprattutto nella mia testa.

Cerco di rendere chiaro questo con un esempio:

Un marito sente la mancanza del pollo al forno. Allora, dice alla moglie: “Sai che non mi hai fatto pollo al forno da tanto tempo?”. Ascoltiamo le parole, che lui dice con gentilezza. “Sai che non mi hai fatto pollo al forno da tanto tempo?”

Che cosa implica una dichiarazione tale? “Sai che non mi hai fatto pollo al forno da tanto tempo.” Che cosa implica quel commento?

Implica che ha voglia di pollo però implica tante altre cose anche.

Cos'altro implica? Cambio tono e lo dico in un altro modo. “TU non hai fatto...”

Quella frase, TU non hai fatto, non hai ascoltato, non hai preparato. Voluto o non voluto implica colpa. Implica che avresti dovuto e non l’hai fatto. Implica che non stai facendo il tuo lavoro da moglie. Non viene detto, ma è compreso nella frase. “TU non mi hai fatto pollo al forno da tanto tempo.”

Non solo implica qualcosa, ma dicendo quella frase si apre la porta. Si apre la porta ad altri pensieri. Cosa ha fatto il serpente quando ha tentato Eva? Cosa ha fatto Satana quando ha tentato Gesù? Iniziava con una certa dichiarazione che apriva la porta ad altre. “Come? Dio ha detto che non potete mangiare da nessun albero?” Lo scopo di quella dichiarazione era di aprire la porta ad altre dichiarazioni ancora peggio.

Allora, l'uomo che dice: “TU non mi hai fatto qualcosa”, quindi: “Non stai facendo il tuo lavoro. Tu sei colpevole”, quali altri pensieri potrebbe avere? Quale terreno ha arato lasciandolo tanto fertile per lasciare crescere altri pensieri? Quali sono esempi di altri pensieri, che poi, avendo detto questo, che gli resta nella testa, potrebbero arrivargli? Quali sono alcuni altri pensieri che possono venirgli in mente?

Per esempio: “Non mi stai curando, che vuol dire che non mi ami. Allora, tu sei una grande egoista, perché pensi alle tue cose”. E quell’impostazione, che questo marito non ha voluto coscientemente, ma non ha pensato prima, questa impostazione prima accusa la moglie di essere colpevole. Cioè: “Ha fatto male perché non mi ha fatto il pollo al forno da tanto tempo”. E poi, lascia aperta la mente e il cuore a pensieri ancora peggio. “Lei non mi cura bene. Lei è egoista. Lei non pensa abbastanza a me.”

Allora, vediamo un altro modo di comunicare la voglia di pollo al forno, un modo di ubbidire ai principi biblici, che vogliamo vedere appena dopo che vi spiego il modo di dire. Prima vi dico come chiedere il pollo al forno.

“Cara, quando considero come mi curi in tutti sensi, sono veramente grandemente benedetto da te. Non merito una moglie come te e ringrazio Dio per te. Fra le tante cose che fai bene apprezzo tantissimo il grandissimo impegno che hai di curarmi con pasti veramente buoni che fai giorno per giorno. Mangiamo veramente bene. Inoltre in un certo senso, ancora di più, oltre ai buonissimi cibi che mi fai, c'è la grandissima benedizione che fai tutto con un cuore meraviglioso di amore per me. Come hai quel cuore per me in ogni altro campo in cui mi curi. Il tuo amore per me è molto evidente ed è una benedizione immensa. Quello che stiamo mangiando va benissimo però stavo pensando che, quandosarebbe facile inserirlo nel menù, apprezzerei il pollo al forno che tu sai fare in modo stupendo. Ma non c'è fretta, perché sto godendo tutto il resto di quello che fai così bene. Io mangio benissimo tutti i giorni. Quindi se non riesci a farlo per varie settimane, anche qualche mese, non c'è nessun problema. Perché io mangio così bene tutti i giorni. Volevo solo menzionartelo. Principalmente, però, voglio ringraziarti per come mi curi in tutto, come proprio nel modo in cui cucini per me. Sei una grandissima benedizione per me perché quello che fai, lo fai con amore. Cara, grazie.”

Allora, in tutti e due i casi ha fatto capire alla moglie che avrebbe voglia di pollo al forno, giusto? Qual è stato, in questo secondo modo di comunicare, il suo punto principale? Apprezzamento.

La Bibbia parla di essere riconoscente? Ci comanda questo? Ci comanda di abbondare nel ringraziamento? Troviamo dei versetti e vogliamo sentire questi versetti che sono i principi che ho solo applicato dicendo quello come modo di chiedere il pollo al forno. Quella non è stata una cosa inventata, era semplicemente ubbidire a questi versetti. Un'applicazione semplice della Scrittura.

“In ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1 Tessalonicesi 5:18 LND)

In ogni cosa rendete grazie. In ogni cosa.

“E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui.” (Colossesi 3:17 LND)

Fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio” - quindi un cuore che trabocca in ringraziamento che poi arriva anche alle persone.

“19 parlandovi gli uni gli altri con salmi inni e cantici spirituali, cantando e lodando col vostro cuore il Signore, 20 rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio e Padre nel nome del Signor nostro Gesù Cristo;” (Efesini 5:19,20 LND)

Se sto ringraziando Dio continuamente, quando avrò a che fare con le persone, mi renderò conto che Dio mi cura con il cibo, certamente, ma tramite chi mi cura? Per un uomo, tramite la moglie.

Allora, non solo quello che ho detto come modo di chiedere il pollo era un rendere grazie, ma era anche la verità di Ebrei 13:5.

“Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò".” (Ebrei 13:5 LND)

“Accontentatevi di quello che avete”. Ho tanti cibi buoni. Quel primo modo di chiedere non era essere contento con quello che ho di buono. Era essere scontento perché non ho pollo al forno, ed era un peccato. Invece bisogna essere contenti con quello che abbiamo, il che cambia come chiediamo. Infatti, Filippesi 4:10-14 espone su questo.

“10 Or mi sono grandemente rallegrato nel Signore, perché finalmente le vostre cure per me si sono ravvivate; in realtà già ci pensavate, ma ve ne mancava l’opportunità. 11 Non lo dico perché sia nel bisogno, poiché ho imparato ad essere contento nello stato in cui mi trovo. 12 So essere abbassato, come anche vivere nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato ad essere sazio e ad aver fame, ad abbondare e a soffrire penuria. 13 Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica. 14 Tuttavia avete fatto bene a prendere parte alla mia afflizione.” (Filippesi 4:10-14 LND)

Paolo qui dice che ha imparato, come dobbiamo tutti, ad essere contento in qualunque condizione. Se io arrivo a fare una richiesta ma sono già contento, anche se non viene soddisfatta, la presento in un modo tutto diverso. Se io già in partenza voglio quella cosa e non sono contento se non c'è l'avrò, allora il mio modo di chiedere sarà peccato. Poi, il modo di pensare, in questo esempio, alla moglie, deve essere in base a quello che dice Filippesi 4:8.

“8 Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose.” (Filippesi 4:8 LND)

Questo marito, che sta pensando a tutte le cose degne e buone che riguardano la moglie, quando va a menzionare che avrebbe piacere dello stupendo pollo al forno che fa, quando sarà possibile perché è già contento con quello che ha, avrà la sua testa piena di pensieri buoni di lei. Poi, se la testa è piena, come deve essere, cosa verrà fuori nella richiesta? Non solo: “Sai quanto voglio pollo al forno!” ma “Pensando a quanto mi ami, quanto mi curi, quanto lo fai con amore, non posso fare altro che ringraziare Dio. Pensando a quanto bene mangio, pensando a quanto ti impegni qua con i figli, è incredibile quanto bene riesci a fare, nonostante tutto quello che hai da fare. È proprio incredibile!” Perché sta pensando alle cose buone e vere.

Allora, il problema è che sentendo questi due modi di chiedere pollo al forno, il secondo modo sembra esagerato. Perché siamo talmente lontani dal vivere i principi delle volte, che applicare i principi sembra esagerato. Allora, abbiamo da spostarci molto di più verso il vivere i principi di Dio.

Allora, un altro esempio: Ashley è la segretaria, giusto?

Modo numero 1: “Non hai preparato quella pagina per il sito.”

Modo numero 2: “Sei una grandissima benedizione per noi per chi sei, soprattutto, anche se non fai niente, sei una benedizione per chi sei e poi, apprezziamo quanto sei volonterosa. Stai facendo un ottimo lavoro su quei tre lavori, tale, tale, tale, che ti ho chiesto di fare. Vedo ottimo progresso, vedo il tuo impegno. Grazie tanto. Sto guardando un po' l'andazzo delle cose e mi rendo conto che dovremmo mettere più enfasi sul sito per un po' di tempo, perciò vorrei chiederti di mettere come prima priorità quella pagina che avevo menzionato prima da preparare. Quindi, grazie per quello che stai facendo in questo e quello e quell’altro campo però credo che dovremmo proprio mettere l'enfasi qua. Però voglio ringraziarti in anticipo, perché so che lo farai con lo stesso atteggiamento stupendo che stai avendo in ogni cosa che fai.”

Cambia un pochettino.

Modo numero 1: “Giulia, non hai messo via i tuoi libri!”

Modo numero 2: “Giulia, grazie per il tuo lavoro oggi e anche per il lavoro che hai fatto negli ultimi giorni. Sei una grande benedizione, non solo per quello che stai facendo ma perché solitamente, Giulia, lo stai facendo con un ottimo atteggiamento. Questa è una fonte di grande gioia per me e papà. Ci fai avere gioia vederti crescere anche nell’essere più responsabile. Volevo ricordarti che stai andando bene in tante delle tue responsabilità però hai dimenticato di mettere via i tuoi libri già tre volte. Visto che stai andando così tanto bene negli altri lavori, volevo ricordarti di non mancare anche in questo. La costanza è molto importante. Perciò grazie, cara Giulia, per quanto stai andando bene. Ti amo.”

Due modi di ricordare a un figlio, a una figlia, che ha dimenticato qualcosa che doveva fare. Quale promuove la tranquillità in casa e stimola la persona a voler migliorare? Forse sono un po' storto, ma io, quasi quasi, credo che il secondo modo potrebbe essere un pochettino più uno stimolo e che applica quei principi di cui abbiamo parlato.

Adesso do un altro esempio: un figlio mentre parla con i genitori.

Modo numero 1: “Tu non mi hai comprato nulla da tanto tempo. E io volevo quella cosa!”

Ditemi voi il modo numero 2. Cosa potrebbe dire un figlio quando c'è qualcosa che ci teneva avere da tanto tempo e i genitori non hanno preso quella cosa per lui? Come potrebbe spiegare questo a loro? Cosa potrebbe dire?

Modo numero 2: “Io voglio ringraziarvi per quanto mi curate. Sapete quante volte nell’ultimo mese ho mancato cibo perché siete così impegnati a curarmi? E sapete quante volte ho mancato vestiti o un cappotto nel freddo? Mai, perché mi amate così tanto! E sapete quante volte non mi avete detto che mi amate? Quanti giorni su 30 avete dimenticato di dirmelo? Mai. Sono veramente benedetto come figlio. E se le cose restano uguale, resterò un bambino, un figlio stra-benedetto. Il mese scorso avevate menzionato che forse mi avreste preso tale cosa, essendo contento già con quello che ho … se è possibile per me sarebbe speciale ma se non è possibile, sono già stra benedetto. Volevo menzionarlo però se non è fattibile non c'è problema. Io sono ricolmo di benedizioni. Grazie che siete genitori così speciale.”

Cosa succede quando cominciamo ad ubbidire ai brani che abbiamo letto e cominciamo a parlare così?

E se uno viene in casa e lo sente, potrebbe quasi credere ciò che Gesù dice in Giovanni13:35 quando Gesù dice “da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri".

Insegnamento 2: Chiedere a Dio per saggezza

Adesso, trovate Giacomo 1:5-6.

“5 Ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede senza dubitare, perché chi dubita è simile all’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.” (Giacomo 1:5-6 LND)

Domanda. È giusto chiedere a Dio per sapienza?

Io voglio dirvi che è peccato chiedere Dio per sapienza … in certi casi. È peccato in certi casi.

Se un ragazzo è in giro con i suoi amici, 15 e 16 anni, e gli dicono: “Dai, vieni con noi che vogliamo rubare alcune cose dal negozio. Allora, uno tiene occupato il commesso e gli altri mettono in tasca delle cose, dei CD o qualcosa.”

È giusto che lui dica:“Signore, dammi saggezza se è buono o no partecipare con loro oggi”? Dovrebbe pregare per saggezza?

Uno ti dice: “Senti, non voglio che i miei genitori scoprano quello che abbiamo fatto, allora, tu dici loro che eravamo a casa tua, così non lo sapranno. Mentisci per me.”

Allora dici: “Signore, dammi saggezza se oggi dovrei mentire o no”?

Dovrebbe pregare per saggezza se è il caso questa volta di mentire o no?

Un uomo vuole lasciare la moglie perché è stanco e vuole avere tanti soldi per comprare belle macchine. Non vuole più curare la moglie e i figli, allora vuole lasciare lei da sola senza soldi.

Dovrebbe dire: “Signore, dammi saggezza per capire se dovrei stare a casa o lasciarla e andare a vivere come voglio io.”?

Qual è il punto?

Non serve pregare. Anzi, è sbagliato pregare per saggezza quando Dio ci dice chiaramente cosa fare. Quando ci dice cosa fare, dobbiamo pregare per l'umiltà e il cuore giusto di ubbidire. In questi casi per sapere cosa fare non serve saggezza, serve ubbidienza.

Si prega per saggezza quando la Bibbia non è chiara. Ho due situazioni e tutte e due hanno bisogno del mio aiuto e posso fare solo uno o l'altro. Questa persona vuole parlarmi e ha dei problemi ma anche quella persona, ma tutti e due hanno bisogno di parlare oggi e tutti e due hanno lo stesso orario e nessun altro. Quindi, non posso parlare con tutti e due. Allora, lì ho bisogno di saggezza perché tutte e due sono opere buone, giuste, che glorificano Dio, ma posso parlare solo con uno dei due. Cos’è che Dio vuole? Ho bisogno di saggezza.

Ci sono tante cose in cui abbiamo bisogno di pregare per saggezza. Ce ne sono altre dove è sbagliato pregare. Infatti pregare: “Sai, ho tanto da fare in questo periodo. Signore, guidami, dovrei continuare ad andare al culto e allo studio, agli incontri in chiesa, alle adunanze? Perché se io non andassi per un mese o due mi darebbe un bel po' di tempo in più. Dammi saggezza, qual è la tua volontà?” E allora posso dire “Sai, io ho pregato, e Dio mi ha guidato a non andare. Fratelli, dovete comprendere che Dio mi ha guidato.”

No, Dio non ti ha guidato, e pregare per qualcosa che Dio già insegna ti lascia aperto a credere che Dio ti abbia guidato in quello che in fin dei conti è solo peccato.

Quindi, non pregate per quello che la Bibbia già insegna chiaramente, pregate quando c'è ubbidienza sia in una scelta che nell’altra ed è solo una questione di scegliere cos’è che Dio vuole per te.

Insegnamento 3:

C'è una guerra e ci sono questi uomini che hanno l'incarico di addestrare questi soldati. Alla fine del corso che dura 6 mesi, appena prima di essere mandati in battaglia, fanno delle esercitazioni molto simili al vero per vedere cosa hanno appreso.

Allora, i suoi soldati vanno lì, dove ci sono gruppi di vari soldati, e adesso devono andare tramite il fango sulla pancia con il fucile che diventa tutto sporco. Dopo dicono: “Ok, pulite i fucili!” Perché se tu riempi il tuo fucile di fango, non funziona più. Allora, tutti gli altri cominciano a pulire bene i loro fucili e questi qui: “Ma come si apre?” Non sanno niente.

E l’addestratore: “Non sanno pulire il fucile!”

E poi, “Adesso sparate!”.

E loro sparano bene e lui dice: “Ha, ha fanno bene come gli altri!”

Poi: “Adesso bombe a mano!” E tutti gli altri fanno esplodere le bombe e questi …. “Cosa faccio?” Loro non sanno fare quasi niente. Sanno sparare ma tante altre cose non le sanno fare.

Allora, l’addestratore non ci crede. Cosa vuol dire questo? Perché tutti gli altri soldati sanno fare tante cose ma i suoi soldati no?Sono stati insieme sei mesi, lui con loro e loro con lui: perché loro non sanno fare tante cose che dovrebbero saper fare?

E lui abbassa la testa e dice: “Ahi, ahi, ahi, prego che non mi licenzino e che mi diano un’altra possibilità!”

L'altra sera viene chiesto: “Raccontateci le vostre testimonianze” ed io, da pastore, stavo ascoltando attentamente quelle testimonianze. Sento una testimonianza. Biblicamente chiara dalla A alla Z. Un’altra testimonianza, ed io stavo ascoltando, e non è stato menzionato in nessun modo Gesù Cristo. In nessun modo. Non si parlava minimamente di salvezza in Gesù Cristo, Gesù Cristo non è stato nominato, né Gesù, né Cristo, né Salvatore, niente. Un terzo, la salvezza ha accennato appena appena. Tutto un altro discorso.

Allora questo capo di questi soldati dice: “Questo risultato non è colpa di questi soldati. Questo è colpa del loro capo.”

“Marco, spiegami come hai capito che Serena era la ragazza giusta a sposare?”

“Ma sai, eravamo all'università. Allora, io stavo valutando di fare matematica per un anno e poi ho cambiato e ho fatto computer e poi ho cambiato e ho fatto …. e poi alla fine ho scelto religione e mi sono laureato in quello e poi ci siamo sposati.”

Allora, indovinate cosa ho dimenticato di menzionare?

Serena!

Ho sentito testimonianze così.

Si parlava di tante cose ma non di Gesù Cristo. Letteralmente. E ho detto: “Qui abbiamo un pochettino di strada da fare.”

Perché la Bibbia dice “siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa...” E ricordate la parola “rispondere”? È “apologia” in Greco, che vuol dire una chiara spiegazione basata su fatti veri, logicamente presentati.

“... a chiunque vi domandi spiegazione della speranza …” La speranza viva. Cioé, siate sempre pronti a spiegare in modo chiaro, in base alle verità, perché sapete di andare in cielo. E se uno ci chiede la nostra testimonianza e io non riesco a spiegare la mia testimonianza, non riesco a spiegare il Vangelo. Perché la mia testimonianza è quello che Dio mi ha fatto capire per farmi passare dalla morte alla vita. E se non so spiegare quello, non so spiegare il Vangelo, perché la mia testimonianza è il Vangelo applicato a me.

Allora, ho scritto giù pagine, perché ce ne sono, di esempi dove il Vangelo viene menzionato ed è sempre uguale. Si parla sempre di Gesù.

arrivati ad Antiochia, iniziarono a parlare ai Greci, annunziando il Signore Gesù.” (Atti 11:20 LND)
annunziando la pace per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti” (Atti 10:36 LND)

E per tempo non leggo tutti i brani ma tutti quanti parlano del perdono e che Gesù è morto sulla croce e …

“... come essi lo uccisero, appendendolo a un legno. Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e … A lui rendono testimonianza tutti i profeti, che chiunque crede in lui (Gesù) riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome".” (Atti 10:39-40, 43 LND)

Un altro brano che parla del fatto che Gesù è il Cristo …

“37 Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: "Fratelli, che dobbiamo fare?". 38 Allora Pietro disse loro: "Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.” (Atti 2:37-38 LND)

E va avanti, passo dopo passo dopo passo, sempre … !

Cos'è la salvezza?

Aggrapparmi a Gesù. Quello è la salvezza.

“Dammi la tua testimonianza!” uno dice.

Non posso menzionare Gesù. Devo parlare tutto di Gesù. Quello è la testimonianza! Allora, mi sono reso conto che qui c'è una persona sola colpevole e sono io e vi chiedo perdono. Noi non sappiamo evangelizzare perché non sappiamo raccontare la salvezza.

Abbiamo tanto insegnamento ma non su come parlare della salvezza. Come parliamo? Spiegami la tua testimonianza. Dobbiamo poter spiegare il Vangelo applicato a noi. Quella è la nostra testimonianza.

Se uno dice: “Spiegami come hai capito che Serena era la donna giusta da sposare”, non devo parlarti di tutto quello che stava succedendo nella mia vita all'epoca quando eravamo lì valutando l'uno l'altro.

Caso mai, potrei menzionare queste cose ma il discorso riguarda cosa ho capito di lei e perché ho capito che lei era la donna giusta.

Allora, quando parlo della mia salvezza, non parlo del mio ostacolo in questo e che io mi vedevo così o ho capito … ma io posso dire che ho visto l'amore di Dio ma devo far capire quale amore, perché tutti credono in un Dio d'amore. No, ho visto che Dio è santo ed io sono peccatore. Ma poi ho visto il Suo amore perché ha mandato Gesù Cristo a morire per me perché il mio peccato mi ostacolava totalmente da Lui. Ma Gesù Cristo ha lasciato la Sua gloria per prendere su di Sè la mia condanna e per mezzo di Gesù potevo essere riconciliato con Dio. Adesso godo l'amore di Dio ma è tutto per mezzo di Gesù.

Allora, le parole possono variare da persona a persona e anche le circostanze ma c'è una salvezza sola. Ricordate vari brani? C'è un Salvatore, un battesimo, un Signore, uno Spirito. La salvezza è uguale per tutti.

Ricordate i brani che dicono che non c'è distinzione? Che non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù? Siamo tutti in Cristo che vuol dire quando parliamo della salvezza non è la storia degli avvenimenti ma è la storia di come Dio ha mi fatto capire che io ero sotto condanna. E che l'unica speranza era Gesù Cristo. Questa è la mia testimonianza. Perché se quella non è la tua testimonianza non sei salvato.

Allora, tu puoi essere salvato ed essere confuso nel come spiegarlo ma se tu sei salvato quella è la tua testimonianza solo che non sai dirlo. Ma bisogna dirlo.

Uno potrebbe chiedere: “Ma qual è la differenza fra la vostra religione e la nostra?”

“Noi siamo discepoli di Gesù, non seguiamo la chiesa.”

No, non è quella la differenza!

“Noi seguiamo la Bibbia, non seguiamo le tradizioni.”

Quella non è la differenza!

Qual è la differenza?

La salvezza. Per mezzo di Gesù Cristo. Per fede. Tutto il resto è secondario. Un secondario molto basso.

Intorno alla tua salvezza e alla mia salvezza ci possono essere vari discorsi ma dobbiamo stare attenti che i discorsi non prendano il primo piano. Forse sei stato colpito dall'amore di Dio, forse per te era difficile capire l'importanza del battesimo, forse hai capito che era importante essere un discepolo di Gesù e non vivere secondo il tuo parere ma quello non è la salvezza. La salvezza è capire che sono separato da Dio e Gesù Cristo è l'Unico che può salvarmi per mezzo del Suo sacrificio. Tutto il resto non è la salvezza, non è la testimonianza, sono cosette che sono accadute intorno al tempo della mia salvezza. Allora, bisogna glorificare Dio in Cristo. Quindi, quando parliamo della salvezza con credenti o con non-credenti vogliamo parlarne in modo che alla fine vadano via dicendo “Gesù Cristo è il Salvatore! Gesù Cristo è il Salvatore!”

Allora, vorrei fare una cosa e darvi a tutti un compito, da una pagina a tre pagina a volontà: la testimonianza. Scriviamo giù la testimonianza, non con lo scopo di memorizzarla, ma vorremmo averla chiara in testa.

Cos'è la mia testimonianza? La mia salvezza?

È buonissimo averla chiara nella testa perché la Bibbia dice in 1 Pietro 3:15: “siate sempre pronti (preparati) a dare una chiara spiegazione ...” Quindi, senza preavviso, non che uno dice: “senti sabato prossimo voglio che tu conosca un mio collega e che tu racconti ...” No, no, no. “Siate sempre pronti (senza preavviso, preparati) a dare una chiara spiegazione ...” Una spiegazione che vada molto d’accordo con l'insegnamento dalla Bibbia, la verità, di quello che è veramente successo in te quando Dio ti ha salvato.

“Eh, ma, io avevo sei anni!”

E io ti dico che a sei anni io sapevo di essere un peccatore. E io sapevo benissimo che i miei tentativi erano un fallimento totale e che il mio cuore era nero. E cercavo ma sapevo che ero tanto cattivo dentro. E ho capito che Gesù era morto per i miei peccati e non avevo altra speranza e mi sono aggrappato a Lui. Allora, oltre a quello non potevo parlarti di tante dottrine ma quello ho capito. Se non avessi capito quello, non sarei stato salvato. Quello è quello che uno capisce quando Dio lo salva. Sa di essere peccatore, sa di non arrivarci per le sue opere, e sa che Gesù Cristo è il Signore e Salvatore. Forse non sa nient'altro ma quello lo sa. A sei anni sapevo quello. Ora a dodici, a quindici o a cinquantotto, a qualunque età che uno viene salvato.

Quindi, ognuno avrà qualche dettaglio non nel contenuto ma nel contorno, ma non mettiamo l'enfasi sul contorno, mettiamo l'enfasi sul messaggio della nostra salvezza.

Quindi, vorrei chiedervi di scrivere la vostra testimonianza e le guarderemo insieme. Ho conosciuto chi vi ha insegnato in questi anni e lui mi ha ammesso, chiaro e tondo, che non ha fatto un buon lavoro. Va bene, però visto che non ha fatto un buon lavoro in questo non è che dovete essere minimamente delusi se non sapete scrivere bene, perché da quello che ho capito, non vi ha proprio insegnato quasi niente in questo campo.

Ultimamente ho parlato con un padre di un'altra chiesa e ho detto: “Cosa pensi se vedi un uomo con un figlio che dice che il figlio è maleducato, e non ascolta, e non sa fare niente, ed è pigro?” E ho detto: “La domanda che faccio sempre io al padre è: come si chiama il suo papà?”

Allora, se uno dice che tu non sai dare una buona testimonianza, la domanda è: come si chiama il tuo pastore? Questa sarebbe la domanda giusta. Io faccio quella domanda ad un padre che brontola di suo figlio.

Allora, il vostro pastore vuole recuperare, vuole aiutarvi. Quindi, se mi perdonerete, insieme vogliamo arrivare a poter essere più preparati a dare una chiara spiegazione della speranza che abbiamo in noi. A chiunque ci chiede. Siamo stati chiesti e non sapevamo dare una chiara spiegazione. Ed io ringrazio Dio che erano credenti che hanno chiesto perché così il danno non era notevole. Se fossero stati non-credenti sarebbe stato un danno più grande. Vedo la misericordia di Dio. Mi ha dato una bella bastonata ma in un modo che non ha fatto tanto danno. Allora, riconosco dove abbiamo da crescere, riconosco la ragione, allora insieme mettiamoci da fare ad essere pronti a dare una chiara spiegazione della speranza che abbiamo in noi. Ringraziando Dio che abbiamo questa speranza.

E per voi che non avete questa speranza, è un'opportunità di dire: “Signore, anch'io voglio quella speranza viva.”

Voglio pregare.