Aiuto Biblico

Come rispondere all'ammonimento

Genesi 4:1-7

sermoni di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 20 aprile, 2008
parole chiavi: orgoglio, ammonimenti, come rispondere, umilità ----- cmd dv -----

Audio:

La buona salute: comprende tutto il corpo

Riesci a salire le scale senza doverti fermare e riposare? Riesci ad alzare un bambino di tre anni senza avere poi mal di schiena per una settimana? Riesci a mangiare normalmente? Hai la febbre alta?

Se puoi rispondere “sì” a tutte queste domande, vuol dire che hai un'ottima salute?

No! Non necessariamente.

Il fatto che tu non abbia certi sintomi, non vuol dire che tu goda di buona salute. La salute riguarda tutta la persona. Il corpo è fatto di vari sistemi: il sistema digestivo, il sistema respiratorio, il sistema nervoso, il sistema motorio, e vari altri. Il fatto che tu abbia buona salute in alcuni sistemi, non vuol dire niente, se hai una malattia in un altro sistema.

La salute riguarda la salute di tutto il corpo, non solo di una parte.

Similmente, quando consideriamo la nostra salute spirituale, dobbiamo considerare tutta la persona, ogni aspetto della vita, e non solo una parte.

L'umiltà è fondamentale

Quando parliamo di salute spirituale, tutto è importante, ma in realtà, certe cose lo sono più di altre. Per esempio, parlando del corpo, avere una ferita al piede è meno grave che avere un cuore malato. Avere un raffreddore è un problema minore rispetto all'avere un tumore ai polmoni.

Similmente, ci sono dei peccati di fondo che sono molto più pericolosi di altri, anche se qualsiasi peccato, se lasciato crescere, porta grave male.

Forse il peccato più pericoloso, che ci farà più danno di qualsiasi altra cosa è il nostro orgoglio. Quando il serpente tentò Eva nel giardino, le disse che se avesse mangiato il frutto proibito, sarebbe diventata come Dio. Quindi, egli suscitava il suo orgoglio, ed è questo che portò lei ed Adamo a ribellarsi contro Dio.

Infatti, volta dopo volta nella Bibbia, leggiamo che Dio resiste ai superbi, ma è vicino agli umili.

In 1Giovanni 2:15-17, leggiamo tre categorie di peccati:

“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1Giovanni 2:15-17 LND)

Le tre categorie sono: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, e l'orgoglio della vita.

La superbia, ovvero l'orgoglio, è il peccato più pericoloso per un credente, perché un credente può apparire molto zelante e impegnato per il Signore, e comunque essere pieno di orgoglio.

È importante capire questo. Se uno sta dando retta alla concupiscenza della carne, in quel momento non sta servendo Dio, e lo sa bene. Una persona che guarda un programma TV immorale sa che non sta onorando Dio.

Però, l'orgoglio, la superbia della vita, è tale che una persona può esserne piena, anche quando si sta impegnando tantissimo per il Signore.

Ascoltate bene e meditate su questo: si può avere una vita piena delle cose di Dio, si può leggere la Bibbia tutti i giorni, parlare con tante persone di Dio tutti i giorni, cercare di insegnare ai propri figli di Dio, essere moralmente puri e non essere minimamente attaccati alle cose materiali, dedicarsi allo studio della Bibbia e a tante opere per Dio, e comunque essere pieni di orgoglio e in grave salute spirituale.

L'orgoglio è il più pericoloso dei peccati, perché tu puoi apparire in buona salute in tanti campi della vita, ma essere pieno di orgoglio dentro. Tu puoi credere di camminare bene, ma in realtà, avere il cuore pieno di questo male terribile che ti tiene lontano da Dio.

È importante capire che l'orgoglio è anche una malattia contagiosa. Di solito, la concupiscenza della carne non è tanta contagiosa. La concupiscenza degli occhi può essere più contagiosa, soprattutto con i figli. Ma molto, molto di più, l'orgoglio è un peccato che influenza gli altri, perché l'orgoglio di una persona suscita l'orgoglio dell'altro. In particolare, l'orgoglio influenza i figli, o i credenti più giovani per i quali sei un punto di riferimento.

Quindi, per capire come stai spiritualmente, non basta guardare all'esterno. Non basta considerare come passi il tuo tempo, e quanto sei fedele a leggere la Bibbia, e come ti impegni nelle cose di Dio, evitando tantissimi peccati che sono comuni nella società in cui vivi.

Per capire la tua condizione spirituale, hai bisogno soprattutto di esaminare il tuo cuore, per riconoscere se nel tuo cuore c'è orgoglio.

Però, per quanto sia importante esaminare il proprio cuore, spesso non basta. Spesso, l'orgoglio è talmente subdolo che servono gli altri per aiutarci a riconoscere il nostro orgoglio.

In questo sermone, voglio aiutare ciascuno di noi a capire come possiamo riconoscere meglio il nostro orgoglio, che spesso non vediamo.

L'importanza degli ammonimenti

Una delle benedizioni più grandi nella vita cristiana è la possibilità di avere fratelli e sorelle in Cristo come parte della nostra vita. Abbiamo tutti un grande bisogno gli uni degli altri.

Abbiamo bisogno di tanto incoraggiamento. Spesso, cominciamo a focalizzare la nostra mente sui problemi, e diventiamo pieni di ansia o di scoraggiamento. Che grande aiuto quando un fratello o una sorella ci ricorda le verità di Dio.

Chiaramente, abbiamo bisogno di insegnamenti. Ci sono coloro che hanno proprio il ministero di insegnamento, necessario a tutti, poi, ciascuno deve lasciare che la Parola di Cristo dimori in lui abbondantemente, in modo che possiamo istruirci a vicenda.

È molto bello ricevere una parola di incoraggiamento, e di solito è bello anche ricevere insegnamento, ma c'è un altro modo in cui i fratelli e le sorelle possono essere per noi di grande benedizione, anche se questo non è piacevole. Possono essere di grande benedizione dandoci ammonimenti e facendoci notare peccati o mancanze. Chiaramente, nella nostra carne, non è piacevole sentire che stiamo facendo qualcosa di sbagliato, oche non stiamo facendo la cosa giusta. Eppure, abbiamo un grande bisogno di sentire queste cose.

Di natura, molto spesso, siamo ciechi nel vedere certi peccati da soli. Probabilmente il peccato più difficile da riconoscere da soli è l'orgoglio. Quindi, abbiamo molto bisogno di fratelli e sorelle che ci aiutano a riconoscere i nostri peccati, e soprattutto, il nostro orgoglio.

Se NON riconosciamo un peccato, quel peccato è come un tumore che rimane dentro di noi e cresce, e farà sempre più danno.

Invece, se riceviamo il giusto aiuto per riconoscere un peccato, possiamo confessare quel peccato, e ricevere il perdono da Dio, e così, tornare a camminare bene, ed avere buona salute spirituale.

Quindi, saggio è quel credente che dà molto ascolto agli ammonimenti che gli vengono dati.

Come reagiamo all'ammonimento

Uno dei modi più utili per capire la propria condizione spirituale è considerare come reagiamo quando qualcuno ci parla di un nostro peccato, o di una nostra mancanza. In altre parole, come reagiamo quando qualcuno in qualche modo ci ammonisce?

Infatti, il modo in cui reagiamo all'ammonimento ci dà una grande indicazione, su quanto orgoglio abbiamo, e sulla condizione della nostra anima.

Voglio ripetere questo, perché è tanto, tanto importante. Il modo in cui rispondiamo, reagiamo all'ammonimento, è una chiara indicazione che ci mostra quanto orgoglio abbiamo.

La persona che si irrita quando qualcuno gli parla di un suo peccato o di una sua mancanza, dimostra di avere ancora tanto orgoglio nel suo cuore.

È importante ricordare anche, che una persona può rispondere bene esternamente, ma essere irritata nel cuore. Cioè, alcune volte, proprio a causa dell'orgoglio, quando qualcuno ci parla di un nostro peccato, per fare bella figura non diciamo niente. Però dentro di noi, facciamo ragionamenti orgogliosi.

Quindi, quando qualcuno ti ammonisce o ti parla di un peccato, la cosa che devi considerare non è tanto la tua reazione esterna, ma quella interna, del tuo cuore. Questo è quello che ti aiuta a capire quanto orgoglio hai nel tuo cuore.

Un esempio di una risposta orgogliosa

Che cosa succede se non riconosciamo e confessiamo il nostro orgoglio? L'orgoglio è una malattia che non resta mai ferma. O lo combattiamo, o cresce e facendoci sempre più male; inoltre fa male anche a coloro che amiamo, soprattutto a quelli che vivono nella nostra casa.

Un chiaro esempio di un uomo che risponde ad un ammonimento con orgoglio è la risposta di Caino, in Genesi 4. In questo brano, Dio spiega il problema, e poi, indica anche la cura. Tristemente, quest'uomo rifiutò la cura offertagli da Dio.

Mentre leggo questo brano, notate come l'Eterno “non riguardò Caino e la sua offerta”. In altre parole, Dio fece capire a Caino che la sua offerta non andava bene. Questo era una forma di ammonimento, lo si nota da come Caino reagì quando Dio non ebbe riguardo per lui e per la sua offerta. Leggiamo Genesi 4:1-7

“1 Ora Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: "Ho acquistato un uomo, dall’Eterno". 2 Poi partorì ancora Abele, suo fratello. E Abele divenne pastore di greggi; mentre Caino divenne lavoratore della terra. 3 Col passare del tempo, avvenne che Caino fece un’offerta di frutti della terra all’Eterno; 4 Ora Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. E l’Eterno riguardò Abele e la sua offerta, 5 ma non riguardò Caino e la sua offerta. Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto. 6 Allora l’Eterno disse a Caino: "Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? 7 Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:1-7 LND)

È evidente che in qualche modo, prima di questo avvenimento, Dio aveva comunicato a loro la necessità di offrire un animale come sacrificio. Caino aveva fatto male, offrendo frutti all'Eterno, mentre Abele offriva un animale, come Dio aveva insegnato loro. Caino invece voleva fare di testa sua, anziché fare come Dio aveva detto. Già da questa cosa, possiamo vedere il suo orgoglio. Anziché ubbidire umilmente a ciò che Dio aveva detto loro, offrì quello che voleva lui.

Quando fu rimproverato da Dio, per il fatto che Dio non riguardò la sua offerta, anziché umiliarsi e riconoscere il suo peccato, rispose con orgoglio. Fu irritato, e il suo volto ne fu abbattuto. Questa è una tipica reazione che si manifesta quando il nostro cuore è pieno di orgoglio. Essere irritato e avere il muso lungo è un chiaro frutto dell'orgoglio.

Prima di considerare la risposta che Dio diede a Caino, voglio chiedere a ciascuno di voi: come rispondi quando qualcuno ti parla di un tuo peccato, o di una tua mancanza?

Voglio ripetere la domanda, perché è tanto importante che ciascuno consideri onestamente se stesso.

Come rispondi quando qualcuno ti parla di un tuo peccato, o di una tua mancanza?

Ti irriti, visibilmente, o anche solo dentro, come si irritava Caino? Il tuo volto si abbatte? In Italiano si usa l'espressione: “fare il muso lungo”.

Quando qualcuno ti parla di un tuo peccato, o di una tua mancanza, qual è la tua reazione? O meglio: qual è la tua reazione interna? Dio guarda il cuore. Certe persone riescono a nascondere quello che è nel loro cuore. Quello che dovresti chiederti è: come reagisco nel mio cuore?

Quando qualcuno ti parla di un tuo peccato o di una tua mancanza, qual è la tua reazione?

Fai il muso lungo? Subito diventi teso o tesa? Cerchi subito di trovare qualche sbaglio nelle parole di chi ti sta riprendendo?

Ogni persona fa il muso lungo delle volte, chi in modo più visibile, chi in modo più nascosto. Questo è sempre un frutto del nostro orgoglio.

Quando facciamo così, anziché umiliarci ed ascoltare l'ammonimento, che cosa guadagniamo?

Torniamo all'esempio di Caino, e ascoltiamo attentamente le parole dell'Eterno, perché sono anche per noi, ogni volta che reagiamo come fece Caino. Vi leggo ancora Genesi 4:17.

“6 Allora l’Eterno disse a Caino: "Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? 7 Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:6-7 LND)

Quando Dio gli dice: “perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto?”, non è una domanda per capire il perché. È un modo di fare notare a Caino che non aveva alcuno valido motivo di reagire così. Dio gli stava mostrando la stoltezza della sua reazione di orgoglio.

Cari, ogni volta che noi ci agitiamo quando qualcuno ci riprende, anche noi stiamo agendo con stoltezza. Anche noi stiamo seguendo il brutto esempio di Caino.

Dio non solo rimproverò Caino per la sua reazione sbagliata, ma gli mostrò anche la buona via, che lo avrebbe portato a godere di nuovo della comunione con Dio e la pace di Dio. Dio Gli disse: “se fai bene non sarai tu accettato?”.

Dio è pronto a perdonarci quando confessiamo e abbandoniamo i nostri peccati. Che meravigliosa grazia da parte di Dio, che è così pronto a perdonarci.

Dio non solo offre il perdono a Caino, come lo offre a noi, ma lo avverte, e avverte anche noi del pericolo che corriamo se NON confessiamo il nostro peccato. Leggo la seconda parte del v.7.

“ Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare". (Genesi 4:7 LND)

Se continuiamo a fare del male, che in questo caso vuol dire continuare nel nostro orgoglio, allora, il peccato ci dominerà, e ci farà tanto, tanto male.

Ricordate che noi non siamo mai padroni del peccato. Se scegliamo di peccare, diventiamo schiavi di quel peccato, finché non lo confessiamo a Dio. Dio vuole benedirci, e così qui, incoraggia Caino a capire l'importanza di dominare il suo peccato. Dominiamo il nostro peccato confessandolo e mettendolo alla luce, anziché nascondendolo.

L'importanza di camminare in umiltà

In realtà, di natura siamo molto simili a Caino. Di natura, anche noi rispondiamo come lui. Non vogliamo sentir dire che abbiamo peccato o che manchiamo in qualcosa. Questo è il nostro orgoglio che agisce in noi.

Se diamo retta al nostro orgoglio, ci farà tanto, tanto male, come l'orgoglio di Caino ha fatto tanto male a lui. Il nostro orgoglio è un terribile nemico, da dominare, per non essere dominati da lui.

Quindi, dobbiamo fare guerra contro il nostro orgoglio.

Come possiamo combattere il nostro orgoglio? Prima di tutto, per poter combattere il nostro orgoglio, dobbiamo riconoscerlo.

In un certo senso, uno degli ambiti in cui è più facile riconoscere il nostro orgoglio è nel modo in cui rispondiamo agli ammonimenti. Quindi, se vuoi combattere il tuo orgoglio, questo è un ottimo punto dal quale iniziare.

La stoltezza di rispondere con orgoglio

La Bibbia è molto chiara nell'affermare che rispondere con orgoglio quando qualcuno ci riprende è un grave peccato. Infatti, la Bibbia descrive chi si comporta così come uno stolto. Nella Bibbia, la parola stoltezza non riguarda l'intelligenza, ma la condizione del cuore. Chi reagisce con orgoglio ha un cuore pieno di peccato.

Vi leggo alcuni versetti che parlano della stoltezza dell'uomo che non ascolta consigli ed ammonimenti.

“La via dello stolto è diritta ai suoi occhi, ma chi ascolta i consigli è saggio.” (Proverbi 12:15 LND)

Lo stolto, che è una persona piena di orgoglio, pensa che quello che sta facendo vada bene; il suo modo di fare sembra diritto ai suoi occhi, e quindi, non è d'accordo quando qualcuno lo ammonisce o gli dà consigli.

Al contrario, una persona saggia ascolta attentamente quando viene rimproverata, mentre uno stolto trova tanti motivi per non dare retta al rimprovero, come leggiamo in Proverbi 17:10.

“Un rimprovero penetra più profondamente nell’uomo assennato, che cento colpi nello stolto.” (Proverbi 17:10 LND)

Lo stolto non vuole ascoltare chi gli dice che sta sbagliando, piuttosto, vuole dire la sua. Gli ammonimenti insegnano la prudenza, ma egli non vuole ascoltare. Questo è il punto di Proverbi 18:2.

“Lo stolto non prende piacere nella prudenza, ma soltanto a mettere in mostra il suo cuore.” (Proverbi 18:2 LND)

Un altro proverbio che spiega che lo stolto non vuole ascoltare discorsi che non sono piacevoli è Proverbi 23:9.

“Non rivolgere la parola allo stolto, perché disprezzerà il senno dei tuoi discorsi.” (Proverbi 23:9 LND)

Un ultimo Proverbio che voglio leggere è Proverbi 29:20. In questo versetto, si parla della stoltezza di chi è precipitoso nel suo parlare. Vi leggo il versetto, e poi, consideriamo il suo senso.

“Hai visto un uomo precipitoso nel suo parlare? C’è più speranza per uno stolto che per lui” (Proverbi 29:20 LND)

Uno dei mali che il nostro orgoglio produce in noi è quello di spingerci a parlare prima di aver pensato bene a quello che è giusto dire. Questo è segno di grande stoltezza. Quando parliamo in modo precipitoso, non abbiamo valutato attentamente davanti al Signore quello che sarebbe giusto dire. In questi casi, stiamo parlando nella carne, e non guidati dallo Spirito Santo. Questo è peccato, ed è una grande stoltezza.

Un versetto parallelo nel Nuovo Testamento è Giacomo 1:19,20.

“19 Perciò, fratelli miei carissimi, sia ogni uomo pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira, 20 perché l’ira dell’uomo non promuove la giustizia di Dio.” (Giacomo 1:19-20 LND)

Questo si applica proprio nei casi in cui qualcuno ci ammonisce o ci riprende. La nostra tendenza naturale, che è peccato, è di voler rispondere subito. Questo è sbagliato, ed è spinto, il più delle volte, dal nostro orgoglio. Piuttosto, Dio ci comanda in questo versetto, di essere pronti ad ascoltare, e lenti a parlare. In altre parole, quando qualcuno ci dice qualcosa, la risposta migliore è di ascoltare, che non vuol dire semplicemente aspettare che hanno finito, ma comprende il prendere il tempo per valutare quello che ci hanno detto. La saggezza e l'umiltà ci portano a non rispondere subito, ma a valutare attentamente e profondamente quello che ci è stato detto.

Notate anche, che questo brano in Giacomo lega la lentezza a parlare con la lentezza all'ira, perché il rispondere subito, spesso è legato all'ira, anche se non ce ne rendiamo conto. Quasi sempre è legato all'orgoglio, perché non stiamo considerando attentamente quello che l'altra persona ci sta dicendo. Come puoi rispondere, e essere sicuro che le tue parole edifichino secondo il bisogno, se appena qualcuno ti dice qualcosa, rispondi subito?

Quindi, quando qualcuno ti riprende o ti fa notare un peccato o una mancanza, non rispondere con stoltezza dando spazio al tuo orgoglio.

Il combattimento giusto

Voglio fermarmi qui, e considerare per qualche momento quale sia il giusto combattimento.

Cioè, quando qualcuno viene a parlarci di un nostro peccato o di una nostra mancanza, e noi lasciamo spazio al nostro orgoglio, allora, combattiamo contro quella persona, o almeno contro quello che avrà detto. Cercheremo di dire qualcosa per cambiare argomento. Entriamo in una forma di combattimento verbale, cercando di vincere, di avere l'ultima parola, di rendere in qualche modo meno forte o addirittura di negare quello che ci ha detto. Combattiamo contro quello che ha detto, spesso con qualche argomento ben fatto, con il quale facciamo sembrare all'altro che stiamo cercando di compiere qualche bene.

O cari, questo tipo di combattimento è tutto sbagliato. Non sprecate le vostre forze per ottenere qualcosa che alla fine vi porterà più lontani da Dio.

Il combattimento giusto è il combattimento contro il nostro peccato e la nostra carne.

Vi leggo le parole dell'Apostlo Paolo in 1Corinzi 9:24-27.

“24 Non sapete voi che quelli che corrono nello stadio, corrono bensì tutti, ma uno solo ne conquista il premio? Correte in modo da conquistarlo. 25 Ora, chiunque compete nelle gare si auto-controlla in ogni cosa; e quei tali fanno ciò per ricevere una corona corruttibile, ma noi dobbiamo farlo per riceverne una incorruttibile. 26 Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l’aria; 27 anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato.” (1Corinzi 9:24-27 LND)

Avete capito che Paolo, forse il credente più maturo mai vissuto, riconosceva la necessità di trattare duramente il suo corpo, cioè la sua natura peccaminosa, la carne. Se Paolo aveva bisogno di combattere contro la sua carne, tanto di più ne abbiamo bisogno noi!

Quindi, non combattere contro coloro che ti ammoniscono, perché questo sarebbe dar retta al tuo orgoglio. Piuttosto, combatti contro la carne, contro l'orgoglio. Ringrazia Dio per gli ammonimenti, perché possono aiutarti a crescere.

Se l'altra persona sbaglia?

A questo punto, sarebbe importante considerare un'obiezione che potrebbe essere sollevata: e se la persona che ti ammonisce sta sbagliando? Se il suo ammonimento non è giusto, o è basato su qualcosa che egli ha capito male? Non dobbiamo aiutarlo a capire che ha sbagliato?

O carissimi, non cadete in questa trappola. Certamente, delle volte l'altra persona potrà sbagliare nel valutare la situazione. Però, dobbiamo riconoscere che il nostro orgoglio ci farà sembrare che sia così molto più spesso di quantorealmente lo sia.

Il nostro orgoglio può farci fare ragionamenti che filano bene, anche se sono sbagliati. Potranno sembrarci giusti. Nei Proverbi che abbiamo letto, abbiamo visto che per lo stolto, la propria via sembra giusta.

La via della umiltà e della saggezza NON risponde subito. Chi è umile e saggio è pronto ad ascoltare, ed è lento all'ira. L'altra persona, nel correggerti forse ha sbagliato, ma se ci prendiamo il tempo per valutare veramente quello che ci ha detto, il più delle volte scopriremo che aveva ragione.

Il nostro orgoglio ci farà pensare che gli altri sbagliano in quello che dicono quando ci riprendono. Certamente, qualche rara volta potrebbe essere così. Però, la maggior parte delle volte, sarà il nostro orgoglio a farci pensare così quando in realtà gli altri hanno proprio ragione.

Quindi, quando ti sembra così, non dare retta al tuo ragionamento. Se veramente è così, lo vedrai più avanti. Però, vedrai che la maggioranza delle volte che ti sembra così, non è così. Non solo. Se tu rifiuti un ammonimento che era giusto, vuol dire che continui nel peccato, e questo è molto grave. Se invece qualcuno ti ammonisce ingiustamente,, ma tu accetti di valutare attentamente quell'ammonimento, alla fine, vedrai che non è così. Quindi, il pericolo non è tanto l'accettare un ammonimento sbagliato, il vero pericolo è il NON accettare un ammonimento giusto. Questa cosa è una stoltezza, e ci farà tanto male.

L'importanza di non ammonire se la cosa non serve

Fino a questo punto, abbiamo considerato come reagiamo quando qualcuno ci parla di un peccato o di una mancanza.

Però, vorrei anche fare qualche commento su ciò che la Bibbia insegna riguardo come e quando dovremmo ammonire o riprendere un altro.

Non dobbiamo mai avere fretta di dire qualcosa. Inoltre, dobbiamo esaminare la nostra motivazione prima di dire qualcosa.

Alcuni versetti da ricordare. Prima, Galati 6:1,2.

“1 Fratelli, se uno è sorpreso in qualche fallo, voi che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Ma bada bene a te stesso, affinché non sii tentato anche tu. 2 Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.” (Galati 6:1-2 LND)

Questo brano insegna che solo coloro che sono spirituali, ovvero coloro che camminano bene, secondo lo Spirito Santo, con una vita conforme agli insegnamenti di Dio, devono riprendere. Non correte per essere tra coloro che correggono gli altri. Piuttosto, impegnatevi ad essere spirituali, ovvero, a camminare guidati in ogni cosa dallo Spirito Santo e sottomessi a Lui, che ci guida tramite la Bibbia.

Un altro brano che ci aiuta a capire chi dovrebbe ammonire o riprendere è Romani 15:14.

“Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni d’ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri.” (Romani 15:14 LND)

È importante che io sia sicuro di essere pieno di conoscenza e bontà prima di ammonire o di far notare qualcosa.

Quindi, per esempio, se il mio orgoglio è stato offeso da un ammonimento che qualcuno mi ha fatto, allora, in quella condizione, NON sono pieno di bontà, e perciò, NON sono capace di ammonire la persona che mi ha ammonito con un cuore giusto. A quel punto, dovrei tacere.

Voglio ripetere questo, perché è molto importante. Se io mio sento offeso o ferito, allora, in quella condizione, NON sono pieno di bontà, e quindi, non sono nella condizione spirituale giusta di poter ammonire un altro. In quella condizione, dovrei tacere. Sentirmi offeso o ferito è un frutto del mio orgoglio.

Un altro brano che ci aiuta a capire se è il caso di dire qualcosa o no è Efesini 4:29.

“Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l’edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano.” (Efesini 4:29 LND)

Il punto importante da capire è che quando abbiamo qualcosa da dire, quello che diciamo dovrebbe essere una parola che serva per l'edificazione, e non solo, dovrebbe essere secondo il bisogno.

Attenzione: non dobbiamo solo supporre che sia secondo il bisogno.

Tenete in mente che dare un ammonimento o far notare una mancanza è paragonabile ad un medico che dà una medicina ad una paziente.

Sarebbe assurdo e molto sbagliato per un medico prescrivere una medicina, senza aver capito specificamente a cosa serva, dandola solamente perché gli sembrava una buona medicina che forse potrebbe esser utile alla paziente.

Un medico non dovrebbe mai dare una medicina finché non sappia specificamente in che modo aiuterebbe la paziente.

Similmente, noi non dovremmo mai dare un ammonimento o far notare una mancanza se non sappiamo già come potrebbe esser utile.

Facendo così, ubbidiamo al comandamento di questo versetto, e diamo una parola buona, per l'edificazione, secondo il bisogno.

Conclusione

Allora, arriviamo alla fine. Prego che le verità che abbiamo esaminato oggi possano aiutare ciascuno a valutare la propria condizione spirituale, e soprattutto aiutarci a riconoscere l'orgoglio nel cuore.

La domanda principale che pongo a ciascuno è: come rispondi quando qualcuno ti ammonisce o ti parla di una tua mancanza? Come rispondi quando il tuo coniuge, o qualcuno in casa, ti fa notare un peccato o una mancanza? Che reazione hai quando un fratello o una sorella della chiesa ti fa presente qualcosa? Che cosa ti passa per la testa quando c'è un ammonimento pubblico che si applica a te? Se i tuoi pensieri sono che esso ti sta mettendo in cattiva luce, allora, dove stai guardando? Se il tuo cuore vuole essere più vicino a Cristo, sarai contento di sapere come poter crescere di più. Se invece nel tuo cuore vuoi essere visto bene dagli altri, ovvero, se vuoi gloria dagli uomini, allora, sarai irritato perché secondo te, ti sta mettendo in cattiva luce.

E quindi, la domanda rimane: come rispondi quando qualcuno ti parla di un peccato o di una tua mancanza?

Rispondi come Caino, irritandoti dentro, e facendo il muso lungo?

Cominci a ragionare in modo da riuscire a negare quello che ti è stato detto? Cerchi di trovare qualche sbaglio nell'altra persona, in modo da screditare quello che ti ha detto?

Se questo è il tuo caso, caro fratello o sorella, allora, stai lasciando correre il tuo orgoglio, e ti farà tanto, ma tanto male. Non solo farà male a te, ma farà male anche alle persone intorno a te, le persone che ami. Sarà un'influenza negativa, quando invece avrebbero tanto bisogno di un'influenza positiva.

Se tu tendi a rispondere come Caino, per evitare il terribile male che il tuo peccato produrrà, a te dico le parole che l'Eterno ha detto a Caino.

“6 Allora l’Eterno disse a Caino: "Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? 7 Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:6-7 LND)

Fai il bene. Accetta con gioia ogni ammonimento, come un aiuto a camminare sempre più vicino a Dio.

Combattiamo contro il nostro orgoglio. Umiliamoci, sotto la potente mano di Dio. Accettiamo umilmente, anzi, con gioia, quando gli altri ci aiutano a riconoscere i peccati e le mancanze che non sempre vediamo da soli.

Quando ci umiliamo, sarà l'Eterno stesso ad innalzarci. E così, avremo la sua gioia, nella sua presenza, per sempre!