Aiuto Biblico

Guida ad una riflessione sull'Evangelo di Giovanni

Capitolo 6:22-71

di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org

Questa guida richiede una copia di Capitolo 6 dell'Evangelo di Giovanni.

Possiamo dividere questa parte del capitolo in due parti:

1. vv.22-56 Gesù è il pane della vita Questo brano ci aiuta a capire che per ricevere la salvezza, la vera vita, la vita eterna, uno deve accogliere Cristo completamente, per chi è.

2. vv.60-71 la risposta dei discepoli a Gesù: tanti abbandonano Cristo, e rivelano che non sono veramente suoi seguaci.

Prima parte, vv.22-56: Gesù il pane della vita

Gesù ha usato il miracolo della moltiplicazione del pane per illustrare un insegnamento centrale, cioè, che Egli è il pane della vita, la fonte della salvezza, l’unico a darci vita eterna. L’insegnamento di questo brano è molto importante. Perciò, leggiamo il brano, e consideriamo attentamente quello che ci insegna.

Leggiamo vv.22-56

Notiamo:

vv. 22-25 Per quale motivo la folla cercava Gesù?

v.26 Gesù rimprovera la folla perché Lo cercano per motivi sbagliati. Anche oggi tanti cercano Gesù per motivi sbagliati. Ognuno deve chiedersi qual è il motivo per cui cerca Cristo.

vv. 27-29 Gesù esorta le persone ad adoperarsi per il cibo che dura in vita eterna. Questa esortazione vale anche per noi. Tu ti stai adoperando per quello che passerà, oppure per quello che è eterno?

v.28 Quale domanda fanno le persone a questo punto?

Fermiamoci qua per considerare questa domanda. Basta valutare seriamente la vita per riconoscere che questa vita finisce molto presto, e l’eternità dura per sempre. Perciò, la cosa più importante nella vita è di ottenere la vita eterna. Gesù ci insegna che tutti esistono per tutta l’eternità. Tanti esisteranno eternamente separarti da Dio, in un terribile tormento. Comunemente, chiamiamo questo l’inferno. Altri ricevono “la vita eterna”, che vuol dire che passeranno l’eternità in una meravigliosa gioia nella presenza di Dio. La cosa più importante della vita, perciò, diventa sapere come ottenere la vita eterna, cioè, l’eternità con Dio.

Ci sono tante religioni, ognuna che insegna una via diversa per ottenere la vita eterna. Però, non saranno le religioni a salvarci. Sarà Gesù Cristo stesso a giudicare il mondo. Perciò, se vogliamo sapere come essere veramente salvati, dobbiamo ascoltare le parole di Cristo, non le parole delle religioni.

Le religioni del mondo propongono varie opere che uno deve fare per ricevere la vita eterna. Riuscite a pensare a qualche esempio di queste opere?

      • Chiesa Cattolica: sacramenti, buone opere, ubbidienza alle tradizioni.

      • Musulmani: pellegrinaggio alla Mecca, pregare 5 volte al giorno, digiuno di Ramadan, fare del bene.

      • Testimoni di Geova: ubbidienza all’organizzazione, buone opere, che per loro vuol dire andare in due a distribuire letteratura.

      • tante chiese protestanti: fare buone opere. Essere religioso.

Avete notato che più o meno, ognuna di queste religioni, per quanto sembrino diverse, hanno molto in comune?

Che cosa hanno tutte queste religioni in comune?

Tutte insegnano che la via che porta alla vita eterna è una via fatta di buone opere. Secondo queste religioni, la salvezza arriva tramite la religione, quando una persona fa abbastanza opere buone. Cioè, la salvezza è qualcosa che uno deve meritare.

Adesso, ascoltiamo quello che dichiara Gesù Cristo. Ricordiamo che Gesù è il Creatore di tutto, e non solo, ma Gesù sarà il Giudice del mondo. Quello che Cristo ci insegna nella sua Parola è la verità.

v. 29 Gesù spiega loro qual è l’opera che Dio desidera. Qual è quest’opera?

Questa è la verità centrale di questo capitolo. Per capire il resto del capitolo, dobbiamo capire che per avere la vita eterna, non dobbiamo basarci sul fatto di compiere questa o quella opera, ma di credere nel Figlio di Dio. La salvezza non è qualcosa che uno riceve per il proprio merito, ma tramite la vera fede in Gesù Cristo.

Nel resto del capitolo, Gesù approfondisce la verità che l’unico modo di ricevere la vita eterna è per mezzo della fede in Lui. Egli si servirà di vari paragoni. È molto importante per noi di capire che Gesù sta spiegando la vera fede negli esempi che ci darà.

Leggi vv. 30-34 Le persone vogliono un miracolo.

Dicono che lo vogliono per poter credere in Gesù. Cosa vogliono?

Perché era sbagliato chiedere questo? (notate Giacomo 4:3)

Anche oggi, tante persone vogliono aiuto da Gesù, vogliono un Gesù di comodo. I loro motivi sono sbagliati.

Cosa intende Gesù? Il brano da v.32 a 59 è molto importante, perché, come il resto dell’Evangelo di Giovanni, spiega che la salvezza viene dalla vera fede in Gesù. Leggiamo vv. da 32 a 59, e consideriamo cosa intende Gesù quando dice che bisogna mangiare la sua carne e bere il suo sangue. Notiamo con attenzione il progresso del suo insegnamento.

Tabella dei verbi e dei risultati

vers.

l'azione

il risultato

v.33

vero pane (implica ricevere questo pane)

dà vera vita (cioè, vita eterna)

v.35

viene a me

non avrà più fame

v.35

crede in me

non avrà più sete

v.37

chi viene a me

non lo caccerò fuori

v.40

chi contempla e crede in me

avrà vita eterna

v.45

chi ha udito il Padre e ha imparato da Cristo (cioè, chi veramente comprende e accoglie la verità)

viene a Cristo

v.47

chi crede

ha vita eterna

v.50

chi mangia

non muoia

v.51

chi mangia

vivrà in eterno

v.53

non mangiare e non bere

vuol dire non avere la vita (eterna)

v.54

chi mangia e chi beve

avrà la vita eterna

v.56

chi mangia e chi beve

dimora in me

v.57

chi mi mangia

vivrà

v.58

chi mi mangia

vivrà in eterno

v.63

lo Spirito vivifica

la carne non dà alcun utilità

È importante notare che Gesù non sta proponendo vari modi di ricevere la vita eterna. Cioè, non sta dicendo da una parte che uno deve credere in Lui per avere la vita eterna, per poi aggiungere invece che uno deve mangiare Lui, in senso fisico, per ottenere lo stesso scopo. Questa sarebbe una contraddizione. Invece, molto chiaramente, sta dicendo la stessa cosa più volte. La vera vita, la vita eterna, arriva quando uno veramente ascolta il Padre, cioè, ascolta la Parola di Dio, e contempla veramente Cristo Gesù, per riconoscere veramente chi è, e veramente viene a Cristo e crede in Lui, cioè, Lo riceve per chi è. Gesù usa il paragone di mangiare, come vedremo in avanti. Teniamo tutto questo in mente mentre guardiamo vari dettagli di questo brano.

Dettagli del Brano

vv.32,33 Il pane di Dio, cioè, Gesù Cristo, scende dal cielo.

il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo.

Gesù è l’eterno Dio. Questo pane, cioè, Gesù Cristo, dà vita al mondo. Non c’è vera vita senza Gesù.

v.34 Il mondo vuole le benedizioni di Dio senza vivere nella sua santità.

dacci sempre questo pane.

Non vogliono la persona di Cristo, vogliono le benedizioni da Lui. E tu, cosa vuoi?

v.35 Ricordiamo che in Giovanni 4:14 Gesù dice: “chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete.” Quello che dichiara qua in Giovanni 6:35 è simile:

E Gesù disse loro: "Io sono il pane della vita chi viene a me non avrà mai più fame e chi crede in me non avrà mai più sete

In 4:14 chi beve non avrà più sete. Chiaramente si tratta della stessa cosa. Bere e credere sono la stessa cosa. “… non avrà più fame… non avrà più sete”.

È chiaro che qui Gesù parla di fame e sete spirituale, non fisica. Per esempio, l’Apostolo Paolo aveva fame fisica tante volte. (2 Corinzi 11:27; Filippesi 4:12)

Quindi, notiamo che chi “viene a Cristo” non avrà fame, e chi crede non avrà sete. Gesù comincia con questa verità come base per il resto del discorso.

vv.37-39 Chi inizia la salvezza?

Prima, Dio Padre dà qualcuno a Cristo Gesù. Poi, quella persona viene a Gesù. Dio inizia il rapporto! Alleluia!

Non dobbiamo preoccuparci se Dio ha iniziato la salvezza in noi. Se noi siamo attirati da Cristo, possiamo presumere che Dio ha già toccato il nostro cuore. Ora, dipende totalmente da come rispondiamo. Verremo a Cristo, o no?

v. 40 è estremamente importante. Chi crede ha vita eterna.

Chi contempla il Figlio: chi guarda a Gesù, ed esamina le verità che Lo riguardano scritte nella Bibbia, e Lo riconosce per chi è.

Poi, avendoLo riconosciuto, potrà “credere” veramente in Lui, e sappiamo che credere vuol dire veramente riceverLo per chi è. Queste persone volevano ricevere Gesù come un re di comodo.

Quale due cose avrà o succederà a la persona che vede il Figlio e crede in lui?

Chi riconosce chi è veramente Gesù e Lo riceve come tale, quella persona avrà vita eterna. Sarà risuscitato l’ultimo giorno, cioè, ha la certezza della vita eterna.

Quindi: Chi crede ha vita eterna. Credere è il verbo usato.

vv.41-42 Perché mormoravano i Giudei?

I Giudei mormoravano perché non credevano che Gesù fosse sceso dal cielo. Queste sono le stesse persone che volevano fare Re Gesù il giorno prima. Avevano cercato Gesù perché Egli aveva moltiplicato il pane e i pesci. Loro volevano Gesù vicino a loro, ma non come il loro Sovrano Dio. Finché si trattava di un Gesù di comodo, erano entusiasti. Però, ora che Gesù parlava della sua vera identità, cioè, Dio sceso dal cielo, queste stesse persone mormoravano.

v.47 Quale verità fondamentale ripete Gesù in questo versetto?

Chiaramente, queste persone credevano nella persona di Gesù come uomo, uomo capace di fare grandi miracoli. Perciò, è ovvio che Gesù parla di un altro tipo di credere. Egli parla di credere nel senso di accogliere Lui per chi è. Chi riceve veramente Gesù ha vita eterna.

Gesù illustra l’insegnamento del credere per avere la vita eterna

v.48 il pane della vita.

Io sono il pane della vita.

v.50 Mangiare e non morire.

“Questo è il pane che discende dal cielo affinché uno ne mangi e non muoia,”

v.51 Chi mangia vivrà in eterno.

“Io sono il pane vivente che è disceso dal Cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; or il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo".”

Notiamo: non muore = vivrà in eterno = avere vita eterna. Tre modi per dire la stessa cosa.

Similmente: venire a me = credere in me = mangiare me. Sono la stessa cosa.

“… se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; or il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo".”

Qui, Gesù parla del suo sacrificio sulla croce.

“mangia la mia carne” = crede nel mio sacrificio.

“bere” = credere nel mio sangue (come sacrificio efficace per pagare i nostri peccati)

v.54 Chi mangia e chi beve ha vita eterna!

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.”

Notiamo che nel v.47, chi crede ha vita eterna.

Cosa dice in v.54 per quanto riguarda la persona che ha vita eterna?

Notiamo anche che nel v.40 chi contempla e crede a Gesù risusciterà nell’ultimo giorno.

Cosa dice in v.54 al riguardo?

Nel v.54, chi mangia e beve Gesù risusciterà nell’ultimo giorno.

L’insegnamento che Gesù illustra, parlando di sé stesso come pane, è che si crede in Gesù per avere la vita eterna. Con quella base, Gesù cambia termine e usa mangiare e bere.

“Credere” può essere inteso in tanti modi. Notiamo l’uso di credere in Giacomo 2:19

“Tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e tremano.”

Chiaramente, quel credere non salva. Tutti crediamo ai fatti storici, crediamo che Garibaldi esistette, per esempio. Ma credere in Gesù per la salvezza dev’essere un credere molto diverso da quello. Infatti, il concetto di mangiare può aiutarci a capire cosa vuol dire credere per la salvezza.

Mangiare = Credere

Quando si mangia qualcosa, diventa parte di sé. Non è solo mettere qualcosa in bocca per assaggiarla. Non è solo mettere qualcosa intorno a sé. Mangiare vuol dire proprio far diventare il cibo parte di sé. Mangiare un cibo vuole dire ricevere quel cibo completamente.

Quindi, quando Gesù parla di credere in lui, e poi usa il concetto di mangiarlo per illustrare il suo insegnamento, chiaramente, questo credere è un credere molto profondo. Credere così vuol dire credere completamente, non solo in senso intellettuale, ma con tutto il cuore. In Giovanni 1 abbiamo visto che si può usare la parola “ricevere” per “credere”. Il concetto biblico di credere è: completamente. Chi crede così in Gesù ha vita eterna.

Viene, credere, mangia

Notiamo anche v.35

“… chi viene a me non avrà mai più fame e chi crede in me non avrà mai più sete”

Qui, Gesù, usando il concetto di fame e sete, fa un paragone fra venire e mangiare, e fra credere e bere. Considerato insieme con gli altri paragoni che Gesù fa in questo brano, ciò che bisogna fare per avere la salvezza diventa chiaro.

  1. bisogna contemplare Gesù, cioè, riconoscere chi è (il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, il Signore) (v.40)

  2. bisogna venire a Gesù: lasciare la nostra vecchia via per venire a Lui, perché solo in Lui c’è vita eterna e la salvezza.

  3. bisogna credere in Gesù per la nostra salvezza. Non una fede intellettuale, ma una fede interna, una fede in cui Gesù entra nella nostra vita, similmente a come il cibo entra nella vita di chi lo mangia. Perciò, Gesù usa anche il termine “mangiare” per spiegare questo atto di credere veramente.

Versetto 29 dice:

Questa è l’opera di Dio, che crediate in colui che egli ha mandato

Qui, troviamo la verità che Gesù spiega in tutto il resto del capitolo.

Vediamo quindi che il miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci era una illustrazione per dimostrare che Gesù è il pane della vita. Egli è la fonte di vero pane, pane spirituale, quanto era la fonte del pane materiale in quel miracolo.

Seconda parte, vv.60-71: La nostra risposta a Gesù

Leggiamo vv.60-71.

Tristemente, tanti dei discepoli di Gesù, cioè, coloro che avevano seguito Lui fino a quel punto, erano pronti a ricevere benedizioni, ma non a cambiare vita. Erano pronti a ricevere pane materiale, ma non pane spirituale. Erano contenti di avere Gesù vicino per ricevere benedizioni, ma non di mangiarLo, cioè, non di accogliere Lui dentro di loro come il loro Creatore Dio e Sovrano Re.

v.66 Cosa leggiamo di questi discepoli nel v.66?

vv.67-71 Anche i dodici discepoli sono andati via?

I dodici sono rimasti fedeli, perché avevano contemplato Gesù e veramente creduto in lui, tranne Giuda Iscariota.

Allora, la domanda rimane per ciascuno di noi. Che tipo di discepolo sei tu? Hai veramente contemplato Gesù? Lo riconosci come Creatore, Dio, Salvatore, Signore, e Re? Per riconoscerLo così, devi riconoscere di essere un peccatore, bisognoso del vero Salvatore. Bisogna riconoscere che finora, hai cercato tu di dirigere la tua vita. Solo riconoscendo questo puoi ricevere Gesù come il tuo Salvatore e il tuo Signore.

Se hai veramente contemplato Gesù, credi in Lui? Credi solamente in modo intellettuale, oppure Lo hai ricevuto veramente, Lo hai “mangiato”? Sei venuto a Gesù?

Gesù offre la salvezza a tutti, ma non basta credere in Lui a modo nostro. Per ottenere la salvezza, bisogna contemplare chi è Gesù veramente, e poi credere veramente in Lui per chi è: Creatore, Salvatore, Signore, Re. Chi farà questo avrà vita eterna, non avrà mai più fame o sete spirituale, perché Gesù è la vera fonte della vita.

Hai veramente contemplato Gesù, in base a quello che la Bibbia rivela di Lui? Hai veramente considerato che Gesù è Dio, sceso dal cielo per provvedere la salvezza? Hai contemplato che Gesù Cristo è il Creatore di tutto, e sarà il Giudice del mondo? Hai contemplato che l’unico modo di venire a Cristo è di venire a Lui per chi è, quindi, di credere veramente in Lui, cioè, ricevere Lui come il tuo Salvatore e Signore e Dio e Re?

Oppure hai una fede di comodo, perché vuoi qualche benedizione e l’aiuto di Cristo?

Valuta bene chi è Gesù Cristo e che tipo di fede hai in Lui.

È incredibile il fatto che Dio stesso è sceso dal cielo e ha vissuto come uomo per offrirci la salvezza. Chiaramente, non si può ricevere il Creatore del mondo come uno che sta lì sempre pronto a darti una mano. Egli vuole entrare nella nostra vita, come Salvatore, e questo chiaramente implica che riconosciamo il nostro bisogno di salvezza, e come Re. Hai contemplato veramente chi è Cristo? Hai veramente creduto in Lui, cioè, hai veramente ricevuto Lui nella tua vita come il tuo Dio e Re?

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A chi insegna, o chi fa gli studi senza insegnante

Se qualcuno chiede del pane e del vino, (o se tu vorresti capire questo) credendo che diventano veramente carne e sangue di Gesù, sarà un aiuto per loro considerare i seguenti brani.

(Non è sempre necessario spiegare questo, in quanto, spesso, avendo studiato attentamente questo capitolo, le persone già capiscono che Gesù non sta parlando di letteralmente mangiare la sua carne e bere il suo sangue. )

Ebrei 7,9,10. Il sacrificio di Gesù era una volta per sempre, e non può essere ripetuto. Allora, non sarebbe possibile che il pane diventasse ripetutamente la carne di Gesù da rioffrire a Dio.

Ebrei 7:25-27

Ebrei 9:9-12 e 23-28

Ebrei 10:1-18

Poi, si può leggere Luca 22:19,20. Gesù era fisicamente presente con loro. Offriva loro il pane, e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Chiaramente, non intendeva che il pane diventava materialmente la sua carne. Egli era là presente. Era simbolico. Non dovevano compiere questo rito per ripetere il suo sacrificio, ma “in memoria di lui”, cioè, per RICORDARE il suo sacrificio. Perciò, lo scopo della cena del Signore NON è di ripetere il sacrificio — sapendo da ciò che abbiamo letto in Ebrei che sarebbe impossibile e non necessario, — ma per RICORDARE il suo sacrificio, come unico mezzo per salvarci.

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Marco deFelice
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